Un messaggio della Presidenza collegiale di Autonomie e Ambiente
La recente legge costituzionale che ha abbassato a 18 anni l’età per il voto al Senato, attesa da tempo per aumentare la partecipazione dei giovani alla vita politica democratica, era una di quelle cose da “buoni” a cui era difficile dire di no.
Eppure, in una repubblica grande e complessa come quella italiana, è necessario domandarsi se questo ritocco della Costituzione non rischi di aggiungere argomenti a favore di coloro che dicono che il Senato è un doppione della Camera, ora che hanno la stessa base elettorale. Quello che ci viene presentato come un ampliamento dei diritti democratici, potrebbe rivelarsi un ben mascherato ma non meno pericoloso disegno centralista e autoritario.
Il governo ha accentrato sempre più poteri. Sempre più spesso il Parlamento è costretto alla mera ratifica dei suoi decreti. Con la riduzione del numero dei parlamentari si è drasticamente ridotta la rappresentanza dei territori e delle diversità politiche, sociali e culturali. Gli elettori non hanno da decenni la possibilità di scegliere le persone, ma solo sigle, cartelli e “leader” soli al comando. Con la legge elettorale si vorrebbe forzare, per uno schieramento che prevalesse sugli altri, una attribuzione artificiosa dei seggi che gli assicuri una maggioranza in entrambe le camere. Questa è una deriva, nonuna manutenzione delle istituzioni.
Continuando così si arriverà presto a dire che il Senato è un doppione della Camera, quindi lo si potrebbe anche abolire. Eliminato il Senato eletto su base regionale, il passo successivo potrebbe essere la messa in discussione delle regioni e della stessa Repubblica delle Autonomie.
Incidentalmente, dopo anni di qualunquismo e di “uno vale uno”, ora ci troviamo in un tempo di rivalutazione della competenza, che però non è affatto, si badi, una fase di allargamento della partecipazione e rafforzamento della democrazia, tanto meno delle autonomie territoriali e sociali. Una opinione pubblica, impaurita e impoverita, stanca di improvvisazione e incapacità, viene spinta ad affidarsi all’ennesimo “salvatore della patria”.
Il conformismo dei media, i monopoli tecnologici e farmaceutici, la gestione centralista della crisi pandemica, la pretesa di gestione tecnocratica del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) devono destare preoccupazione, perché le decisioni sono prese da elite sempre più ristrette.
Restiamo vigili, perché troppi “buoni” sono subalterni all’idea che l’uomo solo al comando sia “progresso” per questa Repubblica (e magari un giorno persino per l’intera Unione Europa).
Contro la minaccia del centralismo autoritario dobbiamo continuare la nostra lotta per l’autogovernodei territori. Nell’attuale Repubblica delle Autonomie non dobbiamo solo difenderci, ma passare all’attacco, anche con il rilancio dell’ideale di un Senato delle Regioni, come ampia e potentecamera rappresentativa delle diversità territoriali di questo stato.
Autonomie e Ambiente sta dalla parte del popolo còrso, che deve avanzare nel proprio cammino verso il pieno autogoverno della sua terra, la Corsica.
Esprimiamo solidarietà a tutte le vittime, passate e presenti, del centralismo dello stato francese. Il colonialismo interno deve finire, in Francia come ovunque. La persecuzione politico-giudiziaria di chi lotta per il proprio autogoverno deve terminare. L'esistenza stessa di prigionieri politici, per non parlare del loro maltrattamento, è una vergogna da cancellare.
Siamo affranti per i tragici fatti che hanno ridotto in fin di vita Yvan Colonna.
Vogliamo condividere il cauto ottimismo del leader di Femu a Corsica e presidente della istituzione di autogoverno, Gilles Simeoni, che ha dichiarato che siamo di fronte a un momento storico, ma che occorre fermezza. Il rischio che da Parigi arrivino solo parole da parte di un presidente screditato in cerca della sua rielezione, è grande.
Insieme alle forze sorelle di tutta Europa seguiamo con partecipazione l'evolversi della situazione politica in Corsica:
Il Forum 2043 ha tenuto sabato 11 marzo 2023 scorso il seminario online "Parole vive della Carta di Chivasso per le autonomie e l'ambiente", in collaborazione con Autonomie e Ambiente. I lavori si sono conclusi con l'ascolto di una delle canzoni più popolari della resistenza iraniana per la donna, la vita, la libertà: "BARAYE" di Shervin Hajipour. Abbiamo ascoltato "BARAYE" nella versione remix di DJ Siavash (https://djsia.com/). L'abbiamo dedicata non solo alle donne, ai giovani, alle minoranze curde, baluche, azere, arabe che lottano per un nuovo Iran libero e federale, ma a tutti i popoli senza stato e senza libertà del mondo, dal Tibet al Tigrè, dal Biafra a Zanzibar, dallo Yemen ai territori contesi fra Ucraina e Federazione Russa. L'abbiamo dedicata al bisogno di decentralismo internazionale, perché le persone, le comunità, i popoli vivano e vivano in pace, fra di loro e con l'ambiente.
Autore: Roberto Visentin, presidente di Autonomie e Ambiente - Udine-Trento, domenica di Pasqua, 9 aprile 2023
Dal Friuli al Trentino e oltre, condividere esperienze per far crescere una nuova generazione autonomista
di Roberto Visentin (autonomista friulano, presidente di Autonomie e Ambiente)
Passate le elezioni regionali del Friuli-Venezia Giulia, condividiamo le nostre esperienze e segnaliamo i nostri errori, perché il tutto serva alla crescita dell’autonomismo in tutti i territori.
Il candidato autonomista Massimo Moretuzzo ha avuto, per la qualità del suo lavoro come esponente di opposizione in consiglio, il sostegno di gran parte del centrosinistra. Mentre il presidente uscente e ricandidato, Fedriga, aveva il sostegno della destra centralista.
Ricordando anche che in Friuli-VG la legge elettorale esclude dall’elezione il candidato presidente che arriva terzo, incentivando il bipolarismo, questa contrapposizione era praticamente obbligata.
La soddisfazione del buon risultato del Patto per l’Autonomia F-VG (che ha aumentato in voti e in seggi) non può far dimenticare le criticità di questa avventura elettorale.
Le scelte imposte dal sistema elettorale non sono mai indolori, per nessuno dei concorrenti.
Non c’è alcuna possibilità di dialogo con le attuali Lega Salvini e Fratelli d’Italia, per gli autonomisti. Sono due piramidi politiche ostili alle diversità territoriali e i loro esponenti periferici non sono quasi mai leader locali autonomi, ma spesso “yesmen” dei loro capi milanesi e romani.
Qualcuno di loro, con dichiarazioni di circostanza, si presenta diversamente, come “pro autonomia”, ma le loro opere e ancora di più le loro omissioni, rivelano il loro centralismo.
C’è invece dialogo con le molte anime del centrosinistra e con molti altri movimenti civici e ambientalisti. Tuttavia, alle strutture centrali del PD, partito che ha la maggiore forza strutturata residuale in quel campo, rimproveriamo di aver perso una occasione in Friuli-Venezia Giulia. Il PD ha oscurato la candidatura di una figura autonomista, civica, ambientalista, e soprattutto autonoma. Ha tentato persino di arruolarlo fra le proprie fila, durante la campagna elettorale. Sicuramente c’è riuscito mediaticamente, visto che dalla stampa italiana è scomparsa la realtà che il centrosinistra si era alleato con una forza politica orgogliosamente autonomista. Questo, in una regione dove l’elettorato autonomista è largamente maggioritario, non è stata una mossa felice, a nostro modesto parere.
Infine si è ripresentato il grande problema dell’astensionismo, che ha raggiunto il 55%. Vanno a votare praticamente solo gli integrati, i convinti, o i portatori di istanze molto mobilitanti, magari estreme. Non abbiamo alcuna ricetta in tasca, ma non ci rassegniamo al fatto che così tanti concittadini restino esclusi dalla vita politica locale (magari per essere invece mobilitati, dalla forza dei media, quando scenderà in campo il prossimo “salvatore” populista).
Continueremo quindi ad aggiornare i nostri progetti e la loro narrazione, restando autonomisti e soprattutto autonomi politicamente e culturalmente, in Italia e in Europa.
Dovremo essere anche sempre più connessi tra di noi, fra i diversi territori, per porre un freno alle leggi elettorali antidemocratiche, all’incombente presidenzialismo, alla deriva centralista che stanno minando dall’interno la Repubblica delle Autonomie.
Il nostro linguaggio è moderato, la nostra cultura di governo è riformista, ma le nostre idee sulle autonomie personali, sociali, territoriali sono chiare, forti, mai ambigue. Forse sono una possibilità per far emergere una nuova generazione di leader autonomisti e riportare al voto tanti elettori delusi.
Autore: Gruppo di studio interterritoriale Forum 2043 - 11 marzo 2023
Ciò che i rappresentanti di queste valli hanno affermato,
vale per tutte le regioni italiane,
per i piccoli popoli che formano quel tutto
che è il popolo italiano
(Émile Chanoux, Federalismo e autonomie,
in P. MOMIGLIANO LEVI (a cura di), Écrits, Institut Historique de la Résistance en Vallée d'Aoste,
Aosta, 1994, p. 399, p. 422)
I contenuti del nostro seminario online dedicato alle parole vive della Carta di Chivasso, tenutosi ieri sabato 11 marzo 2023, sono pubblici e disponibili attraverso il prezioso archivio politico di Radio Radicale:
La Carta di Chivasso, dopo ottant'anni dal 19 dicembre 1943, ci definisce, ci unisce, ci aiuta a tramandare i nostri valori, ci sostiene nel nostro impegno per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, ambientali.
Aiutateci a diffonderla e a farla conoscere, attraverso le reti sociali:
La Giornata della memoria del 27 gennaio 2023 viene ricordata dalle forze civiche, ambientaliste, autonomiste, come momento di consapevolezza che furono i grandi stati centralisti e autoritari ad organizzare persecuzioni, deportazioni e sterminio. Senza una enorme stato burocratizzato, industrializzato, militarizzato, interamente mobilitato, capace di invadere e occupare per anni l'intera Europa, non ci sarebbe stato l'abisso della "soluzione finale", non sarebbe stata possibile la Shoah. Non dobbiamo deflettere dal nostro sostegno a tutti i popoli del mondo in cammino verso la liberazione, in lotta contro.l'oppressione che è sempre possibile nei grandi stati centralisti. Vale per tutti i territori, non solo per chi resiste, si ribella e muore in Russia, Ucraina, Cina, Iran, Etiopia, Nigeria, America Latina. Vale anche per le nostre lotte decentraliste in Italia, in Europa e nei paesi dell'Occidente.
In Toscana, gli esponenti civici, ambientalisti, autonomisti, raccogliendo un suggerimento della lista Un Cuore per Vecchiano e della rete OraToscana, celebrano la Giornata della memoria ricordando che siamo entrati nell'85° anno da quando furono firmate le infami leggi razziali del 1938, dall'infame Savoia, nella reggia di San Rossore (qui un post storico).
In Piemonte il mondo civico, ambientalista, autonomista, di difesa delle culture e delle lingue alpine, coordinato dai Liberi Elettori Piemonte, si avvia a promuovere, insieme con il Forum 2043, un anno di studi e celebrazioni dell'80° anniversario della Carta di Chivasso, che contiene parole vive, oggi più attuali che mai, contro il centralismo autoritario e per la promozione dell'autogoverno di tutti dappertutto.
Messaggio di fine anno 2021di Autonomie e Ambiente
Importanti studi ci avvertono che tra i cittadini della Repubblica sta crescendo il consenso al presidenzialismo.
Invece di allinearci al coro di chi auspica l’elezione del “podestà d’Italia”, Autonomie e Ambiente si mette di traverso.
Insieme a tutti coloro che credono nella Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, intendiamo moltiplicare i nostri sforzi per avvertire l’opinione pubblica che gli uomini soli al comando sono, nel migliore dei casi, un pericoloso miraggio.
Chiunque partecipi alla vita civica locale sa bene che l’elezione diretta dell’esecutivo non è sempre l’ottimale, né funzionale indipendentemente dalle dimensioni della comunità. Una cosa è eleggere il sindaco di un piccolo comune, o il presidente di un territorio circoscritto e coeso. Cosa ben diversa è eleggere direttamente il capo di una grande città, o di un territorio più vasto, o addirittura dell’intera Repubblica. Con il crescere delle dimensioni del collegio elettorale, si riduce la capacità di giudizio e di scelta del cittadino, aumenta il potere dei vertici dei partiti, le elezioni diventano sempre più condizionabili dal potere mediatico.
La Repubblica è già minata da eccessi di centralismo. Giunti alla fine del 2021 – ma purtroppo non dello stato di emergenza - i guasti dell’eccessiva concentrazione di potere in poche mani sono ormai davanti agli occhi di tutti. In sanità, per esempio, non c’è più una emergenza Covid, c’è piuttosto l’urgenza di ricostruire una sanità presente capillarmente territorio per territorio. Una missione che richiederebbe programmazione e lungimiranza, che possono essere messe in campo solo da forti e responsabili autonomie locali.
Le nostre forze politiche territoriali, insieme a una più ampia rete di iniziative civiche, ambientaliste e autonomiste con cui stiamo tessendo un dialogo in tutta la Repubblica, piuttosto che l’elezione diretta di un capo, pretendiamo invece che il Parlamento in carica metta mano per tempo a una legge elettorale più giusta, che restituisca ai cittadini il potere di scegliere donne e uomini che rappresentino i territori.
Auguri di cuore per le feste, buon Natale, buon anno nuovo 2022.
Per contatti: https://www.autonomieeambiente.eu/ - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Autonomie e Ambiente (AeA) è una sorellanza di forze e gruppi politici territoriali, una rete di civismo, ambientalismo, storico autonomismo e moderno decentralismo.
E' stata registrata l’11 novembre 2019, dopo una lunga serie di contatti e incontri preliminari tra diverse forze italiane aderenti alla Alleanza Libera Europea, ALE (European Free Alliance, EFA) e altre forze locali attive in diversi territori dello stato italiano.
La rete unisce forze politiche locali e territoriali, ciascuna delle quali ha la propria storia di impegno per l'autogoverno e contro il centralismo: localista, territorialista, autonomista, federalista, confederalista, anticolonialista, indipendentista. Ciascuna delle forze sorelle è e resta una organizzazione autonoma, attiva secondo quanto stabilito dall'art. 49 della Costituzione. AeA associa realtà, gruppi e singoli attivisti che ne condividono le finalità. Autonomie e Ambiente è in rete anche con movimenti, gruppi, centri politico-culturali autonomisti che non partecipano alle elezioni nei loro territori.
AeA ha stabilito uno strettissimo rapporto politico con ALE-EFA, assumendo un ruolo di sostegno alle forze locali della Repubblica Italiana nel loro cammino di collaborazione e, in prospettiva, di adesione diretta alla famiglia politica europea dell'autogoverno di tutti dappertutto, del civismo, dell'ambientalismo, degli autonomismi, del confederalismo, delle aspirazioni delle comunità senza stato.
Le forze di AeA si sono unite in questa sorellanza per condurre la Repubblica Italiana verso un radicale decentralismo, cominciando dalla piena attuazione della Costituzione e degli Statuti regionali (speciali e ordinari) vigenti, che disegnerebbero una ideale Repubblica delle Autonomie ma che da decenni vengono costantemente disapplicati o addirittura traditi.
La piaga del coronavirus e l'intensificarsi della terribile guerra in Ucraina hanno reso drammaticamente evidente la necessità del nostro impegno per l'autogoverno dei territori, anche a coloro che non hanno una formazione e una cultura autonomista o anticolonialista. Sta crescendo la consapevolezza globale che quanto è necessario per garantire alle generazioni future la pace e l'ambiente, la libertà e la giustizia, il cibo e l'acqua, la salute e la cultura, potrà essere realizzato solo attraverso forti, competenti e determinate autorità locali, capaci di cambiare le cose territorio per territorio.
Per decenni e in particolare dopo la riforma costituzionale del 2001, che con tutti i suoi difetti può essere considerata comunque l'ultima riforma autonomista italiana, le promesse di decentramento e sussidiarietà sono state tradite da tutti: sinistre, destre, tecnici, politici, persino da vecchi e nuovi movimenti (il leghismo e i Cinque Stelle, per esempio) che pure erano cresciuti proprio proclamando di voler restituire più potere alle comunità locali e ai cittadini. Cosa è andato storto? E’ successo che tutti i partiti “nazionali”, cioè centralisti e verticisti, guidati da leader soli al comando o comunque da cerchie ristrette (non di rado avide del potere e delle ricchezze concentrate nelle istituzioni centraliste), hanno mostrato di essere carenti di cultura autonomista.
L'autonomismo vive anche di orizzontalità organizzativa. Da forze politiche organizzate in modo verticale, centralista e autoritario, non potranno mai essere realizzate riforme decentraliste, evidentemente.
E' compito di Autonomie e Ambiente creare una famiglia politica di forze politiche territoriali che credano nelle autonomie personali, sociali, territoriali, a cominciare dalla propria autonomia, come organizzazioni territoriali. L'antico problema gandhiano della coerenza tra strumenti e fini va risolto una volta per tutte. Non accetteremo mai più "un partito" di autonomisti o con programmi autonomisti. Vogliamo tanti partiti autonomisti, almeno uno per ciascun territorio. Se si crede davvero nella Repubblica delle Autonomie, in una nuova Europa delle regioni, dei territori e dei popoli, nel confederalismo e nel decentralismo internazionali, occorre confederalismo anche nell'organizzazione politica.
La rete confederale di Autonomie e Ambiente è e resterà governata collegialmente, con meccanismi di selezione di dirigenti competenti per l'oggi e di formazione di una nuova generazione di leader territoriali per il domani.
AeA è stata concepita attraverso un lungo dialogo preparatorio tra forze antiche e nuove, facendo tesoro delle preziose esperienze di collaborazione politica tra forze territoriali che ci sono state in passato, come le liste Federalismo, e altri sforzi congiunti portati avanti dalle forze autonomiste storiche nelle aule parlamentari e nella società.
La sorellanza si riconosce debitrice delle visioni di autogoverno diffuso presenti nelle lotte antipartitocratiche, antiautoritarie, anticentraliste che sono fiorite in tutto il mondo dopo il 1989, ma che erano emerse anche prima: nella istituzione delle regioni a cui si giunse nel 1970; nei movimenti autonomisti degli anni della Ricostruzione; nella presenza degli autonomisti e dei federalisti nella Costituente eletta nel 1946; nell’indipendentismo siciliano e sardo; nell’anticolonialismo; nel neutralismo (socialisti, popolari, liberali, conservatori contrari all’ingresso del Regno d’Italia nella “Inutile Strage” 1915-1918).
Tra le pietre miliari della nostra storia c'è la Dichiarazione di Chivasso, firmata il 19 dicembre 1943 a Chivasso, durante un convegno antifascista clandestino, a cui contribuirono, tra gli altri, figure come Émile Chanoux e Federico Chabod. Nella Carta di Chivasso fu sancita la rivolta contro “i venti anni di malgoverno livellatore ed accentratore sintetizzati dal motto brutale e fanfarone di «Roma Doma»”, ma più in generale contro il centralismo, il colonialismo, il militarismo, che avevano caratterizzato lo stato unitario italiano, scatenando “OPPRESSIONE POLITICA, attraverso l'opera dei suoi agenti politici ed amministrativi (militi, commissari, prefetti, federali, insegnanti), piccoli despoti incuranti ed ignoranti di ogni tradizione locale, di cui furono solerti distruttori; ROVINA ECONOMICA...; DISTRUZIONE DELLA CULTURA LOCALE...”. La Carta di Chivasso propose “un regime repubblicano democratico a base regionale e cantonale”, con un evidente riferimento alla Confederazione Svizzera, come unica garanzia contro il ritorno della dittatura, considerata come una conseguenza diretta del centralismo autoritario italiano.
Il nostro decentralismo contemporaneo, quindi, ha radici profonde, ricche, diverse, territorio per territorio. Le forze sorelle di Autonomie e Ambiente sono fedeli a queste radici e guardano con fiducia al futuro, perché, come amano dire gli attivisti dell’autogoverno della Catalogna, siamo “siamo qui per cambiare secolo, non solo per cambiare stato".
La lista aggiornata delle formazioni politiche sorelle e di tutte le realtà e persone a noi associate è mantenuta sul nostro sito (voce "rete").
Autonomie e Ambiente, attraverso il Forum 2043 e altre forme di collaborazione con altre reti civiche, ambientaliste, ambientaliste, sta allargando il proprio raggio d'azione, in vista della partecipazione, in stretta cooperazione con EFA, alle elezioni europee 2024.
La Turchia al voto, domani 14 maggio 2023. Grazie all'alleanza di tutte le opposizioni, i popoli di Istanbul e dell'Anatolia possono battere il presidenzialismo, il centralismo, l'autoritarismo, con tutti i veleni che essi hanno liberato nella repubblica turca. La lunga marcia delle minoranze linguistiche, culturali, religiose, sociali, verso lo stato di diritto e per il ripristino delle autonomie personali, sociali, territoriali, domani farà un decisivo passo in avanti.
Al Partito Democratico dei Popoli (HDP), partito amico nostro e di tutta l'Alleanza Libera Europea (EFA), il partito dei Curdi e dei Turchi democratici e autonomisti, degli Armeni e delle altre minoranze, dei giovani e delle donne, delle comunità di cittadinanza attiva nelle maggiori città, riconosciamo di essere stato capace di disseminare cultura politica, valori civili, speranza di emancipazione per gli oppressi. A causa delle vessazioni subite dal blocco di potere del presidente Erdogan, l'HDP partecipa a queste elezioni con una nuova sigla: Partito della Sinistra Verde (YSP), ma la sostanza non cambia e tutto lascia pensare che sarà più decisivo che mai.
Riconosciamo al dott. Kemal Kılıçdaroğlu , il candidato unitario delle opposizioni alla presidenza della repubblica turca, presidente delPartito Popolare Repubblicano, di origine curda e di religione alevita, già protagonista della marcia per la giustizia del 2017, quando il potere di Erdogan era al massimo, di essere stato un umile e fermo portavoce di una svolta verso le libertà e la giustizia.
Dopo il pacifico rovesciamento di Erdogan, ci aspettiamo una transizione rapida: l'amnistia per tutti i prigionieri politici, l'abolizione del presidenzialismo, il ritorno in carica di tutti i sindaci deposti, la cancellazione delle leggi contro le diversità linguistiche e culturali, il ritorno degli esiliati, il reintegro dei professori e dei funzionari che furono licenziati con la grande caccia alle streghe seguita al tentato "golpe" del 2016.
E sarà solo l'inizio di una stagione nuova per quel grande e stupendo angolo del mondo, a cavallo fra Europa e Asia.
A cura della segreteria - Firenze, 13 maggio 2023
POST SCRIPTUM dopo due settimane - Firenze 28 maggio 2023
Selahattin Demirtaş, il leader del Partito Democratico dei Popoli (HDP), dalla prigione in cui è rinchiuso, ha offerto un commento a caldo dopo che si sono consolidati i risultati del ballottaggio in Turchia. Erdogan ha faticato ma ha vinto ancora, purtroppo.
Non sono state solo "elezioni", ma uno scontro fra coloro che sono fedeli al sistema Erdogan contro tutti gli altri. La relativa correttezza della raccolta dei voti non cancella la disparità mediatica, economica, di agibilità politica. Non si può dimenticare quante persone che hanno criticato questo ventennio sono in esilio, in prigione, o comunque perseguitate dai giudici del regime.
Demirtaş ha messo in luce la sostanziale disparità del campo di gioco, ma in cui comunque era necessario scendere, in modo intelligente, pragmatico, serio.
Demirtaş ha infine fatto appello alla perseveranza e alla resistenza. La lotta nonviolenta per una migliore repubblica per Istanbul, Smirne, l'Anatolia, i Curdi del Bakur, va avanti, con nonviolenza e amore.
Tutti i materiali, i documenti, i video della II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente saranno resi pubblici qui in questa pagina, man mano che saranno disponibili:
22 marzo 2021 - ore 15 - Comunicato stampa finale della Presidenza
20 marzo 2021 - ore 21.30 - Intervento del Patto Autonomia Veneto
L'oratore designato del Patto Autonomia Veneto, Roberto Agirmo, avendo avuto problemi di connessione durante la II sessione, ha messo a disposizione un video con il suo intervento integrale:
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20 marzo 2021 - ore 21 - Registrazione integrale della II sessione
19 marzo 2021 - ore 18 - Interventi di esponenti del bureau di Alleanza Libera Europea (ALE) - European Free Alliance (EFA)
Intervento di Jill Evans, vicepresidente di Alleanza Libera Europea (European Free Alliance, EFA) ed esponente del partito Plaid Cymru (movimento per l'autogoverno del Galles), in inglese con sottotitoli in italiano. Evans parla dell'impegno EFA per la solidarietà internazionale tra tutti i popoli e tutti i territori, oltre che della crescita dell'indipendentismo gallese:
Intervento di Anne Tomasi (in lingua corsa), membro del bureau direttivo dell'Alleanza Libera Europea (European Free Alliance, EFA) ed esponente del Partitu di a Nazione Corsa, dedicato a necessità concrete di autogoverno, contro il centralismo francese:
19 marzo 2021 - ore 13 - Messaggi di servizio
IMPORTANTE: link alle dirette su Facebook https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/live_videos per le sessioni online dal vivo di venerdì 19/3/2021 alle ore 20.30 (EUROPA E SOLIDARIETA' INTERNAZIONALE) e sabato 20/3/2021 alle 16.00 (IMPEGNO NELLA REPUBBLICA ITALIANA)
Comunicato stampa sull'andamento dei lavori. Sono stati raccolti importanti contributi preregistrati, tra cui di grande rilievo politico e programmatico quellli che l'organizzazione della II Assemblea Generale ha definito cruciali: Luca Pardi sull'ambiente; Massimo Costa, sulle riforme finanziarie per le autonomie e la vita delle economie locali; Massimo Moretuzzo sui beni comuni; il senatore della Valle d'Aosta, Albert Lanièce sul rilancio della prospettiva del federalismo in una vera Repubblica delle Autonomie. Tutti gli interventi preregistrati sono disponibili sul canale YouTube, playlist "II Assemblea Generale AeA".
18 marzo 2021 ore 20.00 - Interventi cruciali di Albert Lanièce e Massimo Moretuzzo
Quarto contributo cruciale alla II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente, l'intervento di Albert Lanièce, senatore della Valle d'Aosta ed esponente della Union Valdôtaine, la più antica, più coerente e più viva delle forze autonomiste attive nella Repubblica Italiana:
Terzo contributo cruciale, di Massimo Moretuzzo, consigliere regionale e capogruppo del Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia, sul grande tema dei beni comuni, con riferimento concreto a esperienze concrete di sussidiarietà e autogoverno dal basso:
18 marzo 2021 ore 14.00 - Interventi cruciali di Luca Pardi e di Massimo Costa
Secondo dei quattro contributi programmatici cruciali previsti: prof. Massimo Costa (Università di Palermo) sul cambiamento possibile con monete fiscali locali, solidali, complementari, la territorializzazione delle imposte, una svolta keynesiana. Il Prof. Massimo Costa ha partecipato con E. Grazzini, G. Ortona, B. Bossone, M. Cattaneo, S. Sylos Labini agli studi sulle monete fiscali. Si veda anche il suo blog: https://www.massimocosta.blog/ .
Contributo programmatico e primo dei quattro interventi cruciali alla nostra II Assemblea Generale: Luca Pardi (CNR-ALPO), I nodi vengono al pettine. Una crisi ecologica globale della specie umana. All'intervento video preregistrato il ricercatore Luca Pardi ha voluto aggiungere un breve saggio scritto, disponibile qui:
Buon ascolto e buona riflessione sulla necessità di un cambiamento radicale nel rapporto tra specie umana ed ecosistema.
18 marzo 2021 ore 11.00
Saluto di Tony Quattrone, con la presentazione politica e programmatica dell'azione del movimento Meridionalisti Democratici - Federalisti Europei:
Saluto e contributo politico di Carlo Lottieri (Nuova Costituente), con riferimenti alla necessità di allargare la nostra rete anticentralista e al dialogo con la Rete 22 Ottobre:
17 marzo 2021 ore 18.00
Contributo programmatico di Giulia Lai del movimento sardo Liberu (Lìberos, Rispetados, Uguales). No al deposito unico nazionale delle scorie nucleari. Tanto meno in Sardegna, dove la sua costruzione sarebbe una operazione neocolonialista:
La testimonianza civica e civile, culturale e politica di Gino Giammarino, attivista meridionalista ed editore di QM e de Il Brigante, che si è messo a disposizione dei movimenti identitari napoletani come candidato sindaco di Napoli:
17 marzo 2021 ore 17.00
Che resta di una Repubblica quando si tradiscono i referendum per l'autogoverno locale? L'emblematica storia di Montecopiolo e Sassofeltrio, comuni romagnoli prigionieri delle Marche, raccontata da Agostino D'Antonio:
17 marzo 2021 ore 16.30
Nei lavori preparatori anche una importante lettera del Comitato per la Difesa della Costituzione ai parlamentari sull'urgenza di una legge elettorale costituzionale:
Si tratta di una presa di posizione in linea con il nostro impegno per una legge elettorale più giusta per tutti.
17 marzo 2021 ore 16
Sostiene Giuseppe Remuzzi: centralità delle cure domiciliari del malato Covid. Un contributo in linea con le scelte anticentraliste e antiautoritarie di Autonomie e Ambiente.
Il primo tweet con il lancio dell'hashtag #ritornoallaCostituzione
16 marzo 2021
Nella nona intervista raccolta dalla emittente svizzera Radio Onyx (cliccare qui per ascoltarle tutte) a esponenti di Autonomie e Ambiente, Federico Simeoni parla anche della imminente II Assemblea Generale:
Fino al 16 marzo: l'annuncio
Poco più di un anno dopo la nostra prima assemblea di Udine, le forze sorelle di Autonomie e Ambiente e in dialogo con la nostra rete sono convocate nella loro II Assemblea Generale, evento pubblico e online.
Questo il promemoria dell'evento. Maggiori dettagli saranno diffusi, aggiornando questo post.
II Assemblea Generaledi Autonomie e Ambiente evento pubblico online promemoria
Ritorno alla Costituzione e agli Statuti
Fermare insieme il centralismo autoritario Salvare la Repubblica delle Autonomie Costruire un futuro di autogoverno per tutti dappertutto nella Repubblica Italiana e nell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli
PRIMA SESSIONE, dedicata all’Europa e alla solidarietà internazionale, venerdì 19 marzo 2021 (dalle 20,30)
SECONDA SESSIONE, il nostro impegno per la Repubblica delle Autonomie, sabato 20 marzo 2021 (dalle ore 16.00)
Raccoglieremo dei contributi programmatici preparatori, che saranno online già dai giorni precedenti, sul canale Youtube.
Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
Autore: Alessandro Michelucci - Firenze, 9 maggio 2023
Grazie ad Alessandro Michelucci, un giornalista fiorentino che si occupa da una vita di popoli minacciati, culture a rischio di cancellazione, minoranze oppresse, recuperiamo la memoria di Robert Lafont, un maestro della cultura occitana e un ispiratore di una "rivoluzione regionalista" che riguarda tutti i territori che vivono in stati troppo grandi e troppo centralisti. L'articolo di Michelucci riprende una sua pagina pubblicata sul numero 484 del 18 marzo 2023 di "Cultura Commestibile", rivista fiorentina di Maschietto Editore, in occasione del centenario della nascita di Lafont. E' un'altra occasione per rafforzare le radici del nostro impegno contro il centralismo, in Francia, in Italia, in tutti gli stati, che noi, come Lafont, vediamo come un vero e proprio colonialismo interno. Il nostro impegno per restituire autogoverno a tutti i territori, come sosteneva il maestro occitano, non si esaurisce in un impegno per la "decentralizzazione". Semmai, la nostra, è una rivoluzione decentralista ed è per noi il modo migliore per celebrare l'odierna giornata dell'Europa.
Firenze, 9 maggio 2023
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Robert Lafont, maestro occitano
Secondo uno stereotipo radicato, la Francia sarebbe la patria dei diritti umani, della democrazia e della libertà. A nulla vale ricordare che questa repubblica è nata mettendo al bando le lingue diverse dal francese e annettendo un'isola vicina (la Corsica). A nulla vale ricordare che ha combattuto sette anni per non perdere l'ultima colonia importante (l'Algeria) e che pratica tuttora un centralismo anacronistico negando i diritti delle sue numerose minoranze linguistiche (Alsaziani, Baschi, Bretoni, Catalani, Corsi, Fiamminghi e Occitani). Chi si ostina a vedere nella Francia un faro di libertà, quindi, dovrebbe ascoltare la voce delle figure politiche e intellettuali che hanno toccato con mano una realtà molto diversa dagli stereotipi suddetti. Uno dei più lucidi è stato Robert Lafont, nato a Nîmes il 16 marzo di cento anni fa e deceduto a Firenze nel 2009. Qui aveva vissuto a partire dal 1984, pur dividendosi fra il capoluogo toscano e Montpellier.
Lafont è stato il più importante intellettuale che la cultura occitana abbia espresso nella seconda parte del ventesimo secolo. Ma dato che oggi il termineoccitano può generare un equivoco, è necessario un chiarimento.L'Occitania ammnistrativa, nata con la la riforma territoriale del 2016, si estende per 72000 kmq e include alcune città di rilievo della Francia meridionale, fra le quali Montpellier, Nîmes e Tolosa. Questa coincide solo in parte conla regione storico-linguistica dell'Occitania, grande quasi il triplo, che rappresenta un caso emblematico di nazione senza stato.Per molti questa cultura è legata a qualche pallido ricordo scolastico: la lingua d'oc, i trovatori provenzali, lo sterminio dei Catari. Ma esistono anche tappe più vicine a noi: basti pensare a Frédéric Mistral (1830-1914), il poeta provenzale che nel 1904 ricevette il Premio Nobel per la letteratura.
In questa storia si inserisce a pieno titoloRobert Lafont, poeta e romanziere, drammaturgo e linguista, anticipatore dei movimenti no-global (quelli che in Francia vengono chiamatialtermondialistes), lucido critico del centralismo francese e paladino di una Francia federale.
Nel 1945 Lafont è fra i fondatori dell'Institut d'estudis Occitans(IEO), che dirige a più riprese negli anni successivi. L'anno successivo, insieme ad altri, fondaL'ase negre(Il mulo), la prima rivista occitanista del dopoguerra.Quello che bisogna sottolineare con forza, comunque, è che l'attenzione alle questioni regionali non ha niente a che fare col passatismo o col ripiegamento folklorico: per lui l'area occitana non deve essere "riserva etnografica e linguistica, ma una terra viva e pulsante", scrive nel 1955 sulla rivistaOc. Lafont rifiuta senza mezzi termini il micronazionalismo difeso da altri esponenti del variegato movimento occitano. Propone invece un socialismo originale, basato sull'autogestione e sul decentramento.
In opere di rilievo centrale, comeLa révolution régionaliste(1967),Sur la France(Gallimard, 1968) eDécoloniser en France(Gallimard, 1971), espone il concetto di colonialismo interno:
"Per noi questa espressione, non colonialismotout court, ma colonialismo interno, non è né un facile vessillo di rivolta, né un modo per attirare l'attenzione mediatica. È l'espressione più adatta che abbiamo trovato per definire una serie di processi economici di cui il sottosviluppo regionale è l'involucro visibile" (La révolution régionaliste).
Questa teoria influenza fortemente le lotte nazionalitarie che si stanno sviluppando in altre regioni europee, come la Bretagna, la Catalogna e la Scozia. Una tesi che verrà ripresa da altri studiosi, fra i quali il fiorentino Sergio Salvi (Le nazioni proibite. Guida a dieci colonie "interne" dell'Europa occidentale,Vallecchi, 1973).
Parallelamente Lafont prosegue il forte impegno in difesa della cultura occitana, attestato da libri comeClefs pour l'Occitanie(Seghers, 1971),Lettre ouverte aux français d'un occitan(Albin Michel, 1973) eLa revendication occitane(Flammarion, 1974).
Negli stessi anni partecipa alle imponenti proteste contadine del Larzac, un'area rurale minacciata dall'ampliamento di una base militare, che si risolvono positivamente.
Passano quindi molti anni segnati dall'impegno accademico (insegna all'Università Paul-Valéry di Montpellier) e dalla scrittura, con opere che spaziano dal romanzo alla poesia, dal teatro alla linguistica. Ma la fiamma dell'impegno politico non si spenge mai. Infatti torna a manifestarsi nel 2003, quando Lafont partecipa attivamente al convegnoGardarem la terra. In quella occasione lo studioso legge il manifesto politico che lui stesso ha redatto. Il convegno si richiama apertamente ai moti popolari degli anni Settanta (la grande protesta del Larzac) e ne attualizza lo spirito.
La vita di Robert Lafont è stata un meraviglioso mosaico di esperienze politiche e culturali che si sono intrecciate fra loro con la massima coerenza. Lo studioso occitano è stato un uomo di grande cultura, ma non è mai rimasto chiuso in una torre d'avorio. Radicale ma mai velletario, ci lascia un'eredità ideale di enorme valore, secondo la quale la difesa della diversità culturale non potrà mai accettare che la vita venga ridotta a merce.