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prigionieri politici

Dalla parte della Corsica

Autonomie e Ambiente sta dalla parte del popolo còrso, che deve avanzare nel proprio cammino verso il pieno autogoverno della sua terra, la Corsica.

Esprimiamo solidarietà a tutte le vittime, passate e presenti, del centralismo dello stato francese. Il colonialismo interno deve finire, in Francia come ovunque. La persecuzione politico-giudiziaria di chi lotta per il proprio autogoverno deve terminare. L'esistenza stessa di prigionieri politici, per non parlare del loro maltrattamento, è una vergogna da cancellare.

Siamo affranti per i tragici fatti che hanno ridotto in fin di vita Yvan Colonna.

Vogliamo condividere il cauto ottimismo del leader di Femu a Corsica e presidente della istituzione di autogoverno, Gilles Simeoni, che ha dichiarato che siamo di fronte a un momento storico, ma che occorre fermezza. Il rischio che da Parigi arrivino solo parole da parte di un presidente screditato in cerca della sua rielezione, è grande.

Insieme alle forze sorelle di tutta Europa seguiamo con partecipazione l'evolversi della situazione politica in Corsica:

https://e-f-a.org/2022/03/03/assassination-attempt-colonna-corsican/

https://www.federation-rps.org/

https://www.femuacorsica.corsica/fr/

 

 

Giustizia, mai giustizialismo, nella Repubblica delle Autonomie

Nessuna delle componenti civiche, ambientaliste, territorialiste della rete Autonomie e Ambiente, è indifferente al destino dei prigionieri politici, di tutti. Ce ne sono negli stati autoritari, ma non mancano neppure negli ordinamenti dove il diritto è sostenuto da istituzioni più solide.

Sempre, nella faticosa ricerca di una giustizia giusta, si lotta per la sobrietà della legge penale, la rapidità dei processi, l’equità delle condanne, l’umanità del carcere, la rieducazione del recluso. Mai si escludono l’amnistia e l’indulto per porre rimedio a situazioni di crisi e di paralisi. Eccezionalmente, attraverso la commutazione della pena e la grazia, si cerca di riparare agli errori giudiziari. Questo è lo spirito, non solo la lettera, della Costituzione della Repubblica delle Autonomie.

Pur con la nostra tradizionale moderazione, con tutte le nostre differenze e con il nostro pluralismo interno, ci interessiamo sempre di coloro che languono in carcere, o sono in esilio, o sono inquisiti per le loro idee.

Solidarizziamo con coloro che da quasi vent’anni sono imputati dell’infinito – letteralmente interminabile - processo Arcadia. Non perché sono anticoloniasti e autodeterministi sardi, ma perché sono persone e cittadini vittime risucchiate in un tritacarne giudiziario.

Siamo preoccupati quando vediamo scatenarsi tifoserie esagitate, che impediscono quel dibattito civile che sarebbe necessario di fronte a situazione complesse dal punto di vista giuridico e umanitario, come quella di un condannato come Alfredo Cospito (sottoposto allo stesso regime carcerario concepito per ben altri criminali, una situazione che è stata criticata in un recente appello pubblico che ha tra i propri firmatari don Luigi Ciotti e don Andrea Bigalli).

Non dimentichiamo mai i tanti ribelli allo stato centrale, da Venezia al Piemonte, dal Sudtirolo alla Sardegna, dalla Sicilia al Friuli, che sono stati vittime di un accanimento giudiziario assolutamente sproporzionato alle loro azioni.

La timida riforma intervenuta con la legge 24 febbraio 2006, n. 85, non è stata certo sufficiente a cancellare dalla nostra Repubblica i reati d’opinione, i processi indiziari, le querele temerarie. Né è ancora in vista – nonostante tante promesse fatte sia dal centrosinistra che dal centrodestra - alcuna riforma che bilanci gli enormi e arbitrari poteri dei giudici nei confronti di persone che hanno convinzioni diverse da quelle dominanti.

Infine siamo vicini a coloro che vivono e lavorano nelle carceri, il cui terrificante stato è una delle più grandi vergogne del centralismo autoritario italiano. Le carceri italiane sono sovraffollate, fatiscenti, malsane. Detenuti e detenenti soffrono ogni giorno in istituti che sono ormai una discarica sociale per immigrati clandestini, malati mentali, tossicodipendenti.

La realtà del carcere in Italia è uno schiaffo continuo e permanente a tutti coloro che, come noi, sono eredi del pensiero di Cesare Beccaria.

Nei prossimi anni molti più leader civici, ambientalisti, autonomisti di Autonomie e Ambiente avranno responsabilità di governo. Mai ci troverete pavidamente subalterni agli urlatori faziosi, agli imprenditori della paura, ai forcaioli, ai giustizialisti.

 

A cura della segreteria della Presidenza di Autonomie e Ambiente

Per contatti:

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https://www.autonomieeambiente.eu/

https://twitter.com/rete_aea

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Omaggio a Leonard Peltier

Riceviamo e volentieri pubblichiamo un appello - l'ultimo di una lunga serie - per la liberazione di Leonard Peltier, prigioniero politico negli Stati Uniti, di cui alcuni si interessano da anni, ma nessun media generalista, globale, europeo o italiano si occupa.seriamente. Lo facciamo perché il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista, nel suo pluralismo e nelle sue diversità, è sicuramente unito attorno all'urgenza di porre fine alle prigionie senza possibilità di riforma, all'esilio dei dissidenti, alle persecuzioni politiche, alle campagne di denigrazione, a ogni forma di discriminazione delle minoranze e delle diversità. Nessuno meglio di noi, che abbiamo radici nelle minoranze, nelle diversità, nel bisogno di autonomia personale, sociale, territoriale, sa cosa vuol dire subire oppressione e ingiustizia dalle maggioranze, dai poteri costituiti, dagli errori giudiziari, da vergognosi sistemi carcerari, dal conformismo mediatico, dal bigottismo manipolato dai poteri forti.

Tutti coloro che sono perseguitati per la loro irriducibilità al potere dominante, possono contare su Autonomie e Ambiente e sulla nostra coalizione arcobaleno, anche quando non condividessimo tutto o qualcosa della storia e della vita degli oppressi.

Scrivono gli amici del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo:

Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto innocente in un carcere di massima sicurezza statunitense.
Condannato all'ergastolo da una giuria razzista, e' stato dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false, e che le cosiddette "prove" contro di lui erano anch'esse false.
Lo stesso pubblico ministero che sostenne l'accusa contro di lui ha successivamente riconosciuto l'errore giudiziario e chiesto la sua liberazione.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli prestigiose personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e Shirin Ebadi, papa Francesco e il compianto presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.

Due anni fa proprio David Sassoli fu autorevole voce di una rinnovata campagna per la liberazione di Leonard Peltier che coinvolse innumerevoli persone, associazioni ed istituzioni italiane, tra cui i sindaci di alcune delle principali citta'.
L'Onu ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier. Amnesty International ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.

Tutte queste voci chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un simbolo della lotta dei popoli oppressi in difesa dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente, un uomo generoso e coraggioso, un uomo ferocemente perseguitato, un uomo ingiustamente imprigionato da quasi mezzo secolo, un uomo innocente ormai vecchio e malato.

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Per approfondire:

https://www.whoisleonardpeltier.info/

https://it.wikipedia.org/wiki/Leonard_Peltier

https://diversotoscana.blogspot.com/2021/08/free-leonard-peltier.html

Per maggiori informazioni, si scriva al Centro di Viterbo alla mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.