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Eurocritica

Amnistia per l'Europa, non solo per la Catalogna

Udine,24 settembre2021

Amnistia e dialogo per l’Europa,
non solo per la Catalogna

Comunicato della Presidenza di Autonomie e Ambiente

Esprimiamo la solidarietà della rete di forze territoriali Autonomie e Ambiente all’on. Carles Puigdemont, oggi eurodeputato catalano esiliato e perseguitato dalla magistratura spagnola. Il suo arresto, già inconcepibile, diventa particolarmente doloroso perché è avvenuto al suo arrivo nella città catalana di Alghero, nell’isola di Sardegna che lotta per il proprio autogoverno.

Siamo di fronte alla conferma delle nostre preoccupazioni sulle condizioni in cui è ridotto lo stato di diritto nella Repubblica Italiana, tenuta in scacco da pulsioni centraliste e autoritarie.

Ribadiamo che una larga e comprensiva amnistia è la precondizione imprenscindibile per riavviare il necessario dialogo tra il Regno di Spagna e le istituzioni di autogoverno della Catalogna. Restiamo in contatto con i parlamentari autonomisti italiani ed europei e con l’Alleanza Libera Europea (European Free Alliance, ALE-EFA), per seguire l’evolversi della situazione.

Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per le criticità giuridiche che evidentemente sono insite nell’istituto del mandato di cattura europeo, che non dovrebbe in alcun modo, come ribadito anche recentemente dalla Corte europea di giustizia, essere usato per perseguitare dissidenti politici. E’ l’Europa intera, non solo la Catalogna, che ha bisogno di amnistia e dialogo, contro il centralismo e l’autoritarismo.

Per approfondimenti e contatti:

https://www.autonomieeambiente.eu

https://www.autonomieeambiente.eu/strumenti/newsletter

https://www.youtube.com/channel/UCPGdjn5giLSANVvnw-yZFow

https://twitter.com/rete_aea

https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/

https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/posts/374403657500375

https://e-f-a.org/2021/09/24/efa-press-release-arrest-of-carles-puigdemont/

:https://twitter.com/albertlaniece/status/1441287448273702917?s=20

https://t.me/carlespuigdemont

 

 

 

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Autonomie e Ambiente all'Assemblea ALE-EFA

Si sono chiuse le due faticose ma feconde giornate dell'Assemblea generale della Alleanza Libera Europea (European Free Alliance), celebrate online, per via dell'emergenza sanitaria.

ALE è la principale rete europea di raccolta di forze indipendentiste storiche (delle nazioni europee ancora senza stato), autonomiste, federaliste, confederaliste. Ad essa si è ispirata la nostra rete Autonomie e Ambiente nella Repubblica Italiana e con essa AeA ha il proprio rapporto internazionale più diretto e più strategico.

Ripercorriamo i 12 punti del documento finale, aggiungendo alcune considerazioni che potranno essere utili al mondo degli attivisti decentralisti italiani.

L'originale del documento finale è visibile qui.

1) L'Assemblea generale si è aperta con una dichiarazione di solidarietà con il popolo dell'Artsakh (Nagorno-Karabakh), invocando la pace e il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione di quella piccola regione, incastonata nel Caucaso meridionale, in armonia con l'azione del Partito Democratico dell'Artsakh, che è una forza sorella di ALE.

2) Si è ricordato il terzo anniversario del referendum per l'indipendenza della Catalogna (1 ottobre 2017). L'autogoverno della Catalogna è e sarà un punto cruciale e discriminante, anche per noi qui nella Repubblica Italiana. Chi non accetta l'idea di un pieno diritto all'autodeterminazione di quel territorio, come di ogni altro, si porrà lontano e fuori dalla nostra comunità decentralista e localista.

3) ALE-EFA ha accolto tra i suoi membri due movimenti che sono soci fondatori di Autonomie e Ambiente: Patto per l’Autonomia e Comitato Libertà Toscana. Invece, dopo anni di discussioni, con dolore, è stato espulso il Partito Sardo d’Azione, che ne fu a suo tempo una formazione fondatrice. Le tradizioni e il prestigio del PSDAZ non possono più essere un alibi per accettare la sua deriva. E' ormai diventata una appendice locale (praticamente una succursale coloniale) di una delle forze più centraliste, autoritarie e retrive del panorama politico italiano (la Lega Salvini Premier). Durante l'Assemblea generale, Roberto Visentin, che presiede AeA in nome e per conto del Patto per l'Autonomia, ha potuto presentare la nostra rete a tutta la famiglia ALE-EFA.

4) ALE-EFA ha aggiornato i propri statuti. In particolare si è curato di mantenere forti rapporti con i movimenti per l'autogoverno della Scozia, del Galles, della Cornovaglia, dello Yorkshire, dopo la Brexit.

5) Sono stati presentati diversi piani e i progetti per le attività ALE-EFA dei prossimi due anni.

6) Si è tenuto un dibattito, moderato da Ana Stanič, con Adam Price (leader di Plaid Cymru, il partito per l'indipendenza del Galles), Valentina Servera (presidente di EFAy), Jill Evans (vice presidente di EFA e parlamentare europeo), Christian Allard (parlamentare europeo), Jordi Solé (neo-deputato europeo, neo-presidente dei deputati europei che fanno riferimento a EFA, e segretario generale di EFA), sul futuro di una Europa confederale anche alla luce delle sfide poste dalla crisi sanitaria e sociale. ALE-EFA prosegue sulla sua storica intuizione di "allargamento interno" dell'Unione, con il riconoscimento dell'autogoverno di tutti i suoi territori, oggi prigionieri di anacronistici stati centralisti.

7) L'Assemblea ha ascoltato una presentazione delle iniziative civiche europee per la politica di coesione territoriale, per l'equo trattamento di tutte le regioni, per la conservazione delle culture regionali.

8) Sono stati dati aggiornamenti sulle attività della Fondazione Coppieters e sulle attività di EFA per i giovani.

9) Sono state approvate diverse mozioni sulla protezione delle minoranze; per la fine della repressione e per l'amnistia in Catalogna; sulla drammatica situazione in Turchia; per le biodiversità e lo sviluppo rurale; per i diritti umani in diverse parti del mondo.

10) Sono state approvate, tra le altre, dichiarazioni in sostegno alla Corsica, alla Tracia, alla Moravia, contro tutti i centralismi e tutti gli autoritarismi.

11) Hişyar Özsoy, parlamentare e rappresentante per gli affari esteri del Partito Democratico dei Popoli (HDP - People’s Democratic Party - di nazionalità curda ed espressione del Bakur - Nord Kurdistan), ha aggiornato l'Assemblea sulla drammatica repressione in atto in Turchia (e nelle altre regioni curde, in particolare in Rojava). Il parlamentare europeo François Alfonsi, copresidente del gruppo di amicizia franco-curda a Strasburgo, è intervenuto, delineando le possibili azioni di solidarietà in corso a livello di Unione Europea..

12) Infine, ALE-EFA da' appuntamento a tutte le formazioni politiche ne fanno parte, per la prossima assemblea generale del 2021. Il '21 sarà anche l'anno del 40° anniversario della fondazione della rete europea decentralista. Si spera di poter tenere riunioni e iniziative in presenza, se la crisi sanitaria sarà passata.

* * *

 

Congresso ALE/EFA a Strasburgo

I prossimi 13 e 14 ottobre 2023 a Strasburgo si terrà il congresso del nostro partito politico europeo, l'Alleanza Libera Europea - ALE (Free European Alliance - EFA).

ALE/EFA, per la prima volta nella sua storia più che quarantennale, esprimerà una coppia di "Spitzenkandidaten", una donna e un uomo, indicati all'opinione pubblica come potenziali leader di una commissione europea profondamente diversa dall'attuale. Verrà discusso e approvato anche un manifesto di principi per le elezioni europee previste per il giugno 2024. Il nostro Patto Autonomie e Ambiente parteciperà alle elezioni europee grazie al partito europeo ALE/EFA e al partito territoriale che guida la nostra sorellanza nella Repubblica, il Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia.

Il congresso si svolgerà al palazzo IRCAD di Strasburgo. Il partito regionale dell'Alsazia, Unser Land, nostra forza sorella sarà l'ospite dell'evento.

La prima giornata, il 13 ottobre, sarà riservata ai delegati e agli invitati, provenienti da una quarantina di movimenti e gruppi presenti in 19 stati. Verranno discussi il testo del manifesto elettorale e altri temi che emergono dal lavoro dei partiti locali.

Il 14 ottobre, al mattino, ci sarà l'evento pubblico in cui si presenteranno i due "Spitzenkandidaten". Sarà affidato loro il compito di rappresentare nei dibattiti pubblici europei i temi dell'autogoverno promossi da ALE/EFA e da tutte le organizzazioni a essa collegate.

Alle scorse elezioni europee del 2019 EFA aveva un candidato di spicco, Oriol Junqueras, ma il leader repubblicano catalano al tempo era in prigione per aver promosso democraticamente l'autogoverno della Catalogna, partecipando all'organizzazione del referendum del 1 ottobre 2017, che fu represso nel sangue dalle forze dell'ordine dello stato spagnolo.

Per la stampa:: I giornalisti e gli operatori dei media interessati a seguire il congresso EFA possono registrarsi QUI. Per qualsiasi informazione si scriva a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo...

L'annuncio del congresso sul sito EFA:

https://e-f-a.org/2023/09/14/save-the-date-efa-congress/

A cura della segreteria interterritoriale - Lucca, 29 settembre 2023

 

 

E' tempo di associarsi

Ora è il momento opportuno per associarsi al nostro patto per le autonomie, per l'ambiente, per l'Europa, per la pace.

Persone, gruppi, circoli, liste locali ed altre realtà protagoniste di civismo, ambientalismo, territorialismo, che amano la propria terra e la politica, possono trovare nella nostra rete uno spazio in cui esprimersi, restando se stesse, nel rispetto delle diversità. Stiamo restituendo agibilità politica a una nuova generazione di leader locali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.

Insieme, guidati dal Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia e con il supporto dell'Alleanza Libera Europea (ALE-EFA) possiamo partecipare alle elezioni europee del 2024 e tener desta la speranza di restituire autonomie personali, sociali, territoriali alle comunità.

Perché associarsi?

  1. Perché le nostre locali, originali, innovative iniziative di civismo, ambientalismo, territorialismo, mantenendo intatta la propria autonomia e la propria diversità, attraverso il dialogo e la collaborazione politica interterritoriale, possono crescere e incidere sul futuro dell'Italia e dell'Europa.
  2. Perché siamo una parte, magari piccola, nella Repubblica delle Autonomie e nel confederalismo europeo, ma ne siamo parte costituente, dai tempi della Carta di Chivasso del 1943, ed è nostro dovere tramandare alle generazioni future i valori cristiani, socialisti, libertari, democratici, che si sono espressi al meglio nelle esperienze autonomiste.
  3. Perché siamo insofferenti nei confronti di ogni concentrazione di potere e di ricchezze, di ogni centralismo, e solo insieme possiamo avere la forza sufficiente per combattere le attuali centrali di potere finanziario e digitale.
  4. Perché dobbiamo fermare gli imbroglioni dell'antipolitica, i ciarlatani del falso autonomismo, gli aspiranti "sindaci" d'Italia, "presidenti" d'Europa, insieme ai loro generali e luogotenenti.
  5. Perché la vita e la dignità della persona umana finirebbero distrutte in un mondo senza autonomie personali, sociali, territoriali.
  6. Perché dobbiamo restituire dignità, agibilità politica, strumenti e poteri ai leader locali e alle forze territoriali, perché possano cambiare concretamente le cose nella loro comunità.
  7. Perché vogliamo leggi elettorali più giuste, il ritorno del pluralismo culturale e politico, la ricostruzione della libertà di informazione.
  8. Perché siamo stanchi di leader mediatici soli al comando di partiti che sono ridotti a opachi comitati elettorali, verticisti e autoritari.
  9. Perché vogliamo fermare, in Italia e in Europa, la deriva presidenzialista e porre fine a tutte le altre elezioni "dirette", che sono in realtà mere competizioni mediatiche fra candidati scelti dai poteri forti.
  10. Perché insieme possiamo riformare le agende globali, europee, italiane, che devono riaffermare principi e non imporre, dall'alto e da altrove, "ricette" semplicistiche, astratte, centraliste e in definitiva autoritarie.
  11. Perché non esistono soluzioni uguali ai problemi diversi di ciascun territorio.
  12. Perché vogliamo abbracciare e realizzare in modo originale e autonomo, territorio per territorio, la transizione verso una società liberata dal fossile e dal fissile.
  13. Perché intendiamo riprenderci, territorio per territorio, il controllo della sanità pubblica, dei beni comuni, dell'assistenza agli anziani, dell'emancipazione degli umilit, di tutti i servizi essenziali.
  14. Perché il mondo non sia più una discarica per plastiche e altre produzioni di massa di rifiuti non biodegradabili e non riciclabili, per salvare la Terra, ciascuno deve cominciare dalla propria terra.
  15. Perché abbiamo bisogno di un movimento europeo e internazionale di contadini custodi della buona terra e produttori di buon cibo, che può essere promosso solo a partire da ogni territorio.
  16. Perché nell'autonomia fioriscono la fiducia e il rispetto per tutte le persone, le famiglie, le piccole imprese.
  17. Perché dobbiamo fermare la metastasi normativa e il moltiplicarsi paralizzante delle burocrazie.
  18. Perché dobbiamo rompere il conformismo dei media e il bigottismo del pensiero unico.
  19. Perché in tutto il mondo, in tutti gli stati, c'è bisogno di decentralismo.
  20. Perché la democrazia può esistere solo nell'autogoverno di comunità locali circoscritte e coese.
  21. Perché vogliamo la liberazione di tutti i prigionieri politici, il ritorno degli esiliati, la fine di ogni forma di oppressione e discriminazione delle diversità e delle minoranze.
  22. Perché la nuova frontiera della solidarietà internazionale e della pace è nell'alleanza fra movimenti popolari territoriali per l'autogoverno di tutti dappertutto.

Leggete la mozione politica finale della III assemblea generale di Autonomie e Ambiente per la libertas europea

Visitate la pagina degli associati ad Autonomie e ambiente e scoprite come fare per unirvi al nostro patto

 Roma, 29 giugno 2023, San Pietro e Paolo

Il Fatto Quotidiano intervista Lorena López sulla sconcertante esclusione di EFA dallo Eurovision Debate

La presidente EFA, Lorena López de Lacalle Arizti, è stata intervistata oggi, 23 maggio 2024, da Marco Pasciuti per il Fatto Quotidiano, in merito alla sconcertante esclusione di EFA, una delle dieci famiglie politiche europee, dall'odierno Eurovision Debate:

https://www.ilfattoquotidiano.it/2024/05/23/europee-european-free-alliance-noi-invitati-e-poi-esclusi-dal-dibattito-su-eurovision-tra-gli-spitzenkandidaten-il-nostro-romeva-che-e-catalano-da-fastidio/7559351/

 

Invito a Melfi - 27 ottobre 2023

Amministratori, attivisti, studiosi e cittadini appassionati di autonomie personali, sociali, territoriali, si incontrano a Melfi per un incontro pubblico, voluto da alcuni degli autori della Charta di Melfi, dal Patto Autonomie e Ambiente, con la partecipazione dell'Alleanza Libera Europea-European Free Alliance (ALE-EFA). L'appuntamento per i partecipanti è presso l'albergo HOSTEL IL TETTO, piazza IV novembre a Melfi, nel cuore della Lucania, per venerdì 27 ottobre 2023 alle ore 9.30. La stampa è invitata alle 11.30 per documentare la conclusione dei lavori.

Il tema dei lavori sarà:

Una nuova economia virale
per i territori del Sud e dell’Europa,
per tutti, non per pochi

Interventi introduttivi di:

  • GINO GIAMMARINO, editore, attivista, referente del Patto Autonomie e Ambiente nel Sud
  • CANIO TRIONE, economista, attivista, autore del libro  “L’economia Virale” (pubblicato dalla Giammarino editore nel 2021)

Coordina: MAURO VAIANI, studioso e attivista, vicepresidente del Patto Autonomie e Ambiente

Conclude: LORENA LOPEZ DE LACALLE, presidente del partito politico europeo Alleanza Libera Europea - Free European Alliance

Saranno presenti dirigenti e rappresentanti di altre formazioni politiche territoriali impegnate, associate, associande, in dialogo con il Patto Autonomie e Ambiente, in vista delle elezioni europee 2024.

Importanti spunti per la discussione sono stati già diffusi, grazie a un lavoro coordinato da Gino Giammarino, dall'economista Canio Trione e da Mauro Vaiani (in coordinamento con gli studiosi che partecipano al Forum 2043, "think tank" civico, ambientalista e territorialista promosso dal Patto Autonomie e Ambiente).

Riassumiamo qui alcune delle tesi che saranno discusse:

Contro il gigantismo - A seguito della globalizzazione, l’economia è fagocitata da grandi conglomerati finanziari e da gigantesche multinazionali, incompatibili con la vitalità dell’economia locale, il bene comune, la democrazia.

Piuttosto che rovine, riforme - I giganti possono crollare sotto il peso delle loro disarmonie interne, certo, oppure per l’insostenibilità dell’economia globale distruttiva, ecocida e genocida, ma lascerebbero il mondo in rovina. Contro il conformismo dominante, contro il pensiero unico che in nome del “mercato” assiste impotente, vogliamo far parte di un movimento politico europeo che ponga una questione drammatica e urgente: i giganti sono troppo grandi per esistere, non troppo grandi per fallire.

Beni comuni, servizi pubblici e monopoli naturali - Nel campo dei beni comuni e dei servizi pubblici, a partire dall’acqua pubblica, siamo per il maggior decentramento possibile delle competenze e per lo spezzettamento dei gestori.

Banche al servizio non al potere - La parabola storica del risiko bancario è giunta, nella Repubblica italiana e nell’Unione Europea, alle estreme conseguenze, producendo posizioni dominanti incontrollabili, elite chiuse in bolle di lusso e di potere, non più in alcun modo al servizio delle persone, delle imprese, delle comunità: un fallimento epocale a cui dobbiamo porre urgentemente rimedio.

Pluralismo nel credito - Non ci interessa l’assistenzialismo, ma vogliamo un pluralismo creditizio ancora oggi sconosciuto: i mutui si allungano, certo, ma le banche pretendono di continuare a usare i soliti vecchi strumenti, mentre la società chiede forme radicalmente nuove di accesso al credito.

Attenuare i difetti dell’Eurozona - Non ci sottraiamo al grande e difficile processo di critica e correzione dei difetti intrinseci e strutturali di un’area valutaria forte ma non ottimale come l’Eurozona, ma vogliamo e dobbiamo cominciare a introdurre dei sollievi concreti. Si devono approntare, territorio per territorio, esperimenti di circolazione di credito locale agevolato con il fine di rendere possibile la partecipazione di tutti al mondo del lavoro e al consumo di beni locali. Si deve pensare, da subito, a rendere possibile che in regioni diverse non ci siano le stesse regole finanziarie e non vigano gli stessi tassi d’interesse: l’economia di una regione più povera non può sopportare lo stesso tasso di una regione ricca. Si veda in particolare la petizione Trione: Petition No 0941/2018 by Canio Trione - On reforming economic and monetary policy – https://www.europarl.europa.eu/petitions/en/petition/content/0941%252F2018/html/Petition-No-0941%252F2018-by-Canio-Trione-%2528Italian%2529-on-reforming-economic-and-monetary-policy.

Contro il nuovo vicereame ZES - Spesso, quando le autorità del centralismo italiano ed europeo parlano di “Sud” come di una realtà unitaria, il Meridione può tranquillamente aspettarsi altre ingiustizie. Analizziamo criticamente i limiti intrinseci la Zona Economica Speciale (ZES) unificata, che dovrebbe imporre le sue formule uniche a tutti i nostri territori (e anche alle isole di Sicilia e Sardegna).

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La Charta di Melfi è un documento giovane, pubblicato nel 2019, elaborato da attivisti per l'emancipazione dei territori del Sud dalla rassegnazione, dalla subalternità, dalla tristezza. Echeggia la Carta di Algeri del 1976, documento anticolonialista e internazionalista. Abbraccia i valori della Carta di Chivasso del 1943, il documento confederalista scritto ancora durante il tempo cupo dell'occupazione nazifascista dagli attivisti per l'autogoverno delle valli alpine, con parole di speranza per tutti i territori, prezioso testo di cui quest'anno celebriamo l'ottantesimo anniversario e che continua a ispirare un moderno territorialismo per il XXI secolo. 

Melfi abbraccia Chivasso e Algeri
e da Melfi si riparte per una Europa diversa
per tutti i popoli, per tutti i territori,
per la pace, per le generazioni future

Per informazioni e per preannunciare la propria partecipazione ai lavori:

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Contatto di Gino Giammarino, referente del Patto Autonomie e Ambiente nel Sud:

Luigi Giammarino (Gino) <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

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L'8 marzo più lungo

L'8 marzo 2021 sarà uno dei più lunghi e complicati della nostra vita. Non solo per le ingiustizie dell'attuale crisi sanitaria, economica e sociale, che colpisce le donne più che tutti, ma anche perché domani sarà un giorno che segnerà la storia europea. Il Parlamento europeo voterà in serata sull'immunità di Clara Ponsati, Toni Comin, Charles Puigdemont.

Auguri di cuore a tutte le donne.

Auguri di cuore a Clara Ponsati.

Auguri al Parlamento europeo, che riesca a salvaguardare l'onore e l'integrità dell'Europa, mantenendo l'immunità dei tre eurodeputati catalani minacciati da una proposta ostile originata da ambienti reazionari e sostanzialmente neofranchisti.

Seguite il dibattito su Twitter e sugli altri social:

https://twitter.com/rete_aea/status/1368209682020642819

Il messaggio (diffuso anche in francese e in inglese) del presidente della regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz (della Union Valdôtaine):

https://twitter.com/ErikLavevaz/status/1368615765419716614

 

 

 

La deuxième gauche

  • Autore: Ione Orsini e Mauro Vaiani - Vecchiano e Prato, 20 gennaio 2024, San Sebastiano

Coloroche seguono il nostro Forum 2043sono impegnati a prepararsi per leelezioni europeedel 9 giugno 2024insieme alla nostra famiglia politicaALE-EFA e al patto Autonomie e Ambiente.Crediamo che possa essere d’ispirazione questo riconoscimento a una delle sorgenti culturali, una delle diversità che contribuisce alla nostra sorellanza di diversità. Grazie a Ione Orsini e a Mauro Vaiani per questo omaggio a una sinistra socialista autonomista e libertaria di cui l’Europa e l’Italia hanno bisogno oggi come ieri, in questo tempo dove vecchie e nuove forme di centralismo autoritario sono più scatenate che mai.

La deuxième gauche

Un omaggio all’umanesimo socialista e autonomista di Michel Rocard

di Ione Orsini e Mauro Vaiani*

Vecchiano e Prato, 20 gennaio 2024, San Sebastiano

"... la Deuxième gauche, décentralisatrice, régionaliste,
héritière de la tradition autogestionnaire,
qui prend en compte les démarches participatives des citoyens,
en opposition à une Première gauche,
jacobine, centralisatrice et étatique."

Michel Rocard, Congrès de Nantes du PS, 1977

 

L’espressione "Deuxième gauche" si diffuse nell’ultimo quarto del XX secolo per segnalare, proprio dalla Francia (l’Hexagone, lo stato centralista per antonomasia, forgiatodai giacobini),alle forze progressiste di tutto il mondo, che è possibile un umanesimo socialista e autonomista, una sinistra amica delle autonomie personali, sociali e territoriali. “Seconda sinistra”, in contrapposizione alla “prima”, centralista e autoritaria, voleva dire “altra”, ma non necessariamente “nuova”, poiché una sinistra antitotalitaria, anticentralista, antiautoritaria, è esistita dai tempi della Gironda, di Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865), della primavera libertaria che attraversò la Spagna e soprattutto la Catalogna prima della reazione franchista alla fine degli anni Trenta del secolo scorso.

In tempi più vicini a noi, una “seconda sinistra” è stata necessaria per distinguersi dalla imbarazzante subalternità dei comunisti europei nei confronti del PCUS, ma anche in contrapposizione al bellicismo e al neocolonialismo di tante sinistre centraliste (basti ricordare la SFIO di Guy Mollet, forza della "prima sinistra", al potere nel 1956, che s’impantanò nell’atroce guerra d’Algeria).

Della “seconda sinistra” divenne un portavoce chiave Michel Rocard quando, nel congresso dei socialisti francesi del 1977 a Nantes, chiese al suo partito di abbracciare il regionalismo e l’autonomismo, recidendo una volta per tutte ogni commistione con il settarismo, l’estremismo, l’elitismo autoritario (quello marxista e leninista, ma non solo).

Michel Rocard (1930-2016) era stato sin da giovane un socialista riformista, autonomista, libertario, impegnato nel piccolo ma vivace e plurale Partito Socialista Unificato (PSU), una formazione che dava spazio a molte diversità: laici di sinistra, cattolici cristiano-sociali, ex-comunisti anti-stalinisti, socialisti riformisti che rifiutavano la repressione in Algeria, persone di origine trotskista e altri socialisti con radici anarchiche e libertarie.

La forza e l’originalità del suo pensiero si manifesta nel rapporto "Décoloniser la province" (decolonizzare la provincia) del 1966. Il documento era sulla scia di una lunga tradizione intellettuale anticentralista francese. Riecheggia l’opera di Jean-françois Gravier, Paris et le désert français (Parigi e il deserto francese) del 1947, che a suo tempo aveva fatto molto rumore. Si riconnette alla corrente girondina, che era stata spazzata via dal terrore giacobino nella Révolution française.

Il rapporto analizza lo squilibrio fra Parigi e le province francesi e vede in esso un “tratto coloniale”. Rocard formula un pensiero a noi familiare: "La clé du développement c'est la décision." (la chiave dello sviluppo è la [capacità di] decidere), che equivale a credere che senza potere politico locale di autodeterminazione, i territori non riescono a svilupparsi e prosperare.

Il testo diventò strumento di lotta politica contro quei socialisti e comunisti che si attardavano su posizioni centraliste (e, rispetto ai territori francesi d’oltremare, indulgevano in posizioni neocolonialiste, magari mascherate da “mission civilisatrice “, da parte della patria della Déclaration des droits de l'homme et du citoyen de 1789, una posizione che purtroppo è ancora oggi dominante in sinistre centraliste come quella di Jean-Luc Mélenchon).

Partì da quel rapporto un movimento culturale prima ancora che politico, che ispirerà le future, sia pure timide, riforme decentraliste in Francia, che condussero all’istituzione delle regioni. Se i dipartimenti e la stessa figura dei prefetti sono in discussione in Francia, come in Italia, è merito anche di quel coraggioso e lungimirante documento.

Per Michel Rocard era naturale che il socialismo implicasse autonomie personali, sociali, territoriali, uno sviluppo democratico necessario per ridurre il potere di pochi su molti. Questo socialismo per le autonomie non era solo francese. Influenzava tutta la sua generazione, i leader socialisti di cui era amico sin da giovane, grazie alle fitte relazioni internazionali del socialismo: Bettino Craxi, Willy Brandt, a Felipe González, Mário Soares, Andreas Papandreou, Salvador Allende.

Quando il socialismo francese si riunì in un partito più ampio, quello che poi sarà guidato da François Mitterrand, la “deuxième gauche” diventò una corrente importante ma purtroppo non dominante. Tuttavia Michel Rocard continuò il suo impegno, con battaglie concrete e di successo per la decolonizzazione della Nuova Caledonia, per l’autonomia della Corsica, per il regionalismo, per un’Europa unita ma fondata sulla sussidiarietà, per i redditi minimi d’inserimento, per servizi sociali diffusi.

Michel Rocard avrebbe potuto fare molto di più per smontare lo stato giacobino, se non ci fosse stata l’ingombrante e conservatrice influenza di François Mitterrand, che nelle elezioni europee del 1994, per ridimensionare il socialismo autonomista di Rocard, arrivò a sostenere la lista liberal-radicale di Bernard Tapie.

Una volta eletto nel Parlamento europeo, Rocard, continuò a impegnarsi sui temi sociali, per i giovani, per la libertà d’informazione. Fu rieletto anche nel 1999 e nel 2004.

Verso la fine del suo lungo servizio pubblico, nel 2009 Rocard fu nominato ambasciatore della Francia nei grandi negoziati internazionali per la tutela dei poli dell’Artico e dell’Antardide. In questi ultimi anni s’impegnò molto per la tutela dell’ambiente e per il futuro del pianeta, ma anche per criticare gli eccessi neoliberisti che stavano rendendo l’Unione Europea e il mercato unico un ambiente ostile per le piccole e medie imprese, per i ceti medi, per le nuove generazioni (fra l’altro, si oppose alla direttiva dell'Unione Europea 2006/123/CE, la famigerata “Direttiva Bolkestein”, approvata ed emanata nel 2006, così chiamata dal nome di Frits Bolkestein, uno dei membri della Commissione europea guidata da Romano Prodi, che ne fu il propugnatore).

Anche dopo la scomparsa di Michel Rocard, il 2 luglio 2016, gli ideali della “deuxième gauche” continuano a vivere, influenzando il mondo sindacale, le associazioni civiche, le organizzazioni ecologiste, gli autonomisti delle regioni e dei territori, non solo in Francia.

Rocard volle essere seppellito a Monticello in Corsica, il borgo che era stato caro anche al “babbo” della nazione corsa, Pasquale Paoli, tanto era l’amore che aveva conservato per quella piccola màtria che aspira, come è diritto di ogni territorio, al pieno autogoverno.

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Fonti e inviti all’approfondimento

- https://michelrocard.org/ (progetto di valorizzazione del lavoro politico e culturale di Michel Rocard gestito in collaborazione con la Fondation Jean-Jaurès)

- https://michelrocard.org/app/photopro.sk/rocard/publi?docid=357232#sessionhistory-ready (Décoloniser la province)

- https://www.lemonde.fr/archives/article/1966/12/20/le-socialisme-doit-avoir-priorite-sur-le-regionalisme-estime-m-michel-rocard-qui-demande-d-autre-part-la-suppression-de-l-institution-prefectorale_2684365_1819218.html

- https://it.euronews.com/2016/07/02/e-morto-michel-rocard-ex-premier-francese-sotto-mitterrand-aveva-85-anni

- https://www.rivistailmulino.it/a/michel-rocard (Michele Marchi)

- https://fr.wikipedia.org/wiki/Deuxi%C3%A8me_gauche

- https://fr.wikipedia.org/wiki/Michel_Rocard

- https://it.wikipedia.org/wiki/Michel_Rocard

- https://www.toupie.org/Dictionnaire/Deuxieme_gauche.htm

- https://www.cairn.info/revue-le-debat-2019-1-page-182.htm

- https://it.wikipedia.org/wiki/Bettino_Craxi

- https://france3-regions.francetvinfo.fr/corse/corse-retour-sur-le-discours-de-michel-rocard-en-avril-1989-a-l-assemblee-nationale-2524200.html

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* Ione Orsini, attivista socialista civica e autonomista, è comoderatrice di OraToscana (insieme a Cristiano Pennesi, comoderatore). Mauro Vaiani è, oltre che coordinatore della segreteria interterritoriale di Autonomie e Ambiente, il garante di OraToscana.

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La storia spiegata male da Cazzullo

Di tutto la Repubblica e l'Europa avrebbero bisogno, fuoché di rinfocolare i nazionalismi dei vecchi stati centralisti e autoritari, per esempio quello dell'Italia. Un intellettuale come Aldo Cazzullo, che era già scivolato sulla buccia di banana dell'aver spiegato male la storia dell'impero romano, di recente ha rispolverato il grande classico del nazionalismo garibaldino (che peraltro lo stesso Giuseppe Garibaldi avrebbe considerato riduttivo della sua epopea come "Eroe dei due mondi"), sollevando diverse proteste dal mondo degli intellettuali del Sud anticentralisti e anticolonialisti.

Abbiamo ricevuto dai Lupi del Sud e volentieri pubblichiamo un estratto della vibrante e appassionata protesta inviata alla rete che ha trasmesso il melodramma garibaldino di Cazzullo.

2023 11 20 firma grafica lupi del sud

<<...durante la trasmissione andata in onda, su LA7, il 15.11.2023, condotta dal sig. Aldo Cazzullo, denominata “Una giornata particolare – Garibaldi, la spedizione dei mille”, nonché sull’articolo apparso sul giornale Corriere della Sera, del 16.11.2023, a firma del sig. Aldo Cazzullo, sono state trasferite nozioni il cui contenuto con la presente dobbiamo con decisione stigmatizzare.
Senza nulla togliere al diritto ad avere idee diverse, anche se quando sono così divergenti dalla realtà storica effettuale ed acclarata onestamente determinano un approccio comprensibilmente più complesso, non si può non stigmatizzare che davvero è incomprensibile digerire affermazioni che portano a dipingere Giuseppe Garibaldi come un “eroe romantico” venuto a liberare il Meridione di Italia dai perfidi Borbone accogliendo addirittura il “grido disperato di un popolo”.
Non ne possiamo più!! Veramente... Vi invitiamo, con la massima cortesia e lealtà, a mettervi seriamente in testa che non solo la ricostruzione storica non è questa certamente nonostante i tentavi di persone che continuano a dimenarsi, in una maniera che riteniamo piuttosto goffa, magari argomentando che quasi grazie all’ignoranza di massa, al digitale, ha vinto il mito, presunto-non esistente secondo tale ricostruzione, neoborbonico: il punto è che i fatti storici, e non certo la propaganda risorgiletame, sono inoppugnabili, piaccia o meno!!
Davvero non ci interessa se alcuni soggetti si sentano magari traumatizzati perché hanno imparato storielle inventate per legittimare la vittoria dei vincitori, nel nostro caso violenti ed usurpatori, per cui ora sono sconvolti quando il velo della verità viene tranciato di netto e senza troppi indugi!

Ci teniamo a far presente che fino a che avremo alito di vita ricorderemo a tutti la verità e cioè che il popolo MERIDIONALE, nel 1861, è stato selvaggiamente depauperato e violentato: la cosa più terribile è che in qualche maniera purtroppo continua ad esserlo!

(...) Noi MERIDIONALI siamo stufi se non si fosse capito: siamo anche stanchi di quel sottile razzismo che traspare dai racconti, fandonie portate avanti per dileggiare, come se non bastasse, persino la memoria di soldati morti per difendere la propria Patria>>

dalla lettera di protesta inviata a LA 7 da Riccardo Marangio e Stefano Bouché, a nome dei Lupi del Sud

https://www.lupidelsud.it

email: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

.Napoli, 17 novembre 2023