Andamento dei lavori della II Assemblea Generale

Proseguono i lavori della II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente

Udine,19 marzo 2021

Comunicato stampa:

Proseguono ed entrano nel vivo i lavori della II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente (AeA), l’alleanza politica tra forze territoriali attive nella Repubblica Italiana, strettamente connessa con l’Alleanza Libera Europea (ALE – European Free Alliance, EFA),

AeA attualmente è composta da dieci movimenti:Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia -ALPE Valle d’Aosta(connessa con Alliance Valdôtaine) -Comitato Libertà Toscana(CLT) - Movimento Siciliani Liberi - Patrie Furlane - Patto per l’Autonomia Veneto - Pro Lombardia Indipendenza - SlovenskaSkupnost(SSk) - Liberi Elettori Piemonte -Movimento Autonomia Romagna (MAR).

Nonostante le gravi limitazioni imposte dalla pandemia, AeAè riuscita a coltivarerelazioni politiche in tutti i territori. Le forzedi questa “sorellanza” anticentralista, impegnate per una vera Repubblica delle Autonomie e per una Europa diversa, delle regioni, dei territori, dei popoli, sono riuscite a essere un ponte tra i movimenti storici delle autonomie e del federalismo e le tante nuove forze civiche e ambientaliste locali che sono cresciute in tutta Italia.

Il tema dell’assemblea è “Ritorno alla Costituzione e agli Statuti” -Fermare insieme il centralismo autoritario - Salvare la Repubblica delle Autonomie - Costruire un futuro di autogoverno per tutti dappertutto nella Repubblica Italiana e nell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.

Sono stati diffusi attraverso il canale YouTube di Autonomie e Ambiente importanti interventi. Segnaliamo i quattro contributi che gli stessi organizzatori della assemblea hanno definito cruciali: 1)Luca Pardi (CNR, coautore del volume “Picco per capre”, 2017)Crisi ambientale, perché non c’è tempo da perdere;2)Massimo Costa (Università di Palermo) –Un progetto economico e finanziario per spezzare le catene del debitoconmaggiori autonomie fiscali e conmonetefiscali elocali complementari;3)Massimo Moretuzzo (Capogruppo del Patto per l’Autonomia nel Consiglio regionale Friuli – Venezia Giulia)Beni comuni al centro dell’impegno delle autonomie;4) senatoreAlbert Lanièce (Gruppo delle Autonomie al Senato –Union Valdôtaine)Le autonomie protagoniste della ricostruzione, con un appello a costruire unalarga alleanza per il rilancio del federalismo nella Repubblica italiana.

Oggi alle 20.30, in diretta su YouTube e su Facebook, si terrà una sessione di riflessione sull’Europa e la solidarietà internazionale tra popoli oppressi dal centralismo autoritario, dove verrà confermata la solidarietà delle forze decentraliste italiane con la causa della libertà, dell’amnistia, del dialogo, dell’autogoverno della Catalogna.

Domani alle ore 16, nuova sessione online, dedicata all’impegno delle forze storiche e delle nuove forze civiche e ambientaliste locali per fermare il centralismo nella Repubblica Italiana e per portare avanti progetti locali di autogoverno per il benessere, la salute, la tutela delle diversità e delle biodiversità nei territori italiani.

Tutti imateriali, documenti e video, dellaII Assemblea Generale, sono e resteranno disponibiliattraverso le reti sociali della sorellanza.Maggiori informazioni:

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Appello per la partecipazione alle elezioni politiche 2023

Approvato dal direttivolunedì 7/3/2022,pubblicato il9/3/2022

 

Verso le elezioni politiche 2023

Per la Repubblica delle Autonomie
personali, sociali, territoriali

Appello pubblico

1. Per le elezioni politiche dell’anno prossimo 2023, Autonomie e Ambiente promuove, non in solitudine ma cercando alleanze e collaborazioni, una lista rappresentativa di storiche forze delle autonomie territoriali e di una più ampia rete di gruppi e attivisti civici, ambientalisti, autonomisti.

2. Lotteremo fino all’ultimo giorno utile per una legge elettorale più giusta, ancora più necessaria visto che si andrà a eleggere un Parlamento drammaticamente ridimensionato, ma parteciperemo comunque per non lasciare la nostra gente, i nostri territori e le nostre comunità locali senza una voce nella prossima XIX legislatura.

3. Sarà una lista di speranza, proposta e lotta, ispirata ai valori impressi dal partigiano e martire Émile Chanoux e dai suoi compagni nella sempre attuale Carta di Chivasso del 19 dicembre 1943; la nostra iniziativa politica ed elettorale sarà al servizio degli ideali di autogoverno dei territori, sussidiarietà verticale e orizzontale, autonomie personali, sociali e territoriali, che sono incisi nella Costituzione, grazie all’impegno di padri costituenti come, fra gli altri, Giulio Bordon, Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Andrea Finocchiaro Aprile, Emilio Lussu, Aldo Spallicci, Tiziano Tessitori.

4. Senza nascondere o appiattire ma anzi valorizzando le nostre diversità, ci uniremo attorno ad alcuni essenziali principi, a partire dal ritorno alla lettera della Costituzione e degli Statuti, oggi traditi dalla deriva centralista e autoritaria dello stato italiano, dalla degenerazione tecnocratica delle istituzioni dell’Unione Europea, dagli abusi delle concentrazioni di potere finanziario globale.

5. Ci opporremo al presidenzialismo, in ogni forma e declinazione, e anzi lavoreremo a ogni livello per diminuire i già troppo ampi poteri degli esecutivi, rafforzando gli organi collegiali, le assemblee rappresentative, la democrazia locale, la partecipazione dei cittadini al più basso livello possibile.

6. Ci impegniamo per la pace, contro gli imperialismi, i neocolonialismi e ogni forma di militarismo interno e internazionale, fermamente convinti che non esista alcun conflitto interterritoriale a cui non possa essere data soluzione attraverso un’antica sapienza confederale e nuove pratiche di autogoverno – di tutti e dappertutto - aggiornate alle condizioni e alle sfide del XXI secolo.

7. Ci schieriamo dalla parte delle generazioni future, impegnandoci perché ciascuna comunità locale possa dotarsi di soluzioni locali innovative, che producano energia rinnovabile, la risparmino e la conservino, liberando i territori dalla schiavitù del fossile e del fissile.

8. Sosteniamo l’importanza di una sanità pubblica, gratuita, universale, gestita valorizzando merito e competenza, autogovernata dalle autorità locali, capillarmente presente in ogni territorio andando incontro alle reali necessità delle popolazioni, rispettosa delle persone e della loro autodeterminazione; senza negare il ruolo sussidiario dell’iniziativa privata, del terzo settore, della libera professione medica, crediamo che solo la sanità pubblica territoriale possa affrontare problemi come, per esempio, le pandemie, che è stato sbagliato trattare come emergenze perché sono invece prevedibili ricorrenze.

9. Non crediamo esista una soluzione “italiana”, tanto meno “europea”, ai problemi dei diversi territori negli anni difficili che ci aspettano, di crisi e di cambiamento; vogliamo quindi fare largo a una nuova generazione di leader locali, competenti e capaci, territorio per territorio, di individuare e percorrere la strada migliore per la loro comunità, per affrontare la transizione ecologica, fermare l’impoverimento, l’abbandono e lo spopolamento, promuovere le pari opportunità, autogestire localmente i servizi pubblici, salvaguardare i beni comuni, mettere le persone al riparo dalla sorveglianza digitale universale, ricostruire economie locali aperte sì, ma anche largamente autosufficienti dal punto di vista alimentare, economico, tecnologico, finanziario, sociale e culturale.

10. Per affrontare le sfide drammatiche che ci attendono, non disponiamo di ricette semplicistiche o soluzioni salvifiche, ma garantiamo di attingere a un patrimonio di competenza, serietà, elaborazione programmatica che è quello accumulato nel tempo dalla nostra famiglia politica europea, l’Alleanza Libera Europea (ALE-EFA), dal gruppo parlamentare europeo Greens/EFA, dai governi autonomisti delle nazioni europee senza stato (Catalogna, Corsica, Scozia), dalle migliori tradizioni di buongoverno autonomista di Valle d’Aosta, Trentino e Sudtirolo, oltre che dalla storia personale e dalla credibilità politica dei fondatori della sorellanza di Autonomie e Ambiente.

11. Autonomie e Ambiente riprende il progetto di collaborazione politica fra territori che fu già di Bruno Salvadori e delle liste “Federalismo”; condurrà questo cantiere politico, culturale, organizzativo, di autofinanziamento, elettorale, mantenendolo aperto a tutti coloro, forze politiche territoriali, liste civiche, gruppi di attivisti locali, che ne condividano le premesse e che siano disposti a condividerne la fatica.

12. Chiediamo a tutte le persone cittadine della Repubblica di sostenere la lista delle autonomie, dei territori, delle generazioni future, tornando massicciamente alle urne, per votare leader locali che si sono distinti in difesa delle proprie comunità, che conoscete e che conoscono voi.

Per informazioni e adesioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Altri contatti:
https://www.autonomieeambiente.eu/
https://www.youtube.com/channel/UCPGdjn5giLSANVvnw-yZFow
https://twitter.com/rete_aea
https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/

 

A commento di questo appello pubblico per le elezioni politiche 2023 pubblichiamo una immagine che contiene uno sguardo retrospettivo attraverso quasi mezzo secolo di intese interterritoriali fra decentralisti della Repubblica Italiana:

2022 03 07 Immagini elettorali piccola

Per questa raccolta di simboli, ringraziamo il dott. Gabriele Maestri e le sue ricerche su “I simboli della discordia”, il media manager del Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia, oltre che diversi simpatizzanti e attivisti siciliani, sardi, toscani e valdostani. I simboli sono e restano di proprietà delle organizzazioni politiche che li hanno utilizzati.

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Appunti dalla II sessione della Assemblea Generale 2021

Udine,21 marzo 2021

La II Assemblea Generale haavutocome tema “Ritorno alla Costituzione e agli Statuti -Fermare insieme il centralismo autoritario - Salvare la Repubblica delle Autonomie - Costruire un futuro di autogoverno per tutti dappertutto nella Repubblica Italiana e nell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.”.

Hamoderatoi lavori Roberto Visentin, noto autonomista friulano, in rappresentanza del Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia, la forza territoriale che esercita, con mandato triennale (2020-2023) la presidenza della rete, La segreteria dell’assemblea è stata affidata a Mauro Vaiani (esponente di Comitato Libertà Toscana).

Qui alcune note di rilievo dalla II sessione di ieri 20 marzo 2021, dedicata al nostro impegno nella Repubblica Italiana perché diventi una vera Repubblica delle Autonomie.

Ringraziamenti per i contributi preregistrati ricevuti

Anne Tomasi - II Assemblea Generale Autonomie Ambiente 2021 (in corsu)dirigente EFA che ci ha parlato di temi concreti di autogoverno della Corsica

Contributo del sen. Albert Lanièce per Autonomie e Ambiente II A.G. 2021sulle prospettive di resistenza al centralismo e il ritorno a un cammino comune verso il federalismo

Agostino D'Antonio - Montecopiolo e Sassofeltrio, il referendum tradito– Una testimonianza emblematica sul tradimento della volontà popolare nei territori

Massimo Costa (Univ. di Palermo - mèntore Siciliani Liberi) - Monete fiscali e locali– Un intervento cruciale per una profonda riforma delle finanze locali, dello stato e della Eurozona

Carlo Lottieri (Nuova Costituente) - Intervento alla II Ass. Generale Autonomie e Ambiente– Non siamo soli, facciamo rete per la democrazia e per le autonomie, facendo riferimento anche ad altre esperienze come il Comitato 22 ottobre

Luca Pardi (CNR-ASPO) Contributo sull'emergenza ambientale per la II Assemblea Generale di AeA– Un contributo cruciale per comprendere l’emergenza ambientale

No al deposito unico nucleare - Contributo di Liberu per la II Assemblea AeA - Giulia Lai (Liberu)– Un unico deposito delle scorie nucleari sarebbe una mostruosità, men che meno in Sardegna

https://www.autonomieeambiente.eu/news/38-emergenza-legge-elettorale (Coordinamento Difesa Costituzione)

https://www.autonomieeambiente.eu/news/37-sostiene-giuseppe-remuzzi (Scambio di idee con il prof. Giuseppe Remuzzi sulla necessità di cure domiciliari e precoci)

Interventi degli ospiti e dei delegati

Guido Grimod (https://www.unionvaldotaine.org/) - Riprendiamo l’utopia che fu lanciata da Bruno Salvadori – Uniamoci contro il centralismo, per l’autogoverno responsabile dei nostri territori

Pier Franco Devias (https://www.liberu.org/ ) - In dialogo da tempo con Autonomie e Ambiente, per fare insieme un cammino di resistenza al centralismo e di decentramento dello stato italiano – Un passaggio necessario prima che un territorio come quello sardo, spopolato e impoverito dal colonialismo interno, possa perseguire il suo pieno autogoverno

Igor Gabrovec (https://slovenskaskupnost.org/ ) - Questo progetto politico è concreto, incontra nuovo interesse e nuove adesioni, per l’attuazione, intanto, delle autonomie come sono già previste dalla Costituzione e dagli Statuti

Moira Traversi (https://www.comitatolibertatoscana.eu/ ) - Impegno per l’autogoverno della Toscana e di tutti i territori – Centralità del ricostruire una sanità di prossimità, vicina a ciascuna persona – Verso autonomie più responsabili nei confronti del loro territorio e dell’ecosistema

Chantal Certan (presidente emerito di AeA, esponente della forza storica ALPE http://www.alpevda.eu/ ) - Grande soddisfazione nel vedere il ritorno in rete di forze storiche come la Union Valdôtaine – Impegno per la scuola, la cultura, l’ambiente, verso una primavera delle autonomie

Alfredo Gatta (http://www.prolombardia.eu/ ) - Una riflessione critica e autocritica su cosa è stato essere “indipendentista” in un territorio ampio, complesso e plurale come la Lombardia – Uscire dal centralismo italiano per un nuovo centralismo milanese? Evidentemente no – Criticare l’Italia per sposare un certo “nordismo”? Neanche – Noi siamo per l’autogoverno dei nostri territori in una vera Europa dei popoli

Emiliano Racca (https://www.facebook.com/liberielettori/ ) - Democrazia diretta e autogoverno nei territori, un progetto che nessuno finora ha mai coltivato – Non è più il tempo dei ragli antipolitici o del rancore – E’ tempo di impegnarsi, comune per comune, territorio per territorio

Gianluca Castriaciano (https://www.sicilianiliberi.org/ ) - Intanto dobbiamo ripristinare l’autonomia speciale della Sicilia, sulla carta la più avanzata – Tornare ad autogovernarci, trattenendo sul nostro territorio risorse e competenze, per ricostruire l’economia locale e porre rimedio alla devastazione del nostro ambiente e del nostro patrimonio culturale nazionale siciliano – In prospettiva, come la sorella Sardegna, la Sicilia punta al proprio pieno autogoverno

Federico Simeoni (https://www.facebook.com/patriefurlane/) - Un appello contro il centralismo italiano ma anche europeo – Facciamo rete per avere rappresentanza nelle istituzioni della Repubblicacon una legge elettorale che dia effettiva rappresentanza ai territori– Resistenza contro l’autoritarismo e il pensiero unico –Si tenta di mettere a tacere ogni opinione divergente e noi siamo tutti portatori di un pensiero non conformista

Fabrizio “Caveja” Barnabè (https://www.regioneromagna.org/ ) -Il potere centrale impedisce ai territori di essere quello che ritengono giusto, per esempio romagnoli, come i comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio; situazione emblematica di come è ridotta la Repubblica – Trent’anni di storia del MAR sono valorizzati dall’essere in questa rete che ci proietta verso il futuro – Autonomie e Ambiente ha demolito lo stereotipo odioso che rappresenta coloro che vogliono più autogoverno come “campanilisti” folkloristici – Ogni territorio lotta, a proprio modo, per la propria piccola o grande realtà, in una nuova prospettiva culturale – Noi lottiamo per la regione Romagna, che è poi il nostro contributo per battere il centralismo autoritario

Roberto Agirmo(https://www.facebook.com/Patto-per-lAutonomia-Veneto-369995733158468/ -Autonomie e Ambiente, vista dal Veneto, deve essere una rete di forze territoriali capaci di imporre la svolta nella Repubblica, verso il decentralismo – L’ Italia è un insieme di grandi diversità, che si è cercato di annacquare ma che non si è riusciti a livellare – Anche le nostre forze sorelle sono diverse, ma basta con il Divide Et Impera – Insieme possiamo cambiare la Repubblica,con solidarietà, e un domani costruire l’autogoverno, ciascuno il nostro

Ordine del giorno di solidarietà con Montecopiolo e Sassofeltrio

https://www.autonomieeambiente.eu/news/41-sostegno-alla-causa-di-montecopiolo-e-sassofeltrio

Promemoria: temi di Autonomie e Ambiente nel primo anno

Come abbiamo costruito con umiltà un minimo comun denominatore, o come dicono gli amici meridionalisti, una risultante, dopo essersi spogliati di ciò che ci impedirebbe di svolgere una azione comune per un decennio di ricostruzione della Repubblica delle Autonomie e dell’idea di Europa delle Regioni, senza le quali, peraltro, le nostre ambizioni di autogoverno per tutti dappertutto sarebbero vane.

https://www.autonomieeambiente.eu/news/24-una-legge-elettorale-piu-giusta-per-tutti

https://www.autonomieeambiente.eu/news/21-unire-le-forze-territoriali-qui-e-ora

https://www.autonomieeambiente.eu/news/13-questioni-urgenti-di-democrazia-nel-dopocoronavirus

https://www.autonomieeambiente.eu/news/11-autonomie-e-ambiente-chiede-che-regioni-e-territori-possano-ripartire-in-autonomia

https://www.autonomieeambiente.eu/news/8-perche-le-persone-e-i-territori-vivano-durante-e-dopo-l-emergenza-coronavirus

Conclusioni di Roberto Visentin

Senza pretendere di poter sintetizzare tutto, la presidenza si metterà al lavoro su alcuni temi concreti. La rete è nata dal basso, non c’era nulla di pronto. Stiamo costruendo un minimo comun denominatore, insieme. Segnaliamo tre aree di lavoro.

1) Fare una scelta netta sulla sanità: siamo per la sanità pubblica, universale, gestita nella massima sussidiarietà, autogestita al livello più basso possibile.

2) Gestione delle risorse naturali: basta con la rapina dell’ambiente e dei territori; non siamo colonie; ciò che ha valore deve produrre valore per i territori e solidarietà per tutti.

3) Emergenza democratica nelle istituzioni e nelle leggi elettorali: attualmente c’è un verticismo insopportabile; i territori e i cittadini non contano letteralmente più nulla.

Ci sono ovviamente molti altri temi che potremo sviluppare insieme, ma partiremo da questi tre: sanità; risorse locali; riforme elettorali.

Non siamo qua per fondere o per fondare nulla. Ciascuno resta se stesso. Ciascuno resti se stesso. Così saremo più forti per affrontare insieme le battaglie comuni.

Ringraziamenti

Le nostre famiglie, che ci supportano e ci sopportano nel nostro impegno politico, Massimo Marchetto (media manager Patto A. F-VG), Erika Adami (ufficio stampa Patto A. F-VG), Genny Perron (https://www.lepeuplevaldotain.it/), Alessandro Rampani (Radio Onyx), Renzo Giannini (videomaker di Prato in Toscana), lo studioso di dinamiche elettorali Gabriele Maestri (https://www.isimbolidelladiscordia.it/), Sergi Esteve e ovviamente tutta la segreteria EFA, la segreteria della Union Valdôtaine, la segreteria del Gruppo consiliare del Patto A. F-VG in regione F-VG, tutta la stampa, gli attivisti che ci seguono sulle reti sociali, gli attivisti di tanti movimenti territoriali che hanno mostrato interesse per noi e con cui ancora dobbiamo conoscerci e avviare un dialogo, gli appassionati di politica, tutti gli ascoltatori.

La II Assemblea Generale è chiusa. I delegati permanenti del collegio di presidenza saranno riconvocati sia attraverso il vecchio collegamento Whatsapp che attraverso il nuovo strumento Telegram, per concretizzare i prossimi passi politici e organizzativi.

Grazie di cuore e una gioiosa Pasqua a tutti.

Promemoria finale

Si ricorda che tutti i materiali preparatori e l’intera registrazione della sessione sono disponibili sui canali sociali della sorellanza, raggiungibili attraverso il sito ufficiale di Autonomie e Ambiente.

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Attenti alla dittatura dei "buoni"

Udine,16 luglio2021

Diritto di voto per i diciottenni anche al Senato

Attenti ai “buoni”

Un messaggio della Presidenza collegiale di Autonomie e Ambiente

La recente legge costituzionale che ha abbassato a 18 anni l’età per il voto al Senato, attesa da tempo per aumentare la partecipazione dei giovani alla vita politica democratica, era una di quelle cose da “buoni” a cui era difficile dire di no.

Eppure, in una repubblica grande e complessa come quella italiana, è necessario domandarsi se questo ritocco della Costituzione non rischi di aggiungere argomenti a favore di coloro che dicono che il Senato è un doppione della Camera, ora che hanno la stessa base elettorale. Quello che ci viene presentato come un ampliamento dei diritti democratici, potrebbe rivelarsi un ben mascherato ma non meno pericoloso disegno centralista e autoritario.

Il governo ha accentrato sempre più poteri. Sempre più spesso il Parlamento è costretto alla mera ratifica dei suoi decreti. Con la riduzione del numero dei parlamentari si è drasticamente ridotta la rappresentanza dei territori e delle diversità politiche, sociali e culturali. Gli elettori non hanno da decenni la possibilità di scegliere le persone, ma solo sigle, cartelli e “leader” soli al comando. Con la legge elettorale si vorrebbe forzare, per uno schieramento che prevalesse sugli altri, una attribuzione artificiosa dei seggi che gli assicuri una maggioranza in entrambe le camere. Questa è una deriva, nonuna manutenzione delle istituzioni.

Continuando così si arriverà presto a dire che il Senato è un doppione della Camera, quindi lo si potrebbe anche abolire. Eliminato il Senato eletto su base regionale, il passo successivo potrebbe essere la messa in discussione delle regioni e della stessa Repubblica delle Autonomie.

Incidentalmente, dopo anni di qualunquismo e di “uno vale uno”, ora ci troviamo in un tempo di rivalutazione della competenza, che però non è affatto, si badi, una fase di allargamento della partecipazione e rafforzamento della democrazia, tanto meno delle autonomie territoriali e sociali. Una opinione pubblica, impaurita e impoverita, stanca di improvvisazione e incapacità, viene spinta ad affidarsi all’ennesimo “salvatore della patria”.

Il conformismo dei media, i monopoli tecnologici e farmaceutici, la gestione centralista della crisi pandemica, la pretesa di gestione tecnocratica del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) devono destare preoccupazione, perché le decisioni sono prese da elite sempre più ristrette.

Restiamo vigili, perché troppi “buoni” sono subalterni all’idea che l’uomo solo al comando sia “progresso” per questa Repubblica (e magari un giorno persino per l’intera Unione Europa).

Contro la minaccia del centralismo autoritario dobbiamo continuare la nostra lotta per l’autogovernodei territori. Nell’attuale Repubblica delle Autonomie non dobbiamo solo difenderci, ma passare all’attacco, anche con il rilancio dell’ideale di un Senato delle Regioni, come ampia e potentecamera rappresentativa delle diversità territoriali di questo stato.

 

Per approfondimenti e contatti:

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(Fonte della foto: https://www.senato.it/)

Autonomia differenziata, specchietto per allodole

Autore: Gruppo di studio interterritoriale Forum 2043 - 4 febbraio 2023

Udine – Firenze - Palermo, 4 febbraio 2023

Autonomia differenziata, vent’anni dopo:
uno specchietto per ingannare, inaridire e disperdere
gli autonomisti nell’Italia di oggi

Le forze civiche, ambientaliste, autonomiste e territorialiste di Autonomia e Ambiente e che partecipano agli studi del Forum 2043 non si fanno attrarre da quello che consideriamo, oggi, un grande specchietto per le allodole, la c.d. “autonomia differenziata”.

E’ impossibile credere che una classe politica che da vent’anni non conclude nulla in materia di autonomia, proprio ora che sono al potere figure apertamente centraliste e presidenzialiste, possa fare qualcosa per le autonomie personali personali, sociali, territoriali, che essa non ha mai compreso né rispettato.

I nostri attivisti, eletti, intellettuali devono aiutarsi vicendevolmente a restare fuori dalla babele di assurdità (politicamente parlando veri e propri inganni), che vengono profuse sui media, sulle reti sociali e, purtroppo, anche nelle aule parlamentari (piene di nominati dai vertici dei partiti centralisti, che non si sa in cosa credono, ma che proprio per questo paiono capaci di tutto).

L’approvazione “preliminare” del disegno di legge Calderoli è una operazione propagandistica e anche di bassa qualità. Gli attivisti per l’autogoverno di Veneto, Lombardia, Emilia (collegati nella rete “22 ottobre” da ormai più di cinque anni, cioè dal giorno dei referendum veneto e lombardo del 22 ottobre 2017), come ha detto e scritto Paolo Franco, si sentono giustamente presi in giro.

Alcuni spunti per una riflessione critica:

1) la riforma costituzionale del 2001 del Titolo V fu fatta in fretta (dal Centrosinistra), è piena di difetti, è di difficilissima applicazione, ma fu approvata dal referendum popolare del 7 ottobre 2001, perché c’era allora – e crediamo ci sia ancora, in verità – un grande consenso popolare trasversale attorno all’idea che gli enti locali e le regioni abbiano più risorse e più poteri, per il bene delle rispettive comunità locali. Questo consenso popolare verso il grande ideale di una “Repubblica delle Autonomie”, all’interno di una grande confederazione europea, lo dobbiamo proteggere dalle forze centraliste che oggi governano e in particolare da certi loro leader privi di competenza e credibilità.

2) Il mondo, l’Europa e l’Italia sono molto cambiati in questi vent’anni. Sono cresciute sull’onda della digitalizzazione nuove grandi multinazionali globali. La produzione legislativa europea ha continuato a crescere a dismisura, investendo ogni materia. Il governo centrale italiano, con la scusa dell’austerità, delle varie emergenze, dell’Europa e della globalizzazione, ha represso le autonomie personali, sociali e territoriali. La metastasi delle norme e l’ipertrofia delle autorità centraliste soffoca sempre di più persone, imprese, famiglie, comunità locali, senza peraltro assicurare giustizia, sicurezza, spesso nemmeno protezione. Questa deriva centralista e autoritaria non ci spaventa, siamo qui per contrastarla, rinnovando la nostra adesione alla Carta di Chivasso del 19 dicembre 1943, ma di certo non ci illudiamo di poter lottare per riforme autonomiste come avremmo fatto non diciamo un ventennio, ma nemmeno un lustro fa. Occorrono molta più preparazione, molto più coraggio e soprattutto molta più umiltà, per cambiare veramente le cose per il bene dei nostri territori.

3) Come scrive con lucidità la nostra forza politica sorella Siciliani Liberi, discutere di nuove forme di autonomia implica innanzitutto il rispetto di tutte le autonomie esistenti (a partire da quelle delle cinque regioni a statuto speciale e poi tutte le altre). Implica l’attuazione piena degli Statuti in vigore e dell’art. 119 della Costituzione, che prevede, fra le altre cose, una perequazione fiscale a sostegno dei territori che sono stati impoveriti e spopolati dal colonialismo interno. Perequazione che è concetto sconosciuto non agli autonomisti, ma ai centralisti, a quelli che sono stati al potere ininterrottamente negli ultimi vent’anni (in veste di sinistra, tecnici, centro, movimentisti, populisti e destra).

4) La grande sfida politica che ci aspetta nei prossimi anni, non solo in Italia ma in Europa e nel mondo, è la territorializzazione delle imposte, a cominciare da quelle sul consumo. Si sta (quanto lentamente!) comprendendo che le multinazionali devono pagare tasse dove abitano i loro consumatori, non dove sono le loro sedi legali e fiscali. Allo stesso modo, anzi a maggior ragione, se un pugliese compra un prodotto piemontese, le imposte su questo consumo devono restare in Puglia! E’ incredibile come siano ancora così pochi, anche nel mondo autonomista, ad aver compreso questa la necessità di questo cruciale cambiamento.

5) E’ doveroso suonare la sveglia a tanti improvvisati “meridionalisti”, avvocati del Mezzogiorno, tardivi epigoni di “equità territoriale”, sé dicenti “difensori dell’uguaglianza dei cittadini”, aspiranti “sindaci d’Italia”. Si agitano come cassandre contro l’autonomia differenziata, vista come un cavallo di Troia per la “secessione dei ricchi”, la “fine dell’Italia”, la “rovina del Sud” e altre catastrofi, senza accorgersi di essere funzionali al centralismo autoritario (fuori dai denti: sono veri utili idioti del nazionalismo centralista al potere). Purtroppo per loro e per tutti noi, i disastri che essi paventano, sono mali che infuriano già da decenni e ancora oggi, nell’Italia centralista che essi difendono con una testardaggine degna di miglior causa. E’ il centralismo che distrugge e spopola i territori, a vantaggio di poche privilegiate capitali politiche ed economiche, se ne facciano una ragione. Le autonomie, al contrario, hanno fatto e farebbero ancora fiorire e arricchire i territori.

6) La promessa contenuta nella Costituzione (art. 116, terzo comma) di ulteriori forme di autonomia (su 23 materie elencate all'art. 117, vedi nota in calce) è minata da una ambiguità di fondo (sin dai tempi delle bozze Gentiloni, sia chiaro): essa instaura una autonomia graziosamente concessa dallo stato centrale a un territorio (o a due, o a tre, ovviamente in modo differenziato per ciascuno di essi). Queste autonomie asimmetriche ed eterogenee sarebbero intrinsecamente fragili e sempre sottoposte a una continua ed estenuante trattativa con lo stato centralista, come ben spiegato negli interventi della forza sorella OraToscana.

7) Infine – in cauda venenum - anche se (nel mondo dei sogni dei leghisti e dei “nordisti”) le ulteriori forme di autonomia previste dal Titolo V venissero un bel giorno concesse, esse potranno comunque essere sempre ritirate (sicuramente dopo dieci anni, c’è scritto nella furbastra bozza Calderoli). In barba al sacrosanto principio su cui l’Italia fu ricostruita dopo la tragedia della Seconda guerra e la barbarie nazifascista: lo stato non concede, ma riconosce le autonomie personali, sociali, territoriali. Ci sarebbe da chiedere, a coloro che sono andati al potere con le elezioni precipitate del 25 settembre 2022, se aderiscono davvero ai principi della Carta costituzionale...

L’autonomia differenziata è, politicamente parlando, un treno perso. Senza una svolta davvero autonomista, essa finirebbe per essere uno strumento divide et impera, dove il potere centrale manterrebbe sempre il coltello dalla parte del manico. I capi centralisti e nazionalisti si trovano certo a loro agio in questo imbroglio, ma i civici e i localisti che lottano in tutto il paese per il bene delle loro comunità ed economie locali, i decentralisti e i federalisti, gli autonomisti sparsi in tutte le province, invece, devono essere inquieti.

Si scuotano, prima di finire scuoiati.

 

Dal gruppo di studio interterritoriale del Forum 2043

 

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Nota sulle 23 materie che possono essere oggetto di “ulteriori forme di autonomia”, la c.d. “autonomia differenziata”:

L'art. 116 terzo comma della Costituzione italiana stabilisce che: "Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119".

Elenco delle materie ex art. 117 terzo comma:

01) rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni;

02) commercio con l'estero;

03) tutela e sicurezza del lavoro;

04) istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;

05) professioni;

06) ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi;

07) tutela della salute;

08) alimentazione;

09) ordinamento sportivo;

10) protezione civile;

11) governo del territorio;

12) porti e aeroporti civili;

13) grandi reti di trasporto e di navigazione;

14) ordinamento della comunicazione;

15) produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia;

16) previdenza complementare e integrativa;

17) coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;

18) valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali;

19) casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale;

20) enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale

Le tre ulteriori materie ex art. 117 secondo comma:

l) l'organizzazione della giustizia di pace

n) norme generali sull'istruzione

s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali

Si veda, per un approfondimento: https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1104705.pdf

 

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Per l’immagine di corredo di questo post siamo debitori del sito “Oltre il Ponte”:

https://www.oltreilponte.org/societa/7496/

 

Autonomie non giravolte

Grazie a una meritoria iniziativa dei RossoMori, in particolare della segretaria Lucia Chessa (nella foto insieme a Silvia Fancello), si è tenuto oggi, venerdì 3 marzo 2023, a Nuoro un convengo sulla cosiddetta "autonomia differenziata". Per coloro che credono nell'autogoverno dei territori, è stata una occasione positiva. Uno degli interventi più brillanti è stato quello sull'autogoverno dell'energia, del territorio, dell'ambiente, dell'ing. Fernando Codonesu. Una tema, l'autosufficienza energetica con le rinnovabili, che è una opportunità per tutti i territori e per le generazioni future, purtroppo messa in pericolo dal combinato disposto di eccessi tecnocratici europei, discutibili sentenze della Corte costituzionale, oltre che dal solito irredimibile centralismo italiano.

Preoccupante è stato, invece, sentire accenneare, quasi con una punta di dispiacere, che la presidente Meloni non sia abbastanza forte per fermare le iniziative dei salvinisti. Ora, sia chiaro, come dettagliatamente sostenuto dal Forum 2043, le iniziative in materia di autonomia differenziata sono cialtronesche, forse anche pericolose, soprattutto strumentali e senza futuro, ma attenzione a schierarsi con i centralisti, che intanto ci preparano la deriva del presidenzialismo.

La cosa più triste di tutte, poi, è stato assistere alle tradizionali giravolte, il peggio del peggio della politica di oggi, non solo in Sardegna. Si avvicinano le elezioni? Tutti diventano disposti a parlare di "autonomie". Una folla di amministratori locali, di ogni schieramento, si apprestano a mostrarsi disponibili a riprendere il mano di una delle autonomie più tradite della nostra Repubblica, quella della Sardegna.

Per noi era presente Silvia "Lidia" Fancello, osservatrice EFA e rappresentante AeA in Sardegna. Più sotto i punti essenziali del suo intervento.

2023 03 03 In Sardegna No autonomia e non solo differenziata purtroppo

L'intervento di Silvia "Lidia" Fancello

AUTONOMIE DIFFERENZIATE: in equilibrio fra la follia e la costituzione inattuata

Buongiorno a tutti e tutte. Sono Silvia Lidia Fancello e sono qui in doppia veste: come osservatrice EFA e come rappresentante di Autonomie e Ambiente. L’EFA ovvero European Free Alliance, cioè Alleanza Libera Europea, ALE.

EFA ha sede a Bruxelles, è rappresentata nel parlamento europeo e coordina i partiti che rappresentano i cosiddetti “popoli senza stato”. In EFA sono presenti oltre quaranta partiti provenienti dai più svariati territori europei. Fra i più noti i baschi di Eusko Alkartasuna, gli scozzesi dello lo Scottish National Party, i catalani diEsquerra Republicana, l’Union Valdotain, i friulani con il Patto per l’Autonomia, i corsi di Femu a Corsica, i fiamminghi, i frisoni e tante altre realtà territoriali. EFA dunque è naturalmente vocata a promuovere e difendere il diritto all’autodeterminazione e dunque di tutte le autonomie.

La seconda veste, direttamente collegata ad EFA è quella di rappresentante diAutonomie e Ambiente, il coordinamento di partiti territoriali e movimenti civici e ambientalisti, impegnati per il più ampio autogoverno dei loro territori,eattivi nello stato italiano. Inutile spiegare che Autonomie e Ambiente, con l’aiuto di EFA, aspira a una Repubblica delle Autonomie.Siamo per la sussidiarietà che è anche solidarietà fra territori, per autonomie responsabili, perché ogni territorio trovi le sue modalità di difendere l’ambiente e la salute. Siamo contro ogni centralismo e quindi in prima lineacontro ogni forma dipresidenzialismo.

Noi siamo convinti che le Autonomie differenziate, così come proposte dagli attuali ciarlatani al potere, siano impraticabili e sbagliate. Si tratta in sostanza di una “boutade” elettorale volta a fare rientrare nel recinto della Lega quei movimenti localisti che in essa non si riconoscono o che se ne sono distaccati.

Condividiamo alcune analisi fatte da costituzionalisti come il prof. Villone, almeno per ciò che riguarda le negative conseguenze delle Autonomie differenziate, tuttavia restiamodistanti dallaretorica dell’attentato alla cosiddetta “unità” dello stato. Agitare lo spauracchio di un’Italia frantumata in tante “repubblichette”, questa è la parola spesso usata, non è ciò che NOI veri autonomisti condividiamo, perché ha un sottofondo dispregiativo che schiaccia ogni anelito alla diversità dei territori che compongono la Repubblica italiana e la negano di fatto. In un’altra sede accetteremmo la sfida di spiegarvi perché dietro il velo della retorica dell’unità italiana, si nascondono vergogne e ingiustizie. Di certonon parteciperemo a iniziative volte a perpetuare il tragicocentralismo italiano. Ne’ ci metteremo affianco a coloro che con la lancia in resta difendonola Costituzione, la quale per noi non è “la più bella del mondo”, ma piuttosto la piùinattuata.

L’autonomia differenziata del DDL Calderoli è ingarbugliata? Lo è. È un pasticcio? Lo è. È pericolosa? Si, lo è,

Tuttavia èbene che in questo paese si continui alottare per attuare seriamente leAutonomie che invece sono state tradite a partire dalla nostra in Sardegna, senza inutili levate di scudi, senza retorica e senza pregiudizi, ma piuttosto in un sereno e civile confronto con chi aspira ad un sacrosanto diritto all’autodeterminazione.

Concludiamo con un pensiero di Alcide De Gasperi (che essendo vissuto nell’impero asburgico l’autonomia sapeva cos’era e difese quella della sua terra trentina, almeno quella): “il successo finale non mancherà di premiare chi avrà avuto il coraggio dell'utopia...”.

E se il pieno autogoverno di tutti i territori dello stato italiano per qualcuno è un pericolo, per noi è speranza

A Innantis e Fortza paris

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Nella foto sotto Silvia Fancello insieme a Danilo Lampis (Sardegna chiama Sardegna) al convegno dei RossoMori.

2023 03 03 Fancello Lampis

 

 

 

 

Contro la deriva presidenzialista

Nota della presidenza di Autonomie e Ambiente
contro il presidenzialismo in ogni versione
Udine, 12 agosto 2022

 

1. Autonomie e Ambiente (AeA), come sorellanza di forze civiche, ambientaliste, autonomiste, decentraliste e territorialiste, pur non partecipando ancora e in quanto tale alle elezioni politiche generali, ha già ottenuto un risultato politico di grande rilievo: abbiamo contribuito a un dibattito pubblico in cui ciascuna forza politica che si candida alle elezioni del 25 settembre 2022 è costretta a essere esplicita riguardo alla deriva del presidenzialismo, una forma di governo che noi combatteremo sempre, a ogni costo e in ogni modo.

2. La nostra Costituzione e gli Statuti delle regioni contengono già in nuce le condizioni necessarie per fare dello stato italiano, qui e ora, in questa generazione, una autentica Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, che resista nel tempo alla pericolosa deriva della verticalizzazione del potere.

3. Non occorre essere autonomisti per essere contrari al presidenzialismo, ma si eviti di rendersi ridicoli raccontando alle comunità locali e ai territori che sarebbe possibile coniugare presidenzialismo e nuove forme di autonomia locale.

4. Non vogliamo un capo eletto direttamente in una competizione che sarebbe inevitabilmente gestita da grandi concentrazioni di potere finanziario e mediatico, come già purtroppo accade in molti luoghi del mondo, pur retti da ordinamenti formalmente democratici, ma in cui la fiducia tra governanti e governati è in una crisi storica di cui non si intravede la fine.

5. Lo stato italiano è già percorso da storiche pulsioni centraliste e autoritarie: un “sindaco d’Italia” ne diventerebbe inevitabilmente l’ennesimo e pericoloso podestà.

6. Non abbiamo bisogno di un presidente eletto direttamente, né in Italia, né in Europa, semplicemente perché la nostra Repubblica e tanto più il nostro continente sono troppo diversificati e complessi per essere gestiti da un potere concentrato in poche mani.

7. Vogliamo, al contrario, ripristinare regole minime di partecipazione dal basso alla vita politica, una informazione più plurale e più critica, restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri leader locali, vedere le assemblee elettive rafforzate a scapito dei governi.

A cura della presidenza di Autonomie e Ambiente - AeA

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Cristina Machet nuova presidente della UV

Cristina Machet è la nuova presidente della Union Valdôtaine (UV). E' stata eletta sabato 5 giugno 2021 dalla conferenza dei presidenti delle sezioni del Mouvement riunita a Pont-Saint-Martin insieme al Conseil fédéral. Piero Prola è il nuovo vicepresidente, Federico Perrin il tesoriere. Machet succede a David Follien, che a sua volta era reggente dall'autunno scorso, in sostituzione di Erik Lavévaz, nel frattempo diventato presidente della regione Valle D'Aosta.
La UV è una delle forze autonomiste più antiche nella Repubblica Italiana e nello spazio politico europeo, una forza popolare fedele alle sue radici democratiche e antifasciste.
Il dialogo e la collaborazione tra la Union e la nostra rete di Autonomie e Ambiente (AeA) è sempre più intenso da tempo, grazie all'interessamento e all'impegno di Erik Lavévaz,di Guido Grimode del senatore Albert Lanièce.Grimod è intervenuto alla nostra II Assemblea Generale e Lanièce è stato uno dei quattro oratori cruciali.
Le nostre più sentite congratulazioni, in attesa dei prossimi appuntamenti di lavoro politico con la forza sorella maggiore del federalismo italiano ed europeo.
 
Maggiori informazioni sulla testata storica della Union::
 
Nella foto (fonte Le Peuple Valdotain) a sinistra il presidente vicario uscente, David Follien, e a destra la neopresidente Cristina Machet.

Dibattito sulle autonomie ospitato da Il Nuovo Trentino

Autore: Mauro Vaiani, Claudia Zuncheddu, Ciro Lomonte, Roberto Visentin - 28 febbraio / 3 marzo 2023

Grazie all'impegno personale di Piercesare Moreni e alla lungimiranza del direttore Paolo Mantovan, Il Nuovo Trentino ha pubblicato quattro interventi in quattro giorni nel quadro di un dibattito sul futuro dell'autonomia del Trentino, che è cruciale per il futuro di tutte le autonomie nello stato italiano e forse anche oltre. Per gentile concessione del quotidiano trentino, pubblichiamo qui, in ordine cronologico, i quattro articoli, scritti rispettivamente dal dott. Mauro Vaiani (28 febbraio 2023), dalla dott.ssa Claudia Zuncheddu (1 marzo 2023), dall'arch. Ciro Lomonte (2 marzo 2023) e dal vicepresidente EFA-ALE e presidente Autonomie e Ambiente (AeA) Roberto Visentin (3 marzo 2023). Si avverte che: i testi qui riprodotti sono quelli integrali inviati dagli autori. Sulle pagine de Il Nuovo Trentino potrebbero essere stati soggetti a minimi ritocchi per esigenze d'impaginazione.

1) Martedì 28 febbraio 2023 - Mauro Vaiani (OraToscana, segreteria di Autonomie e Ambiente)

Titolo: Il Trentino non è autonomia "etnica"

INT 2023 02 28 Vaiani 1Testo

Quella della Provincia di Trento è per molti aspetti l’autonomia più avanzata e più ammirata della nostra Repubblica. Dall’esterno – chi scrive è un Toscano che vive e lavora in Toscana – non la vediamo affatto come una autonomia “etnica”, come l’ordinamento originale di un cantone montano, come l’autogoverno di un territorio in qualche modo marginale o periferico, che si sia trovato nella Repubblica Italiana per un accidente della storia e che quindi avrebbe bisogno di un qualche ordinamento speciale.

Al contrario, l’autonomia trentina è comprensibile e quindi ammirata in tutti gli altri territori, perché si è realizzata in una territorio percepito come “italiano” e comunque non periferico, ma al contrario ben inserito nella principali reti economiche e sociali della globalizzazione e dell’integrazione europea.

In ogni altro territorio dove è presente un movimento civico autonomista o anche solo vagamente territorialista, l’autonomia del Trentino è vista come una fonte di ispirazione. Sbagliamo a vedervi così? Non lo crediamo affatto.

E’ stato autolimitante e alla lunga distruttivo, per gli stessi autonomisti del Trentino e di altre realtà alpine, pensare al proprio autogoverno come una necessaria e speciale solidarietà fra gente di montagna.

Nella Provincia di Trento sono affidate alle amministrazioni locali molte responsabilità e la necessità di far funzionare concretamente cose essenziali alla vita quotidiana. Poiché chi governa è molto vicino a chi è governato, nel tempo si sono selezionati pubblici funzionari e un personale politico le cui prestazioni sono molto superiori alla media italiana (e anche a quella di parecchi stati europei).

Sarebbe semplicistico continuare a credere che la buona qualità dell’autogoverno locale a Trento sia una eredità culturale dell’antica solidarietà montanara o di altre, pur preziose, eredità storico-culturali.

E’ stato decisivo, invece, aver trattenuto sul territorio poteri, risorse, competenze. Questo ha significato per il Trentino una accumulazione di capitale sociale in pochi decenni! Una trasformazione moderna, che va ben oltre la rivendicazione di identità e tradizioni.

Le vostre montagne erano povere quanto e forse più di quelle del nostro Appennino, dopo la Seconda guerra mondiale, ma oggi, dopo decenni di autogoverno, la situazione è completamente cambiata.

Il vostro territorio è fra i più benestanti d’Europa, mentre le nostre province appenniniche, che sono state governate da autorità centrali (e spesso centraliste) chiuse nei loro palazzi romani (o milanesi, o, più recentemente, bruxellesi), si sono spopolate, impoverite, degradate. Qua e là magari i nostri territori peninsulari sono stati fatti oggetto di una qualche rinascita artificiale, turistica o connessa con la “signorilizzazione” (“gentrification”, direbbero i più globalizzati), ma il “buon ritiro” in montagna è assolutamente insufficiente a restituire vitalità a comunità locali romagnole, toscane, umbre, marchigiane, abruzzesi, campane, lucane o calabresi, che continuano a declinare.

Non si dovrebbe chiudere l’autonomismo entro il recinto dell’autodifesa di una comunità montanara. Nelle contraddizioni della globalizzazione, tutti i territori, anche le pianure, le coste, le isole, persino le città più grandi e più ricche, hanno bisogno di un maggior autogoverno, che significhi controllo sui propri beni comuni, sui servizi pubblici locali, sulla pubblica istruzione, su un servizio sanitario capillare, sui faticosi ma necessari processi di transizione ambientale, perché ogni territorio resti abitabile e sia consegnato intatto alle generazioni future.

Nel nostro Forum 2043 ci stiamo preparando al centenario della Carta di Chivasso del 1943, perché consideriamo che quelle antiche parole autonomiste e confederaliste scritte da resistenti antifascisti alpini siano più vive e più attuali che mai per tutti e dappertutto.

Come ha scritto Walter Pruner, in suo contributo al nostro Forum 2043, anche a Trento sono arrivate la crisi della partecipazione civile e l’eclissi della diligenza nelle elite, che mettono in pericolo anche l’autonomia italiana di maggior successo.

Gli errori della politica italiana (ed europea) sono tanti e non possono certo essere trattati qui: il declino del pluralismo nei media, ormai in mano a poche centrali globali di conformismo; le vergognose leggi elettorali, che impediscono ai cittadini di scegliere liberamente i loro leader locali; la distruzione dei partiti politici popolari. I contraccolpi negativi sono arrivati a far danni anche in Trentino, lasciando spazio a varie forme di populismo (non solo quello leghista o pentastellato, sia chiaro, ma anche a un certo populismo “dall’alto” in stile renziano), oltre che, più recentemente, a una destra piena di idee centraliste, presidenzialiste, nazionaliste, tutte drammaticamente vecchie e sbagliate.

Il Trentino, ha scritto Walter Pruner al Forum 2043, “all’opzione autonomista ha preferito l’allineamento con Roma, con un voto oltremodo prevedibile e reso incontendibile a causa di un incontinente lassismo politico, in Trentino non meno che nella più generale scena italiana.”.

La fase politica che stiamo vivendo ha bisogno di più autonomie personali, sociali, territoriali, non certo di meno. Ciò che però nessun autonomismo dovrebbe più fare, a nostro parere, è isolarsi.

I nostri ideali hanno grandi padri e madri trentine: la Repubblica delle Autonomie, l’Europa delle regioni, il confederalismo per un mondo emancipato dal colonialismo, dall’autoritarismo, dal militarismo.

Coloro che li condividono devono tornare a fare rete tra di loro, consapevoli e fieri del proprio passato, ma consapevoli che la posta in gioco è altissima e richiede un supplemento d’anima: un futuro più “trentino”, cioè una vita comunitaria a misura di persona umana, non solo per i Trentini, ma per tutti, dappertutto.

 

2) Mercoledì 1 marzo 2023 - Claudia Zuncheddu (Sardigna libera, attivista per la salute e per l'autogoverno della Sardegna)

Titolo: Ondate di populismi e naufragi autonomisti

INT 2023 03 01 Zuncheddu

I processi di globalizzazione in corso, per poter attuare il proprio dominio economico e culturale, necessitano dell’eliminazione di qualsiasi identitàe diversità, di ogni forma di dissenso,di autonomia personale, sociale, territoriale. Tuttavia la storia delle varie comunitànon è così facilmente cancellabile. Ha determinato fenomeni di appartenenza e di condivisione culturale, sociale ed economica, che tutt’ora, nonostante i processi di disgregazione violenta della globalizzazione,persistonodandosostanza, dal locale al globale, a diversità cheintendono organizzarsiin modo differente.

L’esperienza di autonomia del Trentino è per gli autonomisti e per tutti i movimenti identitari che mettono in discussione il centralismo dello Stato italiano, un buon esempio diautogoverno. E’ un’esperienza di emancipazione che va ben oltre le sabbie mobili del localismo in cuiin moltivorrebbero veder scomparire le autonomie.

AllaSardegna, a differenzadelTrentino,è stato impedito peroltre 70 annidi attuare le previsioni delloStatutospeciale. A certificare questo, sin dalla conquista formale dell’Autonomia,sono statel’imposizione di attività militari in 24 mila kmq di territorio sardo (62% della militarizzazione italiana), l’imposizione di una cultura industrialeestranea agli interessi dell’Isola, la creazione di “bolle” turistiche gestite da capitali stranieri, decretando sino a oggi uno status coloniale, con altissimi costi in termini sociali, economici, ambientali e sanitari.

L’ ”antistorico successo di Fratelli d’Italia” è un’anomalia politica che nondeve mettere in discussione l’esperienza autonomista alla base dell’emancipazione del Trentino,né delle speranze di altri territori, come la Sardegna, il cui autogoverno è rimasto incompiuto.

ll fenomeno della perdita di capacità progettualedei partiti, con il confondersi dei valori di destra e di sinistra, nel nome diunapretesa unità nazionaleo della rigidità dei vincoli esterni, ha generato governia cui hanno partecipato tutte le forze politiche, compresa l’antipolitica realtà dei Cinque Stelle,ma che sono risultati troppo simili nel governo dell’esistente.Lo star fuori “formalmente” di Fratelli d’Italia da questi governi e la diffusa sfiducianella possibilità di un miglioramento reale delle condizioni economiche e sociali, hapremiato elettoralmente questa formazione dianticamatrice neofascista,così come prima aveva premiato altre forze.

Queste ondate anti-sistema hanno avuto ripercussioni in tutte le regioni, senza esclusione di quelleautonome, conil connessosvilimento dell’autonomia del personale politico locale, e quindidell’ autogoverno e autodeterminazione delle comunità.

In Sardegna, per esempio, l’onda lunga della Legasalviniana alle elezioni regionali del 2019, ha contribuito alla vittoria del centrodestrainalleanzacon ilPsd’Az.Quest’ultimo però non era più ilpartito storico dell’autonomiasarda, ma una mera appendice del salvinismo.Ilpresidente Solinas,passato dalcentrodestra alla guida del Psd’Az, haincarnatoquestaderiva, imbarcando nel partitole seconde e terze file del centrodestra italiano.Ora lo stesso accadrà, in molti territori, con la parabola crescente di Fratelli d’Italia.

Per lamancataautonomia,la Sardegna è il territorio più spopolato d’Italia, trai più impoveriti e più inquinati(dove siregistra,fra l’altro, la più alta percentuale di rinunce alle cure sanitarie, in primis per ragioni economiche).Nessun territorio, nemmeno il Trentino, è al riparo da un simile declino, venendo a mancare una politica autonoma e autonomista,

In tutti i territori sipuò e sideve resistere,magari conoscendoci e cooperando di più, restando attaccati a una antica enuovaideadiautonomia diffusa e interconnessa in modo solidale,con un respiro europeo e internazionale.

 

3) Giovedì 2 marzo 2023 - Ciro Lomonte (segretario del Movimento Siciliani Liberi)

Titolo: Le Dolomiti viste dall'Etna, il fuoco dell'autogoverno

INT 2023 03 02 Lomonte

Una delle caratteristiche da noi ammirate nei politici autenticamente autonomisti di Trento e di Bolzano è la loro capacità di farsi eleggere al Parlamento Italiano senza essere costretti a farsi rappresentare da partiti centralisti. Quando gli eletti autonomisti vengono sollecitati a dare un supporto al voto di maggioranze traballanti, chiedono in cambio benefici per i rispettivi territori, non per sé stessi. Un comportamento coerente che ha garantito benessere e sviluppo a due comunità da tempo in vetta alle classifiche della qualità della vita.

Ci si potrebbe chiedere come mai i siciliani – non parliamo di Siciliani Liberi, forza politica ancora troppo giovane e troppo debole per essere presente nelle istituzioni – non abbiano mai fatto altrettanto per la propria terra. Eppure sono sempre stati numerosi in Parlamento. Hanno espresso capi di Governo, ministri e ultimamente pure un Presidente della Repubblica, tutti assolutamente ignavi o passivi riguardo alla “questione finanziaria siciliana”. I media nascondono la realtà che la Sicilia è trattata come una colonia interna, a cui vengono sottratti ogni anno 10 miliardi di euro provenienti dalle stesse tasse dei siciliani. E i rappresentanti isolani dei partiti centralisti tacciono.

L’istituzione dell’autonomia speciale siciliana (1946) e la nuova Costituzione repubblicana (1948) non hanno funzionato come l’autonomia trentina, proprio per il rifiuto del governo centrale di porre fine alla sottrazione di risorse dall’Isola verso lo stato centrale. Oggi sembra incredibile, ma il Regno di Sicilia (1130-1816) è stato una realtà fiorente e sviluppata per circa settecento anni, uno degli stati più ricchi del mondo, prima di essere soppresso dai Borbone e poi, definitivamente, dal Regno d’Italia. A suo tempo la Sicilia era terra d’immigrazione. L’emigrazione dei siciliani è iniziata dopo il 1860 (come pure altri gravi guasti, come la mafia, fenomeno studiato a fondo da alcuni storici quali Francesco Benigno).

L’attuale assetto statuale è sorretto da forze poderose: i vincoli internazionali (militari, non solo politici); i rapporti economici di dipendenza; le strutture statali che sono ancora centraliste e prefettizie; il monopolio dell’educazione e dell’informazione. Non sono mancate neppure brutalità e violenza, perché i siciliani si sono ribellati, in alcuni momenti storici, ma sono stati repressi.

Il fuoco dell’aspirazione all’autogoverno non è certo spento, come non è mai spento il nostro vulcano che domina la Piana di Catania. È lì, cova ininterrottamente e prima o poi avrà porrà fine alle conseguenze negative del colonialismo interno.

Tutti i territori aspirano a maggior autogoverno e tuttavia servono metodo, astuzia, costanza, perché il centralismo è forte.

Le richieste di maggiore autonomia, la cosiddetta “autonomia differenziata” chiesta da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, sono anch’esse minate da una grave incomprensione di come concretamente si costruiscano processi di autogoverno. Le tasse sul fatturato di un’azienda che ha sede fiscale a Milano, per esempio, non sono “lombarde”. Esse dovrebbero restare nei territori dove si producono beni e manufatti. Senza principi seri di territorializzazione delle imposte, le aspirazioni di queste grandi regioni saranno (giustamente) liquidate come “secessione dei ricchi” e quei territori resteranno ostaggio del centralismo italiano.

Le autonomie a cui guardiamo con ammirazione, per ciò che hanno realizzato con grande sacrificio e sagacia, quella di Trento come anche quella di Bolzano, non si sentano al sicuro. Il centralismo è pronto a riprendersi ciò che è stato costretto a lasciarvi gestire con le vostre forze e secondo la vostra volontà (da accordi internazionali, non da buoni sentimenti filo-autonomisti, che erano e sono ancora minoritari nella politica italiana).

Trento e Bolzano non si lascino omologare, conservino le loro solide politiche locali (ammirevoli, per inciso, quelle che sono in essere per la famiglia e la natalità, la sanità e la vecchiaia, l’agricoltura e la cultura). Restino d’esempio, in un mondo che tende a sopprimere le identità territoriali in nome di una globalizzazione massificante e disumanizzante. Per noi è necessario promuovere forme di collaborazione più intense fra i politici di Trento e di Bolzano ed i nostri – intendiamo quelli sinceramente impegnati nello sviluppo dei rispettivi territori – all’interno di contesti come la rete “Autonomie e Ambiente”.

4) Venerdì 3 marzo 2023 - Roberto Visentin (vicepresidente ALE-EFA, presidente di Autonomie e Ambiente in rappresentanza del Patto per le Autonomie Friuli-Venezia Giulia)

Titolo: Autonomisti trentini, avete perso la bussola

INT 2023 03 03 Visentin

Non riesco mai a dimenticare che spesso o meglio quasi sempre chi vince le elezioni ed arriva a governare, lo fa grazie a demerito o incapacità degli avversari, più che per meriti propri.

Il successo prima dei “salviniani” e poi di Fratelli d’Italia, persino in Trentino, una delle province di più antica e operosa cultura autonomista, è certamente connesso con una stanchezza e una sfiducia generali, che hanno spinto troppi elettori in tutta la Repubblica e in molte altre parti d’Europa, a smettere di votare o a dare un voto di protesta a forze immature e a leader populisti.

Va tuttavia messo in conto anche agli autonomisti trentini, che evidentemente si sono limitati a gestire, ma hanno smesso di investire nella coesione sociale delle loro comunità locali.

I Sudtirolesi hanno un collante etnico, che per ora attenua i loro problemi, che in Trentino non c’è (e anzi non c’è nella maggior parte dei territori dello stato italiano – compreso il mio Friuli - se non nell’immaginazione di qualche frangia identitaria).

Questi anni di crisi e declino, dovuti alle contraddizioni della globalizzazione, stanno conducendo alla disgregazione delle comunità locali, dei loro legami sociali, del loro sentirsi responsabili del proprio territorio.

I recenti successi di partiti centralisti sono anche responsabilità di autonomisti locali incapaci di comunicare in un mondo che cambia. Si sono persi troppi anni, anche in Trentino, pensando che la propria autonomia speciale fosse il frutto di qualcosa di, appunto, “speciale”: la cultura “montanara”, o le tradizioni dell’ “arco alpino”, o i legami storici con il “popolarismo austro-tedesco”. Fantasie, non politica, che hanno impedito di vedere l’affievolirsi, giorno dopo giorno, della capacità delle comunità locali di garantire inclusione, emancipazione, senso di appartenenza.

Questo obliga tutta la nostra area politica, cioè le persone e i movimenti che, almeno dalla Carta di Chivasso del 1943 in poi, credono nelle autonomie, a studiare e faticare di più; a riflettere criticamente e autocriticamente su perché da quasi venticinque anni (dai tempi del Titolo V del 2001) la Repubblica delle Autonomie è messa sempre più in discussione, invece di avanzare; a mettere in discussione il nostro linguaggio e la nostra postura autonomista. Senza un cambiamento profondo e senza un altrettanto profondo rinnovamento generazionale, si diventa un peso morto, invece che un motore, per la causa autonomista.

Mi sia consentito di essere brutale: si può rimanere al potere anche senza avere un progetto per la propria terra, come è successo al PSDAZ (succede in politica di non sapere più come sistemare le cose che non vanno e allora ci si riduce a sistemare se stessi). Anche altri partiti autonomisti, anche lo storico PATT, sono a rischio di fare la fine del PSDAZ.

Non definirei antistorico il successo di Fratelli d’Italia in Trentino. E’ al contrario la conseguenza dell’abbandono del campo da parte di chi dovrebbe rappresentare i territori, lasciando spazio a esponenti di un centralismo vecchio e fallimentare, che non porterà da nessuna parte.

L’autonomia non è di sinistra o di destra e nessuno può rivendicare il diritto di rappresentarla in esclusiva, ma è inaccettabile che i ciarlatani di “prima gli italiani” e “via le accise dalla benzina”, siano considerati credibili come amministratori di comunità complesse come lo sono tutte le autonomie locali di questa Repubblica, non solo quelle speciali.

La proposta di autonomia differenziata fatta dall’autore del “Porcellum“ andrebbe definita con la stessa parola da lui suggerita – porcata – se fosse una cosa seria, cosa che ovviamente non è. Serve solo a fomentare tensioni e divisioni, a uso e consumo di chi vuole portare lo stato italiano verso il presidenzialismo, cioè una deriva centralista per noi inaccettabile.

Lo scontro c’è e va affrontato a viso aperto, tra chi persegue un progetto centralista e chi invece crede nell’autogoverno dei territori.

In Autonomie e Ambiente stiamo costruendo una rete politica interterritoriale per una nuova generazione civica, ambientalista, territorialista. Siamo e restiamo estranei a ogni nordismo, sudismo, alpinismo, montanarismo. Il nostro progetto, per tutti i territori della Repubblica e d’Europa, è “contro nessuno ma in favore di se stessi”.

 

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I lavori del Forum 2043

Sono partiti i lavori del Forum 2043, l'iniziativa politico-culturale che Autonomie e Ambiente ha deciso di ospitare sul proprio sito, in una sezione apposita. Il progetto si propone di consegnare alle prossime generazioni i valori di una Repubblica delle Autonomie e di una Europa delle regioni, dei popoli e dei territori. Si vorrebbe arrivare a celebrare il centenario della Carta di Chivasso, il 19 dicembre 2043, avendo contribuito a costruire un moderno decentralismo, capace di mobilitare non solo gli storici autonomismi, ma una più vasta rete di movimenti civici, ambientalisti, localisti, impegnati per il buongoverno e l'autogoverno dei propri territori.

Sono già stati pubblicati contributi di intellettuali e attivisti come Gino Giammarino, Piercesare Moreni, Claudia Zuncheddu. Il coordinamento del Forum 2043 è affidato a Mauro Vaiani. Sono attesi contributi, prevalentemente dall'esterno della rete di Autonomie e Ambiente.

L'indice degli approfondimenti è disponibile a questo link: https://www.autonomieeambiente.eu/forum-2043 .

Per seguire il Forum 2043 e per contribuire ai suoi lavori, ci si iscriva al canale Telegram https://t.me/forum2043 .

I podcast di Radio Onyx per Autonomie e Ambiente

Radio Onyx, una emittente svizzera di lingua italiana, intervista esponenti di Autonomie e Ambiente. Sono già disponibili le conversazioni con Mauro Vaiani (rappresentante di Comitato Libertà Toscana nella presidenza collegiale di AeA), Alfonso Nobile (rappresentante di Siciliani Liberi nello stesso organismo che regge AeA), Daniel Baissero (assistente nel Gruppo consiliare regionale del Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia); Fabrizio Barnabè (Movimento per l'Autonomia della Romagna), Emiliano Racca (rappresentante di Liberi Elettori Piemonte nella presidenza AeA), Luca Azzano Cantarutti (Patto Autonomia Veneto), Julijan Čavdek (Slovenska Skupnost). E il viaggio nei diversi territori continua...

Qualche giorno dopo la loro messa in onda, saranno disponibili i podcast, sul canale YouTube di Autonomie e Ambiente.

Radio Onyx si ascolta via internet, grazie alla app TuneIn. Per maggiori informazioni: https://www.facebook.com/onyxradio.

Qui una guida ai podcast già disponibili:

1) Intervista a Mauro Vaiani (rappresentante di Comitato Libertà Toscana nella presidenza collegiale di AeA): cosa è Autonomie e Ambiente; la prospettiva dell'autogoverno di tutti dappertutto; non servono nuovi partiti nazionali, ma una nuova generazione di attivisti locali; nel breve termine AeA lotterà per il ritorno alla Costituzione e agli Statuti come essi sono; in prospettiva ogni territorio dovrà poter seguire il proprio percorso verso l'autogoverno e, insieme, puntiamo a una nuova repubblica ispirata al confederalismo; non ci contenteremo di niente di meno dell'autogoverno di cui godono comuni e cantoni svizzeri - Andata in onda lunedì 18 gennaio 2021.

2) Intervista ad Alfonso Nobile (rappresentante di Siciliani Liberi nella presidenza collegiale di AeA) : cosa vuol dire avere un partito per la Sicilia, Siciliani Liberi; in un mondo di forze politiche verticiste e autoritarie, lideristiche e personalistiche, Siciliani Liberi sta costruendosi come strumento per consentire la partecipazione dei cittadini siciliani al loro autogoverno; lo Statuto speciale della Sicilia è stato tradito, mentre, se attuato, può essere un esempio per tutti i territori - Andata in onda lunedì 25 gennaio 2021.

3) Intervista a Daniel Baissero (assistente del gruppo consiliare regionale del Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia): il Patto, una forza autonomista giovane e innovativa, erede di aspirazioni antiche; impegnata per le comunità locali in una regione crocevia (dove si parlano friulano, italiano, sloveno e tedesco) - andata in onda lunedì 1 febbraio 2021.

4) Intervista a Fabrizio Barnabè (segreteria e coordinamento del Movimento per l'Autonomia della Romagna - MAR); il MAR, una lunga storia di promozione, per via democratica, attraverso un referendum, dell'autonomia della Romagna; in dialogo, con Autonomie e Ambiente, con le forze decentraliste di tutta Italia ed Europa; il caso emblematico del tradimento della volontà popolare di Montecopiolo e Sassofeltrio - in onda lunedì 8 febbraio 2021.

5) Intervista a Emiliano Racca (Liberi Elettori Piemonte); i Liberi Elettori del Piemonte stanno creando una nuova stagione autonomista in Piemonte, dal basso, attraverso la rinascita delle culture e delle lingue locali, entrando nei piccoli comuni per portare innovazione e buongoverno; il movimento sostiene le istanze di autogoverno che hanno radici profonde, basti pensare alla Carta di Chivasso, all'Ossola, alle comunità occitane, ai Walser, alla storia valdese, alle tante lotte per l'emancipazione sociale e la tutela ambientale delle valli alpine, alla rinascita della lingua e della cultura piemontese - in onda lunedì 15 febbraio 2021.

6) Intervista ad Alfredo Gatta (Pro Lombardia Indipendenza); la voce di un movimento storico nella regione più grande e popolosa della Repubblica Italiana, che cerca di coniugare antiche istanze di autogoverno con le nuove urgenze sociali e ambientali; l'impegno a superare gli errori del passato (nordismo miope, gestione verticistica del leghismo) - in onda lunedì 22 febbraio 2021.

7) Intervista a Luca Azzano Cantarutti (Patto Autonomia Veneto): la voce di un movimento nuovo in una regione come il Veneto dove la volontà popolare di autogoverno è massiccia, ma non riesce a trovare uno sbocco politico, attorno a un progetto di autonomia praticabile, dopo trent'anni di inconcludenza leghista e nordista - in onda lunedì 1 marzo 2021.

8) Intervista a Julijan Čavdek (Slovenska Skupnost): la parola a un esponente della minoranza slovena che vive in una trentina di comuni, ai confini tra Friuli e Venezia Giulia con la repubblica di Slovenia - in onda lunedì 8 marzo 2021.

9) In preparazione: intervista a Patrie Furlane.

 

 

 

 

 

 

 

 

Il Patto per l'Autonomia F-VG alla guida di una nuova stagione autonomista

Il Patto per l’Autonomia è stato eletto nel Consiglio direttivo dell'Alleanza Libera Europea (ALE-EFA, European Free Alliance) nella recente assemblea del 13-14 maggio 2022, tenutasi alle Canarie. Il segretario del Patto, Massimo Moretuzzo, lo ha definito «Un passaggio importante che riconosce il nostro impegno per le autonomie e la valorizzazione delle diversità».

2022 05 13 14 Bureau EFA conPatto AeA

L'Alleanza europea è una famiglia politica di movimenti politici territoriali che portano avanti valori localisti, territorialisti, autonomisti, federalisti e confederalisti. Vi partecipano quasi una cinquantina di gruppi politici ed, essendo ALE-EFA confederata con il gruppo Verdi europei, è la quarta forza politica del Parlamento europeo.

Ricordiamo anche che Lorena López de Lacalle è stata rieletta presidente di EFA. L’esponente di Eusko Alkartasuna guiderà il partito nei prossimi tre anni con Jordi Solé (Esquerra Republicana de Catalunya) e Anke Spoorendonk (SSW – Südschleswigscher Wählerverband), rispettivamente segretario generale e tesoriera.

Il nuovo Consiglio direttivo è ora composto da 15 componenti in rappresentanza dei partiti aderenti e a garanzia dell’equilibrio di genere, 2 componenti in più rispetto al precedente Bureau, a dimostrazione che il partito sta crescendo e includendo nuovi membri.

Durante la recente assemblea a Las Palmas de Gran Canaria, ALE-EFA ha accolto il ritorno al suo interno della storica forza autonomista Union Valdôtaine, una riunificazione frutto del fecondo lavoro svolto da Autonomie e Ambiente, sotto la guida organizzativa e politica del Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia.

Qui il comunicato integrale del Patto:

https://www.pattoperlautonomia.eu/tutte-le-notizie/1097-il-patto-per-l-autonomia-entra-nel-consiglio-direttivo-di-efa-ale-european-free-alliance

 

 

Insieme all'Union Valdôtaine

Lo storico impegno della Union Valdôtaine per la Repubblica delle Autonomie e per l'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli,  si è concretizzato con il ritorno dell'antica forza autonomista nella famiglia politica dell'Alleanza Libera Europea (Alliance Libre Européenne - ALE / European Free Alliance - EFA). Una delegazione della Union ha partecipato il 13-14 maggio 2022 all'assemblea generale ALE-EFA convocata alle Canarie. La Union Valdôtaine era stata una delle forze fondatrici dell'organizzazione ALE-EFA, nel 1981. E' un felice ritorno all'interno della comunità di movimenti territoriali impegnati per l'autogoverno di tutti i territori d'Europa e del mondo. Per questa "reunion" ha lavorato Autonomie e Ambiente, sin dai suoi inizi, nel 2019. Questo ritorno al lavoro politico interterritoriale insieme con i più autorevoli e credibili gruppi politici d'Italia e d'Europa, è stato il modo migliore per onorare il 78° anniversario della morte di Emile Chanoux.

Per approfondire, qui il comunicato stampa integrale della Union:

https://www.unionvaldotaine.org/nouvelles.asp?id=1396&cat=4&l=1&n=3456

Per sostenere il lavoro politico della Union, si può devolvere alla storica forza autonomista il due per mille (2 x 1000) nella dichiarazione dei redditi, utilizzando il codice Y27.

2xmille UV Y27 2021

 

 

La più forte Autonomia potrebbe anche autodistruggersi?

Autore: Walter Pruner, autonomista trentino - Trentino, 29 novembre 2022

Una delle più forti e compiute autonomia della Repubblica Italiana potrebbe autodistruggersi?
Walter Pruner, autonomista trentino, in dialogo con gli attivisti e gli intellettuali del Forum 2043

 

Anche nel profondoNordest la temperatura sale, i ghiacciai si ritirano, si ritira pure la Politica: Politica entrata in fase letargica e da qualche tempo mostrante la corda. Ricorda a tutti che non esistono zone franche che per storia, tradizione, cultura, sono impermeabili al livellamento.

Arriva a Trento il vento centralista capitolino, arrivano i segnali di fumo, il fuoco lambisce i confini.

Arriva così un esito elettorale storico anche in Trentino, con il tricolore meloniano issato su una Terra di autonomia, una Terra che all’opzione autonomista ha preferitol’allineamento con Roma,con unvoto oltremodo prevedibile e reso incontendibile acausa di un incontinente lassismo politico, in Trentino non meno che nellapiù generalescena italiana.

La blindatura autonomista allombra dolomitica nulla ha ritenuto di porredi fronte al neo-populismo. Lo stesso che insegue londa della piazza, asseconda tutto nel segno del consenso, imbullona gli ideali riducendoli a merce di scambio in favore della monetizzazione del contingente, dell’ incasso elettorale immediato.

L’Autonomia che prevede il rispetto dei diritti ad ogni latitudine, all’interno di un contesto di autogestione solidale del territorio politico umano, territoriale e ambientale, abdica anche nella regione del Tirolo storico, cede le armi pure in quel Trentino delle peculiaritàe delle diversità.

Quelle diversità che rappresentarono nel tempo vere e proprie opportunità per laboratori di ideee realizzazioni, oggi vengono seppellite all’ombra di un oscurantismo che ha preferito il tatticismo autoreferente alla strategia di lungo corso. E così alla partita, a quella partita della grande scommessa in chiave autonomista, si è preferito l’autocongelamento operativo, attendista, nella speranza di comprendere quale opzione preferire, inseguendo l’interesse per una vittoria che, a prescindere da colore e contenuto, consentisse di staccare comunque ed a ogni prezzo la cedola più appetibile.

La speranza cheradici e ideali fortipotessero fungere da antidoto allappiattimento politico e alla desertificazionevaloriale si sta cosìrivelando illusoria,persinoin Trentino.

Nella Terra che fu di Alcide De Gasperi, nella regione sudtiroleseche è stata luogo diriconciliazione, ricostruzione esperimentazione virtuosa,alle porte dellaMitteleuropa,ci ritroviamooggi privi di una proposta politica originale, dopo esser stati a lungo un modello.

Dove è finito quello storico spirito coraggioso, allora avvolto nellorgoglio di una Terrache era presa a esempio da tanti altri territori? Perché questafiacchezza,questo appiattimento al livello politicoitaliano, senza più capacità propositiva?

Non è solol’esito matematico di questaultimatornata elettorale(le elezioni politiche del 25 settembre 2022) a far riflettere. Sono le motivazioni, solo apparentemente sconosciute, alla base della vittoria del neo-centralismo in una Terra di Autonomia, che allarmano. Solo apparentemente sconosciute perchè di fatto esse erano nellaria,anche se pochiimmaginavanosi sarebbero materializzate in queste proporzioni.

Ora Trentinoe Sudtiroloformano una regione formale edue province autonome,spesso incapaci di relazioni e sinergie.

La provincia autonoma di Bolzanoè asserragliata nella sua specialitàetnica.Può ancora permettersi di ingaggiare uno confronto rude con Roma, a testa alta, sapendo di poter contare sugaranzieinternazionali e contando,all’interno della provincia stessa,degli anticorpi sociali di un blocco popolare alla fine sufficientemente coeso anche se increscente fermento. Una sfida che nella peggiore delle ipotesi, anche in unnon improbabilebraccio di ferrocon un governo centralista estatalista, potrebbe perfino permettersi disfociare in un ulterioredistaccodal Trentino e dalle dinamiche del resto della Repubblica.

Il Trentino di contro in questi anni ha trovato difficoltà, grandi difficoltà,a rappresentare uno scenario se non di pari dignitàcon la vicina Bolzano, almeno di profittevole confronto. E la Terra del Concilio ora di fatto è collocata su un isolottoche si allontana da Bolzano e si avvicina aLombardia e Veneto. Col rischio importante di schiacciamentosu macro-derive economichedidifficile se non impossibile gestione.

Ora dunque si ponela questione “Trentino”, che si avvicina al decisivo appuntamento elettorale dell’ ottobre 2023, il voto amministrativo del prossimo autunno: con esso verrà eletto il Consiglio provinciale di Trento(che assieme al Consiglio provinciale di Bolzano costituisce il Consiglio regionale Trentino-Alto Adige/Südtirol).

Il Consiglio provinciale di Trento, èorgano legislativo con competenze statutarie primarie,speciali e del tutto originali rispetto al quadro ordinamentale delle altre regioni della Repubblica.

Sarà interessante capire quale tipo di atteggiamento verrà assunto da Roma in occasione di questo appuntamento, che la costringerà obtorto collo ad assumere comportamenti politici diapparenteaperturaa temi autonomisti, che sono contro natura rispettoall’ondata di voto nazionalista. Come si potrà governare, da centralisti, una Autonomia specialissima?

Questione “Trentino” dunque, a breve chiamata a una sfida epocale, con la eventualità concreta di un governo a trazione “fiamma tricolore” e una Lega a rimorchio, in un evento unico nei quasi 75 anni di storia autonomista di questa terra.

L’ esito della sfida non è deciso, ma l’onda lungadel conformismo italianoda una parte, la frammentazione del quadrolocaledi contrappeso dall’ altro,segnano oggi il vantaggio dei nazionalisti centralisti italiani.

La platea autonomista, numerosa in terra tridentinaanche se oggi polverizzatain unaconfusadiaspora politica,non mostraancoraun grado diconsapevolezzacapace di suggestionare ed interessare.

Pare, è questo il dato di maggiore preoccupazione che si registra, essere venuto meno unsenso comunitario, la coesione attorno al bene comune delterritorio.Coesione persa, forse, per via diuna scontatezza, di un appagamento, di un’archiviazione della tematica autonomistica, sostanzialmente vista come un dato del passato,che appare irrilevante rispetto alla contingenza e alle problematiche globali che inevitabilmente toccano anche laprovincia e la regione.

Trattandosi di un malessere grave che tocca la centralina stessa della nostra Autonomia, il rientro politico nel solco di una forte priorità autonomistica non è scontato.

Le amiche e gli amici del Forum 2043 ci ricordano, con buoni argomenti, che l’Autonomia non è una possibilità, ma l’unico modo di affrontare le sfide del XXI secolo.

Però superare lapercezione di inutilità dell’Autonomia così comeè stata espressa da una fascia copiosa della popolazione lo scorso 25 settembre2022, richiede uno sforzo gigantesco, l’apertura di un cantiere per una nuova generazione.

Non si riparte da “a cosa” o “a chi” serve l’autonomismo, ma da chi siamo e perché vogliamo affrontare in autonomiapunti strutturali:l’inviolabilità dei diritti fondamentalidelle persone e delle comunità; lagestionelocaledelle risorsee dei beni comuni, restando integrati in una società aperta; lacentralità del tema ambientale,che ha bisogno di forti attori istituzionali, politici, sociali, economici, che perseguano con tenacia – e con urgenza - cambiamenti concreti in ciascun territorio.

Accettando queste sfide, potremmoriportareossigenopolitico all’interno di un’ agenda politica provinciale anemica. Un’agenda politica smarritasi tra le secche autoreferenziali degli ingorghi burocratici e la latitanza di coraggiose visioni di prospettiva, meglio, l’assenza di visioni.

Forsegran parte della popolazione non sentepiùla necessità politica diuna visione a lungo termine, ma questo, per un territorio che giàha godutodei vantaggi di un’ampia,prolungatae ormai consolidataautonomia,sarebbe forse più che un peccato d’ignavia, untradimento nei confronti delle generazioni future, una sorta di lento ma non meno drammaticosuicidiocollettivo.

 Trento, 29 novembre 2022

 Walter Pruner
(autonomista trentino)

 

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La Repubblica non ha bisogno di un podestà

Udine - Firenze - Roma, 27 ottobre 2022

Autonomie e Ambiente è e resterà contraria a ogni forma di presidenzialismo, semipresidenzialismo, elezione diretta del cosiddetto "sindaco" d'Italia.

In uno stato già profondamente centralista e non privo di venature autoritarie come il nostro, qualsiasi elezione diretta di un capo con poteri esecutivi, una persona sola al comando, rappresenterebbe l'inizio della fine della Repubblica delle Autonomie.

Siamo controvento, si dirà, rispetto alla spinta alla verticalizzazione che si registra da decenni in ogni campo della vita pubblica, ma noi siamo cittadini attivi nei territori, che vediamo e tocchiamo con mano ogni giorno i guasti delle spinte alla concentrazione di potere e ricchezze nelle mani di pochi. Non possiamo e non vogliamo ignorare i disastri del centralismo nella vita sociale a ogni livello e in ogni campo.

Non lasceremo il futuro dei nostri territori nelle mani di leader centrali, scelti in grandi competizioni mediatiche, che sono sempre più spettacolari, ma anche sempre più opache rispetto a chi le finanzia e le organizza.

Noi crediamo che gli elettori e gli eletti debbano potersi conoscere profondamente ed essere strettamente connessi, prima e dopo le elezioni, così come insegna la storia delle forme di autogoverno di maggior successo nella storia mondiale: i piccoli stati, le province autonome, le istituzioni confederali con i loro organi collegiali, come quelle della Svizzera.

In troppi, non solo nel nuovo governo Meloni appena formatosi in Italia, che si preannuncia come il più centralista della storia della Repubblica, progettano una qualche forma di elezione diretta di un capo per l'Italia. Qualcuno, in una sorta di sinistra competizione a chi centralizza di più, vagheggia persino l'elezione diretta di un presidente dell'Unione Europea. Di fronte a tanta avventatezza, con pazienza e con fermezza, dobbiamo ricordare che nessuna comunità politica moderna, grande, variegata e plurale, potrà mai essere bengovernata da leader solitari scelti attraverso una selezione mediatica. La storia contemporanea di Stati Uniti, Francia, Turchia, Brasile, Sudafrica, Indonesia, dovrebbe pur insegnare qualcosa.

Molti dei movimenti civici, ambientalisti, localisti e territoriali che fanno riferimento ad Autonomie e Ambiente stanno mettendo in discussione l'elezione diretta dei capi degli esecutivi anche nelle regioni e nelle città grandi e medie, perché si moltiplicano anche nei nostri territori i casi in cui sindaci e governatori sono ormai imposti dai poteri forti e dai media, più che essere eletti da una selezione democratica dal basso.

In questa XIX legislatura sono purtroppo presenti pochissimi parlamentari autonomisti e indipendenti, a causa dell'orrenda e incostituzionale legge elettorale nota come "Rosatellum", ma nei territori sono presenti molte realtà civiche, ambientaliste, autonomiste, territorialiste che condividono i nostri ideali: la Repubblica delle Autonomie e l'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.

Di fronte alla deriva presidenzialista non siamo impreparati e non ci troveranno divisi, inariditi e dispersi.

* * *  

A cura della segreteria di Autonomie e Ambiente:

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Approfondimenti:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/86-contro-la-deriva-presidenzialista

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Lettura pubblica integrale delle PAROLE VIVE della Carta di Chivasso - Seminario online

Autore: Gruppo di studio interterritoriale Forum 2043 - 11 marzo 2023

I contenuti del nostro seminario online dedicato alle parole vive della Carta di Chivasso, tenutosi ieri sabato 11 marzo 2023, sono pubblici e disponibili attraverso il prezioso archivio politico di Radio Radicale:

https://www.radioradicale.it/scheda/693128/parole-vive-per-le-autonomie-e-lambiente

Per un approfondimento delle conclusioni politico-culturali e una sinossi completa degli interventi:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/117-parole-vive-per-le-autonomie-e-l-ambiente

Attraverso il nostro canale YouTube diffondiamo l'estratto della lettura pubblica integrale della Carta di Chivasso:

https://www.youtube.com/watch?v=wSLSjx0PJ0c

 

La Carta di Chivasso, dopo ottant'anni dal 19 dicembre 1943, ci definisce, ci unisce, ci aiuta a tramandare i nostri valori, ci sostiene nel nostro impegno per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, ambientali.

Aiutateci a diffonderla e a farla conoscere, attraverso le reti sociali:

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No all'uomo solo al comando

Udine,18 dicembre 2021

Basta uomini soli al comando

Messaggio di fine anno 2021di Autonomie e Ambiente

Importanti studi ci avvertono che tra i cittadini della Repubblica sta crescendo il consenso al presidenzialismo.

Invece di allinearci al coro di chi auspica l’elezione del “podestà d’Italia”, Autonomie e Ambiente si mette di traverso.

Insieme a tutti coloro che credono nella Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, intendiamo moltiplicare i nostri sforzi per avvertire l’opinione pubblica che gli uomini soli al comando sono, nel migliore dei casi, un pericoloso miraggio.

Chiunque partecipi alla vita civica locale sa bene che l’elezione diretta dell’esecutivo non è sempre l’ottimale, né funzionale indipendentemente dalle dimensioni della comunità. Una cosa è eleggere il sindaco di un piccolo comune, o il presidente di un territorio circoscritto e coeso. Cosa ben diversa è eleggere direttamente il capo di una grande città, o di un territorio più vasto, o addirittura dell’intera Repubblica. Con il crescere delle dimensioni del collegio elettorale, si riduce la capacità di giudizio e di scelta del cittadino, aumenta il potere dei vertici dei partiti, le elezioni diventano sempre più condizionabili dal potere mediatico.

La Repubblica è già minata da eccessi di centralismo. Giunti alla fine del 2021 – ma purtroppo non dello stato di emergenza - i guasti dell’eccessiva concentrazione di potere in poche mani sono ormai davanti agli occhi di tutti. In sanità, per esempio, non c’è più una emergenza Covid, c’è piuttosto l’urgenza di ricostruire una sanità presente capillarmente territorio per territorio. Una missione che richiederebbe programmazione e lungimiranza, che possono essere messe in campo solo da forti e responsabili autonomie locali.

Le nostre forze politiche territoriali, insieme a una più ampia rete di iniziative civiche, ambientaliste e autonomiste con cui stiamo tessendo un dialogo in tutta la Repubblica, piuttosto che l’elezione diretta di un capo, pretendiamo invece che il Parlamento in carica metta mano per tempo a una legge elettorale più giusta, che restituisca ai cittadini il potere di scegliere donne e uomini che rappresentino i territori.

Auguri di cuore per le feste, buon Natale, buon anno nuovo 2022.

 

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Nuova Costituente in difesa dei territori

E' in corso a Milano il congresso di Nuova Costituente, una realtà politico-culturale in cui si sono raccolti intellettuali e attivisti, prevalentemente di matrice liberale classica ma non solo, che negli anni sono sempre stati apertamente autonomisti o comunque vicini agli autonomisti e ai movimenti territoriali decentralisti.

Ricorderete l'intervento di Carlo Lottieri, uno dei promotori, alla nostra II Assemblea generale di Autonomie e Ambiente, nel marzo del 2021.

Siamo sempre stati fianco a fianco nella dedizione alla causa dell'autogoverno della Catalogna.

Hanno affrontato, studiato e maturato una critica al globalismo, con le sue insopportabili concentrazioni di ricchezza e di potere, che tolgono ogni significato alle autonomie personali, sociali e territoriali. Del liberalismo dei mercati locali aperti e competitivi, che lascia spazio agli attori più creativi ma anche più responsabili nei confronti dei loro territori e delle generazioni future, resta ben poco nella società globalizzata del XXI secolo. E' difficile continuare a credere nel "liberalismo" globalizzato, dopo aver assistito alla gestione della pandemia come una emergenza da affrontare con metodi centralisti e autoritari, alla fine "risolta" attraverso l'imposizione di pochi prodotti farmaceutici, comprati da pochi grandi monopolisti globali (le cosiddette "big pharma"), imposti ope legis a miliardi di esseri umani.

Al congresso di Nuova Costituente, non avendo potuto partecipare, per una serie di impegni pregressi nei diversi territori, nessun rappresentante della presidenza di Autonomie e Ambiente, Roberto Visentin ha mandato un messaggio scritto che riportiamo di seguito integralmente:

 

Al Primo Congresso di Nuova Costituente
Milano, 18 Giugno 2022

Cari amici di Nuova Costituente, riuniti nel vostro primo congresso, vi salutiamo e vi auguriamo buon lavoro. Siete una delle poche realtà politico-culturali veramente decentraliste. Siete schierati nitidamente dalla parte dell’autogoverno libero e responsabile di ciascun territorio. Anche fosse solo per questo, fra di noi devono moltiplicarsi le occasioni di incontro e di collaborazione.

Avremmo voluto restituirvi la visita che ci avete fatto alla nostra II Assemblea generale dello scorso marzo 2021, con l’intervento di Carlo Lottieri. Una serie di impegni presi precedentemente al vostro invito ha ridotto le nostre disponibilità, impegni a cui si sono aggiunti alcuni importanti ballottaggi in cui siamo impegnati in diverse città.

Senza nascondere ma anzi valorizzando le nostre diversità, siamo sicuri che lavoreremo insieme sui problemi di questo secolo: la deriva centralista e autoritaria dello stato italiano e degli altri; la degenerazione tecnocratica delle istituzioni dell’Unione Europea; gli abusi delle concentrazioni di potere finanziario globale. E dobbiamo trovare il modo di farlo senza farci etichettare dai media come forze estreme, come antieuropeisti, come sovranisti che vogliono “ancora più Italia”. Proprio noi, che sin dall’inizio della storia di questa Repubblica siamo i propugnatori dei principi confederalisti della Carta di Chivasso!

Fra i temi su cui potremmo lavorare insieme, ne segnaliamo con candore uno che a noi pare estremamente concreto: cerchiamo alleati in tutta la Repubblica per opporci al presidenzialismo, in ogni forma e declinazione. Di più, vorremmo lavorare a ogni livello per diminuire i già troppo ampi poteri degli esecutivi, rafforzando gli organi collegiali, le assemblee rappresentative, la democrazia locale, la partecipazione dei cittadini al più basso livello possibile. Fateci sapere, attraverso i vostri documenti congressuali, cosa ne pensate!

A presto, quindi, e ancora buon lavoro.

Firenze - Udine, 16 aprile 2022

Roberto Visentin

(presidenza di Autonomie e ambiente)

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Pace e bene per il 2023

Pace e bene per l'anno nuovo 2023, questo è l'augurio della sorellanza di Autonomie e Ambiente a tutte le famiglie, le comunità, i territori, i popoli della Repubblica Italiana.

Andiamo avanti con umiltà, consci dei nostri limiti, ma fieri e ambiziosi. Siamo al servizio di un progetto di collaborazione fra storiche forze delle autonomie con una vasta rete di movimenti civici e ambientalisti territoriali, di forze politiche a "chilometro zero", di realtà politiche di antica tradizione ma spesso anche radicalmente innovative.

Siamo una presenza essenziale per il futuro di una repubblica italiana e di una Europa delle regioni che siano fondate sulle autonomie personali, sociali, territoriali. Antichi ideali di autogoverno e buongoverno sarebbero perduti per le generazioni future, senza la nostra diligenza e la nostra costanza.

Ripercorriamo insieme ciò che ci ha unito nel 2022 e che ci unirà anche nel futuro:

Auguri!

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L'immagine è un estratto di una mappa delle regioni europee del Comitato europeo delle regioni 

Fonti:

https://cor.europa.eu/it

https://medienfriz.wordpress.com/2017/09/25/mappa-delle-regioni-europee/

 

Parole vive per le autonomie e l'ambiente - Tutti gli interventi e le conclusioni politiche

Sabato 11 marzo 2023 si è tenuto il seminario online organizzato dal Forum 2043, in collaborazione con Autonomie e Ambiente, sul tema "Parole vive per le autonomie e l'ambiente - Rilettura integrale della Carta di Chivasso". Siamo già entrati nell'ottantesimo anno da quando la Carta fu scritta, nel 1943, eppure le parole di Chivasso sono vive, giovani, profumano di primavera per la democrazia, le autonomie, l'ambiente, la pace,  la libertà. Sono ancora essenziali per coloro che credono nella Repubblica delle Autonomie, nell'Europa dei popoli, in un mondo liberato da autoritarismi, colonialismi e militarismi.

Com'era nelle intenzioni degli organizzatori, il seminario ha rafforzato tutti i movimenti civici, ambientalisti, storicamente autonomisti, modernamente decentralisti, che hanno partecipato. Essi hanno il compito di portare avanti la visione del partigiano e martire Émile Chanoux e promuovere gli ideali di autogoverno dei territori, sussidiarietà verticale e orizzontale, autonomie personali, sociali e territoriali, che sono incisi nella Costituzione italiana, grazie all’impegno di padri costituenti come Giulio Bordon, Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Andrea Finocchiaro Aprile, Emilio Lussu, Aldo Spallicci, Tiziano Tessitori.

Le due sessioni, di un'ora ciascuna circa, sono state registrate e sono disponibili attraverso l'archivio politico multimediale di Radio Radicale:

https://www.radioradicale.it/scheda/693128/parole-vive-per-le-autonomie-e-lambiente

Sul canale YouTube di Autonomie e Ambiente è stata pubblicata, in estratto, la lettura pubblica integrale della Carta di Chivasso.

Come ha sintetizzato Roberto Visentin (presidenza Autonomie e Ambiente, AeA) nelle sue conclusioni, la Carta di Chivasso è ciò che ci unisce e ci definisce. I suoi valori ci sostengono e ci consentono di essere come acqua nel deserto della politica di questa incompiuta "Repubblica delle Autonomie". Le nostre sconfitte sono lezioni. Le nostre differenze sono attrezzi per affrontare e realizzare davvero, territorio per territorio, il grande cambiamento ambientale che ci aspetta.

Hanno partecipato, fra gli altri, Massimo Moretuzzo (nella foto), candidato alla presidenza del Friuli - Venezia Giulia alle elezioni dei prossimi 2-3 aprile 2023, esponente autonomista, civico, ambientalista del Patto per l'Autonomia, sostenuto da gran parte del centrosinistra. E' intervenuto anche Erik Lavevaz, già presidente della Valle d'Aosta, ed esponente dell'Union Valdôtaine, fortemente impegnato nel profondo rinnovamento in corso all'interno dello storico Mouvement e per la ricomposizione delle posizioni autonomiste, che devono riunirsi contro l'eterno ritorno del centralismo.

La rete di Autonomie e Ambiente (AeA) è una larga e inclusiva sorellanza di forze e gruppi politici territoriali attivi nelle varie regioni e province autonome della Repubblica Italiana. Con la collaborazione della famiglia politica europea degli autonomisti, l'Alleanza Libera Europea (ALE - European Free Alliance, EFA), si sta organizzando per la partecipazione alle elezioni europee del 2024.

Di seguito la sinossi completa dell'evento:

2022 07 06 repubblica delle autonomie ancora diversificata FORUM 2043 piccola

Sabato 11 marzo 2023 ore 16-18

Seminario pubblico

PAROLE VIVE

PER LE AUTONOMIE
E L'AMBIENTE

Evento organizzato dal Forum 2043
in collaborazione con Autonomie e Ambiente

Interventi

Parte prima ore 16-17

Mauro Vaiani (OraToscana – segreteria di Autonomie e Ambiente – coordinamento Forum 2043) - Apertura lavori

Eliana Esposito (Siciliani Liberi) – Canto dell’autogoverno

Mauro Vaiani – Introduzione

Sara Borchi e Stefano Fiaschi – Lettura integrale della Carta di Chivasso

Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia)

Erik Lavevaz (Union Valdôtaine – già presidente della Valle d’Aosta)

Silvia Fancello "Lidia" (rappresentante EFA-ALE e referente AeA in Sardegna)

Alfonso Nobile, "Alessandro" (Siciliani Liberi)

Andrea Aquarone (autonomista ligure e animatore di "Che l'inse!")

Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera, attivista per l'autogoverno e per la salute in Sardegna)

Parte seconda ore 17-18.00

Samuele Albonetti (Rumâgna Unida, già coordinatore del Movimento per l’Autonomia della Romagna)

Maria Luisa Stroppiana (Assemblada Occitana - Valadas)

Gino Giammarino (editore e attivista per l'autogoverno di Napoli e del Sud, Forum 2043)

Walter Pruner (autonomista trentino)

Silvia Fancello "Lidia" (rappresentante EFA-ALE e referente AeA in Sardegna)

Giovanna Casagrande (Sardegna Possibile)

Alfonso Nobile, "Alessandro" (Siciliani Liberi)

Milian Racca (Liberi Elettori Piemonte)

Roberto Visentin (vicepresidente europeo EFA-ALE, presidente AeA) – Conclusioni politiche

Mauro Vaiani – Saluti finali

A conclusione dell'evento si è lanciato un appello per le donne, la vita, la libertà di tutti, e per la pace, dappertutto, con l’ascolto della canzone Baraye di Shervin Hajipour nella versione remix di DJ Siavash (fonti: https://youtu.be/I0bEMX6Avp0 - https://djsia.com/)

Hanno mandato un messaggio perché non sono potute intervenire le persone amiche:

Alfredo Gatta (Pro Lombardia, vicepresidente di AeA)

Lucia Chessa (RossoMori - Sardegna)

Luana Farina Martinelli (Caminera Noa)

* * *

Per seguire gli sviluppi dell'evento è indispensabile iscriversi al canale Telegram del Forum 2043: https://t.me/Forum2043

Si ringrazia per la collaborazione tecnica e creativa: Renzo Giannini - Il Lampone - https://www.youtube.com/lorenxman

Informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 


Autonomie e Ambiente
Via Vittorio Emanuele III n.3 - 33030 Campoformido (UD)

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