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Contro il centralismo

Amarezza dei cristiani friulani per il no al messale

Trieste, 17 novembre 2023 - "La Conferenza episcopale italiana (Cei) non ha approvato il Messale in lingua friulana, un riconoscimento atteso da molti anni, per il quale molto si sono spesi i sacerdoti di Glesie Furlane, e che l'esito della votazione della Cei di ieri rinvia ancora una volta. I vescovi italiani continuano a negare alle friulane e ai friulani il diritto naturale (che è un diritto di ogni popolo) di poter pregare nella propria lingua madre, utilizzando il friulano nella celebrazione della messa". Lo ricordano, in una nota, il capogruppo del Patto per l'autonomia-Civica F-VG, Massimo Moretuzzo, e Diego Navarria, componente del direttivo e già presidente dell'Assemblea della comunità linguistica friulana: "Esprimiamo profonda amarezza per quanto accaduto - si legge ancora nella nota - auspicando una ampia mobilitazione da parte della società friulana per denunciare la netta contrarietà a una decisione che è anche negazione di una identità culturale, quella friulana, le cui radici affondano nel Patriarcato di Aquileia".

 

Aspettando Chivasso - 75 anni della Dichiarazione universale

In attesa dell'incontro politico del prossimo 16 dicembre 2023 a Chivasso, ricordiamo i 75 anni della Dichiarazione universale dei diritti della persona umana. Perché siamo decentralisti, territorialisti, confederalisti, autonomisti? Fra le molte ragioni, c'è anche questa: gli stati sono quasi tutti centralisti e autoritari, specie i più grandi, quelli sottomessi alle grandi potenze, quelli corrotti dalle multinazionali e dalle centrali internazionali del terrore.

I paradigmi dell'oppressione nel mondo contemporaneo sono spesso meno ovvi, visibili, interpretabili di quello che vorremmo. Condividiamo tuttavia le osservazioni internazionali che giudicano relativamente più liberi e più civili paesi piccoli o estremamente decentrati: Svizzera, Nuova Zelanda, Danimarca, Estonia, Irlanda, Finlandia, Canada, Australia, Svezia e Lussemburgo (Human Freedom Index 2023).

La persona umana non può essere pienamente libera se non è anche parte di una comunità locale che si autogoverna. Questo, a nostro parere, è implicito nell'art. 2 della Dichiarazione universale, che vi invitiamo a rileggere, e in molti altri documenti internazionali. Per un mondo meno violento, meno inquinato, meno oppressivo, la via maestra è quella dell'autogoverno libero e responsabile di tutti dappertutto.

Chivasso, 10 dicembre 2023

75° anniversario della Dichiarazione dei diritti umani

 

 

 

 

Attacco ai diritti politici ed elettorali - aggiornamento

Continua in Senato, nella Commissione Affari Costituzionali, presieduta dal senatore ferrarese di Fratelli d'Italia Alberto Balboni, la conversione in legge del decreto Meloni-Piantedosi per le elezioni europee e amministrative previste per i giorni 8 e 9 giugno del 2024. In questo contesto i senatori di Fratelli d'Italia Marco Lisei, Costanzo Della Porta, Andrea De Priamo e Domenica Spinelli hanno sottoscritto un emendamento che, lasciando immutato (cioè altissimo, 150.000) il numero delle firme necessarie per partecipare alle elezioni europee, riduce drasticamente i soggetti esonerati dalla raccolta firme. Viene tolto l'esonero a forze storiche dell'autonomismo, a Più Europa, a movimenti civici locali che pure hanno rappresentanti in Parlamento, alle famiglie politiche minori, inclusa la nostra EFA.

Una ultima versione dell'emendamento si presentava meno drastica. Nel tardo pomeriggio di oggi sta circolando la notizia di un ritiro del contestato emendamento.

Sarebbe necessaria questa resipiscenza, perché cambiare le leggi elettorali a poco più di tre mesi dal voto, è veramente avventato. Denota un disprezzo, o almeno una ignoranza profonda, di cosa tiene in piedi un ordinamento costituzionale liberale.

La presidenza di Autonomie e Ambiente e il segretariato di EFA stanno seguendo la situazione.

Per seguire i dettagli di questa grave vicenda, consigliamo sempre di seguire uno dei blog più competenti in materia elettorale, quello del prof. Gabriele Maestri:

https://www.isimbolidelladiscordia.it/2024/02/elezioni-europee-la-stretta-sulle.html

Roma - Firenze, 20 febbraio 2024 - a cura della segreteria interterritoriale

 

Attenti alla dittatura dei "buoni"

Udine,16 luglio2021

Diritto di voto per i diciottenni anche al Senato

Attenti ai “buoni”

Un messaggio della Presidenza collegiale di Autonomie e Ambiente

La recente legge costituzionale che ha abbassato a 18 anni l’età per il voto al Senato, attesa da tempo per aumentare la partecipazione dei giovani alla vita politica democratica, era una di quelle cose da “buoni” a cui era difficile dire di no.

Eppure, in una repubblica grande e complessa come quella italiana, è necessario domandarsi se questo ritocco della Costituzione non rischi di aggiungere argomenti a favore di coloro che dicono che il Senato è un doppione della Camera, ora che hanno la stessa base elettorale. Quello che ci viene presentato come un ampliamento dei diritti democratici, potrebbe rivelarsi un ben mascherato ma non meno pericoloso disegno centralista e autoritario.

Il governo ha accentrato sempre più poteri. Sempre più spesso il Parlamento è costretto alla mera ratifica dei suoi decreti. Con la riduzione del numero dei parlamentari si è drasticamente ridotta la rappresentanza dei territori e delle diversità politiche, sociali e culturali. Gli elettori non hanno da decenni la possibilità di scegliere le persone, ma solo sigle, cartelli e “leader” soli al comando. Con la legge elettorale si vorrebbe forzare, per uno schieramento che prevalesse sugli altri, una attribuzione artificiosa dei seggi che gli assicuri una maggioranza in entrambe le camere. Questa è una deriva, nonuna manutenzione delle istituzioni.

Continuando così si arriverà presto a dire che il Senato è un doppione della Camera, quindi lo si potrebbe anche abolire. Eliminato il Senato eletto su base regionale, il passo successivo potrebbe essere la messa in discussione delle regioni e della stessa Repubblica delle Autonomie.

Incidentalmente, dopo anni di qualunquismo e di “uno vale uno”, ora ci troviamo in un tempo di rivalutazione della competenza, che però non è affatto, si badi, una fase di allargamento della partecipazione e rafforzamento della democrazia, tanto meno delle autonomie territoriali e sociali. Una opinione pubblica, impaurita e impoverita, stanca di improvvisazione e incapacità, viene spinta ad affidarsi all’ennesimo “salvatore della patria”.

Il conformismo dei media, i monopoli tecnologici e farmaceutici, la gestione centralista della crisi pandemica, la pretesa di gestione tecnocratica del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) devono destare preoccupazione, perché le decisioni sono prese da elite sempre più ristrette.

Restiamo vigili, perché troppi “buoni” sono subalterni all’idea che l’uomo solo al comando sia “progresso” per questa Repubblica (e magari un giorno persino per l’intera Unione Europa).

Contro la minaccia del centralismo autoritario dobbiamo continuare la nostra lotta per l’autogovernodei territori. Nell’attuale Repubblica delle Autonomie non dobbiamo solo difenderci, ma passare all’attacco, anche con il rilancio dell’ideale di un Senato delle Regioni, come ampia e potentecamera rappresentativa delle diversità territoriali di questo stato.

 

Per approfondimenti e contatti:

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(Fonte della foto: https://www.senato.it/)

Contro la deriva presidenzialista

Nota della presidenza di Autonomie e Ambiente
contro il presidenzialismo in ogni versione
Udine, 12 agosto 2022

 

1. Autonomie e Ambiente (AeA), come sorellanza di forze civiche, ambientaliste, autonomiste, decentraliste e territorialiste, pur non partecipando ancora e in quanto tale alle elezioni politiche generali, ha già ottenuto un risultato politico di grande rilievo: abbiamo contribuito a un dibattito pubblico in cui ciascuna forza politica che si candida alle elezioni del 25 settembre 2022 è costretta a essere esplicita riguardo alla deriva del presidenzialismo, una forma di governo che noi combatteremo sempre, a ogni costo e in ogni modo.

2. La nostra Costituzione e gli Statuti delle regioni contengono già in nuce le condizioni necessarie per fare dello stato italiano, qui e ora, in questa generazione, una autentica Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, che resista nel tempo alla pericolosa deriva della verticalizzazione del potere.

3. Non occorre essere autonomisti per essere contrari al presidenzialismo, ma si eviti di rendersi ridicoli raccontando alle comunità locali e ai territori che sarebbe possibile coniugare presidenzialismo e nuove forme di autonomia locale.

4. Non vogliamo un capo eletto direttamente in una competizione che sarebbe inevitabilmente gestita da grandi concentrazioni di potere finanziario e mediatico, come già purtroppo accade in molti luoghi del mondo, pur retti da ordinamenti formalmente democratici, ma in cui la fiducia tra governanti e governati è in una crisi storica di cui non si intravede la fine.

5. Lo stato italiano è già percorso da storiche pulsioni centraliste e autoritarie: un “sindaco d’Italia” ne diventerebbe inevitabilmente l’ennesimo e pericoloso podestà.

6. Non abbiamo bisogno di un presidente eletto direttamente, né in Italia, né in Europa, semplicemente perché la nostra Repubblica e tanto più il nostro continente sono troppo diversificati e complessi per essere gestiti da un potere concentrato in poche mani.

7. Vogliamo, al contrario, ripristinare regole minime di partecipazione dal basso alla vita politica, una informazione più plurale e più critica, restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri leader locali, vedere le assemblee elettive rafforzate a scapito dei governi.

A cura della presidenza di Autonomie e Ambiente - AeA

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Gli aspiranti faraoni d'Italia riparlano di ponte sullo stretto

I se-dicenti competenti del centralismo stanno di nuovo pensando a una opera faraonica, il ponte sullo Stretto di Messina. Finisce per essere sempre evocata da coloro che vogliono autocelebrarsi, dai regimi che vogliono consolidarsi, ma questa HYBRIS (ὕβϱις) resta invisa ai popoli di Calabria e Sicilia, di dubbia realizzabilità tecnica, controversa per gli scienziati della terra, oltre che totalmente incompatibile con una seria svolta ambientale. Chi invece vuole riportare autogoverno e buongoverno, come il Movimento Siciliani Liberi, si occuperà di cose che solo un forte e competente governo territoriale può fare, come raddoppiare il binario unico tra Messina e Palermo e completare le infrastrutture necessarie per liberare le enormi potenzialità dell’economia locale siciliana.

Pubblichiamo qui integralmente, in proposito, un intervento dell’architetto Ciro Lomonte, in dialogo con il prof. Nikos Salíngaros, apparso su Il Covile, prestigiosa testata di riflessione critica sui guasti della modernità.

Lo Stretto di Messina è sempre piú largo

Pubblicato su Il Covile – rivista diretta da Stefano Borselli - https://www.ilcovile.it/

ANNO XVI N°925 - 10 OTTOBRE 2016

L’articolo di Nikos Salíngaros a proposto del Ponte sullo Stretto di Messina mostra che questa grande sfida dell’ingegno umano, se venisse vinta, potrebbe produrre vantaggi a flussi di comunicazione che non tengono in considerazione le reali necessità dei due territori che si fronteggiano. Forse. Il prof. Salíngaros considera un asse verticale che piegherebbe a Sud verso Palermo.

Altri considerano che si potrebbe dare vita ad un asse orizzontale Tunisi – Palermo – Messina – Bari – Durazzo – Atene – Istanbul, intersecantesi con il primo.

Ci sono ragioni di opportunità politica da tenere in considerazione. Ma ci sono anche questioni tecniche non risolte. Sotto lo Stretto passano diverse faglie di carattere distensivo. Tali strutture tettoniche sono caratterizzate da particolari movimenti orizzontali dovuti ai continui spostamenti delle tre placche continentali interessate. Le problematiche di sicurezza non riguardano soltanto i violenti terremoti che periodicamente si verificano in quella zona. L’ultimo è stato quello del 1908,

che ha cancellato la Messina dei Vicerè.

Il mito greco di Scilla e Cariddi ha il suo fondamento nel fenomeno macroscopico dei venti che soffiano forte in quella zona e delle correnti marine che costringono i piloti delle navi a governarle prudentemente alla deriva quando l’attraversano.

Questa è la ragione per cui non si possono realizzare piloni al centro dello Stretto. Ciò rende necessaria la costruzione di una campata unica, quasi il doppio della piú lunga realizzata sino ad oggi.

Gli stessi venti renderebbero difficile l’apertura costante del Ponte, anche perché si tratta di un viadotto pensato sia per il traffico gommato sia per quello su rotaie. Le forti oscillazioni di un ponte strallato, con le forze centrifughe che ne derivano, specie per i treni, costringerebbero a tenerlo chiuso per un numero totale di giorni all’anno stimato in sei mesi.

C’è davvero la sicurezza di possedere già le conoscenze e la tecnologia necessarie per realizzare un Ponte a campata unica di 3.300 metri? Qualunque governo che si volesse lanciare nell’impresa lo farebbe per motivi propagandistici, con il rischio verosimile di lasciarla incompleta.

Aldilà delle conseguenze che il Ponte avrebbe su Reggio Calabria (che non è visitata neppure da chi usa i traghetti, anche se adesso c’è il richiamo del Museo Archeologico, con i Bronzi di Riace) e Messina (che invece attualmente ha un qualche rapporto con i turisti in transito), questa megastruttura è mal rapportata alla viabilità delle due Regioni che unirebbe. La ferrovia Messina-Palermo è ancora a binario unico! Un treno che passasse a velocità sostenuta sul Ponte sarebbe poi costretto a fermarsi ad ogni stazione per attendere il passaggio di altri convogli. In generale le ferrovie siciliane sono un disastro. Pochi pendolari prendono il treno, perché i tempi di percorrenza sono biblici. Tutto ciò ha favorito (e forse dietro c’è una volontà precisa) la diffusione enorme dei veicoli privati. I tragitti fra i vari centri dell’Isola si realizzano in pullman privati (sovvenzionati dalla Regione) o in automobile. È chiaro cosa questo comporti per il traffico, soprattutto nella fase di ingresso nelle città. In Calabria la situazione non è migliore.

È pur vero che un’opera di tale impatto potrebbe stimolare la costruzione di infrastrutture adeguate. Si diceva che alcuni per es. sognano un nuovo asse commerciale Palermo–Bari. Ma c’è ragione di essere scettici, per il semplice motivo che il Sud è trattato come una colonia da politici e finanzieri e la sua gente non ha ancora imparato a fare la voce grossa. Non sarebbe automatico lo sviluppo delle due testate del Ponte.

Le autostrade siciliane sono insufficienti anche al traffico veicolare. Solo un triangolo parziale è abbastanza ben collegato: Messina con Catania, Catania con Palermo (con tratti pessimi in perenne manutenzione), Palermo con Messina. C’è poi la Palermo–Mazara del Vallo, che – nel tratto dopo Trapani – è usata molto poco. I Graziano Delrio di turno diranno che è uno spreco. Ma glisseranno sul fatto che, se questa autostrada continuasse per Agrigento, Ragusa, Siracusa, Catania, le merci circolerebbero a velocità decente, come avviene oggi in Lombardia. I trasporti in Sicilia sono un disastro, anche solo fare una gita in Sicilia orientale è una scelta audace per un palermitano.

Alcuni rincareranno la dose: «È tutta colpa della Regione Siciliana!». Senza ricordare che l’Autonomia Siciliana del 1946 è un bluff che ha permesso alla nascente Repubblica Italiana di evitare che le tensioni indipendentiste mai sopite nell’Isola portassero ad una definitiva separazione. Il carrozzone che ne è nato (assistenzialismo, pubblico impiego e precariato in cambio di voti a favore dei grandi partiti nazionali) ha messo in ginocchio l’economia siciliana, incrementando il fe-

nomeno dell’emigrazione delle migliori menti. A beneficio dei governi centralisti, che hanno frenato le forze centrifughe con un perverso sistema clientelare.

Il vento sta cambiando. L’adesione crescente della gente al Movimento Siciliani Liberi attesta che il malcontento verso partiti sordi alle necessità reali cresce e la consapevolezza di essere stati derubati pure. A parte il fatto che il Sud ha ricevuto le briciole di ciò che è stato investito al Nord (con l’aggravante di sentirsi oggetto di elemosine non dovute), le infrastrutture in Sicilia non sono state realizzate perché non le si voleva realizzare.

In queste condizioni il Ponte sullo Stretto sarebbe un monumento velleitario di cui potrebbero rimanere due piloni incompleti – uno per ciascuna riva dello Stretto di Messina – a imperitura memoria. Molto meglio lavorare sulla condizione di insularità della Sicilia riconosciuta dall’Unione Europea e ricavarne tutti i vantaggi fiscali che condurrebbero ad una sostanziale ripresa economica.

 

Ciro Lomonte*

* Al momento in cui ripubblichiamo questo articolo (mercoledì 11 agosto 2021), l’architetto Ciro Lomonte è segretario del Movimento Siciliani Liberi, appena riconfermato dal II Congresso nazionale (https://www.autonomieeambiente.eu/news/50-ii-congresso-nazionale-siciliani-liberi).

Nota: L’immagine a corredo dell’articolo è un particolare del quadro “Ulisse affronta le Sirene e passa lo stretto di Scilla e Cariddi”, olio su tela di Ruggiero de' Ruggieri da Primaticcio, anch’esso estratto dal citato numero de Il Covile.

 

Il centralismo paralizza, soffoca e infine uccide

  • Autore: Una pagina memorabile di Alexis de Tocqueville - Brandizzo, Caivano e Chivasso, 1 settembre 2023

Mentre la Repubblica delle Autonomie è in lutto per gli operai ferroviari di Brandizzo, che non esitiamo a chiamare vittime del centralismo, e osserviamo con tristezza che per "bonificare" una borgata distrutta dal centralismo, Caivano, si è invocata la passerella dei vertici del governo centrale e centralista, abbiamo voluto questo piccolo ma emblematico testo sul Forum 2043, che è come un interludio. Se arrivati fin qui abbiamo cominciato a capire, come lo capì Tocqueville all'alba della modernità industriale, che la vita umana, per restare tale, deve continuare a essere fondata sulla responsabilità dell'autogoverno al più basso livello possibile, allora vale la pena andare avanti, per salvare la nostra dignità umana, non solo la vita materiale e l'integrità del creato. Altrimenti, immaginatevi la peggior distopia e, siatene certi, ve la daranno. O territorialismo, o barbarie.

 

"Cosa mi importa, dopotutto, che vi sia un'autorità sempre pronta, che veglia a che i miei piaceri siano tranquilli, che vola davanti a me per allontanare i pericoli dal mio cammino, senza che io abbia bisogno di pensare a tutto questo; se questa autorità, nel tempo stesso che allontana le più piccole spine sul mio passaggio, è padrona assoluta della mia libertà e della mia vita; se monopolizza il movimento e l'esistenza al punto che quando essa languisce, languisce tutto intorno a lei, che tutto dorme, quando essa dorme, che tutto perisce quando essa muore? Vi sono in Europa certe nazioni in cui l'abitante si considera come una specie di colono indifferente al destino del luogo in cui abita. I più grandi cambiamenti sopravvengono nel suo paese senza il suo concorso; egli non sa precisamente quel che è successo e ne dubita, poiché ha inteso parlare dell'avvenimento per caso. Non solo, ma il patrimonio del suo villaggio, la pulizia della sua strada, la sorte della sua chiesa e della sua parrocchia, non lo toccano affatto; egli pensa che tutte queste cose non lo riguardano in alcun modo, perché appartengono ad un estraneo potente, che si chiama il governo. Quanto a lui, non è che l'usufruttuario di questi beni, senza spirito di proprietà e senza idee di miglioramento. Questo disinteresse di se stesso si spinge tanto in là che se la sua sicurezza o quella dei suoi figli è compromessa, invece di cercare di allontanare il pericolo, egli incrocia le braccia per attendere che l'intera nazione venga in suo aiuto. Quest'uomo, del resto, benché abbia sacrificato completamente il suo libero arbitrio, non ama l'obbedienza più degli altri; si sottomette, è vero, al beneplacito di un impiegato, ma si compiace di sfidare la legge, come un nemico vinto, quando la forza si ritira. Così oscilla senza tregua fra la servitù e la licenza."

(fonte: Alexis de Toqueville, De la Démocratie en Amérique, Parigi, 1835-40. Edizione italiana: La democrazia in America, Rizzoli, Brescia,
1995, pp.96-97)

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A cura del gruppo di studio che coordina il Forum 2043 - Brandizzo, Caivano e Chivasso, 1 settembre 2043

L'immagine del "centralismo burocratico" di corredo a questa pagina è tratta da https://jovencuba.com/

 

Il Comitato Referendum per la Rappresentanza si organizza

Il Comitato Referendario per la Rappresentanza si organizza e si appresta a depositare in Cassazione i quesiti per abbattere il Rosatellum e frenare la deriva autoritaria, centralista, presidenzialista. Riceviamo e volentieri pubblichiamo dall'ufficio stampa del Comitato Besostri. Ricordiamo a tutti che è possibile DARE LA PROPRIA DISPONIBILITÀ al Comitato attraverso questo modulo raccolta dati.

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IL COMITATO REFERENDARIO CONTRO IL ROSATELLUM SI ORGANIZZA

Roma, 18 aprile 2024

Si è costituito il 17 aprile, presso lo Studio Notarile Fanfani-Pellegrino di Roma, il Comitato promotore del referendum per l’abrogazione parziale delle attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato, il cosiddetto Rosatellum.

Ne hanno dato notizia l’ex senatore Enzo Palumbo, Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco, che sono stati fra i principali promotori dell'iniziativa, in continuità con il lavoro di Carlo Felice Besostri.

Il comitato promotore ha scelto Giorgio Benvenuto come presidente d'onore (nella foto).

2024 04 17 Giorgio Benvenuto presidente onore anti Rosatellum

La presidenza e rappresentanza legale è stata affidata a Elisabetta Trenta (nella foto).

Foto Ministro Trenta 

Vicepresidenti sono stati nominati Vincenzo (Enzo) Palumbo, Raffaele Bonanni, Sergio Bagnasco.

La segreteria organizzativa è stata affidata a Riccardo Mastrorillo, Luigi Spanu e Thomas Agnoli. Il tesoriere è Pietro Morace.

Tra i numerosi componenti figurano Enzo Paolini (storico collaboratore di Felice Besostri), Marco Cappato, Marco Perduca, Nella Toscano, il già citato Paolo Antonio Amadio, Nicola Bono, Erminia Mazzoni, Mario Walter Mauro, Francesco Campanella, Mauro Vaiani (vicepresidente segretario di Autonomie e Ambiente), Matteo Emanuele Maino. Molte altre persone di rilievo saranno cooptate ad horas nel comitato.

Nella mattina di martedì 23 aprile prossimo i quesiti saranno depositati in Cassazione. Alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle 500.000 firme necessarie per abbattere il #Rosatellum, legge elettorale ingiusta e incostituzionale, contribuendo così a frenare la deriva centralista e autoritaria del c.d. "premierato" (che sarebbe l'elezione diretta di una sorta di podestà d'Italia).

Nella foto sotto: Mauro Vaiani, Sergio Bagnasco, Enzo Palumbo, Enzo Paolini, in un momento dei lavori di costituzione del Comitato Besostri.

 2024 04 17 un momento della costituzione anti Rosatellum

 

Fonte: Ufficio Stampa del Comitato Referendario per la Rappresentanza

Per info e contatti

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E' già aperta una pagina del comitato sulle reti sociali:

https://www.facebook.com/profile.php?id=61558308164893

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La Repubblica non ha bisogno di un podestà

Udine - Firenze - Roma, 27 ottobre 2022

Autonomie e Ambiente è e resterà contraria a ogni forma di presidenzialismo, semipresidenzialismo, elezione diretta del cosiddetto "sindaco" d'Italia.

In uno stato già profondamente centralista e non privo di venature autoritarie come il nostro, qualsiasi elezione diretta di un capo con poteri esecutivi, una persona sola al comando, rappresenterebbe l'inizio della fine della Repubblica delle Autonomie.

Siamo controvento, si dirà, rispetto alla spinta alla verticalizzazione che si registra da decenni in ogni campo della vita pubblica, ma noi siamo cittadini attivi nei territori, che vediamo e tocchiamo con mano ogni giorno i guasti delle spinte alla concentrazione di potere e ricchezze nelle mani di pochi. Non possiamo e non vogliamo ignorare i disastri del centralismo nella vita sociale a ogni livello e in ogni campo.

Non lasceremo il futuro dei nostri territori nelle mani di leader centrali, scelti in grandi competizioni mediatiche, che sono sempre più spettacolari, ma anche sempre più opache rispetto a chi le finanzia e le organizza.

Noi crediamo che gli elettori e gli eletti debbano potersi conoscere profondamente ed essere strettamente connessi, prima e dopo le elezioni, così come insegna la storia delle forme di autogoverno di maggior successo nella storia mondiale: i piccoli stati, le province autonome, le istituzioni confederali con i loro organi collegiali, come quelle della Svizzera.

In troppi, non solo nel nuovo governo Meloni appena formatosi in Italia, che si preannuncia come il più centralista della storia della Repubblica, progettano una qualche forma di elezione diretta di un capo per l'Italia. Qualcuno, in una sorta di sinistra competizione a chi centralizza di più, vagheggia persino l'elezione diretta di un presidente dell'Unione Europea. Di fronte a tanta avventatezza, con pazienza e con fermezza, dobbiamo ricordare che nessuna comunità politica moderna, grande, variegata e plurale, potrà mai essere bengovernata da leader solitari scelti attraverso una selezione mediatica. La storia contemporanea di Stati Uniti, Francia, Turchia, Brasile, Sudafrica, Indonesia, dovrebbe pur insegnare qualcosa.

Molti dei movimenti civici, ambientalisti, localisti e territoriali che fanno riferimento ad Autonomie e Ambiente stanno mettendo in discussione l'elezione diretta dei capi degli esecutivi anche nelle regioni e nelle città grandi e medie, perché si moltiplicano anche nei nostri territori i casi in cui sindaci e governatori sono ormai imposti dai poteri forti e dai media, più che essere eletti da una selezione democratica dal basso.

In questa XIX legislatura sono purtroppo presenti pochissimi parlamentari autonomisti e indipendenti, a causa dell'orrenda e incostituzionale legge elettorale nota come "Rosatellum", ma nei territori sono presenti molte realtà civiche, ambientaliste, autonomiste, territorialiste che condividono i nostri ideali: la Repubblica delle Autonomie e l'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.

Di fronte alla deriva presidenzialista non siamo impreparati e non ci troveranno divisi, inariditi e dispersi.

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A cura della segreteria di Autonomie e Ambiente:

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Approfondimenti:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/86-contro-la-deriva-presidenzialista

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La truffa taglialiste passa dal Senato alla Camera

Come in una Federazione Russa qualsiasi, la Repubblica Italiana è diventata un posto dove si cancellano le liste elettorali minori e i loro sgraditi candidati.

Il decreto truffa dove, con un emendamento promosso da Fratelli d'Italia, si sono cambiate le regole del gioco a meno di 90 giorni dal voto, passa dal Senato alla Camera.

Una mezza dozzina di liste, fra cui la nostra del PATTO AUTONOMIE AMBIENTE, promossa da Autonomie e Ambiente e da EFA, si sono ritrovate dalla sera alla mattina private di condizioni d'accesso alle elezioni che erano in vigore da ormai un decennio.

Mai perdere la speranza che una maggioranza di avventati possa rinsavire, ma la verità è che il danno è stato fatto e sarà difficilmente rimediabile.

In tutti i territori nostre figure rappresentative stanno valutando la possibilità di scendere in campo come indipendenti in altre liste.

Tutta la rete Autonomie e Ambiente lotterà, se possibile con ancora maggiore determinazione, per porre fine a questo sinistro bipolarismo, alle sue leggi elettorali ingiuste, alle sue ipocrisie, alle sue truffe.

Qui potete trovare la documentazione sul decreto truffa voluto dai senatori di Fratelli d'Italia.

Qui la presa di posizione di EFA.

Qui le nostre proteste.

Qui un approfondimento sui dettagli del decreto truffa, sull'autorevole sito del dott. Gabriele Maestri, I simboli della discordia.

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Milano - Venezia - Roma - Napoli - Palermo, 17 marzo 2024 - a cura della segreteria interterritoriale

 

Maid in Itali

La nostra parte autonomista e territorialista, civica e ambientalista, è stata capace di collaborazione e compromesso, con persone e gruppi sia di sinistra, che di centro, che di destra. E' accaduto, in alcune parti dello stato, anche con una vecchia generazione di "missini" che erano persone attaccate al loro territorio e competenti amministratori.

Questa ultima generazione di "fratelli d'Italia", invece, ci sta trasmettendo qualcosa di diverso e di negativo: un senso di arretramento, quasi psicologico e culturale prima ancora che politico.

Come se, nella loro ridotta politico-culturale, avessero coltivato una "cancel culture" di destra.

Il fascismo è l'autobiografia dello stato italiano, ma ci sono ancora - non solo a destra in verità - persone che non hanno mai veramente preso atto della rottura della Costituzione del 1948.

Anche coloro che non si ispirano, come noi, ai valori della Carta di Chivasso, devono comunque farsene una ragione: l'Italia unificata dai Savoia è finita nella tragedia e nell'infamia; è iniziato, dopo la Liberazione, il cammino verso la Repubblica delle Autonomie e la confederazione europea.

La nuova repubblica è e dovrà essere sempre di più, come vogliono la Costituzione e le leggi, plurilingue e in particolare attenta a valorizzare tutte le madrelingue, non importa quanto minoritarie.

Che da persone importanti del partito della presidente Meloni, che pure hanno voluto il ministero del "Made in Italy", arrivi una goffa proposta di legge contro i "forestierismi", con punizioni per chi non usa correttamente la lingua italiana, è quindi, oltre che ridicolo, anche un tantino preoccupante.

Dalla segreteria - 1 aprile 2023

Per approfondire:

https://www.lastampa.it/politica/2023/03/31/news/rampelli_lingua_italiana_multa-12731092/

https://www.facebook.com/AssembladaOccitanaValadas/posts/pfbid02rzKtktd4so4H5SXNAyz7g1kZjynzjV9cfGXSH1pHwTJRhg4FNoGDmTHpewXZtw3sl

https://www.facebook.com/MauroVaianiProfiloPubblico/posts/pfbid0RnYsPQPr5mHKLGrnoZ9uZQP1DQMrFta2vr88dy4wy4acLGARuYWFZYJqQrvnTDdQl

 

 

 

 

Manifestazione contro l'aeroporto-ecomostro di Firenze

Riceviamo e volentieri aderiamo all'invito della forza sorella OraToscana di aderire a una manifestazione popolare unitaria contro l'ultimo ecomostro che classi dirigenti centraliste, autoritarie, prepotenti vorrebbero costruire: un nuovo aeroporto nella già martoriata Piana di Pistoia-Prato-Firenze. Sarebbe un'orgia di movimento terra, cemento, ferro, un'altra follia faraonica stile Ponte di Messina, più piccola ma non meno drammatica per il suo impatto sulla vita quotidiana di un milione di Toscani. Un'avventatezza che preoccupa profondamente, ancor più immotivata se si considera che la Toscana ha già un aeroporto intercontinentale sottoutilizzato a Pisa.

A cura della segreteria interterritoriale - Campi Bisenzio, 26 settembre 2023

Per approfondire:

https://x.com/rete_aea/status/1706643331483115943/

https://diversotoscana.blogspot.com/2023/09/manifestazione-contro-laeroporto.html

 

Memoria e liberazione

 

Il Giorno della memoria del 27 gennaio 2023 viene ricordato dalle forze civiche, ambientaliste, autonomiste, come momento di consapevolezza che furono i grandi stati centralisti e autoritari ad organizzare persecuzioni, deportazioni e sterminio. Senza una enorme stato burocratizzato, industrializzato, militarizzato, interamente mobilitato, capace di invadere e occupare per anni l'intera Europa, non ci sarebbe stato l'abisso della "soluzione finale", non sarebbe stata possibile la Shoah. Non dobbiamo deflettere dal nostro sostegno a tutti i popoli del mondo in cammino verso la liberazione, in lotta contro.l'oppressione che è sempre possibile nei grandi stati centralisti. Vale per tutti i territori, non solo per chi resiste, si ribella e muore in Russia, Ucraina, Cina, Iran, Etiopia, Nigeria, America Latina. Vale anche per le nostre lotte decentraliste in Italia, in Europa e nei paesi dell'Occidente.

Massimo Moretuzzo, candidato civico, ambientalista, autonomista, alla presidenza della regione Friuli Venezia Giulia, ha ricordato il nostro impegno per una memoria che sia risveglio e liberazione, partecipando alla cerimonia di commemorazione per le vittime della Shoah alla Risiera di San Sabba,a Trieste.

In Toscana, gli esponenti civici, ambientalisti, autonomisti, raccogliendo un suggerimento della lista Un Cuore per Vecchiano e della rete OraToscana, celebrano la Giornata della memoria ricordando che siamo entrati nell'85° anno da quando furono firmate le infami leggi razziali del 1938, dall'infame Savoia, nella reggia di San Rossore (qui un post storico).

In Piemonte il mondo civico, ambientalista, autonomista, di difesa delle culture e delle lingue alpine, coordinato dai Liberi Elettori Piemonte, si avvia a promuovere, insieme con il Forum 2043, un anno di studi e celebrazioni dell'80° anniversario della Carta di Chivasso, che contiene parole vive, oggi più attuali che mai, contro il centralismo autoritario e per la promozione dell'autogoverno di tutti dappertutto.

Alla riflessione contro il centralismo autoritario, che fa strage di diritti e quindi di popoli, hanno contribuito i recenti incontri di Forlì del Movimento per l'Autonomia della Romagna (XXIV assemblea del 21 gennaio 2023, con la commemorazione di Stefano Servadei), e l'assemblea di Siciliani Liberi a Pergusa (22 gennaio 2023, nel settimo anniversario della loro costituzione).

 

 

Morire di centralismo autoritario

Con il passare delle ore il catastrofico terremoto che ha colpito molti territori turchi, curdi e siriani, nella notte fra il 5 e il 6 febbraio 2023, si rivela nella sua terrificante gravità.

Le forze sorelle e i gruppi civici, autonomisti e ambientalisti della rete Autonomie e Ambiente, attraverso la presidenza, esprimono tutta la possibile solidarietà.

Seguiamo la vicenda attraverso i collegamenti internazionali di Alleanza Libera Europea (ALE, European Free Alliance), in particolare con la forza politica localista, interculturale, federalista, libertaria del Partito Democratico dei Popoli, che è il movimento del sistema politico turco a cui siamo più vicini.

Questa immensa tragedia deve essere una occasione di riflessione e, per tutte le cancellerie dell'Europa e del Mediterraneo, di ripensamento. Questo potrebbe essere il momento per una tregua immediata, a carattere umanitario, di ogni conflitto in corso, dallo Yemen ai territori palestinesi, dal Nagorno-Karabakh (Artsakh) alla linea del fronte russo-ucraino.

E' davanti agli occhi di tutti che di centralismo autoritario si muore di più che di un terremoto, per quanto terribile. Non ci riferiamo solo al fatto che i territori curdi del Bakur e del Rojava, oltre a molte altre province sotto giurisdizione turca e siriana, erano già state martoriate dalle guerre combattute dai regimi contro i loro stessi popoli. C'è qualcosa di più profondo.

Le cronache dai luoghi del dolore, come quelle dell'ottimo Mariano Giustino (corrispondente di Radio Radicale) ci informano di un'amara verità: quei regimi centralisti autoritari hanno lasciato licenza di costruire e inquinare, ma non hanno mai permesso la formazione di servizi locali decentrati, autonomi, forti, gli unici che possano assicurare la resilienza delle comunità locali nei momenti di crisi.

Il centralismo è autoritario sempre, paralizzante in tempi di crisi.

Il presidenzialismo è sempre prolifico di opere faraoniche, inutili e, in caso di disastri naturali, assassine.

Il militarismo è sempre pericoloso e d'inciampo di fronte alle necessità di operare capillarmente nei territori colpiti da eventi tragici.

Vedere intere province distrutte dalla guerra, inquinate, divise dalle persecuzioni politiche, lasciate prive di autorità locali civili e democratiche, oltre che di servizi locali di protezione civile e di assistenza, sia di monito per tutti.

Per noi è una spinta profonda a continuare le nostre battaglie civiche, ambientaliste, autonomiste.

 

 

 

No all'uomo solo al comando

Udine,18 dicembre 2021

Basta uomini soli al comando

Messaggio di fine anno 2021di Autonomie e Ambiente

Importanti studi ci avvertono che tra i cittadini della Repubblica sta crescendo il consenso al presidenzialismo.

Invece di allinearci al coro di chi auspica l’elezione del “podestà d’Italia”, Autonomie e Ambiente si mette di traverso.

Insieme a tutti coloro che credono nella Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, intendiamo moltiplicare i nostri sforzi per avvertire l’opinione pubblica che gli uomini soli al comando sono, nel migliore dei casi, un pericoloso miraggio.

Chiunque partecipi alla vita civica locale sa bene che l’elezione diretta dell’esecutivo non è sempre l’ottimale, né funzionale indipendentemente dalle dimensioni della comunità. Una cosa è eleggere il sindaco di un piccolo comune, o il presidente di un territorio circoscritto e coeso. Cosa ben diversa è eleggere direttamente il capo di una grande città, o di un territorio più vasto, o addirittura dell’intera Repubblica. Con il crescere delle dimensioni del collegio elettorale, si riduce la capacità di giudizio e di scelta del cittadino, aumenta il potere dei vertici dei partiti, le elezioni diventano sempre più condizionabili dal potere mediatico.

La Repubblica è già minata da eccessi di centralismo. Giunti alla fine del 2021 – ma purtroppo non dello stato di emergenza - i guasti dell’eccessiva concentrazione di potere in poche mani sono ormai davanti agli occhi di tutti. In sanità, per esempio, non c’è più una emergenza Covid, c’è piuttosto l’urgenza di ricostruire una sanità presente capillarmente territorio per territorio. Una missione che richiederebbe programmazione e lungimiranza, che possono essere messe in campo solo da forti e responsabili autonomie locali.

Le nostre forze politiche territoriali, insieme a una più ampia rete di iniziative civiche, ambientaliste e autonomiste con cui stiamo tessendo un dialogo in tutta la Repubblica, piuttosto che l’elezione diretta di un capo, pretendiamo invece che il Parlamento in carica metta mano per tempo a una legge elettorale più giusta, che restituisca ai cittadini il potere di scegliere donne e uomini che rappresentino i territori.

Auguri di cuore per le feste, buon Natale, buon anno nuovo 2022.

 

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Per un maturo e capillare civismo al servizio dei territori

Udine-Firenze-Napoli, 16 maggio 2023

Nota per la stampa

Un maturo civismo ambientalista e territorialista
cresce in ogni regione della Repubblica

Autonomie e Ambiente, rete italiana di forze politiche territoriali guidata dal Patto per l’Autonomia del Friuli-Venezia Giulia, si congratula con le moltissime forze civiche, attente ai problemi ambientali e sociali, che stanno crescendo in tutti i territori della Repubblica, dal Salento al Bellunese, dalla Toscana al Molise.

Si moltiplicano casi di movimenti civici locali di qualità, oltre che di successo, sia quando competono da soli, sia quando si alleano con i rappresentanti locali dei partiti. Praticamente in tutti i ballottaggi, le persone e le liste indipendenti dalle piramidi politiche romane o milanesi, saranno decisive.

I cittadini hanno storie e valori di sinistra, centro o destra, ma non esistono soluzioni di “centrosinistra” o “centrodestra” valide per tutti i territori e per tutte le emergenze di questo inizio secolo. La polarizzazione, così come semplificata sui media, è solo propaganda d’ignoranza e cristallizzazione di pregiudizi.

Sempre più cittadini trovano semplicemente inaccettabile la concentrazione di potere nelle mani di pochi capi di partiti e partitini “nazionali” e non vogliono più votare candidati paracadutati dall’alto e da altrove, o scegliere tra figure e slogan trasmessi dalle televisioni nazionali. E’ un importante risveglio, che potrebbe anche porre rimedio al crollo della partecipazione al voto.

Questo è anche, a nostro parere, un segnale importante in vista della resistenza che in tutti i territori si sta alzando contro le proposte di elezione diretta – quindi mediatica - di un capo per l’intera repubblica (presidente, premier, sindaco o podestà d’Italia che sia). La Repubblica delle autonomie personali, sociali, territoriali, intende resistere alla deriva centralista e autoritaria.

Per sostenere questa primavera di senso civico, ambientalismo, autonomia politica, Autonomie e Ambiente promuove un serio e inclusivo confederalismo dal basso, radicato nella storia della Repubblica delle Autonomie voluta dai padri costituenti (e che san ben distinguere le persone e le esperienze serie dai ciarlatani e dai riciclati).

Da subito promuoveremo alcune riforme delle leggi elettorali per i comuni della Repubblica, che vadano incontro a questa crescente esigenza di serietà, autonomia, responsabilità (come quelle raccolte nella recente riflessione di OraToscana sul nostro Forum 2043, realtà di studio e ricerca politica per le autonomie).

In particolare appoggeremo norme che impediscano liste civetta formate all’ultimo momento da candidati non residenti (il cui unico interesse è piantare bandierine di partito). Per i piccoli comuni promuoveremo la possibilità di sperimentare forme di governo più snelle e più collegiali. Solleciteremo anche una riflessione critica sulla figura del sindaco, che concentra nelle proprie mani un potere eccessivo.

Autonomie e Ambiente è e sarà sempre di più un patto interterritoriale di civismoe ambientalismo, oltre che di autonomismo, impegnato per una democrazia, locale ed europea, più robusta e più rispettosa delle diversità e delle biodiversità.

Dalla Presidenza di Autonomie e Ambiente

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Si può battere il presidenzialismo!

La Turchia al voto, domani 14 maggio 2023. Grazie all'alleanza di tutte le opposizioni, i popoli di Istanbul e dell'Anatolia possono battere il presidenzialismo, il centralismo, l'autoritarismo, con tutti i veleni che essi hanno liberato nella repubblica turca. La lunga marcia delle minoranze linguistiche, culturali, religiose, sociali, verso lo stato di diritto e per il ripristino delle autonomie personali, sociali, territoriali, domani farà un decisivo passo in avanti.

Al Partito Democratico dei Popoli (HDP), partito amico nostro e di tutta l'Alleanza Libera Europea (EFA), il partito dei Curdi e dei Turchi democratici e autonomisti, degli Armeni e delle altre minoranze, dei giovani e delle donne, delle comunità di cittadinanza attiva nelle maggiori città, riconosciamo di essere stato capace di disseminare cultura politica, valori civili, speranza di emancipazione per gli oppressi. A causa delle vessazioni subite dal blocco di potere del presidente Erdogan, l'HDP partecipa a queste elezioni con una nuova sigla: Partito della Sinistra Verde (YSP), ma la sostanza non cambia e tutto lascia pensare che sarà più decisivo che mai.

Riconosciamo al dott. Kemal Kılıçdaroğlu , il candidato unitario delle opposizioni alla presidenza della repubblica turca, presidente delPartito Popolare Repubblicano, di origine curda e di religione alevita, già protagonista della marcia per la giustizia del 2017, quando il potere di Erdogan era al massimo, di essere stato un umile e fermo portavoce di una svolta verso le libertà e la giustizia.

Dopo il pacifico rovesciamento di Erdogan, ci aspettiamo una transizione rapida: l'amnistia per tutti i prigionieri politici, l'abolizione del presidenzialismo, il ritorno in carica di tutti i sindaci deposti, la cancellazione delle leggi contro le diversità linguistiche e culturali, il ritorno degli esiliati, il reintegro dei professori e dei funzionari che furono licenziati con la grande caccia alle streghe seguita al tentato "golpe" del 2016.

E sarà solo l'inizio di una stagione nuova per quel grande e stupendo angolo del mondo, a cavallo fra Europa e Asia.

A cura della segreteria - Firenze, 13 maggio 2023

 

POST SCRIPTUM dopo due settimane - Firenze 28 maggio 2023

Selahattin Demirtaş, il leader del Partito Democratico dei Popoli (HDP), dalla prigione in cui è rinchiuso, ha offerto un commento a caldo dopo che si sono consolidati i risultati del ballottaggio in Turchia. Erdogan ha faticato ma ha vinto ancora, purtroppo.

Non sono state solo "elezioni", ma uno scontro fra coloro che sono fedeli al sistema Erdogan contro tutti gli altri. La relativa correttezza della raccolta dei voti non cancella la disparità mediatica, economica, di agibilità politica. Non si può dimenticare quante persone che hanno criticato questo ventennio sono in esilio, in prigione, o comunque perseguitate dai giudici del regime.

Demirtaş ha messo in luce la sostanziale disparità del campo di gioco, ma in cui comunque era necessario scendere, in modo intelligente, pragmatico, serio.

Demirtaş ha infine fatto appello alla perseveranza e alla resistenza. La lotta nonviolenta per una migliore repubblica per Istanbul, Smirne, l'Anatolia, i Curdi del Bakur, va avanti, con nonviolenza e amore.

Approfondimento:

https://medyanews.net/kurdish-politician-defies-defeat-calls-for-undeterred-fight-for-democracy/ 

 

Tre maestri ci spiegano l'impraticabilità dell'autonomia differenziata e l'imbroglio leghista contro tutte le autonomie

Raccogliamo qui le voci di tre maestri di diritto costituzionale, che sono anche tre persone amiche delle autonomie: Francesco Palermo, Marco Olivetti, Sabino Cassese.

1) Intervista su Radio Radicale al professore Francesco Palermo su "L'autonomia differenziata: livelli essenziali, costi standard e necessarie asimmetrie", di Roberta Jannuzzi (9 febbraio 2023, durata: 15 min 38 sec). Il prof. Palermo spiega con chiarezza che da sempre la Repubblica delle Autonomie e le autonomie regionali hanno dei nemici. Le previsioni costituzionali in materia di autonomia territoriale sono pressoché tutte inattuate, spesso tradite. Né ci sono molte speranze che i testi Calderoli, pieni di limiti e contraddizioni (come peraltro lo erano i testi Boccia e prima ancora i testi Gentiloni), possano portarci da qualche parte.

2) Un breve intervento del professore Marco Olivetti (ordinario di Diritto Costituzionale alla LUMSA), nel corso del seminario tenutosi al CNEL lo scorso 17 maggio 2023, sul tema "Riforme istituzionali e forme di governo. Un confronto" (A cura di Pantheon e Delfina Steri - Organizzatori: Federalismi.it, Osservatorio sui processi di governo), ci avverte del fatto che il governo ha già troppo potere e sta svuotando la Repubblica delle Autonomie. Una voce molto controcorrente e quindi molto necessaria nel contesto di quella giornata in cui furono innalzati molti peana al presidenzialismo e a nuove forme di premiarato.

 3) Un ultimo richiamo del professore Sabino Cassese contro il rischio del centralismo è stata inserito nella sua indicazione numero 8 ai membri della Commissione LEP (livelli essenziali prestazioni). Imporre gli stessi LEP da un angolo all'altro della Repubblica, rischia di essere una grave limitazione delle autonomie esistenti, altro che favorire lo sviluppo di nuove economie. Cassese, nella sua lunga esperienza, è sempre stato un pacato difensore della Repubblica delle Autonomie (di cui non ha mai sposato interpretazioni radicali, sia chiaro, anzi in passato è già stato molto critico con i pasticci politico-giudiziari del leghismo e del centrodestra in materia di autonomie e altro). In una recente intervista ha tuttavia ricordato, olimpicamente, che sono stati i costituenti a volere una Repubblica di autonomie asimmetriche (https://www.ilgiornale.it/news/politica/lautonomia-differenziata-decisero-i-costituenti-2113856.html). Averle tradite con l'eterno ritorno del centralismo italiano, con l'elaborazione di nuove forme di centralismo tecnocratico europeo, con imbrogli politici come il miscuglio di parole autonomiste e fatti centralisti ("autonomia differenziata" + "presidenzialismo" = anelli al naso e più catene per tutti i territori) portato avanti dal governo Meloni, non pare essere una strada che condurrà da qualche parte. Somiglia più a una scivolosa deriva.

 

Raccomandiamo anche di rivedere sul Forum 2043 come abbiamo stigmatizzato l'autonomia differenziata come grande specchietto per le allodole, un grande imbroglio - politicamente parlando - ordito da un leghismo ormai in piena crisi d'identità e di legittimità:

https://www.autonomieeambiente.eu/forum-2043/104-autonomia-differenziata-specchietto-per-allodole

 

 


 

Un tentativo di attacco ai diritti politici ed elettorali

Con la leggerezza che contraddistingue molti di questi parlamentari "nominati" dal disastroso Rosatellum, alcuni senatori di Fratelli d'Italia hanno sottoscritto un attacco subdolo ai diritti politici ed elettorali di alcuni milioni di cittadini.

Lo apprendiamo da uno studio pubblicato dal noto sito di studi elettorali, I simboli della discordia, curato dal dott. Gabriele Maestri, forse il maggiore esperto di questioni elettorali in Italia.

E' iniziata al Senato, nella Commissione Affari Costituzionali, presieduta dal senatore ferrarese di Fratelli d'Italia Alberto Balboni, la conversione in legge del decreto Meloni-Piantedosi per le elezioni europee e amministrative previste per i giorni 8 e 9 giugno del 2024. In questo contesto i senatori di Fratelli d'Italia Marco Lisei, Costanzo Della Porta, Andrea De Priamo e Domenica Spinelli hanno sottoscritto un emendamento che, lasciando immutato (cioè altissimo, 150.000) il numero delle firme necessarie per partecipare alle elezioni europee, riduce drasticamente i soggetti esonerati dalla raccolta firme.

L'emendamento proposto interviene su una legislazione che è già fra le più oscure e complesse d'Europa. A una prima, piana lettura, la nuova normativa cancellerebbe l'esonero per una serie di forze autonomiste storiche, per gruppi politici locali che pure hanno eletto in collegi uninominali i propri deputati e senatori, per le famiglie politiche europee minori, fra le quali quella a cui fa riferimento Autonomie e Ambiente, EFA (European Free Alliance - Alleanza Libera Europea).

Insieme a EFA, la nostra rete sta costituendo la lista PATTO AUTONOMIE AMBIENTE, che intende concorrere alle Europee, nonostante i gravi problemi esistenti. Nessuna democrazia è perfetta, ma la mancanza di parità di condizioni fra le diverse parti politiche in Italia è già grave e preoccupante. Peggiorare ulteriormente la situazione, a poco più di tre mesi dal voto, sarebbe inaccettabile.

La presidenza di Autonomie e Ambiente e il segretariato di EFA stanno seguendo la situazione e faranno sentire la propria voce.

Roma - Firenze, 16 febbraio 2024 - a cura della segreteria interterritoriale

 

Unirsi e collaborare per le elezioni del 25 settembre 2022

Abbiamo ricevuto e volentieri pubblichiamo - pressoché integralmente - un forte invito a unirsi e a collaborare per le elezioni del 25 settembre 2022 che ci è arrivato dal gruppo "Primavera dell'Autonomia" del Trentino, animato da Fausto Valentini.

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Iniziativa LA PRIMAVERA DELL’AUTONOMIA - Sede Ville d’Anaunia – Trento

A Movimenti – Partiti – Associazioni – Soggetti singoli del mondo autonomista, federalista, indipendentista, regionalista, identitario, liste civiche territoriali e popolari, persone di pensiero localista e decentralista.

Oggetto: Dare vita ad un’alleanza politica per le elezioni politiche del 25 settembre 2022

Carissime amiche ed amici,

referenti dei soggetti aggregati in movimenti, partiti, associazioni, e singole persone che si ritrovano nei valori comuni all’autonomismo, del federalismo, del indipendentismo, dei territori e della loro identità, rivolgiamo l'invito a costruire insieme un’alleanza politica per le elezioni politiche del 25 settembre 2022.

Molti sono i soggetti politici in Italia che si riconoscono nei valori sopra citati e che operano nei loro territori di appartenenza quali province e regioni, e che rappresentano una realtà spesso locale e molto spesso frammentata e divisa nello stesso territorio di operatività più che per visioni e idee per personalismi e interessi personali.

Dobbiamo invece riconoscere la necessità di anteporre agli interessi personali il dovere di mettersi al servizio di un obbiettivo comune più importante, coerente con i nostri valori, salvaguardando le nostre identità, unendo i nostri modi e capisaldi di pensare la politica e la nostra società attraverso le nostre comunità territoriali nella rivendicazione di autogoverno e di autonomia nei confronti del centralismo presente nello stato italiano.

Attraverso il senso comune che ci anima è indispensabile ora “fare un passo in avanti” nei confronti dell’altro, per trovare un’unità di intento e di prospettiva comune per costruire un’alleanza condivisa per portare le nostre idee e proposte all’interno del parlamento, avendo la possibilità di una rappresentanza diretta e non delegata ad altri.

L’invito che attraverso questa missiva viene inviato a tutti Voi, è quello di unire le nostre forze positive e strategiche per dare una logica comune al nostro lavoro costante e giornaliero, per dare voce alle nostre istanze e alle persone che rappresentiamo.

Lavorano per questa “unita” già alcuni protagonisti:

▪ AeA – Autonomie e Ambiente

Alleanza per l’Autonomia contro il centralismo, aggregati attraverso il Manifesto di Desenzano del Garda del 19 giugno 2022

▪ altri soggetti politici

Sappiamo tutti quantiquanto sia difficile ottenere questo obbiettivo di superare la quota di sbarramento [del Rosatellum], ma andare “tutti” in una solitaria corsa porterebbe ad un “voto non utile” e solo partecipativo, senza ottenere rappresentanza politica se non in alcune regioni attraverso i collegi uninominali (molto probabilmente solo in Valle d’Aosta e in provincia di Bolzano).

Attraverso questo invito – appello di “Unità Autonomista” come promotori del progetto diun’ alleanza politica per le elezioni politiche del 25 settembre 2022,

CORTESEMENTECHIEDIAMOED INVITIAMO

agli interessati soggetti politicidi pensare ad una opportunità comune di dare voce e rappresentanza ai nostri valori personali e delle nostre comunità e ai nostri territori, non delegandoli alle forze nazionali che di autogoverno, autonomia, federalismo e identità territoriale si riempiono solo la bocca.

Visto i tempi ristretti per costruire questa “opportunità comune” (eventuali simboli e liste vanno depositate entro il 15 agosto 2022) Vi invitiamo se interessati ad aderirea una “Alleanza per l’Autonomia” contattando entro il 30 luglio 2022 i responsabili del progetto, invitando voi tutti a segnalare ad altri soggetti politici o singoli rappresentanti l’interesse di questa iniziativa politica, segnalando poi ai responsabili del progetto i nominativi dei vari soggetti politici o delle singole persone.

A tutti Voi in Ringraziamento e un cordiale A PRESTO!

Fausto Valentini (ideatore della Primavera dell'Autonomia - Trentino)

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  • L'appello sta raggiungendo in queste ore praticamente l'intero spettro delle forze localiste che credono nella #RepubblicadelleAutonomie. La presidenza di Autonomie e Ambiente ringrazia, lo diffonde, lo prende in considerazione, perché questa volontà di collaborare in senso anticentralista deve tornare una priorità per una nuova generazione di leader autonomisti, civici, ambientalisti, localisti, come avevamo scritto nel nostro Appello 2023.