Proseguono i lavori della II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente
Udine,19 marzo 2021
Comunicato stampa:
Proseguono ed entrano nel vivo i lavori della II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente (AeA), l’alleanza politica tra forze territoriali attive nella Repubblica Italiana, strettamente connessa con l’Alleanza Libera Europea (ALE – European Free Alliance, EFA),
AeA attualmente è composta da dieci movimenti:Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia -ALPE Valle d’Aosta(connessa con Alliance Valdôtaine) -Comitato Libertà Toscana(CLT) - Movimento Siciliani Liberi - Patrie Furlane - Patto per l’Autonomia Veneto - Pro Lombardia Indipendenza - SlovenskaSkupnost(SSk) - Liberi Elettori Piemonte -Movimento Autonomia Romagna (MAR).
Nonostante le gravi limitazioni imposte dalla pandemia, AeAè riuscita a coltivarerelazioni politiche in tutti i territori. Le forzedi questa “sorellanza” anticentralista, impegnate per una vera Repubblica delle Autonomie e per una Europa diversa, delle regioni, dei territori, dei popoli, sono riuscite a essere un ponte tra i movimenti storici delle autonomie e del federalismo e le tante nuove forze civiche e ambientaliste locali che sono cresciute in tutta Italia.
Il tema dell’assemblea è “Ritorno alla Costituzione e agli Statuti” -Fermare insieme il centralismo autoritario - Salvare la Repubblica delle Autonomie - Costruire un futuro di autogoverno per tutti dappertutto nella Repubblica Italiana e nell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.
Sono stati diffusi attraverso il canale YouTube di Autonomie e Ambiente importanti interventi. Segnaliamo i quattro contributi che gli stessi organizzatori della assemblea hanno definito cruciali: 1)Luca Pardi (CNR, coautore del volume “Picco per capre”, 2017)–Crisi ambientale, perché non c’è tempo da perdere;2)Massimo Costa (Università di Palermo) –Un progetto economico e finanziario per spezzare le catene del debitoconmaggiori autonomie fiscali e conmonetefiscali elocali complementari;3)Massimo Moretuzzo (Capogruppo del Patto per l’Autonomia nel Consiglio regionale Friuli – Venezia Giulia)–Beni comuni al centro dell’impegno delle autonomie;4) senatoreAlbert Lanièce (Gruppo delle Autonomie al Senato –Union Valdôtaine)–Le autonomie protagoniste della ricostruzione, con un appello a costruire unalarga alleanza per il rilancio del federalismo nella Repubblica italiana.
Oggi alle 20.30, in diretta su YouTube e su Facebook, si terrà una sessione di riflessione sull’Europa e la solidarietà internazionale tra popoli oppressi dal centralismo autoritario, dove verrà confermata la solidarietà delle forze decentraliste italiane con la causa della libertà, dell’amnistia, del dialogo, dell’autogoverno della Catalogna.
Domani alle ore 16, nuova sessione online, dedicata all’impegno delle forze storiche e delle nuove forze civiche e ambientaliste locali per fermare il centralismo nella Repubblica Italiana e per portare avanti progetti locali di autogoverno per il benessere, la salute, la tutela delle diversità e delle biodiversità nei territori italiani.
Tutti imateriali, documenti e video, dellaII Assemblea Generale,sono e resteranno disponibiliattraverso le reti sociali della sorellanza.Maggiori informazioni:
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Per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali
Appello pubblico
1. Per le elezioni politiche dell’anno prossimo 2023, Autonomie e Ambiente promuove, non in solitudine ma cercando alleanze e collaborazioni, una lista rappresentativa di storiche forze delle autonomie territoriali e di una più ampia rete di gruppi e attivisti civici, ambientalisti, autonomisti.
2. Lotteremo fino all’ultimo giorno utile per una legge elettorale più giusta, ancora più necessaria visto che si andrà a eleggere un Parlamento drammaticamente ridimensionato, ma parteciperemo comunque per non lasciare la nostra gente, i nostri territori e le nostre comunità locali senza una voce nella prossima XIX legislatura.
3. Sarà una lista di speranza, proposta e lotta, ispirata ai valori impressi dal partigiano e martire Émile Chanoux e dai suoi compagni nella sempre attuale Carta di Chivasso del 19 dicembre 1943; la nostra iniziativa politica ed elettorale sarà al servizio degli ideali di autogoverno dei territori, sussidiarietà verticale e orizzontale, autonomie personali, sociali e territoriali, che sono incisi nella Costituzione, grazie all’impegno di padri costituenti come, fra gli altri, Giulio Bordon, Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Andrea Finocchiaro Aprile, Emilio Lussu, Aldo Spallicci, Tiziano Tessitori.
4. Senza nascondere o appiattire ma anzi valorizzando le nostre diversità, ci uniremo attorno ad alcuni essenziali principi, a partire dal ritorno alla lettera della Costituzione e degli Statuti, oggi traditi dalla deriva centralista e autoritaria dello stato italiano, dalla degenerazione tecnocratica delle istituzioni dell’Unione Europea, dagli abusi delle concentrazioni di potere finanziario globale.
5. Ci opporremo al presidenzialismo, in ogni forma e declinazione, e anzi lavoreremo a ogni livello per diminuire i già troppo ampi poteri degli esecutivi, rafforzando gli organi collegiali, le assemblee rappresentative, la democrazia locale, la partecipazione dei cittadini al più basso livello possibile.
6. Ci impegniamo per la pace, contro gli imperialismi, i neocolonialismi e ogni forma di militarismo interno e internazionale, fermamente convinti che non esista alcun conflitto interterritoriale a cui non possa essere data soluzione attraverso un’antica sapienza confederale e nuove pratiche di autogoverno – di tutti e dappertutto - aggiornate alle condizioni e alle sfide del XXI secolo.
7. Ci schieriamo dalla parte delle generazioni future, impegnandoci perché ciascuna comunità locale possa dotarsi di soluzioni locali innovative, che producano energia rinnovabile, la risparmino e la conservino, liberando i territori dalla schiavitù del fossile e del fissile.
8. Sosteniamo l’importanza di una sanità pubblica, gratuita, universale, gestita valorizzando merito e competenza, autogovernata dalle autorità locali, capillarmente presente in ogni territorio andando incontro alle reali necessità delle popolazioni, rispettosa delle persone e della loro autodeterminazione; senza negare il ruolo sussidiario dell’iniziativa privata, del terzo settore, della libera professione medica, crediamo che solo la sanità pubblica territoriale possa affrontare problemi come, per esempio, le pandemie, che è stato sbagliato trattare come emergenze perché sono invece prevedibili ricorrenze.
9. Non crediamo esista una soluzione “italiana”, tanto meno “europea”, ai problemi dei diversi territori negli anni difficili che ci aspettano, di crisi e di cambiamento; vogliamo quindi fare largo a una nuova generazione di leader locali, competenti e capaci, territorio per territorio, di individuare e percorrere la strada migliore per la loro comunità, per affrontare la transizione ecologica, fermare l’impoverimento, l’abbandono e lo spopolamento, promuovere le pari opportunità, autogestire localmente i servizi pubblici, salvaguardare i beni comuni, mettere le persone al riparo dalla sorveglianza digitale universale, ricostruire economie locali aperte sì, ma anche largamente autosufficienti dal punto di vista alimentare, economico, tecnologico, finanziario, sociale e culturale.
10. Per affrontare le sfide drammatiche che ci attendono, non disponiamo di ricette semplicistiche o soluzioni salvifiche, ma garantiamo di attingere a un patrimonio di competenza, serietà, elaborazione programmatica che è quello accumulato nel tempo dalla nostra famiglia politica europea, l’Alleanza Libera Europea (ALE-EFA), dal gruppo parlamentare europeo Greens/EFA, dai governi autonomisti delle nazioni europee senza stato (Catalogna, Corsica, Scozia), dalle migliori tradizioni di buongoverno autonomista di Valle d’Aosta, Trentino e Sudtirolo, oltre che dalla storia personale e dalla credibilità politica dei fondatori della sorellanza di Autonomie e Ambiente.
11. Autonomie e Ambiente riprende il progetto di collaborazione politica fra territori che fu già di Bruno Salvadori e delle liste “Federalismo”; condurrà questo cantiere politico, culturale, organizzativo, di autofinanziamento, elettorale, mantenendolo aperto a tutti coloro, forze politiche territoriali, liste civiche, gruppi di attivisti locali, che ne condividano le premesse e che siano disposti a condividerne la fatica.
12. Chiediamo a tutte le persone cittadine della Repubblica di sostenere la lista delle autonomie, dei territori, delle generazioni future, tornando massicciamente alle urne, per votare leader locali che si sono distinti in difesa delle proprie comunità, che conoscete e che conoscono voi.
Per informazioni e adesioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Si sono chiuse le due faticose ma feconde giornate dell'Assemblea generale della Alleanza Libera Europea (European Free Alliance), celebrate online, per via dell'emergenza sanitaria.
ALE è la principale rete europea di raccolta di forze indipendentiste storiche (delle nazioni europee ancora senza stato), autonomiste, federaliste, confederaliste. Ad essa si è ispirata la nostra rete Autonomie e Ambiente nella Repubblica Italiana e con essa AeA ha il proprio rapporto internazionale più diretto e più strategico.
Ripercorriamo i 12 punti del documento finale, aggiungendo alcune considerazioni che potranno essere utili al mondo degli attivisti decentralisti italiani.
1) L'Assemblea generale si è aperta con una dichiarazione di solidarietà con il popolo dell'Artsakh (Nagorno-Karabakh), invocando la pace e il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione di quella piccola regione, incastonata nel Caucaso meridionale, in armonia con l'azione del Partito Democratico dell'Artsakh, che è una forza sorella di ALE.
2) Si è ricordato il terzo anniversario del referendum per l'indipendenza della Catalogna (1 ottobre 2017). L'autogoverno della Catalogna è e sarà un punto cruciale e discriminante, anche per noi qui nella Repubblica Italiana. Chi non accetta l'idea di un pieno diritto all'autodeterminazione di quel territorio, come di ogni altro, si porrà lontano e fuori dalla nostra comunità decentralista e localista.
3) ALE-EFA ha accolto tra i suoi membri due movimenti che sono soci fondatori di Autonomie e Ambiente: Patto per l’Autonomia e Comitato Libertà Toscana. Invece, dopo anni di discussioni, con dolore, è stato espulso il Partito Sardo d’Azione, che ne fu a suo tempo una formazione fondatrice. Le tradizioni e il prestigio del PSDAZ non possono più essere un alibi per accettare la sua deriva. E' ormai diventata una appendice locale (praticamente una succursale coloniale) di una delle forze più centraliste, autoritarie e retrive del panorama politico italiano (la Lega Salvini Premier). Durante l'Assemblea generale, Roberto Visentin, che presiede AeA in nome e per conto del Patto per l'Autonomia, ha potuto presentare la nostra rete a tutta la famiglia ALE-EFA.
4) ALE-EFA ha aggiornato i propri statuti. In particolare si è curato di mantenere forti rapporti con i movimenti per l'autogoverno della Scozia, del Galles, della Cornovaglia, dello Yorkshire, dopo la Brexit.
5) Sono stati presentati diversi piani e i progetti per le attività ALE-EFA dei prossimi due anni.
6) Si è tenuto un dibattito, moderato da Ana Stanič, con Adam Price (leader di Plaid Cymru, il partito per l'indipendenza del Galles), Valentina Servera (presidente di EFAy), Jill Evans (vice presidente di EFA e parlamentare europeo), Christian Allard (parlamentare europeo), Jordi Solé (neo-deputato europeo, neo-presidente dei deputati europei che fanno riferimento a EFA, e segretario generale di EFA), sul futuro di una Europa confederale anche alla luce delle sfide poste dalla crisi sanitaria e sociale. ALE-EFA prosegue sulla sua storica intuizione di "allargamento interno" dell'Unione, con il riconoscimento dell'autogoverno di tutti i suoi territori, oggi prigionieri di anacronistici stati centralisti.
7) L'Assemblea ha ascoltato una presentazione delle iniziative civiche europee per la politica di coesione territoriale, per l'equo trattamento di tutte le regioni, per la conservazione delle culture regionali.
8) Sono stati dati aggiornamenti sulle attività della Fondazione Coppieters e sulle attività di EFA per i giovani.
9) Sono state approvate diverse mozioni sulla protezione delle minoranze; per la fine della repressione e per l'amnistia in Catalogna; sulla drammatica situazione in Turchia; per le biodiversità e lo sviluppo rurale; per i diritti umani in diverse parti del mondo.
10) Sono state approvate, tra le altre, dichiarazioni in sostegno alla Corsica, alla Tracia, alla Moravia, contro tutti i centralismi e tutti gli autoritarismi.
11) Hişyar Özsoy, parlamentare e rappresentante per gli affari esteri del Partito Democratico dei Popoli (HDP - People’s Democratic Party - di nazionalità curda ed espressione del Bakur - Nord Kurdistan), ha aggiornato l'Assemblea sulla drammatica repressione in atto in Turchia (e nelle altre regioni curde, in particolare in Rojava). Il parlamentare europeo François Alfonsi, copresidente del gruppo di amicizia franco-curda a Strasburgo, è intervenuto, delineando le possibili azioni di solidarietà in corso a livello di Unione Europea..
12) Infine, ALE-EFA da' appuntamento a tutte le formazioni politiche ne fanno parte, per la prossima assemblea generale del 2021. Il '21 sarà anche l'anno del 40° anniversario della fondazione della rete europea decentralista. Si spera di poter tenere riunioni e iniziative in presenza, se la crisi sanitaria sarà passata.
L'Union Valdôtaine (UV) è da oggi a congresso e il Patto Autonomie e Ambiente ha inviato alla presidenza del congresso, alla presidente Cristina Machet e all'on. Franco Manes (rappresentante della Valle d'Aosta alla Camera dei deputati), un messaggio di saluto, a firma del presidente Roberto Visentin, che potete leggere qui.
Altri importanti partiti territoriali storici sono degenerati in caricature dell'autonomismo, in gran parte a causa delle relazioni inquinanti con il leghismo populista e nazionalista. Il PSDAZ e il PATT sono irriconoscibili, dopo pochi anni di salvinismo.
L'Union Valdôtaine invece è un organismo politico vivo, plurale, frequentato da giovani e donne, oltre che da persone di tutti i milieu. Guida la regione autonoma, tutelando i servizi pubblici essenziali e i beni comuni in un momento storico difficilissimo, in cui ai vertici della Repubblica sono salite elite di cultura centralista.
La UV è' tornata in EFA, famiglia politica di cui è stata una delle fondatrici, insieme al Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia e ai Siciliani Liberi (queste ultime forze guida del nostro Patto Autonomie e Ambiente).
Sta infine guidando un processo di ricomposizione e riunificazione di tutte le componenti dell'autonomismo valdostano.
Tanti sinceri auguri di buon lavoro alla nostra forza sorella maggiore.
Prato, 28 ottobre 2023 - a cura della segreteria interterritoriale
Autonomie e Ambiente sta dalla parte del popolo còrso, che deve avanzare nel proprio cammino verso il pieno autogoverno della sua terra, la Corsica.
Esprimiamo solidarietà a tutte le vittime, passate e presenti, del centralismo dello stato francese. Il colonialismo interno deve finire, in Francia come ovunque. La persecuzione politico-giudiziaria di chi lotta per il proprio autogoverno deve terminare. L'esistenza stessa di prigionieri politici, per non parlare del loro maltrattamento, è una vergogna da cancellare.
Siamo affranti per i tragici fatti che hanno ridotto in fin di vita Yvan Colonna.
Vogliamo condividere il cauto ottimismo del leader di Femu a Corsica e presidente della istituzione di autogoverno, Gilles Simeoni, che ha dichiarato che siamo di fronte a un momento storico, ma che occorre fermezza. Il rischio che da Parigi arrivino solo parole da parte di un presidente screditato in cerca della sua rielezione, è grande.
Insieme alle forze sorelle di tutta Europa seguiamo con partecipazione l'evolversi della situazione politica in Corsica:
Dichiarazione di Autonomie e Ambiente sulle imminenti elezioni politiche del 25 settembre 2022 e sulle elezioni regionali siciliane
Udine, 1 agosto 2022
01. Autonomie e Ambiente (AeA), in quanto tale, non presenterà liste alle imminenti elezioni politiche del 25 settembre 2022, ma le forze territoriali che ne fanno parte e che sono in rete con noi non rimarranno in silenzio o in disparte in questo momento storico così difficile.
02. AeA condanna il modo disordinato con cui i vertici istituzionali hanno voluto porre precipitosamente fine alla legislatura, quando erano necessari e possibili importanti provvedimenti di fine anno ed era ancora più necessaria una minima manutenzione della legge elettorale, per aumentare il pluralismo della proposta politica e per restituire agli elettori fiducia nella partecipazione alla vita politica della Repubblica.
03. Nei diversi territori - spesso pateticamente nella migliore tradizione del trasformismo italiano – alcuni avranno la sfrontatezza di definirsi “civici, ambientalisti, autonomisti”, ma i nostri gruppi, attivisti, elettori sapranno riconoscere i millantatori, senza peraltro rinunciare a sostenere qualche personalità veramente indipendente e sinceramente impegnata per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali.
04. Tutte le forze territoriali della nostra rete manterranno rigidamente le distanze da candidati e liste portatrici di proposte presidenzialiste, centraliste, nazionaliste.
05. I principi autonomisti della Costituzione e gli Statuti di autonomia sono ancora largamente inattuati e di tutto la Repubblica e i territori hanno bisogno, fuorché di una ulteriore verticalizzazione del potere.
06. Dobbiamo invece lottare per autonomie locali ancora più forti, come indispensabile presidio di libertà, corresponsabilità, solidarietà, in questi tempi di centralismo autoritario, guerra e disinformazione, crisi sociale e sanitaria, stagnazione e inflazione.
07. Se vogliamo che giustizia fiscale e monetaria, assistenza sociale agli ultimi, innovazione tecnologica, transizione ambientale, siano perseguite con moderazione ed equità, esse devono essere portate avanti da autorità locali vicine alle persone e alle comunità, non da alte e lontane tecnocrazie centrali, tanto meno da multinazionali.
08. Autonomie e Ambiente esprime il proprio convinto sostegno alle candidature autonomiste che saranno presentate nei collegi uninominali della Valle d’Aosta.
09. Per le prossime elezioni regionali della Sicilia, AeA appoggia convintamente le liste del movimento Siciliani Liberi e la candidata presidente Eliana Esposito, portatrici di un coraggioso programma di piena attuazione dello Statuto siciliano, ricostruzione di una economia e di una finanza locali con il progetto della Zona Economica Speciale Integrale (ZESI), impegno contro lo spopolamento e l’impoverimento della Sicilia, che sono la dolorosa conseguenza di ciò che non esitiamo a chiamare con il suo nome: colonialismo interno.
10. Gli impegni di lungo termine che le forze di Autonomie e Ambiente e gli alleati civici, ambientalisti, autonomisti avevano preso con l’Appello 2023 saranno mantenuti e portati avanti.
11. Proseguiremo il nostro lavoro politico ed elettorale per dare attuazione ai principi autonomisti che furono ripristinati dai padri e dalle madri costituenti, oltre che per spingere l’Europa intera verso ideali di “autogoverno per tutti dappertutto”, pace, giustizia, salvaguardia del creato, libertà e responsabilità verso le generazioni future.
A cura della presidenza di Autonomie e Ambiente - AeA
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Il documento è frutto dei contributi che le forze sorelle e altre realtà in dialogo con Autonomie e Ambiente hanno dato ai lavori del seminario politico-elettorale dello scorso 30 luglio 2022.
Ora è il momento opportuno per associarsi al nostro patto per le autonomie, per l'ambiente, per l'Europa, per la pace.
Persone, gruppi, circoli, liste locali ed altre realtà protagoniste di civismo, ambientalismo, territorialismo, che amano la propria terra e la politica, possono trovare nella nostra rete uno spazio in cui esprimersi, restando se stesse, nel rispetto delle diversità. Stiamo restituendo agibilità politica a una nuova generazione di leader locali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.
Insieme, guidati dal Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia e con il supporto dell'Alleanza Libera Europea (ALE-EFA) possiamo partecipare alle elezioni europee del 2024 e tener desta la speranza di restituire autonomie personali, sociali, territoriali alle comunità.
Perché associarsi?
Perché le nostre locali, originali, innovative iniziative di civismo, ambientalismo, territorialismo, mantenendo intatta la propria autonomia e la propria diversità, attraverso il dialogo e la collaborazione politica interterritoriale, possono crescere e incidere sul futuro dell'Italia e dell'Europa.
Perché siamo una parte, magari piccola, nella Repubblica delle Autonomie e nel confederalismo europeo, ma ne siamo parte costituente, dai tempi della Carta di Chivasso del 1943, ed è nostro dovere tramandare alle generazioni future i valori cristiani, socialisti, libertari, democratici, che si sono espressi al meglio nelle esperienze autonomiste.
Perché siamo insofferenti nei confronti di ogni concentrazione di potere e di ricchezze, di ogni centralismo, e solo insieme possiamo avere la forza sufficiente per combattere le attuali centrali di potere finanziario e digitale.
Perché dobbiamo fermare gli imbroglioni dell'antipolitica, i ciarlatani del falso autonomismo, gli aspiranti "sindaci" d'Italia, "presidenti" d'Europa, insieme ai loro generali e luogotenenti.
Perché la vita e la dignità della persona umana finirebbero distrutte in un mondo senza autonomie personali, sociali, territoriali.
Perché dobbiamo restituire dignità, agibilità politica, strumenti e poteri ai leader locali e alle forze territoriali, perché possano cambiare concretamente le cose nella loro comunità.
Perché vogliamo leggi elettorali più giuste, il ritorno del pluralismo culturale e politico, la ricostruzione della libertà di informazione.
Perché siamo stanchi di leader mediatici soli al comando di partiti che sono ridotti a opachi comitati elettorali, verticisti e autoritari.
Perché vogliamo fermare, in Italia e in Europa, la deriva presidenzialista e porre fine a tutte le altre elezioni "dirette", che sono in realtà mere competizioni mediatiche fra candidati scelti dai poteri forti.
Perché insieme possiamo riformare le agende globali, europee, italiane, che devono riaffermare principi e non imporre, dall'alto e da altrove, "ricette" semplicistiche, astratte, centraliste e in definitiva autoritarie.
Perché non esistono soluzioni uguali ai problemi diversi di ciascun territorio.
Perché vogliamo abbracciare e realizzare in modo originale e autonomo, territorio per territorio, la transizione verso una società liberata dal fossile e dal fissile.
Perché intendiamo riprenderci, territorio per territorio, il controllo della sanità pubblica, dei beni comuni, dell'assistenza agli anziani, dell'emancipazione degli umilit, di tutti i servizi essenziali.
Perché il mondo non sia più una discarica per plastiche e altre produzioni di massa di rifiuti non biodegradabili e non riciclabili, per salvare la Terra, ciascuno deve cominciare dalla propria terra.
Perché abbiamo bisogno di un movimento europeo e internazionale di contadini custodi della buona terra e produttori di buon cibo, che può essere promosso solo a partire da ogni territorio.
Perché nell'autonomia fioriscono la fiducia e il rispetto per tutte le persone, le famiglie, le piccole imprese.
Perché dobbiamo fermare la metastasi normativa e il moltiplicarsi paralizzante delle burocrazie.
Perché dobbiamo rompere il conformismo dei media e il bigottismo del pensiero unico.
Perché in tutto il mondo, in tutti gli stati, c'è bisogno di decentralismo.
Perché la democrazia può esistere solo nell'autogoverno di comunità locali circoscritte e coese.
Perché vogliamo la liberazione di tutti i prigionieri politici, il ritorno degli esiliati, la fine di ogni forma di oppressione e discriminazione delle diversità e delle minoranze.
Perché la nuova frontiera della solidarietà internazionale e della pace è nell'alleanza fra movimenti popolari territoriali per l'autogoverno di tutti dappertutto.
Alcuni dei soggetti politici fondatori di AeA fanno parte dell'Alleanza Libera Europea (European Free Alliance / EFA).
Da questa appartenenza è nata sin dall'inizio la collaborazione di AeA con l'ALE, la quale ha partecipato con i suoi massimi dirigenti alla prima assemblea di AeA del 21 febbraio 2020 e al connesso evento pubblico che si è tenuto lo stesso 21 Febbraio a Udine sul tema "La forza delle autonomie per l'ambiente e il lavoro".
L'EFA opera per rendere l'idea di Europa dei Popoli una realtà politica e culturale a livello europeo e internazionale.
Raggruppa oltre 40 organizzazioni e partiti autonomisti di tutta l'Unione Europea che rappresentano nuovi stati emergenti, nazioni senza stati, regioni e minoranze tradizionali. Il diritto all'autodeterminazione dei popoli è il principio di base che orienta l'azione programmatica dell'EFA.
È presente nel Parlamento Europeo con 13 parlamentari, trai quali il leader catalano Oriol Junqueras.
Qui sono archiviati i link agli interventi dei dirigenti europei presenti a Udine.
Lorena Lopez de Lacalle (presidente EFA)
Jordi Solé i Ferrando (segretario generale EFA)
Anne Tomasi (vicepresidente EFA)
Nelida Pogačić (vicepresidente EFA)
Archivio AeA - Documentazione degli incontri e degli eventi della prima assemblea di AeA - Udine, 21 febbraio 2020
Vi trasmetto i saluti e gli auguri di buon lavoro della presidente ALE-EFA Lorena Lopez De La Calle e del presidente di Autonomie e Ambiente Roberto Visentin, oltre ai miei personali.
La storia della Catalogna, come territorio autonomo che aspira e quindi lotta per il pieno autogoverno in una Europa confederale, è esemplare e dovrebbe essere d’ispirazione per la Regione Autonoma della Sardegna e per tutti gli altri territori della Repubblica Italiana che aspirano all’autodeterminazione.
La repressione anti-catalana deve essere approfondita e ben compresa da tutti noi. Noncisi può nascondere che tale repressione sia sostenuta in molti modi, espliciti o sotterranei, dalle forze del centralismo sia in Italia che in Europa.
La Repubblica Italiana e l’Unione Europea, come dimostrato una volta di più dall’uso del mandato di cattura europeo come armapoliticaimpropria contro gli esuli catalani, sono percorse da pulsioni autoritarie e centraliste, ma la nostra ammirazione per il percorso deiCatalani non deve fermarsi alla valutazione dei risultati da loro ottenuti, tralasciando l’analisi del metodo seguito per ottenerli.
È necessario capire le fasi del percorso, composto di dialogo, unità di intenti, piccole e grandi strategie e che ha portato la Catalogna a sfiorare il Sogno indipendentista.
Lo loro capacità di crescere, rinnovarsi, fare rete con le forze civiche, ambientaliste, territoriali e locali, spiega molti dei loro risultati.
Alla luce di questo oggi,anchein questa assemblea si possono gettare le basi per un nuovo percorso, che vada verso la maturità dell’autodeterminismo sardo,il qualedeve passare necessariamente dalla celebrazione delle altrui vittorie alla programmazione delle proprie,che sianovittorie a breve, a media, o a lunga scadenza.
La pluralità delle forze che aspirano all’autogoverno della Sardegna è una ricchezza che va incanalata nella capacità di fare squadra, rammentando che il nostro unico avversario storico è il centralismo.
Infine l’auspicio è che il mondo autodeterminista sardo volga lo sguardo anche a quei territori della penisola italiana che soffrono degli stessi mali della nostra terra, che aspirano a forme più o menoavanzatedi autogoverno, che come noi detengono un patrimonio culturale e linguistico oramai a rischio.
Non è da sottovalutareche un lavoro politico comune, tra forze delle diverse nazioni e territori,ci consentirebbe di esercitare maggiori pressioni sulla Repubblica Italiana,anche per una riscrittura della Costituzione in terminipiù avanzati nella direzione dell’autogoverno dei suoi popoli e territori.
Lo statuto della nostra regione è oramai obsoleto,dopo esser stato in gran parte tradito,mentre lo stato italiano sta riguadagnando terrenoin ogni materia.
Sono convinta che sia necessario ristabilire i termini dei rapporti fra stato e regione e sono altresì convinta che non si possa aspirare all’indipendenza se non si è capaci di praticare l’autonomia.
Con l’augurio di un proficuo lavoro vi saluto e vi abbraccio.
Silvia Lidia Fancello
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Le elezioni europee sono state difficili per noi e per le nostre idee. Lo diciamo con franchezza: speravamo di suscitare un pochino più di generosità, di convincere più autonomisti storici e moderni territorialisti ad attivarsi, anche solo per un voto tattico.
Dopo la nostra esclusione dalle elezioni, attraverso il coraggio di Giovanni Poggiali e degli amici di Romagna Unita, insieme ad altre realtà autonomiste e civiche, abbiamo portato un nostro piccolo contributo alla lista Azione-Siamo Europei, l'unica lista di una certa consistenza che si era messa di traverso rispetto al "bipolarismo all'italiana" e che ha frenato rispetto alla deriva degli aspiranti podestà d'Italia e napoleone d'Europa. La lista non ha raggiunto il 4%, purtroppo. Siamo comunque grati a Carlo Calenda e agli altri leader della lista per questa esperienza fatta insieme. La nostra collaborazione continuerà su alcuni cruciali temi di democrazia locale ed europea.
Ha votato meno della metà degli aventi diritto e questa è una grande sconfitta per tutti. Nessun progetto politico nuovo potrà affermarsi, se continuano a votare solo i tifosi dell'attuale bipolarismo.
Siamo consapevoli di ciò che sta erodendo la democrazia, perché ne siamo fra le prime vittime: leggi elettorali ingiuste, infodemia invece che informazione corretta, regole assurde e criminogene sul finanziamento dei partiti e delle campagne elettorali. Senza potere, senza denaro, senza continue esasperazioni e semplificazioni mediatiche, tante persone di valore non riescono nemmeno a far sapere agli elettori della loro candidatura.
La polarizzazione al vetriolo sta facendo galleggiare, in entrambi gli schieramenti, i peggiori, non i migliori.
Ciò detto, teniamo desta la speranza. Qualche buona notizia dalle Europee è venuta.
Romagna Unita c'è e GIOVANNI POGGIALI è riuscito a materializzare, dal nulla, oltre 500 cittadini in sostegno di un'idea audace e moderna di autonomia della sua terra.
Facciamo i nostri complimenti a esponenti amici delle autonomie che hanno raggiunto lusinghieri risultati personali: PAUL KÖLLENSPERGER (il leader di Team K), 11.000 voti; ELENA BONETTI (PER) , 8.700; MARIO RAFFAELLI (sostenuto da Casa Autonomia del Trentino), 5.695; LEONARDO LOTTO (giovane esponente valdostano di Azione, nella circoscrizione Nordovest) 7.048.
Complimenti vivissimi all'amico IGNAZIO MARINO, che è stato eletto nella circoscrizione Italia centrale per la lista "Alleanza Verdi-Sinistra". Ha ottenuto oltre 20.000 voti personali, senza mai poter contare su alcuna grancassa mediatica (come invece avevano quotidianamente alcune - spesso sconcertanti - figure e figurine della sinistra, del centro, della destra).
Con un sistema elettorale più giusto, in cui tutti gli elettori potessero (anzi dovessero) scegliere i propri rappresentanti, avremmo più persone come Poggiali, Raffaelli, Lotto, Marino e meno avventurieri e imbonitori.
Altra piccola buona notizia è che si stanno diradando alcuni equivoci, nonostante la pigrizia dei media e la crescita dell'indifferenza. Le persone che amano le autonomie stanno cominciando a capire chi sono gli imbroglioni della "differenziata" e i loro nuovi leader neonazionalisti.
Qualcosa si sta muovendo, quindi.
Nel frattempo non toglieremo il disturbo. Non ci chiuderemo nelle nostre cose a fare da spettatori della deriva autodistruttiva imboccata dall'umanità. Continueremo con la forza dello "smiling boy", il ragazzo che sorride che dal 1989 è una icona per tutti coloro che amano la vita e la libertà delle proprie comunità locali.
Coloro che hanno ridotto la politica a uno spettacolo, stanno distruggendo la Repubblica, incrinando l'unità europea, avvelenando l'ecosistema, trascinando il mondo verso l'apocalisse nucleare.
Dobbiamo agire per riprenderci tutte le nostre autonomie personali, sociali, territoriali, per valorizzare tutte le nostre diversità, per proteggere tutte le biodiversità.
Prato, 10 giugno 2024
Mauro Vaiani (garante di OraToscana, vicepresidente segretario Autonomie e Ambiente)
Autonomie e Ambiene, insieme a Silvia Lidia Fancello, la rappresentante ALE/EFA in Sardegna, sta proseguendo i suoi incontri con le forze politiche territoriali sarde.
All'assemblea di Caminera Noa di oggi, domenica 23 gennaio 2022, a Bauladu, a nome sia di EFA che di AeA, Silvia Fancello ha inviato un messaggio in cui si ribadiscono alcune considerazioni politiche di interesse comune a tutte le forze territoriali attive nella Repubblica Italiana.
"Nell’ambito di EFA e in stretta connessione con essa, diverse forze decentraliste territoriali attive nella Repubblica Italiana agiscono insieme, in una sorellanza chiamata Autonomie e Ambiente (AeA) e della quale sono stata delegata a fare da portavoce - scrive la Fancello - Perché Autonomie e Ambiente? Per due ragioni precise: 1) AeA è stata assunta da EFA come osservatorio privilegiato sulla reale capacità dei movimenti politici identitari sardi di dialogare fra loro coagulandosi intorno a obbiettivi comuni e, partendo da questa collaborazione, iniziare a costruire un coordinamento politico che vada a rappresentare la nostra terra (la Sardegna, ndr) in Europa; 2) la seconda ragione è la necessità di un superamento di quel sentimento sciovinista e anti-italiano che tende a rifiutare in blocco senza distinzioni, tutto ciò che arriva dal suolo della penisola. Tale atteggiamento impedisce una riflessione profonda su quale sia, invece, il vero ed unico nemico, ovvero il centralismo del governo italiano.".
"In AeA ed EFA riescono a cooperare lo storico autonomismo antifascista della Val d’Aosta, gli autonomismi civici e ambientalisti del Friuli, della Toscana e della Romagna, gli indipendentisti anticolonialisti di Sicilia, gruppi più moderati e altri più progressisti. - continua Silvia Fancello - "Alleandoci si può operare una resistenza contro gli abusi dello stato d’emergenza, lo stato prefettizio, la scelta nucleare, il militarismo, il neocolonialismo interno e internazionale. È una battaglia collettiva, quella alla quale siamo chiamati e le forze politiche sarde, ciascuna nella sua autonomia e nel rispetto delle diversità e delle storie individuali e collettive, non possono sottrarsi. È tempo di una seria autocritica rispetto alle occasioni perse. Servono progetti innovativi, azioni concrete, nuove forme di partecipazione popolare e di organizzazione elettorale. Inoltre riteniamo che, lavorare con le forze decentraliste italiane ed europee non significa assolutamente deflettere dal nostro impegno per la fondazione di una repubblica sarda nel quadro di una confederazione europea. Al contrario, la rendiamo una prospettiva più concreta per le generazioni future.".
Autonomie e Ambiente, quindi, si mette a disposizione di coloro i quali vogliano costruire una proposta politica matura e alternativa, aperta alle sfide contemporanee, civica, ambientalista, decentralista, capace di catturare il consenso elettorale moderato, capace soprattutto in prima battuta, di sdoganarsi e uscire da settarismo e dal minoritarismo.
La Fancello conclude il suo messaggio con una riflessione del catalano Carles Puigdemont: "Egli afferma che, per il suo popolo, l’indipendenza non sia l’unica soluzione, ma sicuramente l’ultima, perché quando falliscono le altre soluzioni, allora si ha diritto a essere indipendenti. Io umilmente mi permetto di aggiungere a questa riflessione, una piccola correzione, affermando che l’indipendenza è quella condizione ultima alla quale si deve arrivare non dopo i fallimenti di altre soluzioni, ma attraverso il loro pieno e riconosciuto successo. A innantis.".
Silvia Lidia Fancello è contattabile attreverso i suoi social personali, oppure attraverso la lista civica, ambientalista, identitaria e autodeterminista "Uniti per Olbia".
Autonomie e Ambiente è contattabile sulle più importanti reti sociali e alla mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. .
Messaggio di fine anno 2021di Autonomie e Ambiente
Importanti studi ci avvertono che tra i cittadini della Repubblica sta crescendo il consenso al presidenzialismo.
Invece di allinearci al coro di chi auspica l’elezione del “podestà d’Italia”, Autonomie e Ambiente si mette di traverso.
Insieme a tutti coloro che credono nella Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, intendiamo moltiplicare i nostri sforzi per avvertire l’opinione pubblica che gli uomini soli al comando sono, nel migliore dei casi, un pericoloso miraggio.
Chiunque partecipi alla vita civica locale sa bene che l’elezione diretta dell’esecutivo non è sempre l’ottimale, né funzionale indipendentemente dalle dimensioni della comunità. Una cosa è eleggere il sindaco di un piccolo comune, o il presidente di un territorio circoscritto e coeso. Cosa ben diversa è eleggere direttamente il capo di una grande città, o di un territorio più vasto, o addirittura dell’intera Repubblica. Con il crescere delle dimensioni del collegio elettorale, si riduce la capacità di giudizio e di scelta del cittadino, aumenta il potere dei vertici dei partiti, le elezioni diventano sempre più condizionabili dal potere mediatico.
La Repubblica è già minata da eccessi di centralismo. Giunti alla fine del 2021 – ma purtroppo non dello stato di emergenza - i guasti dell’eccessiva concentrazione di potere in poche mani sono ormai davanti agli occhi di tutti. In sanità, per esempio, non c’è più una emergenza Covid, c’è piuttosto l’urgenza di ricostruire una sanità presente capillarmente territorio per territorio. Una missione che richiederebbe programmazione e lungimiranza, che possono essere messe in campo solo da forti e responsabili autonomie locali.
Le nostre forze politiche territoriali, insieme a una più ampia rete di iniziative civiche, ambientaliste e autonomiste con cui stiamo tessendo un dialogo in tutta la Repubblica, piuttosto che l’elezione diretta di un capo, pretendiamo invece che il Parlamento in carica metta mano per tempo a una legge elettorale più giusta, che restituisca ai cittadini il potere di scegliere donne e uomini che rappresentino i territori.
Auguri di cuore per le feste, buon Natale, buon anno nuovo 2022.
Per contatti: https://www.autonomieeambiente.eu/ - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Gino Giammarino, giornalista, editore, attivista e rappresentante di AeA a Napoli e nella circoscrizione Sud, ha intervistato la presidente EFA, Lorena López de Lacalle Arizti, per un approfondimento su come sta crescendo e cambiando il partito politico europeo delle autonomie e su come avanzano i lavori per la partecipazione di una grande lista interterritoriale, il "Patto Autonomie Ambiente", alle prossime elezioni europee del 2024. E' in corso una grande chiamata per tutto il civismo, l'ambientalismo, il territorialismo, a una grande riscossa contro il centralismo autoritario. Una lettura da non perdere:
Il documento politico finale della III assemblea generale di Autonomie e Ambiente (Udine, 10 giugno 2023)
Un patto per le autonomie, l’ambiente, l’Europa, la pace, a 80 anni dalla Carta di Chivasso e a 75 anni dalla Costituzione
III Assemblea generale – Udine, sabato 10 giugno 2023
Documento politico finale
1 Verso le elezioni europee 2024
1.1 Noi siamo eredi di coloro che scrissero la Carta di Chivasso il 19 dicembre 1943 con Émile Chanoux; seguiamo le orme dei padri e delle madri costituenti, che furono anche persone amiche delle autonomie come, fra le altre, Giulio Bordon, Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Maria De Unterrichter Jervolino, Andrea Finocchiaro Aprile, Emilio Lussu, Aldo Spallicci, Tiziano Tessitori; proseguiamo quella necessaria collaborazione politica fra territori che fu già perseguita da Bruno Salvadori e dalle liste “Federalismo”.
1.2 Senza rinunciare alle nostre diversità culturali e politiche, ci riuniamo in una forma inclusiva e innovativa, attorno ai valori della Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali; dell’Europa dei popoli, dei territori, delle regioni; della solidarietà internazionale e della pace. Prendiamo le distanze da ogni nostalgia per le “nazioni” centraliste e autoritarie del secolo scorso.
1.3 Vogliamo esserci, alle prossime elezioni europee del 6-9 giugno 2024, non in solitudine ma insieme alle sempre più ampie reti civiche, ambientaliste, riformiste, territorialiste, che si stanno ribellando alle piramidi politiche dei partiti centralisti e autoritari.
1.4 In collaborazione con la nostra famiglia politica autonomista europea, ALE/EFA, ci impegneremo perché il nostro patto per le autonomie, l’ambiente, l’Europa, la pace, possa essere votato in tutte le circoscrizioni della Repubblica, un simbolo di speranza per l’autogoverno di tutti i territori.
1.5 Dopo anni in cui populismo, giustizialismo, ciarlatanismo, ci hanno costretti all’angolo, rialziamo la testa e ci andiamo a riprendere il posto che ci spetta.
1.6 Man mano che ci addentriamo nel XXI secolo molti amministratori locali e attivisti dei territori comprendono quanto saranno drammatici i cambiamenti che dovremo accettare se vogliamo lasciare un mondo abitabile ma anche una società libera alle generazioni future. Siamo chiamati a una scelta: o essere spettatori passivi, in attesa che qualcuno, dall’alto o da altrove, ci dica come dovranno cambiare i nostri consumi, i nostri redditi, i nostri stessi pensieri; oppure fare la differenza nel cambiamento, territorio per territorio.
1.7 Non ci rassegneremo alle leggi truffa, che impediscono agli elettori di scegliersi i propri leader locali, tra persone che siano espressione dei territori, delle nostre diversità e che parlino le nostre lingue madri.
1.8 Siamo l’unica parte politica cosciente del fatto che non esistono soluzioni semplicistiche, valide per affrontare tutte le diversità dei territori “italiani”, tanto meno di tutti quelli “europei”. Abbiamo la competenza e la determinazione necessarie per mettere al riparo i territori della comunità europea dal ritorno dell’eterno centralismo italiano, dal rischio del centralismo tecnocratico europeo, dalle distorsioni e dagli abusi delle grandi concentrazioni di potere della globalizzazione.
1.9 Stiamo facendo spazio a una nuova generazione di leader locali capaci, territorio per territorio, di individuare e percorrere la strada migliore per la loro comunità, per affrontare la transizione ecologica, fermare l’impoverimento, l’abbandono e lo spopolamento, promuovere le pari opportunità, autogestire localmente i servizi pubblici, salvaguardare tutti i beni comuni, mettere le persone al riparo dalla sorveglianza universale e dalla prepotenza digitale, ricostruire economie locali che restino aperte ma abbiano anche una misura di autosufficienza e, soprattutto, biodiversità e diversità alimentare, economica, tecnologica, finanziaria, sociale e culturale.
2 Promemoria programmatici
2.1 In attesa dei necessari approfondimenti programmatici su molti temi della prossima campagna elettorale europea, vogliamo lasciare qui solo alcuni promemoria su cui, valorizzando le nostre diversità, siamo stati uniti sin qui.
2.2 In materia di transizione ecologica pretendiamo pluralismo e neutralità tecnologica. Ciascuna comunità locale, nell’interesse delle generazioni future, si doterà di soluzioni locali innovative, per: porre fine al massiccio avvelenamento del pianeta con i nostri rifiuti non biodegrabili; ricostruire cicli di economia circolare locale; produrre energia rinnovabile, liberando i territori dalla schiavitù del fossile e del fissile.
2.3 Siamo schierati per la sanità pubblica, universale e gratuita, irrinunciabile e imprescindibile, rispettosa delle autonomie personali e professionali, unica capace di prevenzione, unica garanzia di fronte a crisi, pandemie ed emergenze. Ne vogliamo il controllo come comunità territoriali, per assicurarne la prossimità e la capillarità. In adesione a saldi principi di sussidiarietà, promuoviamo la pluralità dei centri pubblici di ricerca e la produzione pubblica e locale di farmaci e dispositivi sanitari.
2.4 In vista dei grandi cambiamenti che dovranno investire modalità, capacità e velocità dei trasporti, riteniamo prioritarie piccole opere di messa in sicurezza, ammodernamento, sviluppo, cura e manutenzione in tutti i territori, invece che sacrificare le risorse di intere generazioni su opere improbabili e sproporzionate come, per esempio, il ponte di Messina.
2.5 Il ritorno dell’austerità nell’Eurozona non ha giustificazione alcuna, ma è anzi un rischio mortale, purtroppo reso possibile da elite ignoranti e testarde, a cui si sono aggiunte di recente le giravolte dei sedicenti “sovranisti”.
2.6 Noi saremo sempre presenti e attivi sul fronte del sostegno politico europeo alla sperimentazione di monete locali, complementari, fiscali, con finalità di moltiplicatore degli scambi in solidarietà fra cittadini di territori circoscritti.
3 Il futuro della libertas europea
3.1 L’Europa ha la storia, le competenze, le risorse, per essere una perpetua et firma libertas, un esempio di parità di genere e di lotta contro ogni discriminazione, un faro di libertà, un rifugio per i perseguitati, un continente in cui non dovrebbero esistere prigionieri politici ed esiliati.
3.2 Crediamo in una comunità europea ispirata dal confederalismo e dai principi della sussidiarietà. Non abbiamo bisogno di essere acriticamente subalterni alle narrazioni imperiali, alle agende globali, a progetti di ingegneria sociale. Lasciarci andare, per debolezza spirituale e insipienza culturale, alle potenti tendenze globali all’omologazione culturale e politica, sarebbe per noi non solo inaccettabile, ma in ultima analisi anche autodistruttivo per le nostre stesse istituzioni.
3.3 In tempi di drammatica crisi, noi ci attacchiamo ai pilastri dell’Europa: dalla Convenzione europea sui diritti umani del 1950 allo spirito e alla lettera degli accordi di Helsinki del 1975. Chi cerca scorciatoie, chi ignora la storicità e la profondità delle inimicizie, chi rifiuta la tregua, mette in pericolo il pianeta. L’Europa deve tornare a rappresentare una speranza, anche di equilibrio fra gli opposti apparati militari-industriali del mondo.
3.4 Sappiamo che dovremo portare anche in sede europea la nostra resistenza contro il presidenzialismo e più in generale contro le elezioni mediatiche, gestite da poche concentrazioni di potere (sia il vecchio potere finanziario che il crescente potere digitale), visto che si aggirano per l’Europa personaggi che vorrebbero candidarsi presidenti dell’Europa (che temiamo la vorrebbero quindi come un superstato stile USA, Cina Popolare, o Federazione Russa).
3.5 Noi crediamo che a prevalere saranno i nostri ideali confederali e l’Europa del futuro sarà quella confederazione di “staterelli” (il cui numero preoccupava tanto Jean-Claude Juncker nel 2016-2017, ai tempi dei referendum per l’autogoverno della Scozia e della Catalogna). E’ nostra intima e lungimirante convenzione che l’autogoverno, nello spazio confederale, non riguardi infatti solo antiche nazioni e popoli ancora senza stato, ma tutti i territori d’Europa.
3.6 In caso si aprano processi di riforma del sistema elettorale europeo, lavoreremo per leggi elettorali proporzionali, senza soglie artificiali, con il territorio europeo diviso in circoscrizioni non più grandi delle regioni storiche, perché i territori (in particolare le nostre 21 regioni e province autonome) abbiano la certezza di eleggere almeno un proprio europarlamentare, oltre che garantire a ogni cittadino elettore che il suo voto sarà uguale a quello di ogni altro.
3.7 Essendo, per la nostra storia, ferocemente contrari alla pompa e alla concentrazione di potere, sceglieremmo Strasburgo come sede unica e definitiva dell’europarlamento e delle famiglie politiche europee.
Abbiamo ricevuto dal Comitato NoNucle-NoScorie della Sardegna (COMITADU CONTRA A SA ISCORIAS NUCLEARES IN SARDIGNA) una denuncia dei gravissimi problemi posti dal riaffacciarsi del dibattito sul nucleare nella Repubblica italiana. Esprimiamo la nostra solidarietà e lo pubblichiamo integralmente qui.
Ricordiamo, inoltre, alcune considerazioni maturate a margine dei lavori della nostra II Assemblea Generale del 2021, grazie al contributo delle forze politiche sarde che sono in dialogo con Autonomie e Ambiente (AeA) e con l'Alleanza Libera Europea (ALE-EFA), la nostra famiglia politica europea.
Le nostre forze territoriali sono contrarie al deposito nazionale unico delle scorie nucleari, un'opera faraonica la cui realizzazione e gestione, nei millenni, porrebbe molti più problemi di quanti pretenda di risolverne. Nell'opinione pubblica, peraltro, dilaga lo scetticismo nei confronti della SOGIN, la società incaricata del gravissimo problema, che da decenni dilapida risorse pubbliche senza produrre soluzioni sostenibili, un fallimento epocale del centralismo.
Tanto meno Autonomie e Ambiente (AeA) accetta che le scorie siano esportate in Sardegna, una terra che si vedrebbe così trattata, per l'ennesima volta, come una colonia interna dell'Italia.
Il problema delle scorie, che sarà sulle spalle delle generazioni future per millenni, è troppo grande per essere affidato a un solo grande sito di stoccaggio. Come decentralisti e territorialisti dobbiamo proporre con competenza e coraggio l'alternativa del decentramento. Occorrono più depositi, territoriali o interterritoriali, costruiti con il consenso delle popolazioni e delle amministrazioni locali, affidati a enti pubblici. Ogni regione produce piccole quantità di scorie radioattive, per esempio quelle della diagnostica ospedaliera, e dovrebbe farsene carico. Le scorie accumulate dal dismesso nucleare italiano dovranno essere anch'esse suddivise tra diversi siti nella penisola, non certo esportate in Sardegna, dove le centrali nucleari non sono mai esistite.
Ricordiamo anche, perché la politica europea e italiana sembrano averlo dimenticato, che il nucleare è stato rifiutato dai popoli e dai territori della nostra Repubblica in ogni sede, tra l'altro con il conforto di due referendum popolari (nel 1987 e ancora nel 2011). La Sardegna ha pronunciato un solenne no al nucleare, allo stoccaggio delle scorie, persino al loro transito, nell'importante referendum consultivo del 2011.
Si è tornati a discutere di nucleare in Europa, perché qualcuno lo ritiene necessario durante la transizione ecologica, arrivando a definirlo una fonte di energia più "verde" di altre. Pur non condividendo questa posizione, possiamo ritenerla comprensibile per chi, come la Francia di Macron, ha già sostenuto immensi investimenti nel nucleare. Sarebbe incomprensibile, invece, anche economicamente, avventurarsi in direzione del nucleare ripartendo oggi, da zero, con tecnologie superate che continuerebbero a ingigantire il problema millenario della conservazione delle scorie.
Nella nostra mentalità, quando un problema è troppo grande per essere gestito unitariamente e centralmente, è necessario suddividerne il peso ed affidarsi a soluzioni locali e differenziate, sotto il ravvicinato e ferreo controllo di poteri pubblici democratici locali. Ma non è solo una nostra convinzione, bensì solo una delle necessarie declinazioni della sussidiarietà, cioè di un principio fondamentale nella Costituzione, negli Statuti, nei trattati europei.
Seminario politico-elettorale di Autonomie e Ambiente online, sabato 30 luglio 2022
Su invito della Presidenza di Autonomie e Ambiente e del gruppo di collegamento fra le forze della sorellanza si è tenuto sabato 30 luglio 2022 un seminario politico-elettorale in cui è stato possibile un confronto aperto e approfondito sulla situazione politica nella Repubblica Italiana, in vista delle elezioni politiche anticipate, che si terranno il prossimo 25 settembre 2022.
Hanno partecipato (nell’ordine in cui sono intervenuti):
Roberto Visentin (che esercita la presidenza della sorellanza in rappresentanza del Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia)
Silvia Lidia Fancello (attivista per l’autogoverno della Sardegna, rappresentante ALE-EFA in Sardegna)
Giovanni Poggiali (presidente del Movimento per l’Autonomia della Romagna)
Gino Giammarino (attivista dell’autogoverno meridionalista ed editore di QM – Questione Meridionale)
Fonso Genchi (Siciliani Liberi)
Alfonso Alessandro Nobile (Siciliani Liberi)
Stefano Pesaresi (Movimento per l’Autonomia della Romagna)
Ciro Lomonte (segretario nazionale di Siciliani Liberi)
Fabrizio Barnabè (coordinatore del Movimento per l’Autonomia della Romagna)
Carmen Gasparini (Patto Autonomia Veneto)
Emiliano Racca (Liberi Elettori Piemonte)
Albert Chatrian (consigliere regionale della Valle d’Aosta e coordinatore di Alliance Valdôtaine)
Samuele Albonetti (Movimento per l’Autonomia della Romagna)
Non potendo essere presenti o seguire interamente il seminario, hanno inviato un saluto:
Mattia Pepino (Assemblada Occitana Valadas)
Ione Orsini (Un Cuore per Vecchiano – OraToscana)
Cristiano Pennesi (OraToscana)
Giulio Arrighini (attivista per l’autogoverno della Lombardia)
Luca Azzano Cantarutti (Patto Autonomia Veneto)
Federico Simeoni (Patrie Furlane)
Massimo Morettuzzo (consigliere regionale del Friuli – Venezia Giulia, Patto per l’Autonomia del Friuli – Venezia Giulia)
La sorellanza Autonomie e Ambiente non parteciperà alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, ma sarà reso pubblico un documento politico-elettorale comune, per riaffermare la continuità e la necessità del nostro progetto di collaborazione fra forze civiche, ambientaliste, autonomiste di varia ispirazione, per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali e per l’ideale di una Europa delle regioni, dei popoli e dei territori.
Lorena López de Lacalle, esponente basca di Eusko Alkartasuna, oggi presidente della Alleanza Libera Europea - European Free Alliance (ALE-EFA), ha nominato Silvia Lidia Fancello (nella foto) come proprio rappresentante in Sardegna.
ALE-EFA, coerentemente con il proprio impegno per supportare i popoli e i territori nel loro diritto all’autodeterminazione, attraverso la ricerca di una propria autonomia, inclusa l’opzione indipendentista, considera indispensabile essere presente in Sardegna, per approfondire assieme a tutte le componenti del movimento nazionale sardo come l'isola possa essere nuovamente protagonista nel panorama europeo, dopo la fuoriuscita dall'Alleanza europea del Partito Sardo d’Azione (PSd’Az).
Silvia Fancello, detta Lidia, ha 56 anni. E' una libera professionista, madre di tre figli. Vive e lavora ad Olbia. Ha militato per più di trent'anni nel PSd'Az, fino alla rottura del 2018, in seguito al rifiuto, da parte sua e di molti altri attivisti ed esponenti, dell'alleanza organica con il partito centralista e nazionalista italiano Lega Salvini Premier.
Nel 2013 ha dato vita al Laboratorio Gallura, un esperimento di dialogo del mondo identitario sardo, per costruire una piattaforma di condivisione e confronto fra le diverse forze e correnti nazionali sarde. Dal 2014 al 2016 è stata coordinatrice della Alleanza Popoli Liberi (APL), un tentativo di collaborazione tra forze territoriali, autonomiste, indipendentiste, attive nella Repubblica Italiana, tentativo che è stato fatto fallire da coloro che avevano già optato per la subalternità al leghismo nazionalista e centralista di Matteo Salvini.
Nel tempo, l'impegno politico di Silvia Lidia Fancello è stato dedicato alla sua città, Olbia, come dirigente politica sardista. E' stata impegnata nella Commissione regionale per le pari opportunità, dedicandosi alla lotta contro gli stereotipi di genere e contro l'uso del corpo femminile nella comunicazione commerciale. Ha partecipato al movimento anticolonialista (a partire dalla lotta contro l'assurda estensione delle servitù militari in Sardegna), al movimento ambientalista (in particolare con l'adesione al movimento NoNucle per contrastare il deposito unico nazionale delle scorie nucleari in Sardegna), all'impegno per la cultura, la lingua e l'identità sarda.
La rappresentante ALE-EFA in Sardegna avvierà incontri e consultazioni con tutte le forze nazionali sarde impegnate per l'autonomia, il federalismo, l'indipendenza, che siano autonome dai partiti italiani e libere dalla subalternità agli schemi del "bipolarismo" coloniale italiano (centrodestra-centrosinistra).
Tale incarico si svilupperà d’intesa con Autonomie e Ambiente (AeA), la nostra nuova rete di movimenti e partiti iscritti e osservatori all’ALE-EFA presenti sul territorio italiano. AeA sta lavorando per uno stretto raccordo tra gli autonomisti e gli indipendentisti storici con le nuove forze civiche, ambientaliste, localiste, che stanno crescendo in ogni territorio della Repubblica.
A Silvia Lidia Fancello la presidenza di Autonomie e Ambiente darà il suo totale sostegno. A lei e a tutte le forze nazionali sarde che vogliano impegnarsi per il pieno autogoverno della Sardegna, rivolgiamo i nostri più sinceri auguri di buon lavoro.
- Dalla presidenza di Autonomie e Ambiente, domenica 29 novembre 2020 -
Tutti i materiali, i documenti, i video della II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente saranno resi pubblici qui in questa pagina, man mano che saranno disponibili:
22 marzo 2021 - ore 15 - Comunicato stampa finale della Presidenza
20 marzo 2021 - ore 21.30 - Intervento del Patto Autonomia Veneto
L'oratore designato del Patto Autonomia Veneto, Roberto Agirmo, avendo avuto problemi di connessione durante la II sessione, ha messo a disposizione un video con il suo intervento integrale:
:
20 marzo 2021 - ore 21 - Registrazione integrale della II sessione
19 marzo 2021 - ore 18 - Interventi di esponenti del bureau di Alleanza Libera Europea (ALE) - European Free Alliance (EFA)
Intervento di Jill Evans, vicepresidente di Alleanza Libera Europea (European Free Alliance, EFA) ed esponente del partito Plaid Cymru (movimento per l'autogoverno del Galles), in inglese con sottotitoli in italiano. Evans parla dell'impegno EFA per la solidarietà internazionale tra tutti i popoli e tutti i territori, oltre che della crescita dell'indipendentismo gallese:
Intervento di Anne Tomasi (in lingua corsa), membro del bureau direttivo dell'Alleanza Libera Europea (European Free Alliance, EFA) ed esponente del Partitu di a Nazione Corsa, dedicato a necessità concrete di autogoverno, contro il centralismo francese:
19 marzo 2021 - ore 13 - Messaggi di servizio
IMPORTANTE: link alle dirette su Facebook https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/live_videos per le sessioni online dal vivo di venerdì 19/3/2021 alle ore 20.30 (EUROPA E SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE) e sabato 20/3/2021 alle 16.00 (IMPEGNO NELLA REPUBBLICA ITALIANA)
Comunicato stampa sull'andamento dei lavori. Sono stati raccolti importanti contributi preregistrati, tra cui di grande rilievo politico e programmatico quellli che l'organizzazione della II Assemblea Generale ha definito cruciali: Luca Pardi sull'ambiente; Massimo Costa, sulle riforme finanziarie per le autonomie e la vita delle economie locali; Massimo Moretuzzo sui beni comuni; il senatore della Valle d'Aosta, Albert Lanièce sul rilancio della prospettiva del federalismo in una vera Repubblica delle Autonomie. Tutti gli interventi preregistrati sono disponibili sul canale YouTube, playlist "II Assemblea Generale AeA".
18 marzo 2021 ore 20.00 - Interventi cruciali di Albert Lanièce e Massimo Moretuzzo
Quarto contributo cruciale alla II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente, l'intervento di Albert Lanièce, senatore della Valle d'Aosta ed esponente della Union Valdôtaine, la più antica, più coerente e più viva delle forze autonomiste attive nella Repubblica Italiana:
Terzo contributo cruciale, di Massimo Moretuzzo, consigliere regionale e capogruppo del Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia, sul grande tema dei beni comuni, con riferimento concreto a esperienze concrete di sussidiarietà e autogoverno dal basso:
18 marzo 2021 ore 14.00 - Interventi cruciali di Luca Pardi e di Massimo Costa
Secondo dei quattro contributi programmatici cruciali previsti: prof. Massimo Costa (Università di Palermo) sul cambiamento possibile con monete fiscali locali, solidali, complementari, la territorializzazione delle imposte, una svolta keynesiana. Il Prof. Massimo Costa ha partecipato con E. Grazzini, G. Ortona, B. Bossone, M. Cattaneo, S. Sylos Labini agli studi sulle monete fiscali. Si veda anche il suo blog: https://www.massimocosta.blog/ .
Contributo programmatico e primo dei quattro interventi cruciali alla nostra II Assemblea Generale: Luca Pardi (CNR-ALPO), I nodi vengono al pettine. Una crisi ecologica globale della specie umana. All'intervento video preregistrato il ricercatore Luca Pardi ha voluto aggiungere un breve saggio scritto, disponibile qui:
Buon ascolto e buona riflessione sulla necessità di un cambiamento radicale nel rapporto tra specie umana ed ecosistema.
18 marzo 2021 ore 11.00
Saluto di Tony Quattrone, con la presentazione politica e programmatica dell'azione del movimento Meridionalisti Democratici - Federalisti Europei:
Saluto e contributo politico di Carlo Lottieri (Nuova Costituente), con riferimenti alla necessità di allargare la nostra rete anticentralista e al dialogo con la Rete 22 Ottobre:
17 marzo 2021 ore 18.00
Contributo programmatico di Giulia Lai del movimento sardo Liberu (Lìberos, Rispetados, Uguales). No al deposito unico nazionale delle scorie nucleari. Tanto meno in Sardegna, dove la sua costruzione sarebbe una operazione neocolonialista:
La testimonianza civica e civile, culturale e politica di Gino Giammarino, attivista meridionalista ed editore di QM e de Il Brigante, che si è messo a disposizione dei movimenti identitari napoletani come candidato sindaco di Napoli:
17 marzo 2021 ore 17.00
Che resta di una Repubblica quando si tradiscono i referendum per l'autogoverno locale? L'emblematica storia di Montecopiolo e Sassofeltrio, comuni romagnoli prigionieri delle Marche, raccontata da Agostino D'Antonio:
17 marzo 2021 ore 16.30
Nei lavori preparatori anche una importante lettera del Comitato per la Difesa della Costituzione ai parlamentari sull'urgenza di una legge elettorale costituzionale:
Si tratta di una presa di posizione in linea con il nostro impegno per una legge elettorale più giusta per tutti.
17 marzo 2021 ore 16
Sostiene Giuseppe Remuzzi: centralità delle cure domiciliari del malato Covid. Un contributo in linea con le scelte anticentraliste e antiautoritarie di Autonomie e Ambiente.
Il primo tweet con il lancio dell'hashtag #ritornoallaCostituzione
16 marzo 2021
Nella nona intervista raccolta dalla emittente svizzera Radio Onyx (cliccare qui per ascoltarle tutte) a esponenti di Autonomie e Ambiente, Federico Simeoni parla anche della imminente II Assemblea Generale:
Fino al 16 marzo: l'annuncio
Poco più di un anno dopo la nostra prima assemblea di Udine, le forze sorelle di Autonomie e Ambiente e in dialogo con la nostra rete sono convocate nella loro II Assemblea Generale, evento pubblico e online.
Questo il promemoria dell'evento. Maggiori dettagli saranno diffusi, aggiornando questo post.
II Assemblea Generaledi Autonomie e Ambiente evento pubblico online promemoria
Ritorno alla Costituzione e agli Statuti
Fermare insieme il centralismo autoritario Salvare la Repubblica delle Autonomie Costruire un futuro di autogoverno per tutti dappertutto nella Repubblica Italiana e nell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli
PRIMA SESSIONE, dedicata all’Europa e alla solidarietà internazionale, venerdì 19 marzo 2021 (dalle 20,30)
SECONDA SESSIONE, il nostro impegno per la Repubblica delle Autonomie, sabato 20 marzo 2021 (dalle ore 16.00)
Raccoglieremo dei contributi programmatici preparatori, che saranno online già dai giorni precedenti, sul canale Youtube.
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Rilanciamo anche qui dal sito di Autonomie e Ambiente un intervento che ieri, 29 settembre 2022, ha diffuso Massimo Moretuzzo, il consigliere regionale e segretario del Patto per l'Autonomia F-VG. Se non altro, il voto del 25 settembre 2022 ha portato un elemento di chiarezza: ha vinto una forza centralista e presidenzialista. Il nostro mondo civico, ambientalista e autonomista sta da un'altra parte.
Scrive Massimo Moretuzzo: "Il risultato delle elezioni politiche del 25 settembre ha sicuramente un vantaggio: non permette interpretazioni ambigue. C’è un partito di destra, Fratelli d’Italia, nazionalista e sovranista, che ha vinto in modo inequivocabile, peraltro con percentuali in Friuli-Venezia Giulia più alte della media italiana. Poi ci sono gli altri partiti che, chi più chi meno, chi dentro una coalizione vincente chi dentro una coalizione perdente, chi in rimonta chi in discesa sui sondaggi, hanno perso. Il tutto dentro la cornice di una tornata di voto che ha visto l’ennesimo, pesantissimo, aumento dell’astensionismo e una legge elettorale pessima, per la quale al momento del deposito delle liste era già nota la composizione di gran parte del futuro parlamento. Una legge elettorale che, fra le altre cose, penalizza fortemente le formazioni politiche territoriali – motivo per cui il Patto per l’Autonomia (e nemmeno la sorellanza di Autonomie e Ambiente di cui il Patto è al momento la guida, ndr) non ha espresso delle candidature – e non riconosce in alcun modo la nostra specialità regionale, a differenza di quella di altre regioni e province autonome che anche questa volta hanno eletto dei rappresentanti di partiti locali.".
Si legga l'intero intervento sul sito del Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia: