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Repubblica delle Autonomie

2024 - 05 - EFA in Milan, 16 May 2024, with Maylis Roßberg - SAVE THE DATE!

SAVE THE DATE! (Italian version)

European Free Alliance
and "Autonomies and Environment"
in Milan on 16 May 2024

FAIR ELECTIONS
STRONG AUTONOMIES
IN A EUROPE FOR ALL

Where:
Meeting center "Slow Mill" (www.slowmill.it - Dora e Pajtimit, Italian-Albanian non-profit association "The hand of reconciliation")
Via Volturno 32,Milan (ISOLA neighborhood, ISOLA metro station)

With:
Maylis Roßberg, EFA Spitzenkandidatin
Lorena López de Lacalle, EFA President
Mauro Vaiani, "Autonomies and Environment"
 
along with other leaders of civism and territorialism

Program of the day (tbc):

-11.00 (11 am) - Press conference (journalists and media operators are asked to register via email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

- 14.00 (2 pm) - Maylis Roßbergmeets young local leaders of civicism, autonomism and territorialism (register at the email Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

Translation English-to-Italian and Italian-to-English will be provided.

 

50° anniversario della morte di Emilio Lussu

Cinquanta anni fa moriva Emilio Lussu (Armungia, 4/12/1890 - Roma, 5/3/1975), uno dei padri della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle Regioni.

Il profilo morale, intellettuale e politico di Emilio Lussu si definisce attraverso una serie di grandi vicende storiche: soldato sardo arruolato nella terribile Grande Guerra; fondatore del movimento sardista per l'autogoverno dell'isola insieme a Camillo Bellieni; la lotta contro il fascismo; la partecipazione alla Resistenza con Giustizia e Libertà e con il Partito d'Azione; l'impegno nella Costituente per le autonomie, intese come necessità radicale di autogoverno popolare dal basso; l'aspirazione a un socialismo autonomista, umanitario, libertario. Fu un grande scrittore e fra le sue molte e famose opere, deve essere riscoperto e riletto il suo feroce e tragico "Marcia su Roma e dintorni", pubblicato nel 1974, poco prima della sua scomparsa.

Il cinquantesimo della sua scomparsa è stato ricordato dai consigli regionali delle regioni autonome di Sardegna e Valle d'Aosta, oltre che in Senato, su iniziativa di Carla Bassu (docente dell’Università degli Studi di Sassari).

Olbia, 6 marzo 2025 - A cura della segreteria interterritoriale

 

 

 

 

80 anni di resistenza, autonomia, libertà

Oggi 7 settembre 2024, la Valle d’Aosta celebra l’ottantesimo anniversario della propria Resistenza, dell’avvio del progetto dell'Autonomia, della rivolta dei propri "maquisards" che la condusse alla Liberazione, una vicenda storica ispirata dai valori della Carta di Chivasso.

E' in valle anche il presidente della Repubblica, il prof. Sergio Mattarella, che nei suoi interventi di oggi ha sottolineato il valore dell'autonomia della Valle nella cornice della Repubblica delle Autonomie e dell'unità europea.

Per approfondire questa importantissima celebrazione:

https://www.regione.vda.it/autonomia_istituzioni/origini/autonomismo_i.asp

https://www.80-autonomie-vda.eu/

https://www.lepeuplevaldotain.it/blog/la-valle-daosta-celebra-lottantesimo-anniversario-della-resistenza-alla-presenza-del-presidente-mattarella/

Aosta, 7 settembre 2024 - a cura della segreteria interterritoriale

 

80° della Resistenza, della Liberazione e della lotta per le Autonomie

L'80° della Liberazione, il 25 aprile 2025, è la naturale prosecuzione di un altro ottantesimo, quello della Carta di Chivasso del 1943, che Autonomie e Ambiente ha celebrato nel 2023 e che ha rappresentato, per tutti noi che lottiamo per le autonomie personali, sociali, territoriali, un momento di svolta culturale, politica e organizzativa.

Celebriamo la Resistenza, la Liberazione, la vittoria sul nazifascismo, le lotte per dare attuazione agli ideali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle regioni. Costarono alle nostre madri e ai nostri padri un prezzo molto alto, quella vittoria sul male assoluto, l'amnistia, la nuova Costituzione, l'inizio della Ricostruzione. Sarebbe davvero sconsiderato permettere che le nuove generazioni dimentichino i nomi e le convinzioni di coloro che hanno rifondato le Autonomie, la Repubblica, l'Europa.

Tuttavia non stiamo solo ricordando il passato, tantomeno difendendo l'esistente.

Nessuno riuscirà a toglierci il sorriso e la mitezza. Nessuno ci distoglierà dalla nostra scelta nonviolenta, dalla moderazione, dal realismo politico, dal civismo e dal buon senso, ma non siamo ciechi, né indifferenti, né rassegnati. Siamo, al contrario, in piena resistenza.

Interi movimenti autonomisti, civici, ambientalisti - anche antichi e gloriosi - sono stati distrutti o corrotti dal non aver compreso che si deve resistere contro sempre nuove - e spesso non immediatamente riconoscibili - forme di centralismo autoritario e sorveglianza universale.

Stiamo vivendo un presente pericoloso: le derive centraliste e tecnocratiche; le distorsioni della globalizzazione; le concentrazioni di potere finanziario; il ritorno delle prepotenze nazionaliste delle grandi, delle medie e persino delle piccole potenze; il declino della sussidiarietà all'interno degli stati e della solidarietà interterritoriale e internazionale; gli errori dell'austerità monetaria neoliberista (che viene interrotta solo per consentire nuove - scivolose - forme di competizione tecnologica e di corsa agli armamenti); la folle compressione dei mestieri, dei redditi e dei consumi locali; l'insostenibilità ambientale - ancora oggi dopo decenni di "greewashing" - dell'agroindustria e della maggioranza delle nostre attività industriali e minerarie; il conformismo mediatico; la rovina dell'istruzione pubblica e degli altri servizi pubblici fondamentali; l'abbandono degli anziani nella solitudine delle periferie urbane e nel deserto delle aree interne in via di spopolamento; l'elezione diretta di capi che vogliono essere i podestà d'Italia o i napoleoni d'Europa (o anche peggio); i veleni rilasciati da trent'anni di bipolarismo forzoso che hanno lasciato le comunità locali e i territori senza rappresentanza politica; lo stato miserevole dei partiti e lo smarrimento delle principali famiglie politiche europee.

Non ci sono ricette semplici per rimediare a questa erosione delle autonomie, delle tradizioni e delle libertà. Non ci sono, aggiungiamo, ricette europee o italiane che possano valere per tutti i territori. Per porre rimedio a questo disastroso stato della vita pubblica e della coesione sociale, non vediamo altra via che ricostruire dal basso, territorio per territorio, restituendo poteri e risorse alle comunità locali e ai loro leader locali. Fonte di speranza è una nuova generazione di leader locali, che siano competenti e responsabili, liberi dai veleni del settarismo, critici ma sempre moderati, mai chiacchieroni populisti ma sempre amministratori provati e determinati a migliorare concretamente la vita delle persone e la tutela integrale dell'ambiente.

Celebriamo il 25 aprile, senza tentennamenti e senza retorica, perché anche noi dobbiamo vivere la nostra resistenza, attraverso i movimenti civici, le lotte per le autonomie e le economie locali, il Forum 2043, Autonomie e Ambiente, la rete europea EFA.

Roma, messaggio per il 25 aprile 2025 - a cura della segreteria interterritoriale

 

Andamento dei lavori della II Assemblea Generale

Proseguono i lavori della II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente

Udine,19 marzo 2021

Comunicato stampa:

Proseguono ed entrano nel vivo i lavori della II Assemblea Generale di Autonomie e Ambiente (AeA), l’alleanza politica tra forze territoriali attive nella Repubblica Italiana, strettamente connessa con l’Alleanza Libera Europea (ALE – European Free Alliance, EFA),

AeA attualmente è composta da dieci movimenti:Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia -ALPE Valle d’Aosta(connessa con Alliance Valdôtaine) -Comitato Libertà Toscana(CLT) - Movimento Siciliani Liberi - Patrie Furlane - Patto per l’Autonomia Veneto - Pro Lombardia Indipendenza - SlovenskaSkupnost(SSk) - Liberi Elettori Piemonte -Movimento Autonomia Romagna (MAR).

Nonostante le gravi limitazioni imposte dalla pandemia, AeAè riuscita a coltivarerelazioni politiche in tutti i territori. Le forzedi questa “sorellanza” anticentralista, impegnate per una vera Repubblica delle Autonomie e per una Europa diversa, delle regioni, dei territori, dei popoli, sono riuscite a essere un ponte tra i movimenti storici delle autonomie e del federalismo e le tante nuove forze civiche e ambientaliste locali che sono cresciute in tutta Italia.

Il tema dell’assemblea è “Ritorno alla Costituzione e agli Statuti” -Fermare insieme il centralismo autoritario - Salvare la Repubblica delle Autonomie - Costruire un futuro di autogoverno per tutti dappertutto nella Repubblica Italiana e nell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.

Sono stati diffusi attraverso il canale YouTube di Autonomie e Ambiente importanti interventi. Segnaliamo i quattro contributi che gli stessi organizzatori della assemblea hanno definito cruciali: 1)Luca Pardi (CNR, coautore del volume “Picco per capre”, 2017)Crisi ambientale, perché non c’è tempo da perdere;2)Massimo Costa (Università di Palermo) –Un progetto economico e finanziario per spezzare le catene del debitoconmaggiori autonomie fiscali e conmonetefiscali elocali complementari;3)Massimo Moretuzzo (Capogruppo del Patto per l’Autonomia nel Consiglio regionale Friuli – Venezia Giulia)Beni comuni al centro dell’impegno delle autonomie;4) senatoreAlbert Lanièce (Gruppo delle Autonomie al Senato –Union Valdôtaine)Le autonomie protagoniste della ricostruzione, con un appello a costruire unalarga alleanza per il rilancio del federalismo nella Repubblica italiana.

Oggi alle 20.30, in diretta su YouTube e su Facebook, si terrà una sessione di riflessione sull’Europa e la solidarietà internazionale tra popoli oppressi dal centralismo autoritario, dove verrà confermata la solidarietà delle forze decentraliste italiane con la causa della libertà, dell’amnistia, del dialogo, dell’autogoverno della Catalogna.

Domani alle ore 16, nuova sessione online, dedicata all’impegno delle forze storiche e delle nuove forze civiche e ambientaliste locali per fermare il centralismo nella Repubblica Italiana e per portare avanti progetti locali di autogoverno per il benessere, la salute, la tutela delle diversità e delle biodiversità nei territori italiani.

Tutti imateriali, documenti e video, dellaII Assemblea Generale, sono e resteranno disponibiliattraverso le reti sociali della sorellanza.Maggiori informazioni:

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https://www.autonomieeambiente.eu

 

Appello per la partecipazione alle elezioni politiche 2023

Approvato dal direttivolunedì 7/3/2022,pubblicato il9/3/2022

 

Verso le elezioni politiche 2023

Per la Repubblica delle Autonomie
personali, sociali, territoriali

Appello pubblico

1. Per le elezioni politiche dell’anno prossimo 2023, Autonomie e Ambiente promuove, non in solitudine ma cercando alleanze e collaborazioni, una lista rappresentativa di storiche forze delle autonomie territoriali e di una più ampia rete di gruppi e attivisti civici, ambientalisti, autonomisti.

2. Lotteremo fino all’ultimo giorno utile per una legge elettorale più giusta, ancora più necessaria visto che si andrà a eleggere un Parlamento drammaticamente ridimensionato, ma parteciperemo comunque per non lasciare la nostra gente, i nostri territori e le nostre comunità locali senza una voce nella prossima XIX legislatura.

3. Sarà una lista di speranza, proposta e lotta, ispirata ai valori impressi dal partigiano e martire Émile Chanoux e dai suoi compagni nella sempre attuale Carta di Chivasso del 19 dicembre 1943; la nostra iniziativa politica ed elettorale sarà al servizio degli ideali di autogoverno dei territori, sussidiarietà verticale e orizzontale, autonomie personali, sociali e territoriali, che sono incisi nella Costituzione, grazie all’impegno di padri costituenti come, fra gli altri, Giulio Bordon, Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Andrea Finocchiaro Aprile, Emilio Lussu, Aldo Spallicci, Tiziano Tessitori.

4. Senza nascondere o appiattire ma anzi valorizzando le nostre diversità, ci uniremo attorno ad alcuni essenziali principi, a partire dal ritorno alla lettera della Costituzione e degli Statuti, oggi traditi dalla deriva centralista e autoritaria dello stato italiano, dalla degenerazione tecnocratica delle istituzioni dell’Unione Europea, dagli abusi delle concentrazioni di potere finanziario globale.

5. Ci opporremo al presidenzialismo, in ogni forma e declinazione, e anzi lavoreremo a ogni livello per diminuire i già troppo ampi poteri degli esecutivi, rafforzando gli organi collegiali, le assemblee rappresentative, la democrazia locale, la partecipazione dei cittadini al più basso livello possibile.

6. Ci impegniamo per la pace, contro gli imperialismi, i neocolonialismi e ogni forma di militarismo interno e internazionale, fermamente convinti che non esista alcun conflitto interterritoriale a cui non possa essere data soluzione attraverso un’antica sapienza confederale e nuove pratiche di autogoverno – di tutti e dappertutto - aggiornate alle condizioni e alle sfide del XXI secolo.

7. Ci schieriamo dalla parte delle generazioni future, impegnandoci perché ciascuna comunità locale possa dotarsi di soluzioni locali innovative, che producano energia rinnovabile, la risparmino e la conservino, liberando i territori dalla schiavitù del fossile e del fissile.

8. Sosteniamo l’importanza di una sanità pubblica, gratuita, universale, gestita valorizzando merito e competenza, autogovernata dalle autorità locali, capillarmente presente in ogni territorio andando incontro alle reali necessità delle popolazioni, rispettosa delle persone e della loro autodeterminazione; senza negare il ruolo sussidiario dell’iniziativa privata, del terzo settore, della libera professione medica, crediamo che solo la sanità pubblica territoriale possa affrontare problemi come, per esempio, le pandemie, che è stato sbagliato trattare come emergenze perché sono invece prevedibili ricorrenze.

9. Non crediamo esista una soluzione “italiana”, tanto meno “europea”, ai problemi dei diversi territori negli anni difficili che ci aspettano, di crisi e di cambiamento; vogliamo quindi fare largo a una nuova generazione di leader locali, competenti e capaci, territorio per territorio, di individuare e percorrere la strada migliore per la loro comunità, per affrontare la transizione ecologica, fermare l’impoverimento, l’abbandono e lo spopolamento, promuovere le pari opportunità, autogestire localmente i servizi pubblici, salvaguardare i beni comuni, mettere le persone al riparo dalla sorveglianza digitale universale, ricostruire economie locali aperte sì, ma anche largamente autosufficienti dal punto di vista alimentare, economico, tecnologico, finanziario, sociale e culturale.

10. Per affrontare le sfide drammatiche che ci attendono, non disponiamo di ricette semplicistiche o soluzioni salvifiche, ma garantiamo di attingere a un patrimonio di competenza, serietà, elaborazione programmatica che è quello accumulato nel tempo dalla nostra famiglia politica europea, l’Alleanza Libera Europea (ALE-EFA), dal gruppo parlamentare europeo Greens/EFA, dai governi autonomisti delle nazioni europee senza stato (Catalogna, Corsica, Scozia), dalle migliori tradizioni di buongoverno autonomista di Valle d’Aosta, Trentino e Sudtirolo, oltre che dalla storia personale e dalla credibilità politica dei fondatori della sorellanza di Autonomie e Ambiente.

11. Autonomie e Ambiente riprende il progetto di collaborazione politica fra territori che fu già di Bruno Salvadori e delle liste “Federalismo”; condurrà questo cantiere politico, culturale, organizzativo, di autofinanziamento, elettorale, mantenendolo aperto a tutti coloro, forze politiche territoriali, liste civiche, gruppi di attivisti locali, che ne condividano le premesse e che siano disposti a condividerne la fatica.

12. Chiediamo a tutte le persone cittadine della Repubblica di sostenere la lista delle autonomie, dei territori, delle generazioni future, tornando massicciamente alle urne, per votare leader locali che si sono distinti in difesa delle proprie comunità, che conoscete e che conoscono voi.

Per informazioni e adesioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Altri contatti:
https://www.autonomieeambiente.eu/
https://www.youtube.com/channel/UCPGdjn5giLSANVvnw-yZFow
https://twitter.com/rete_aea
https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/

 

A commento di questo appello pubblico per le elezioni politiche 2023 pubblichiamo una immagine che contiene uno sguardo retrospettivo attraverso quasi mezzo secolo di intese interterritoriali fra decentralisti della Repubblica Italiana:

2022 03 07 Immagini elettorali piccola

Per questa raccolta di simboli, ringraziamo il dott. Gabriele Maestri e le sue ricerche su “I simboli della discordia”, il media manager del Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia, oltre che diversi simpatizzanti e attivisti siciliani, sardi, toscani e valdostani. I simboli sono e restano di proprietà delle organizzazioni politiche che li hanno utilizzati.

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Appunti dalla II sessione della Assemblea Generale 2021

Udine,21 marzo 2021

La II Assemblea Generale haavutocome tema “Ritorno alla Costituzione e agli Statuti -Fermare insieme il centralismo autoritario - Salvare la Repubblica delle Autonomie - Costruire un futuro di autogoverno per tutti dappertutto nella Repubblica Italiana e nell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.”.

Hamoderatoi lavori Roberto Visentin, noto autonomista friulano, in rappresentanza del Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia, la forza territoriale che esercita, con mandato triennale (2020-2023) la presidenza della rete, La segreteria dell’assemblea è stata affidata a Mauro Vaiani (esponente di Comitato Libertà Toscana).

Qui alcune note di rilievo dalla II sessione di ieri 20 marzo 2021, dedicata al nostro impegno nella Repubblica Italiana perché diventi una vera Repubblica delle Autonomie.

Ringraziamenti per i contributi preregistrati ricevuti

Anne Tomasi - II Assemblea Generale Autonomie Ambiente 2021 (in corsu)dirigente EFA che ci ha parlato di temi concreti di autogoverno della Corsica

Contributo del sen. Albert Lanièce per Autonomie e Ambiente II A.G. 2021sulle prospettive di resistenza al centralismo e il ritorno a un cammino comune verso il federalismo

Agostino D'Antonio - Montecopiolo e Sassofeltrio, il referendum tradito– Una testimonianza emblematica sul tradimento della volontà popolare nei territori

Massimo Costa (Univ. di Palermo - mèntore Siciliani Liberi) - Monete fiscali e locali– Un intervento cruciale per una profonda riforma delle finanze locali, dello stato e della Eurozona

Carlo Lottieri (Nuova Costituente) - Intervento alla II Ass. Generale Autonomie e Ambiente– Non siamo soli, facciamo rete per la democrazia e per le autonomie, facendo riferimento anche ad altre esperienze come il Comitato 22 ottobre

Luca Pardi (CNR-ASPO) Contributo sull'emergenza ambientale per la II Assemblea Generale di AeA– Un contributo cruciale per comprendere l’emergenza ambientale

No al deposito unico nucleare - Contributo di Liberu per la II Assemblea AeA - Giulia Lai (Liberu)– Un unico deposito delle scorie nucleari sarebbe una mostruosità, men che meno in Sardegna

https://www.autonomieeambiente.eu/news/38-emergenza-legge-elettorale (Coordinamento Difesa Costituzione)

https://www.autonomieeambiente.eu/news/37-sostiene-giuseppe-remuzzi (Scambio di idee con il prof. Giuseppe Remuzzi sulla necessità di cure domiciliari e precoci)

Interventi degli ospiti e dei delegati

Guido Grimod (https://www.unionvaldotaine.org/) - Riprendiamo l’utopia che fu lanciata da Bruno Salvadori – Uniamoci contro il centralismo, per l’autogoverno responsabile dei nostri territori

Pier Franco Devias (https://www.liberu.org/ ) - In dialogo da tempo con Autonomie e Ambiente, per fare insieme un cammino di resistenza al centralismo e di decentramento dello stato italiano – Un passaggio necessario prima che un territorio come quello sardo, spopolato e impoverito dal colonialismo interno, possa perseguire il suo pieno autogoverno

Igor Gabrovec (https://slovenskaskupnost.org/ ) - Questo progetto politico è concreto, incontra nuovo interesse e nuove adesioni, per l’attuazione, intanto, delle autonomie come sono già previste dalla Costituzione e dagli Statuti

Moira Traversi (https://www.comitatolibertatoscana.eu/ ) - Impegno per l’autogoverno della Toscana e di tutti i territori – Centralità del ricostruire una sanità di prossimità, vicina a ciascuna persona – Verso autonomie più responsabili nei confronti del loro territorio e dell’ecosistema

Chantal Certan (presidente emerito di AeA, esponente della forza storica ALPE http://www.alpevda.eu/ ) - Grande soddisfazione nel vedere il ritorno in rete di forze storiche come la Union Valdôtaine – Impegno per la scuola, la cultura, l’ambiente, verso una primavera delle autonomie

Alfredo Gatta (http://www.prolombardia.eu/ ) - Una riflessione critica e autocritica su cosa è stato essere “indipendentista” in un territorio ampio, complesso e plurale come la Lombardia – Uscire dal centralismo italiano per un nuovo centralismo milanese? Evidentemente no – Criticare l’Italia per sposare un certo “nordismo”? Neanche – Noi siamo per l’autogoverno dei nostri territori in una vera Europa dei popoli

Emiliano Racca (https://www.facebook.com/liberielettori/ ) - Democrazia diretta e autogoverno nei territori, un progetto che nessuno finora ha mai coltivato – Non è più il tempo dei ragli antipolitici o del rancore – E’ tempo di impegnarsi, comune per comune, territorio per territorio

Gianluca Castriaciano (https://www.sicilianiliberi.org/ ) - Intanto dobbiamo ripristinare l’autonomia speciale della Sicilia, sulla carta la più avanzata – Tornare ad autogovernarci, trattenendo sul nostro territorio risorse e competenze, per ricostruire l’economia locale e porre rimedio alla devastazione del nostro ambiente e del nostro patrimonio culturale nazionale siciliano – In prospettiva, come la sorella Sardegna, la Sicilia punta al proprio pieno autogoverno

Federico Simeoni (https://www.facebook.com/patriefurlane/) - Un appello contro il centralismo italiano ma anche europeo – Facciamo rete per avere rappresentanza nelle istituzioni della Repubblicacon una legge elettorale che dia effettiva rappresentanza ai territori– Resistenza contro l’autoritarismo e il pensiero unico –Si tenta di mettere a tacere ogni opinione divergente e noi siamo tutti portatori di un pensiero non conformista

Fabrizio “Caveja” Barnabè (https://www.regioneromagna.org/ ) -Il potere centrale impedisce ai territori di essere quello che ritengono giusto, per esempio romagnoli, come i comuni di Montecopiolo e Sassofeltrio; situazione emblematica di come è ridotta la Repubblica – Trent’anni di storia del MAR sono valorizzati dall’essere in questa rete che ci proietta verso il futuro – Autonomie e Ambiente ha demolito lo stereotipo odioso che rappresenta coloro che vogliono più autogoverno come “campanilisti” folkloristici – Ogni territorio lotta, a proprio modo, per la propria piccola o grande realtà, in una nuova prospettiva culturale – Noi lottiamo per la regione Romagna, che è poi il nostro contributo per battere il centralismo autoritario

Roberto Agirmo(https://www.facebook.com/Patto-per-lAutonomia-Veneto-369995733158468/ -Autonomie e Ambiente, vista dal Veneto, deve essere una rete di forze territoriali capaci di imporre la svolta nella Repubblica, verso il decentralismo – L’ Italia è un insieme di grandi diversità, che si è cercato di annacquare ma che non si è riusciti a livellare – Anche le nostre forze sorelle sono diverse, ma basta con il Divide Et Impera – Insieme possiamo cambiare la Repubblica,con solidarietà, e un domani costruire l’autogoverno, ciascuno il nostro

Ordine del giorno di solidarietà con Montecopiolo e Sassofeltrio

https://www.autonomieeambiente.eu/news/41-sostegno-alla-causa-di-montecopiolo-e-sassofeltrio

Promemoria: temi di Autonomie e Ambiente nel primo anno

Come abbiamo costruito con umiltà un minimo comun denominatore, o come dicono gli amici meridionalisti, una risultante, dopo essersi spogliati di ciò che ci impedirebbe di svolgere una azione comune per un decennio di ricostruzione della Repubblica delle Autonomie e dell’idea di Europa delle Regioni, senza le quali, peraltro, le nostre ambizioni di autogoverno per tutti dappertutto sarebbero vane.

https://www.autonomieeambiente.eu/news/24-una-legge-elettorale-piu-giusta-per-tutti

https://www.autonomieeambiente.eu/news/21-unire-le-forze-territoriali-qui-e-ora

https://www.autonomieeambiente.eu/news/13-questioni-urgenti-di-democrazia-nel-dopocoronavirus

https://www.autonomieeambiente.eu/news/11-autonomie-e-ambiente-chiede-che-regioni-e-territori-possano-ripartire-in-autonomia

https://www.autonomieeambiente.eu/news/8-perche-le-persone-e-i-territori-vivano-durante-e-dopo-l-emergenza-coronavirus

Conclusioni di Roberto Visentin

Senza pretendere di poter sintetizzare tutto, la presidenza si metterà al lavoro su alcuni temi concreti. La rete è nata dal basso, non c’era nulla di pronto. Stiamo costruendo un minimo comun denominatore, insieme. Segnaliamo tre aree di lavoro.

1) Fare una scelta netta sulla sanità: siamo per la sanità pubblica, universale, gestita nella massima sussidiarietà, autogestita al livello più basso possibile.

2) Gestione delle risorse naturali: basta con la rapina dell’ambiente e dei territori; non siamo colonie; ciò che ha valore deve produrre valore per i territori e solidarietà per tutti.

3) Emergenza democratica nelle istituzioni e nelle leggi elettorali: attualmente c’è un verticismo insopportabile; i territori e i cittadini non contano letteralmente più nulla.

Ci sono ovviamente molti altri temi che potremo sviluppare insieme, ma partiremo da questi tre: sanità; risorse locali; riforme elettorali.

Non siamo qua per fondere o per fondare nulla. Ciascuno resta se stesso. Ciascuno resti se stesso. Così saremo più forti per affrontare insieme le battaglie comuni.

Ringraziamenti

Le nostre famiglie, che ci supportano e ci sopportano nel nostro impegno politico, Massimo Marchetto (media manager Patto A. F-VG), Erika Adami (ufficio stampa Patto A. F-VG), Genny Perron (https://www.lepeuplevaldotain.it/), Alessandro Rampani (Radio Onyx), Renzo Giannini (videomaker di Prato in Toscana), lo studioso di dinamiche elettorali Gabriele Maestri (https://www.isimbolidelladiscordia.it/), Sergi Esteve e ovviamente tutta la segreteria EFA, la segreteria della Union Valdôtaine, la segreteria del Gruppo consiliare del Patto A. F-VG in regione F-VG, tutta la stampa, gli attivisti che ci seguono sulle reti sociali, gli attivisti di tanti movimenti territoriali che hanno mostrato interesse per noi e con cui ancora dobbiamo conoscerci e avviare un dialogo, gli appassionati di politica, tutti gli ascoltatori.

La II Assemblea Generale è chiusa. I delegati permanenti del collegio di presidenza saranno riconvocati sia attraverso il vecchio collegamento Whatsapp che attraverso il nuovo strumento Telegram, per concretizzare i prossimi passi politici e organizzativi.

Grazie di cuore e una gioiosa Pasqua a tutti.

Promemoria finale

Si ricorda che tutti i materiali preparatori e l’intera registrazione della sessione sono disponibili sui canali sociali della sorellanza, raggiungibili attraverso il sito ufficiale di Autonomie e Ambiente.

Per maggiori informazioni:

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https://www.autonomieeambiente.eu

 

Attenti alla dittatura dei "buoni"

Udine,16 luglio2021

Diritto di voto per i diciottenni anche al Senato

Attenti ai “buoni”

Un messaggio della Presidenza collegiale di Autonomie e Ambiente

La recente legge costituzionale che ha abbassato a 18 anni l’età per il voto al Senato, attesa da tempo per aumentare la partecipazione dei giovani alla vita politica democratica, era una di quelle cose da “buoni” a cui era difficile dire di no.

Eppure, in una repubblica grande e complessa come quella italiana, è necessario domandarsi se questo ritocco della Costituzione non rischi di aggiungere argomenti a favore di coloro che dicono che il Senato è un doppione della Camera, ora che hanno la stessa base elettorale. Quello che ci viene presentato come un ampliamento dei diritti democratici, potrebbe rivelarsi un ben mascherato ma non meno pericoloso disegno centralista e autoritario.

Il governo ha accentrato sempre più poteri. Sempre più spesso il Parlamento è costretto alla mera ratifica dei suoi decreti. Con la riduzione del numero dei parlamentari si è drasticamente ridotta la rappresentanza dei territori e delle diversità politiche, sociali e culturali. Gli elettori non hanno da decenni la possibilità di scegliere le persone, ma solo sigle, cartelli e “leader” soli al comando. Con la legge elettorale si vorrebbe forzare, per uno schieramento che prevalesse sugli altri, una attribuzione artificiosa dei seggi che gli assicuri una maggioranza in entrambe le camere. Questa è una deriva, nonuna manutenzione delle istituzioni.

Continuando così si arriverà presto a dire che il Senato è un doppione della Camera, quindi lo si potrebbe anche abolire. Eliminato il Senato eletto su base regionale, il passo successivo potrebbe essere la messa in discussione delle regioni e della stessa Repubblica delle Autonomie.

Incidentalmente, dopo anni di qualunquismo e di “uno vale uno”, ora ci troviamo in un tempo di rivalutazione della competenza, che però non è affatto, si badi, una fase di allargamento della partecipazione e rafforzamento della democrazia, tanto meno delle autonomie territoriali e sociali. Una opinione pubblica, impaurita e impoverita, stanca di improvvisazione e incapacità, viene spinta ad affidarsi all’ennesimo “salvatore della patria”.

Il conformismo dei media, i monopoli tecnologici e farmaceutici, la gestione centralista della crisi pandemica, la pretesa di gestione tecnocratica del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) devono destare preoccupazione, perché le decisioni sono prese da elite sempre più ristrette.

Restiamo vigili, perché troppi “buoni” sono subalterni all’idea che l’uomo solo al comando sia “progresso” per questa Repubblica (e magari un giorno persino per l’intera Unione Europa).

Contro la minaccia del centralismo autoritario dobbiamo continuare la nostra lotta per l’autogovernodei territori. Nell’attuale Repubblica delle Autonomie non dobbiamo solo difenderci, ma passare all’attacco, anche con il rilancio dell’ideale di un Senato delle Regioni, come ampia e potentecamera rappresentativa delle diversità territoriali di questo stato.

 

Per approfondimenti e contatti:

https://www.autonomieeambiente.eu/speciale-assemblea-2021

https://www.autonomieeambiente.eu/strumenti/newsletter

https://www.youtube.com/channel/UCPGdjn5giLSANVvnw-yZFow

https://twitter.com/rete_aea

https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/

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(Fonte della foto: https://www.senato.it/)

Autonomia differenziata, specchietto per allodole

  • Autore: Gruppo di studio interterritoriale Forum 2043 - 4 febbraio 2023

Udine – Firenze - Palermo, 4 febbraio 2023

Autonomia differenziata, vent’anni dopo:
uno specchietto per ingannare, inaridire e disperdere
gli autonomisti nell’Italia di oggi

Le forze civiche, ambientaliste, autonomiste e territorialiste di Autonomia e Ambiente e che partecipano agli studi del Forum 2043 non si fanno attrarre da quello che consideriamo, oggi, un grande specchietto per le allodole, la c.d. “autonomia differenziata”.

E’ impossibile credere che una classe politica che da vent’anni non conclude nulla in materia di autonomia, proprio ora che sono al potere figure apertamente centraliste e presidenzialiste, possa fare qualcosa per le autonomie personali personali, sociali, territoriali, che essa non ha mai compreso né rispettato.

I nostri attivisti, eletti, intellettuali devono aiutarsi vicendevolmente a restare fuori dalla babele di assurdità (politicamente parlando veri e propri inganni), che vengono profuse sui media, sulle reti sociali e, purtroppo, anche nelle aule parlamentari (piene di nominati dai vertici dei partiti centralisti, che non si sa in cosa credono, ma che proprio per questo paiono capaci di tutto).

L’approvazione “preliminare” del disegno di legge Calderoli è una operazione propagandistica e anche di bassa qualità. Gli attivisti per l’autogoverno di Veneto, Lombardia, Emilia (collegati nella rete “22 ottobre” da ormai più di cinque anni, cioè dal giorno dei referendum veneto e lombardo del 22 ottobre 2017), come ha detto e scritto Paolo Franco, si sentono giustamente presi in giro.

Alcuni spunti per una riflessione critica:

1) la riforma costituzionale del 2001 del Titolo V fu fatta in fretta (dal Centrosinistra), è piena di difetti, è di difficilissima applicazione, ma fu approvata dal referendum popolare del 7 ottobre 2001, perché c’era allora – e crediamo ci sia ancora, in verità – un grande consenso popolare trasversale attorno all’idea che gli enti locali e le regioni abbiano più risorse e più poteri, per il bene delle rispettive comunità locali. Questo consenso popolare verso il grande ideale di una “Repubblica delle Autonomie”, all’interno di una grande confederazione europea, lo dobbiamo proteggere dalle forze centraliste che oggi governano e in particolare da certi loro leader privi di competenza e credibilità.

2) Il mondo, l’Europa e l’Italia sono molto cambiati in questi vent’anni. Sono cresciute sull’onda della digitalizzazione nuove grandi multinazionali globali. La produzione legislativa europea ha continuato a crescere a dismisura, investendo ogni materia. Il governo centrale italiano, con la scusa dell’austerità, delle varie emergenze, dell’Europa e della globalizzazione, ha represso le autonomie personali, sociali e territoriali. La metastasi delle norme e l’ipertrofia delle autorità centraliste soffoca sempre di più persone, imprese, famiglie, comunità locali, senza peraltro assicurare giustizia, sicurezza, spesso nemmeno protezione. Questa deriva centralista e autoritaria non ci spaventa, siamo qui per contrastarla, rinnovando la nostra adesione alla Carta di Chivasso del 19 dicembre 1943, ma di certo non ci illudiamo di poter lottare per riforme autonomiste come avremmo fatto non diciamo un ventennio, ma nemmeno un lustro fa. Occorrono molta più preparazione, molto più coraggio e soprattutto molta più umiltà, per cambiare veramente le cose per il bene dei nostri territori.

3) Come scrive con lucidità la nostra forza politica sorella Siciliani Liberi, discutere di nuove forme di autonomia implica innanzitutto il rispetto di tutte le autonomie esistenti (a partire da quelle delle cinque regioni a statuto speciale e poi tutte le altre). Implica l’attuazione piena degli Statuti in vigore e dell’art. 119 della Costituzione, che prevede, fra le altre cose, una perequazione fiscale a sostegno dei territori che sono stati impoveriti e spopolati dal colonialismo interno. Perequazione che è concetto sconosciuto non agli autonomisti, ma ai centralisti, a quelli che sono stati al potere ininterrottamente negli ultimi vent’anni (in veste di sinistra, tecnici, centro, movimentisti, populisti e destra).

4) La grande sfida politica che ci aspetta nei prossimi anni, non solo in Italia ma in Europa e nel mondo, è la territorializzazione delle imposte, a cominciare da quelle sul consumo. Si sta (quanto lentamente!) comprendendo che le multinazionali devono pagare tasse dove abitano i loro consumatori, non dove sono le loro sedi legali e fiscali. Allo stesso modo, anzi a maggior ragione, se un pugliese compra un prodotto piemontese, le imposte su questo consumo devono restare in Puglia! E’ incredibile come siano ancora così pochi, anche nel mondo autonomista, ad aver compreso questa la necessità di questo cruciale cambiamento.

5) E’ doveroso suonare la sveglia a tanti improvvisati “meridionalisti”, avvocati del Mezzogiorno, tardivi epigoni di “equità territoriale”, sé dicenti “difensori dell’uguaglianza dei cittadini”, aspiranti “sindaci d’Italia”. Si agitano come cassandre contro l’autonomia differenziata, vista come un cavallo di Troia per la “secessione dei ricchi”, la “fine dell’Italia”, la “rovina del Sud” e altre catastrofi, senza accorgersi di essere funzionali al centralismo autoritario (fuori dai denti: sono veri utili idioti del nazionalismo centralista al potere). Purtroppo per loro e per tutti noi, i disastri che essi paventano, sono mali che infuriano già da decenni e ancora oggi, nell’Italia centralista che essi difendono con una testardaggine degna di miglior causa. E’ il centralismo che distrugge e spopola i territori, a vantaggio di poche privilegiate capitali politiche ed economiche, se ne facciano una ragione. Le autonomie, al contrario, hanno fatto e farebbero ancora fiorire e arricchire i territori.

6) La promessa contenuta nella Costituzione (art. 116, terzo comma) di ulteriori forme di autonomia (su 23 materie elencate all'art. 117, vedi nota in calce) è minata da una ambiguità di fondo (sin dai tempi delle bozze Gentiloni, sia chiaro): essa instaura una autonomia graziosamente concessa dallo stato centrale a un territorio (o a due, o a tre, ovviamente in modo differenziato per ciascuno di essi). Queste autonomie asimmetriche ed eterogenee sarebbero intrinsecamente fragili e sempre sottoposte a una continua ed estenuante trattativa con lo stato centralista, come ben spiegato negli interventi della forza sorella OraToscana.

7) Infine – in cauda venenum - anche se (nel mondo dei sogni dei leghisti e dei “nordisti”) le ulteriori forme di autonomia previste dal Titolo V venissero un bel giorno concesse, esse potranno comunque essere sempre ritirate (sicuramente dopo dieci anni, c’è scritto nella furbastra bozza Calderoli). In barba al sacrosanto principio su cui l’Italia fu ricostruita dopo la tragedia della Seconda guerra e la barbarie nazifascista: lo stato non concede, ma riconosce le autonomie personali, sociali, territoriali. Ci sarebbe da chiedere, a coloro che sono andati al potere con le elezioni precipitate del 25 settembre 2022, se aderiscono davvero ai principi della Carta costituzionale...

L’autonomia differenziata è, politicamente parlando, un treno perso. Senza una svolta davvero autonomista, essa finirebbe per essere uno strumento divide et impera, dove il potere centrale manterrebbe sempre il coltello dalla parte del manico. I capi centralisti e nazionalisti si trovano certo a loro agio in questo imbroglio, ma i civici e i localisti che lottano in tutto il paese per il bene delle loro comunità ed economie locali, i decentralisti e i federalisti, gli autonomisti sparsi in tutte le province, invece, devono essere inquieti.

Si scuotano, prima di finire scuoiati.

 

Dal gruppo di studio interterritoriale del Forum 2043

 

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Nota sulle 23 materie che possono essere oggetto di “ulteriori forme di autonomia”, la c.d. “autonomia differenziata”:

L'art. 116 terzo comma della Costituzione italiana stabilisce che: "Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia, concernenti le materie di cui al terzo comma dell'articolo 117 e le materie indicate dal secondo comma del medesimo articolo alle lettere l), limitatamente all'organizzazione della giustizia di pace, n) e s), possono essere attribuite ad altre Regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della Regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei principi di cui all'articolo 119".

Elenco delle materie ex art. 117 terzo comma:

01) rapporti internazionali e con l'Unione europea delle Regioni;

02) commercio con l'estero;

03) tutela e sicurezza del lavoro;

04) istruzione, salva l'autonomia delle istituzioni scolastiche e con esclusione della istruzione e della formazione professionale;

05) professioni;

06) ricerca scientifica e tecnologica e sostegno all'innovazione per i settori produttivi;

07) tutela della salute;

08) alimentazione;

09) ordinamento sportivo;

10) protezione civile;

11) governo del territorio;

12) porti e aeroporti civili;

13) grandi reti di trasporto e di navigazione;

14) ordinamento della comunicazione;

15) produzione, trasporto e distribuzione nazionale dell'energia;

16) previdenza complementare e integrativa;

17) coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario;

18) valorizzazione dei beni culturali e ambientali e promozione e organizzazione di attività culturali;

19) casse di risparmio, casse rurali, aziende di credito a carattere regionale;

20) enti di credito fondiario e agrario a carattere regionale

Le tre ulteriori materie ex art. 117 secondo comma:

l) l'organizzazione della giustizia di pace

n) norme generali sull'istruzione

s) tutela dell'ambiente, dell'ecosistema e dei beni culturali

Si veda, per un approfondimento: https://www.camera.it/temiap/documentazione/temi/pdf/1104705.pdf

 

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Per l’immagine di corredo di questo post siamo debitori del sito “Oltre il Ponte”:

https://www.oltreilponte.org/societa/7496/

 

Autonomie non giravolte

Grazie a una meritoria iniziativa dei RossoMori, in particolare della segretaria Lucia Chessa (nella foto insieme a Silvia Fancello), si è tenuto oggi, venerdì 3 marzo 2023, a Nuoro un convengo sulla cosiddetta "autonomia differenziata". Per coloro che credono nell'autogoverno dei territori, è stata una occasione positiva. Uno degli interventi più brillanti è stato quello sull'autogoverno dell'energia, del territorio, dell'ambiente, dell'ing. Fernando Codonesu. Una tema, l'autosufficienza energetica con le rinnovabili, che è una opportunità per tutti i territori e per le generazioni future, purtroppo messa in pericolo dal combinato disposto di eccessi tecnocratici europei, discutibili sentenze della Corte costituzionale, oltre che dal solito irredimibile centralismo italiano.

Preoccupante è stato, invece, sentire accenneare, quasi con una punta di dispiacere, che la presidente Meloni non sia abbastanza forte per fermare le iniziative dei salvinisti. Ora, sia chiaro, come dettagliatamente sostenuto dal Forum 2043, le iniziative in materia di autonomia differenziata sono cialtronesche, forse anche pericolose, soprattutto strumentali e senza futuro, ma attenzione a schierarsi con i centralisti, che intanto ci preparano la deriva del presidenzialismo.

La cosa più triste di tutte, poi, è stato assistere alle tradizionali giravolte, il peggio del peggio della politica di oggi, non solo in Sardegna. Si avvicinano le elezioni? Tutti diventano disposti a parlare di "autonomie". Una folla di amministratori locali, di ogni schieramento, si apprestano a mostrarsi disponibili a riprendere il mano di una delle autonomie più tradite della nostra Repubblica, quella della Sardegna.

Per noi era presente Silvia "Lidia" Fancello, osservatrice EFA e rappresentante AeA in Sardegna. Più sotto i punti essenziali del suo intervento.

2023 03 03 In Sardegna No autonomia e non solo differenziata purtroppo

L'intervento di Silvia "Lidia" Fancello

AUTONOMIE DIFFERENZIATE: in equilibrio fra la follia e la costituzione inattuata

Buongiorno a tutti e tutte. Sono Silvia Lidia Fancello e sono qui in doppia veste: come osservatrice EFA e come rappresentante di Autonomie e Ambiente. L’EFA ovvero European Free Alliance, cioè Alleanza Libera Europea, ALE.

EFA ha sede a Bruxelles, è rappresentata nel parlamento europeo e coordina i partiti che rappresentano i cosiddetti “popoli senza stato”. In EFA sono presenti oltre quaranta partiti provenienti dai più svariati territori europei. Fra i più noti i baschi di Eusko Alkartasuna, gli scozzesi dello lo Scottish National Party, i catalani diEsquerra Republicana, l’Union Valdotain, i friulani con il Patto per l’Autonomia, i corsi di Femu a Corsica, i fiamminghi, i frisoni e tante altre realtà territoriali. EFA dunque è naturalmente vocata a promuovere e difendere il diritto all’autodeterminazione e dunque di tutte le autonomie.

La seconda veste, direttamente collegata ad EFA è quella di rappresentante diAutonomie e Ambiente, il coordinamento di partiti territoriali e movimenti civici e ambientalisti, impegnati per il più ampio autogoverno dei loro territori,eattivi nello stato italiano. Inutile spiegare che Autonomie e Ambiente, con l’aiuto di EFA, aspira a una Repubblica delle Autonomie.Siamo per la sussidiarietà che è anche solidarietà fra territori, per autonomie responsabili, perché ogni territorio trovi le sue modalità di difendere l’ambiente e la salute. Siamo contro ogni centralismo e quindi in prima lineacontro ogni forma dipresidenzialismo.

Noi siamo convinti che le Autonomie differenziate, così come proposte dagli attuali ciarlatani al potere, siano impraticabili e sbagliate. Si tratta in sostanza di una “boutade” elettorale volta a fare rientrare nel recinto della Lega quei movimenti localisti che in essa non si riconoscono o che se ne sono distaccati.

Condividiamo alcune analisi fatte da costituzionalisti come il prof. Villone, almeno per ciò che riguarda le negative conseguenze delle Autonomie differenziate, tuttavia restiamodistanti dallaretorica dell’attentato alla cosiddetta “unità” dello stato. Agitare lo spauracchio di un’Italia frantumata in tante “repubblichette”, questa è la parola spesso usata, non è ciò che NOI veri autonomisti condividiamo, perché ha un sottofondo dispregiativo che schiaccia ogni anelito alla diversità dei territori che compongono la Repubblica italiana e la negano di fatto. In un’altra sede accetteremmo la sfida di spiegarvi perché dietro il velo della retorica dell’unità italiana, si nascondono vergogne e ingiustizie. Di certonon parteciperemo a iniziative volte a perpetuare il tragicocentralismo italiano. Ne’ ci metteremo affianco a coloro che con la lancia in resta difendonola Costituzione, la quale per noi non è “la più bella del mondo”, ma piuttosto la piùinattuata.

L’autonomia differenziata del DDL Calderoli è ingarbugliata? Lo è. È un pasticcio? Lo è. È pericolosa? Si, lo è,

Tuttavia èbene che in questo paese si continui alottare per attuare seriamente leAutonomie che invece sono state tradite a partire dalla nostra in Sardegna, senza inutili levate di scudi, senza retorica e senza pregiudizi, ma piuttosto in un sereno e civile confronto con chi aspira ad un sacrosanto diritto all’autodeterminazione.

Concludiamo con un pensiero di Alcide De Gasperi (che essendo vissuto nell’impero asburgico l’autonomia sapeva cos’era e difese quella della sua terra trentina, almeno quella): “il successo finale non mancherà di premiare chi avrà avuto il coraggio dell'utopia...”.

E se il pieno autogoverno di tutti i territori dello stato italiano per qualcuno è un pericolo, per noi è speranza

A Innantis e Fortza paris

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Nella foto sotto Silvia Fancello insieme a Danilo Lampis (Sardegna chiama Sardegna) al convegno dei RossoMori.

2023 03 03 Fancello Lampis

 

 

 

 

Benvenuta Rumâgna Unida

Insieme agli amici di Rumâgna Unida abbiamo scelto il 25 aprile 2023 come data ufficiale del loro ingresso nella sorellanza di Autonomie e Ambiente (AeA). Lo abbiamo deciso in omaggio alla festa della Liberazione, alle tradizioni antifasciste, anticentraliste, democratiche, libertarie, repubblicane, socialiste, popolari, che hanno radici così profonde in Romagna.

Non c'è forse alcuna altra terra italiana ed europea dove le migliori tradizioni del Risorgimento, richiamate dalla Carta di Chivasso, possono essere depurate da ogni nazionalismo e irredentismo, per essere usate come leva nel cantiere di una sempre più robusta Repubblica delle Autonomie, nel quadro di un nuovo confederalismo europeo, per la solidarietà internazionale, la pace, la giustizia, la salvaguardia del creato.

Benvenuta in Autonomie e Ambiente, Rumâgna Unida, come forza politica sorella, formatasi come nuovo ramo del trentennale lavoro politico-culturale del Movimento per l'Autonomia della Romagna e di un impegno autonomista romagnolo ormai secolare.

Qui la pagina di presentazione del nuovo movimento politico.

Nella III assemblea generale di Autonomie e Ambiente, che, possiamo anticiparlo, è stata indetta per sabato 10 giugno 2023 a Udine, ci sarà la ratifica del processo di adesione di Rumâgna Unida come forza sorella componente effettiva di Autonomie e Ambiente.

 

 

 

 

 

Con INSIEME, contro il podestà d'Italia

Un nuovo appuntamento con INSIEME, il movimento politico cristiano-sociale con cui Autonomie e Ambiente sta intessendo un dialogo profondo e a lungo termine per la Repubblica delle autonomie personali, sociali, territoriali: sarà a Milano, sabato 23 marzo, ore 9.30, all'Istituto Maria Consolatrice, in Via Galvani 26 (in zona M2 verde Gioia / Centrale). Si affronterà di petto il tema cruciale della centralità del parlamento e della necessità di fermare l'avvento di un "premierato" elettivo, quale quello proposto dal governo Meloni.

L'incontro sarà introdotto da Annamaria Pitzolu e la relazione introduttiva sarà tenuta dal prof. Enzo Balboni. Fra i numerosi interventi previsti, quello del dott. Mauro Vaiani, vicepresidente di AeA e coordinatore della segreteria interterritoriale. L'elenco delle adesioni all'incontro è in aggiornamento, a seguito dell'adesione di altre realtà culturali e politiche, fra cui gli Stati Generali delle Donne, con la dott.ssa Isa Maggi.

Per restare aggiornati sull'evento:

https://www.insieme-per.it/

Pubblicato da Roma, il 10 marzo 2024, a cura della segreteria interterritoriale

 

 

Contro la deriva presidenzialista

Nota della presidenza di Autonomie e Ambiente
contro il presidenzialismo in ogni versione
Udine, 12 agosto 2022

 

1. Autonomie e Ambiente (AeA), come sorellanza di forze civiche, ambientaliste, autonomiste, decentraliste e territorialiste, pur non partecipando ancora e in quanto tale alle elezioni politiche generali, ha già ottenuto un risultato politico di grande rilievo: abbiamo contribuito a un dibattito pubblico in cui ciascuna forza politica che si candida alle elezioni del 25 settembre 2022 è costretta a essere esplicita riguardo alla deriva del presidenzialismo, una forma di governo che noi combatteremo sempre, a ogni costo e in ogni modo.

2. La nostra Costituzione e gli Statuti delle regioni contengono già in nuce le condizioni necessarie per fare dello stato italiano, qui e ora, in questa generazione, una autentica Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, che resista nel tempo alla pericolosa deriva della verticalizzazione del potere.

3. Non occorre essere autonomisti per essere contrari al presidenzialismo, ma si eviti di rendersi ridicoli raccontando alle comunità locali e ai territori che sarebbe possibile coniugare presidenzialismo e nuove forme di autonomia locale.

4. Non vogliamo un capo eletto direttamente in una competizione che sarebbe inevitabilmente gestita da grandi concentrazioni di potere finanziario e mediatico, come già purtroppo accade in molti luoghi del mondo, pur retti da ordinamenti formalmente democratici, ma in cui la fiducia tra governanti e governati è in una crisi storica di cui non si intravede la fine.

5. Lo stato italiano è già percorso da storiche pulsioni centraliste e autoritarie: un “sindaco d’Italia” ne diventerebbe inevitabilmente l’ennesimo e pericoloso podestà.

6. Non abbiamo bisogno di un presidente eletto direttamente, né in Italia, né in Europa, semplicemente perché la nostra Repubblica e tanto più il nostro continente sono troppo diversificati e complessi per essere gestiti da un potere concentrato in poche mani.

7. Vogliamo, al contrario, ripristinare regole minime di partecipazione dal basso alla vita politica, una informazione più plurale e più critica, restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri leader locali, vedere le assemblee elettive rafforzate a scapito dei governi.

A cura della presidenza di Autonomie e Ambiente - AeA

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Cristina Machet nuova presidente della UV

Cristina Machet è la nuova presidente della Union Valdôtaine (UV). E' stata eletta sabato 5 giugno 2021 dalla conferenza dei presidenti delle sezioni del Mouvement riunita a Pont-Saint-Martin insieme al Conseil fédéral. Piero Prola è il nuovo vicepresidente, Federico Perrin il tesoriere. Machet succede a David Follien, che a sua volta era reggente dall'autunno scorso, in sostituzione di Erik Lavévaz, nel frattempo diventato presidente della regione Valle D'Aosta.
La UV è una delle forze autonomiste più antiche nella Repubblica Italiana e nello spazio politico europeo, una forza popolare fedele alle sue radici democratiche e antifasciste.
Il dialogo e la collaborazione tra la Union e la nostra rete di Autonomie e Ambiente (AeA) è sempre più intenso da tempo, grazie all'interessamento e all'impegno di Erik Lavévaz,di Guido Grimode del senatore Albert Lanièce.Grimod è intervenuto alla nostra II Assemblea Generale e Lanièce è stato uno dei quattro oratori cruciali.
Le nostre più sentite congratulazioni, in attesa dei prossimi appuntamenti di lavoro politico con la forza sorella maggiore del federalismo italiano ed europeo.
 
Maggiori informazioni sulla testata storica della Union::
 
Nella foto (fonte Le Peuple Valdotain) a sinistra il presidente vicario uscente, David Follien, e a destra la neopresidente Cristina Machet.

Dibattito sulle autonomie ospitato da Il Nuovo Trentino

  • Autore: Mauro Vaiani, Claudia Zuncheddu, Ciro Lomonte, Roberto Visentin - 28 febbraio / 3 marzo 2023

Grazie all'impegno personale di Piercesare Moreni e alla lungimiranza del direttore Paolo Mantovan, Il Nuovo Trentino ha pubblicato quattro interventi in quattro giorni nel quadro di un dibattito sul futuro dell'autonomia del Trentino, che è cruciale per il futuro di tutte le autonomie nello stato italiano e forse anche oltre. Per gentile concessione del quotidiano trentino, pubblichiamo qui, in ordine cronologico, i quattro articoli, scritti rispettivamente dal dott. Mauro Vaiani (28 febbraio 2023), dalla dott.ssa Claudia Zuncheddu (1 marzo 2023), dall'arch. Ciro Lomonte (2 marzo 2023) e dal vicepresidente EFA-ALE e presidente Autonomie e Ambiente (AeA) Roberto Visentin (3 marzo 2023). Si avverte che: i testi qui riprodotti sono quelli integrali inviati dagli autori. Sulle pagine de Il Nuovo Trentino potrebbero essere stati soggetti a minimi ritocchi per esigenze d'impaginazione.

1) Martedì 28 febbraio 2023 - Mauro Vaiani (OraToscana, segreteria di Autonomie e Ambiente)

Titolo: Il Trentino non è autonomia "etnica"

INT 2023 02 28 Vaiani 1Testo

Quella della Provincia di Trento è per molti aspetti l’autonomia più avanzata e più ammirata della nostra Repubblica. Dall’esterno – chi scrive è un Toscano che vive e lavora in Toscana – non la vediamo affatto come una autonomia “etnica”, come l’ordinamento originale di un cantone montano, come l’autogoverno di un territorio in qualche modo marginale o periferico, che si sia trovato nella Repubblica Italiana per un accidente della storia e che quindi avrebbe bisogno di un qualche ordinamento speciale.

Al contrario, l’autonomia trentina è comprensibile e quindi ammirata in tutti gli altri territori, perché si è realizzata in una territorio percepito come “italiano” e comunque non periferico, ma al contrario ben inserito nella principali reti economiche e sociali della globalizzazione e dell’integrazione europea.

In ogni altro territorio dove è presente un movimento civico autonomista o anche solo vagamente territorialista, l’autonomia del Trentino è vista come una fonte di ispirazione. Sbagliamo a vedervi così? Non lo crediamo affatto.

E’ stato autolimitante e alla lunga distruttivo, per gli stessi autonomisti del Trentino e di altre realtà alpine, pensare al proprio autogoverno come una necessaria e speciale solidarietà fra gente di montagna.

Nella Provincia di Trento sono affidate alle amministrazioni locali molte responsabilità e la necessità di far funzionare concretamente cose essenziali alla vita quotidiana. Poiché chi governa è molto vicino a chi è governato, nel tempo si sono selezionati pubblici funzionari e un personale politico le cui prestazioni sono molto superiori alla media italiana (e anche a quella di parecchi stati europei).

Sarebbe semplicistico continuare a credere che la buona qualità dell’autogoverno locale a Trento sia una eredità culturale dell’antica solidarietà montanara o di altre, pur preziose, eredità storico-culturali.

E’ stato decisivo, invece, aver trattenuto sul territorio poteri, risorse, competenze. Questo ha significato per il Trentino una accumulazione di capitale sociale in pochi decenni! Una trasformazione moderna, che va ben oltre la rivendicazione di identità e tradizioni.

Le vostre montagne erano povere quanto e forse più di quelle del nostro Appennino, dopo la Seconda guerra mondiale, ma oggi, dopo decenni di autogoverno, la situazione è completamente cambiata.

Il vostro territorio è fra i più benestanti d’Europa, mentre le nostre province appenniniche, che sono state governate da autorità centrali (e spesso centraliste) chiuse nei loro palazzi romani (o milanesi, o, più recentemente, bruxellesi), si sono spopolate, impoverite, degradate. Qua e là magari i nostri territori peninsulari sono stati fatti oggetto di una qualche rinascita artificiale, turistica o connessa con la “signorilizzazione” (“gentrification”, direbbero i più globalizzati), ma il “buon ritiro” in montagna è assolutamente insufficiente a restituire vitalità a comunità locali romagnole, toscane, umbre, marchigiane, abruzzesi, campane, lucane o calabresi, che continuano a declinare.

Non si dovrebbe chiudere l’autonomismo entro il recinto dell’autodifesa di una comunità montanara. Nelle contraddizioni della globalizzazione, tutti i territori, anche le pianure, le coste, le isole, persino le città più grandi e più ricche, hanno bisogno di un maggior autogoverno, che significhi controllo sui propri beni comuni, sui servizi pubblici locali, sulla pubblica istruzione, su un servizio sanitario capillare, sui faticosi ma necessari processi di transizione ambientale, perché ogni territorio resti abitabile e sia consegnato intatto alle generazioni future.

Nel nostro Forum 2043 ci stiamo preparando al centenario della Carta di Chivasso del 1943, perché consideriamo che quelle antiche parole autonomiste e confederaliste scritte da resistenti antifascisti alpini siano più vive e più attuali che mai per tutti e dappertutto.

Come ha scritto Walter Pruner, in suo contributo al nostro Forum 2043, anche a Trento sono arrivate la crisi della partecipazione civile e l’eclissi della diligenza nelle elite, che mettono in pericolo anche l’autonomia italiana di maggior successo.

Gli errori della politica italiana (ed europea) sono tanti e non possono certo essere trattati qui: il declino del pluralismo nei media, ormai in mano a poche centrali globali di conformismo; le vergognose leggi elettorali, che impediscono ai cittadini di scegliere liberamente i loro leader locali; la distruzione dei partiti politici popolari. I contraccolpi negativi sono arrivati a far danni anche in Trentino, lasciando spazio a varie forme di populismo (non solo quello leghista o pentastellato, sia chiaro, ma anche a un certo populismo “dall’alto” in stile renziano), oltre che, più recentemente, a una destra piena di idee centraliste, presidenzialiste, nazionaliste, tutte drammaticamente vecchie e sbagliate.

Il Trentino, ha scritto Walter Pruner al Forum 2043, “all’opzione autonomista ha preferito l’allineamento con Roma, con un voto oltremodo prevedibile e reso incontendibile a causa di un incontinente lassismo politico, in Trentino non meno che nella più generale scena italiana.”.

La fase politica che stiamo vivendo ha bisogno di più autonomie personali, sociali, territoriali, non certo di meno. Ciò che però nessun autonomismo dovrebbe più fare, a nostro parere, è isolarsi.

I nostri ideali hanno grandi padri e madri trentine: la Repubblica delle Autonomie, l’Europa delle regioni, il confederalismo per un mondo emancipato dal colonialismo, dall’autoritarismo, dal militarismo.

Coloro che li condividono devono tornare a fare rete tra di loro, consapevoli e fieri del proprio passato, ma consapevoli che la posta in gioco è altissima e richiede un supplemento d’anima: un futuro più “trentino”, cioè una vita comunitaria a misura di persona umana, non solo per i Trentini, ma per tutti, dappertutto.

 

2) Mercoledì 1 marzo 2023 - Claudia Zuncheddu (Sardigna libera, attivista per la salute e per l'autogoverno della Sardegna)

Titolo: Ondate di populismi e naufragi autonomisti

INT 2023 03 01 Zuncheddu

I processi di globalizzazione in corso, per poter attuare il proprio dominio economico e culturale, necessitano dell’eliminazione di qualsiasi identitàe diversità, di ogni forma di dissenso,di autonomia personale, sociale, territoriale. Tuttavia la storia delle varie comunitànon è così facilmente cancellabile. Ha determinato fenomeni di appartenenza e di condivisione culturale, sociale ed economica, che tutt’ora, nonostante i processi di disgregazione violenta della globalizzazione,persistonodandosostanza, dal locale al globale, a diversità cheintendono organizzarsiin modo differente.

L’esperienza di autonomia del Trentino è per gli autonomisti e per tutti i movimenti identitari che mettono in discussione il centralismo dello Stato italiano, un buon esempio diautogoverno. E’ un’esperienza di emancipazione che va ben oltre le sabbie mobili del localismo in cuiin moltivorrebbero veder scomparire le autonomie.

AllaSardegna, a differenzadelTrentino,è stato impedito peroltre 70 annidi attuare le previsioni delloStatutospeciale. A certificare questo, sin dalla conquista formale dell’Autonomia,sono statel’imposizione di attività militari in 24 mila kmq di territorio sardo (62% della militarizzazione italiana), l’imposizione di una cultura industrialeestranea agli interessi dell’Isola, la creazione di “bolle” turistiche gestite da capitali stranieri, decretando sino a oggi uno status coloniale, con altissimi costi in termini sociali, economici, ambientali e sanitari.

L’ ”antistorico successo di Fratelli d’Italia” è un’anomalia politica che nondeve mettere in discussione l’esperienza autonomista alla base dell’emancipazione del Trentino,né delle speranze di altri territori, come la Sardegna, il cui autogoverno è rimasto incompiuto.

ll fenomeno della perdita di capacità progettualedei partiti, con il confondersi dei valori di destra e di sinistra, nel nome diunapretesa unità nazionaleo della rigidità dei vincoli esterni, ha generato governia cui hanno partecipato tutte le forze politiche, compresa l’antipolitica realtà dei Cinque Stelle,ma che sono risultati troppo simili nel governo dell’esistente.Lo star fuori “formalmente” di Fratelli d’Italia da questi governi e la diffusa sfiducianella possibilità di un miglioramento reale delle condizioni economiche e sociali, hapremiato elettoralmente questa formazione dianticamatrice neofascista,così come prima aveva premiato altre forze.

Queste ondate anti-sistema hanno avuto ripercussioni in tutte le regioni, senza esclusione di quelleautonome, conil connessosvilimento dell’autonomia del personale politico locale, e quindidell’ autogoverno e autodeterminazione delle comunità.

In Sardegna, per esempio, l’onda lunga della Legasalviniana alle elezioni regionali del 2019, ha contribuito alla vittoria del centrodestrainalleanzacon ilPsd’Az.Quest’ultimo però non era più ilpartito storico dell’autonomiasarda, ma una mera appendice del salvinismo.Ilpresidente Solinas,passato dalcentrodestra alla guida del Psd’Az, haincarnatoquestaderiva, imbarcando nel partitole seconde e terze file del centrodestra italiano.Ora lo stesso accadrà, in molti territori, con la parabola crescente di Fratelli d’Italia.

Per lamancataautonomia,la Sardegna è il territorio più spopolato d’Italia, trai più impoveriti e più inquinati(dove siregistra,fra l’altro, la più alta percentuale di rinunce alle cure sanitarie, in primis per ragioni economiche).Nessun territorio, nemmeno il Trentino, è al riparo da un simile declino, venendo a mancare una politica autonoma e autonomista,

In tutti i territori sipuò e sideve resistere,magari conoscendoci e cooperando di più, restando attaccati a una antica enuovaideadiautonomia diffusa e interconnessa in modo solidale,con un respiro europeo e internazionale.

 

3) Giovedì 2 marzo 2023 - Ciro Lomonte (segretario del Movimento Siciliani Liberi)

Titolo: Le Dolomiti viste dall'Etna, il fuoco dell'autogoverno

INT 2023 03 02 Lomonte

Una delle caratteristiche da noi ammirate nei politici autenticamente autonomisti di Trento e di Bolzano è la loro capacità di farsi eleggere al Parlamento Italiano senza essere costretti a farsi rappresentare da partiti centralisti. Quando gli eletti autonomisti vengono sollecitati a dare un supporto al voto di maggioranze traballanti, chiedono in cambio benefici per i rispettivi territori, non per sé stessi. Un comportamento coerente che ha garantito benessere e sviluppo a due comunità da tempo in vetta alle classifiche della qualità della vita.

Ci si potrebbe chiedere come mai i siciliani – non parliamo di Siciliani Liberi, forza politica ancora troppo giovane e troppo debole per essere presente nelle istituzioni – non abbiano mai fatto altrettanto per la propria terra. Eppure sono sempre stati numerosi in Parlamento. Hanno espresso capi di Governo, ministri e ultimamente pure un Presidente della Repubblica, tutti assolutamente ignavi o passivi riguardo alla “questione finanziaria siciliana”. I media nascondono la realtà che la Sicilia è trattata come una colonia interna, a cui vengono sottratti ogni anno 10 miliardi di euro provenienti dalle stesse tasse dei siciliani. E i rappresentanti isolani dei partiti centralisti tacciono.

L’istituzione dell’autonomia speciale siciliana (1946) e la nuova Costituzione repubblicana (1948) non hanno funzionato come l’autonomia trentina, proprio per il rifiuto del governo centrale di porre fine alla sottrazione di risorse dall’Isola verso lo stato centrale. Oggi sembra incredibile, ma il Regno di Sicilia (1130-1816) è stato una realtà fiorente e sviluppata per circa settecento anni, uno degli stati più ricchi del mondo, prima di essere soppresso dai Borbone e poi, definitivamente, dal Regno d’Italia. A suo tempo la Sicilia era terra d’immigrazione. L’emigrazione dei siciliani è iniziata dopo il 1860 (come pure altri gravi guasti, come la mafia, fenomeno studiato a fondo da alcuni storici quali Francesco Benigno).

L’attuale assetto statuale è sorretto da forze poderose: i vincoli internazionali (militari, non solo politici); i rapporti economici di dipendenza; le strutture statali che sono ancora centraliste e prefettizie; il monopolio dell’educazione e dell’informazione. Non sono mancate neppure brutalità e violenza, perché i siciliani si sono ribellati, in alcuni momenti storici, ma sono stati repressi.

Il fuoco dell’aspirazione all’autogoverno non è certo spento, come non è mai spento il nostro vulcano che domina la Piana di Catania. È lì, cova ininterrottamente e prima o poi avrà porrà fine alle conseguenze negative del colonialismo interno.

Tutti i territori aspirano a maggior autogoverno e tuttavia servono metodo, astuzia, costanza, perché il centralismo è forte.

Le richieste di maggiore autonomia, la cosiddetta “autonomia differenziata” chiesta da Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, sono anch’esse minate da una grave incomprensione di come concretamente si costruiscano processi di autogoverno. Le tasse sul fatturato di un’azienda che ha sede fiscale a Milano, per esempio, non sono “lombarde”. Esse dovrebbero restare nei territori dove si producono beni e manufatti. Senza principi seri di territorializzazione delle imposte, le aspirazioni di queste grandi regioni saranno (giustamente) liquidate come “secessione dei ricchi” e quei territori resteranno ostaggio del centralismo italiano.

Le autonomie a cui guardiamo con ammirazione, per ciò che hanno realizzato con grande sacrificio e sagacia, quella di Trento come anche quella di Bolzano, non si sentano al sicuro. Il centralismo è pronto a riprendersi ciò che è stato costretto a lasciarvi gestire con le vostre forze e secondo la vostra volontà (da accordi internazionali, non da buoni sentimenti filo-autonomisti, che erano e sono ancora minoritari nella politica italiana).

Trento e Bolzano non si lascino omologare, conservino le loro solide politiche locali (ammirevoli, per inciso, quelle che sono in essere per la famiglia e la natalità, la sanità e la vecchiaia, l’agricoltura e la cultura). Restino d’esempio, in un mondo che tende a sopprimere le identità territoriali in nome di una globalizzazione massificante e disumanizzante. Per noi è necessario promuovere forme di collaborazione più intense fra i politici di Trento e di Bolzano ed i nostri – intendiamo quelli sinceramente impegnati nello sviluppo dei rispettivi territori – all’interno di contesti come la rete “Autonomie e Ambiente”.

4) Venerdì 3 marzo 2023 - Roberto Visentin (vicepresidente ALE-EFA, presidente di Autonomie e Ambiente in rappresentanza del Patto per le Autonomie Friuli-Venezia Giulia)

Titolo: Autonomisti trentini, avete perso la bussola

INT 2023 03 03 Visentin

Non riesco mai a dimenticare che spesso o meglio quasi sempre chi vince le elezioni ed arriva a governare, lo fa grazie a demerito o incapacità degli avversari, più che per meriti propri.

Il successo prima dei “salviniani” e poi di Fratelli d’Italia, persino in Trentino, una delle province di più antica e operosa cultura autonomista, è certamente connesso con una stanchezza e una sfiducia generali, che hanno spinto troppi elettori in tutta la Repubblica e in molte altre parti d’Europa, a smettere di votare o a dare un voto di protesta a forze immature e a leader populisti.

Va tuttavia messo in conto anche agli autonomisti trentini, che evidentemente si sono limitati a gestire, ma hanno smesso di investire nella coesione sociale delle loro comunità locali.

I Sudtirolesi hanno un collante etnico, che per ora attenua i loro problemi, che in Trentino non c’è (e anzi non c’è nella maggior parte dei territori dello stato italiano – compreso il mio Friuli - se non nell’immaginazione di qualche frangia identitaria).

Questi anni di crisi e declino, dovuti alle contraddizioni della globalizzazione, stanno conducendo alla disgregazione delle comunità locali, dei loro legami sociali, del loro sentirsi responsabili del proprio territorio.

I recenti successi di partiti centralisti sono anche responsabilità di autonomisti locali incapaci di comunicare in un mondo che cambia. Si sono persi troppi anni, anche in Trentino, pensando che la propria autonomia speciale fosse il frutto di qualcosa di, appunto, “speciale”: la cultura “montanara”, o le tradizioni dell’ “arco alpino”, o i legami storici con il “popolarismo austro-tedesco”. Fantasie, non politica, che hanno impedito di vedere l’affievolirsi, giorno dopo giorno, della capacità delle comunità locali di garantire inclusione, emancipazione, senso di appartenenza.

Questo obliga tutta la nostra area politica, cioè le persone e i movimenti che, almeno dalla Carta di Chivasso del 1943 in poi, credono nelle autonomie, a studiare e faticare di più; a riflettere criticamente e autocriticamente su perché da quasi venticinque anni (dai tempi del Titolo V del 2001) la Repubblica delle Autonomie è messa sempre più in discussione, invece di avanzare; a mettere in discussione il nostro linguaggio e la nostra postura autonomista. Senza un cambiamento profondo e senza un altrettanto profondo rinnovamento generazionale, si diventa un peso morto, invece che un motore, per la causa autonomista.

Mi sia consentito di essere brutale: si può rimanere al potere anche senza avere un progetto per la propria terra, come è successo al PSDAZ (succede in politica di non sapere più come sistemare le cose che non vanno e allora ci si riduce a sistemare se stessi). Anche altri partiti autonomisti, anche lo storico PATT, sono a rischio di fare la fine del PSDAZ.

Non definirei antistorico il successo di Fratelli d’Italia in Trentino. E’ al contrario la conseguenza dell’abbandono del campo da parte di chi dovrebbe rappresentare i territori, lasciando spazio a esponenti di un centralismo vecchio e fallimentare, che non porterà da nessuna parte.

L’autonomia non è di sinistra o di destra e nessuno può rivendicare il diritto di rappresentarla in esclusiva, ma è inaccettabile che i ciarlatani di “prima gli italiani” e “via le accise dalla benzina”, siano considerati credibili come amministratori di comunità complesse come lo sono tutte le autonomie locali di questa Repubblica, non solo quelle speciali.

La proposta di autonomia differenziata fatta dall’autore del “Porcellum“ andrebbe definita con la stessa parola da lui suggerita – porcata – se fosse una cosa seria, cosa che ovviamente non è. Serve solo a fomentare tensioni e divisioni, a uso e consumo di chi vuole portare lo stato italiano verso il presidenzialismo, cioè una deriva centralista per noi inaccettabile.

Lo scontro c’è e va affrontato a viso aperto, tra chi persegue un progetto centralista e chi invece crede nell’autogoverno dei territori.

In Autonomie e Ambiente stiamo costruendo una rete politica interterritoriale per una nuova generazione civica, ambientalista, territorialista. Siamo e restiamo estranei a ogni nordismo, sudismo, alpinismo, montanarismo. Il nostro progetto, per tutti i territori della Repubblica e d’Europa, è “contro nessuno ma in favore di se stessi”.

 

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Domande dagli autonomisti di Monza e Brianza

I prossimi 22 e 23 ottobre 2023 il collegio senatoriale n. 6 della Lombardia, che coincide con la provincia di Monza e Brianza, va al voto per le elezioni suppletive. Si deve eleggere una nuova persona al Senato della Repubblica, che vada a occupare il posto dello scomparso Silvio Berlusconi.

Il collegio è geograficamente molto ristretto, ma ha una popolazione di 800.000 abitanti ed è formato da 55 comuni. E' tradizionalmente una costituency dominata dal centrodestra, ma nella vita amministrativa locale conosce anche una importante presenza di civismo, specie nei centri minori.

L'elezione del nuovo senatore avverrà con il sistema maggioritario più semplice, quello che nella cultura anglosassone è chiamato first-past-the-post (indicato anche con l'abbreviazione FPTP), cioè un sistema uninominale secco a turno unico. L'espressione "first-past-the-post" significa letteralmente "il primo oltre il palo" (ispirata dal linguaggio delle corse dei cavalli).

Il bipolarismo verticistico che è purtroppo prevalente nella nostra Repubblica cercherà probabilmente di riproporre (imporre, sarebbe più corretto scrivere) i soliti candidati scelti dai vertici. Tuttavia, essendoci stavolta (nelle suppletive e purtroppo solo in esse) la possibilità di candidarsi anche per figure civiche indipendenti, ci si augura un confronto plurale, dove faccia la differenza il valore della persona, come dovrebbe essere peraltro sempre nelle elezioni dei nostri rappresentanti.

Cittadini di quel territorio, di animo autonomista e con simpatia per il nostro patto Autonomie e Ambiente, ci hanno chiesto di rendere pubbliche alcune loro domande squisitamente politiche ai candidati di questo vasto collegio uninominale, che riportiamo nell'ordine in cui ci sono arrivate.

1) Cosa pensano della svolta presidenzialista proposta dall'attuale maggioranza di destra e da alcune componenti del centro e, fino a ieri, anche della sinistra? Come è noto, il nostro mondo è assolutamente contrario alle elezione diretta di un capo della Repubblica, che si risolverebbe in un circo mediatico dominato da opache concentrazioni di potere e ricchezza.

2) Cosa pensano - in generale - dell'autonomia differenziata chiesta dalla Regione Lombardia con il conforto del referendum consultivo del 22 ottobre 2017? A noi pare ingiusto che le disposizioni costituzionali del 2001 siano rimaste così a lungo inattuate, in particolare quelle fondamentali, relative all'autonomia fiscale e tributaria, che sono la premessa indispensabile per tutto il resto.

3) Cosa pensano - in particolare - del disegno di legge Calderoli (che contiene una sorta di autonomia "a scadenza", graziosamente promessa dal governo più centralista della storia della Repubblica)?

4) Cosa pensano della povertà che avanza per chi lavora e per chi è in pensione? Pare assolutamente insufficiente stabilire un salario minimo (peraltro da fame) mentre siamo di fronte a una perdita così massiccia di potere d'acquisto per la maggioranza della popolazione.

5) Cosa pensano del declino, da decenni, in particolare in Lombardia, di una sanità che sia veramente pubblica e prossima? Pare assurdo che proprio nella regione più ricca e più avanzata della Repubblica, che è meta di costosi "viaggi della speranza" da tutti gli altri territori verso i propri ospedali (anche pubblici, ma soprattutto convenzionati e privati), manchino medici di famiglia e ambulatori di vicinato.

6) Cosa pensano di proporre in Senato riguardo alla necessaria fuoriuscita dal fossile? 

7) Cosa pensano di proporre in Senato riguardo alla metastasi normativa (europea, statale, regionale, delle autorità, degli enti locali) che soffoca le autonomie personali, sociali, economiche, territoriali?

Non interessano, precisano i nostri simpatizzanti, risposte lunghe e articolate. Sappiamo benissimo che non ci sono soluzioni "italiane" (tanto meno "europee") ai problemi dei diversi territori. E' anche evidente che nessun candidato senatore potrà mai fornire risposte tecniche e finanziarie dettagliate, finché non sarà in carica e avrà quindi sul proprio tavolo i fascicoli e i dossier. Sarebbe però molto civile ricevere delle risposte da cui si capisca, all'incirca, che formazione, che preparazione, che convinzione politica abbia ciascuno dei candidati.

Il sito di Autonomie e Ambiente, se arriveranno delle risposte, si impegna a pubblicarle assicurando a tutti uno spazio ragionevole.

Desio, 24 agosto 2023 - a cura della segreteria interterritoriale

 

EFA a Milano - 16 maggio 2024 - conferenza stampa pubblica

European Free Alliance
e Autonomie e Ambiente
a Milano il 16 maggio 2024

DEMOCRAZIA PER TUTTI:
ELEZIONI CORRETTE
ED AUTONOMIE FORTI
IN UN'EUROPA PER TUTTI

Dove:
Centro Slow Mill
(
www.slowmill.it - Dora e Pajtimit, associazione no-profit italo-albanese "La mano della riconciliazione")
Via Volturno 32,Milano (quartiere ISOLA, stazione metroISOLA)

Alle ore 11 - Conferenza stampa
Maylis Roßberg, "spitzenkandidatin" EFA
Lorena López de Lacalle, presidente EFA
Mauro Vaiani, Autonomie e Ambiente


insieme ad altri leader civici, territoriali,
della prossimità e delle economie locali,
impegnati per le generazioni future

Sarà assicurato un servizio di traduzione Inglese-Italiano e Italiano-Inglese.

Ufficio stampa: Alberto Mazzotti, 338 8556129

Alle ore 14 - Incontro riservato
Maylis Roßberg incontra giovani leader di civismo, ambientalismo,autonomismo, territorialismo, solidarismo

Per maggiori informazioni:
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

EFA a Milano, 16 maggio 2024, con Maylis Roßberg - SEGNATEVI LA DATA!

SEGNATEVI LA DATA! (English version)

European Free Alliance (EFA-ALE, Alleanza Libera Europea)
e Autonomie e Ambiente
a Milano il 16 maggio 2024

ELEZIONI CORRETTE
AUTONOMIE FORTI
IN UN'EUROPA PER TUTTI

Dove:
Centro Slow Mill (www.slowmill.it - Dora e Pajtimit, associazione no-profit italo-albanese "La mano della riconciliazione")
Via Volturno 32,Milano (quartiere ISOLA, stazione metroISOLA)

Con:
Maylis Roßberg, "spitzenkandidatin" EFA
Lorena López de Lacalle, presidente EFA
Mauro Vaiani, Autonomie e Ambiente

insieme ad altri leader di civismo e territorialismo

Programma della giornata (dettagli da confermare):

-11.00 - Conferenza stampa (giornalisti e operatori dei media si registrino via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

- 14.00 - Maylis Roßberg incontra i giovani leader di civismo,autonomismo and territorialismo (registrarsi via mail Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.)

Sarà assicurato un servizio di traduzione Inglese-Italiano e Italiano-Inglese.

 

EFA e AeA insieme per la Repubblica delle Autonomie

Sono uscite questa settimana le newsletter di EFA e di Autonomie e Ambiente.

Sono strumenti indispensabili per capire chi siamo e perché le nostre famiglie politiche si sono organizzate per partecipare alle elezioni europee del 2024 con la lista PATTO AUTONOMIE AMBIENTE.

Per cui chi usa la mail, si iscriva, usando le caselle d'iscrizione che si trovano ai piedi di praticamente ogni pagina dei nostri siti.

Siamo in campo per l'autogoverno di tutti dappertutto, per progetti di buongoverno, contro il bipolarismo all'italiana (competizione fra sinistra e destra a chi è più ignorante e strumentale).

Cagliari, 23 febbraio 2024 - a cura della segreteria interterritoriale

- nella foto Roberto Visentin e Silvia Fancello (Lidia) durante l'ultimo congresso EFA a Strasburgo

 

 

 

I lavori del Forum 2043

Sono partiti i lavori del Forum 2043, l'iniziativa politico-culturale che Autonomie e Ambiente ha deciso di ospitare sul proprio sito, in una sezione apposita. Il progetto si propone di consegnare alle prossime generazioni i valori di una Repubblica delle Autonomie e di una Europa delle regioni, dei popoli e dei territori. Si vorrebbe arrivare a celebrare il centenario della Carta di Chivasso, il 19 dicembre 2043, avendo contribuito a costruire un moderno decentralismo, capace di mobilitare non solo gli storici autonomismi, ma una più vasta rete di movimenti civici, ambientalisti, localisti, impegnati per il buongoverno e l'autogoverno dei propri territori.

Sono già stati pubblicati contributi di intellettuali e attivisti come Gino Giammarino, Piercesare Moreni, Claudia Zuncheddu. Il coordinamento del Forum 2043 è affidato a Mauro Vaiani. Sono attesi contributi, prevalentemente dall'esterno della rete di Autonomie e Ambiente.

L'indice degli approfondimenti è disponibile a questo link: https://www.autonomieeambiente.eu/forum-2043 .

Per seguire il Forum 2043 e per contribuire ai suoi lavori, ci si iscriva al canale Telegram https://t.me/forum2043 .