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Una Europa diversa

Amnistia per l'Europa, non solo per la Catalogna

Udine,24 settembre2021

Amnistia e dialogo per l’Europa,
non solo per la Catalogna

Comunicato della Presidenza di Autonomie e Ambiente

Esprimiamo la solidarietà della rete di forze territoriali Autonomie e Ambiente all’on. Carles Puigdemont, oggi eurodeputato catalano esiliato e perseguitato dalla magistratura spagnola. Il suo arresto, già inconcepibile, diventa particolarmente doloroso perché è avvenuto al suo arrivo nella città catalana di Alghero, nell’isola di Sardegna che lotta per il proprio autogoverno.

Siamo di fronte alla conferma delle nostre preoccupazioni sulle condizioni in cui è ridotto lo stato di diritto nella Repubblica Italiana, tenuta in scacco da pulsioni centraliste e autoritarie.

Ribadiamo che una larga e comprensiva amnistia è la precondizione imprenscindibile per riavviare il necessario dialogo tra il Regno di Spagna e le istituzioni di autogoverno della Catalogna. Restiamo in contatto con i parlamentari autonomisti italiani ed europei e con l’Alleanza Libera Europea (European Free Alliance, ALE-EFA), per seguire l’evolversi della situazione.

Non possiamo nascondere la nostra preoccupazione per le criticità giuridiche che evidentemente sono insite nell’istituto del mandato di cattura europeo, che non dovrebbe in alcun modo, come ribadito anche recentemente dalla Corte europea di giustizia, essere usato per perseguitare dissidenti politici. E’ l’Europa intera, non solo la Catalogna, che ha bisogno di amnistia e dialogo, contro il centralismo e l’autoritarismo.

Per approfondimenti e contatti:

https://www.autonomieeambiente.eu

https://www.autonomieeambiente.eu/strumenti/newsletter

https://www.youtube.com/channel/UCPGdjn5giLSANVvnw-yZFow

https://twitter.com/rete_aea

https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/

https://www.facebook.com/AutonomieeAmbienteUfficiale/posts/374403657500375

https://e-f-a.org/2021/09/24/efa-press-release-arrest-of-carles-puigdemont/

:https://twitter.com/albertlaniece/status/1441287448273702917?s=20

https://t.me/carlespuigdemont

 

 

 

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Autonomie e Ambiente all'Assemblea ALE-EFA

Si sono chiuse le due faticose ma feconde giornate dell'Assemblea generale della Alleanza Libera Europea (European Free Alliance), celebrate online, per via dell'emergenza sanitaria.

ALE è la principale rete europea di raccolta di forze indipendentiste storiche (delle nazioni europee ancora senza stato), autonomiste, federaliste, confederaliste. Ad essa si è ispirata la nostra rete Autonomie e Ambiente nella Repubblica Italiana e con essa AeA ha il proprio rapporto internazionale più diretto e più strategico.

Ripercorriamo i 12 punti del documento finale, aggiungendo alcune considerazioni che potranno essere utili al mondo degli attivisti decentralisti italiani.

L'originale del documento finale è visibile qui.

1) L'Assemblea generale si è aperta con una dichiarazione di solidarietà con il popolo dell'Artsakh (Nagorno-Karabakh), invocando la pace e il riconoscimento del diritto all'autodeterminazione di quella piccola regione, incastonata nel Caucaso meridionale, in armonia con l'azione del Partito Democratico dell'Artsakh, che è una forza sorella di ALE.

2) Si è ricordato il terzo anniversario del referendum per l'indipendenza della Catalogna (1 ottobre 2017). L'autogoverno della Catalogna è e sarà un punto cruciale e discriminante, anche per noi qui nella Repubblica Italiana. Chi non accetta l'idea di un pieno diritto all'autodeterminazione di quel territorio, come di ogni altro, si porrà lontano e fuori dalla nostra comunità decentralista e localista.

3) ALE-EFA ha accolto tra i suoi membri due movimenti che sono soci fondatori di Autonomie e Ambiente: Patto per l’Autonomia e Comitato Libertà Toscana. Invece, dopo anni di discussioni, con dolore, è stato espulso il Partito Sardo d’Azione, che ne fu a suo tempo una formazione fondatrice. Le tradizioni e il prestigio del PSDAZ non possono più essere un alibi per accettare la sua deriva. E' ormai diventata una appendice locale (praticamente una succursale coloniale) di una delle forze più centraliste, autoritarie e retrive del panorama politico italiano (la Lega Salvini Premier). Durante l'Assemblea generale, Roberto Visentin, che presiede AeA in nome e per conto del Patto per l'Autonomia, ha potuto presentare la nostra rete a tutta la famiglia ALE-EFA.

4) ALE-EFA ha aggiornato i propri statuti. In particolare si è curato di mantenere forti rapporti con i movimenti per l'autogoverno della Scozia, del Galles, della Cornovaglia, dello Yorkshire, dopo la Brexit.

5) Sono stati presentati diversi piani e i progetti per le attività ALE-EFA dei prossimi due anni.

6) Si è tenuto un dibattito, moderato da Ana Stanič, con Adam Price (leader di Plaid Cymru, il partito per l'indipendenza del Galles), Valentina Servera (presidente di EFAy), Jill Evans (vice presidente di EFA e parlamentare europeo), Christian Allard (parlamentare europeo), Jordi Solé (neo-deputato europeo, neo-presidente dei deputati europei che fanno riferimento a EFA, e segretario generale di EFA), sul futuro di una Europa confederale anche alla luce delle sfide poste dalla crisi sanitaria e sociale. ALE-EFA prosegue sulla sua storica intuizione di "allargamento interno" dell'Unione, con il riconoscimento dell'autogoverno di tutti i suoi territori, oggi prigionieri di anacronistici stati centralisti.

7) L'Assemblea ha ascoltato una presentazione delle iniziative civiche europee per la politica di coesione territoriale, per l'equo trattamento di tutte le regioni, per la conservazione delle culture regionali.

8) Sono stati dati aggiornamenti sulle attività della Fondazione Coppieters e sulle attività di EFA per i giovani.

9) Sono state approvate diverse mozioni sulla protezione delle minoranze; per la fine della repressione e per l'amnistia in Catalogna; sulla drammatica situazione in Turchia; per le biodiversità e lo sviluppo rurale; per i diritti umani in diverse parti del mondo.

10) Sono state approvate, tra le altre, dichiarazioni in sostegno alla Corsica, alla Tracia, alla Moravia, contro tutti i centralismi e tutti gli autoritarismi.

11) Hişyar Özsoy, parlamentare e rappresentante per gli affari esteri del Partito Democratico dei Popoli (HDP - People’s Democratic Party - di nazionalità curda ed espressione del Bakur - Nord Kurdistan), ha aggiornato l'Assemblea sulla drammatica repressione in atto in Turchia (e nelle altre regioni curde, in particolare in Rojava). Il parlamentare europeo François Alfonsi, copresidente del gruppo di amicizia franco-curda a Strasburgo, è intervenuto, delineando le possibili azioni di solidarietà in corso a livello di Unione Europea..

12) Infine, ALE-EFA da' appuntamento a tutte le formazioni politiche ne fanno parte, per la prossima assemblea generale del 2021. Il '21 sarà anche l'anno del 40° anniversario della fondazione della rete europea decentralista. Si spera di poter tenere riunioni e iniziative in presenza, se la crisi sanitaria sarà passata.

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Autonomie e Ambiente in tutti i territori - Incontro con la segreteria

A seguito del notevole interesse riscosso dal contributo di OraToscana al Forum 2043 sulla dignità e i poteri del consigliere comunale, Mauro Vaiani, membro della segreteria interterritoriale, ha accettato di commentarlo, affrontando anche altri temi d'attualità, nella nostra resistenza al centralismo autoritario e, nell'attualità politica, al presidenzialismo. La sintesi della conversazione, rivolta a tutti gli amministratori locali civici, ambientalisti, autonomisti, è una occasione per uno sguardo d'insieme sulla rete Autonomie e Ambiente. La sorellanza è uno strumento politico ed anche elettorale (per combattere le leggi elettorali ingiuste, che impediscono alle comunità di eleggere i loro leader locali). Sotto la guida del Patto per l'Autonomia, vogliamo incidere, non in solitudine ma insieme ad altre forze civiche, ambientaliste, localiste, riformiste, sul futuro della Repubblica delle Autonomie e, ancora di più, per una nuova Europa delle autonomie personali, sociali, territoriali, a partire dalle elezioni europee del maggio 2024. Undici minuti di ascolto.

 

Per contattare la rete Autonomie e Ambiente: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

 

Centenario di Pruner

Omaggio a Heinrich (Enrico) Pruner, nel centernario della nascita

Ripubblichiamo qui, pressoché integralmente, un omaggio a Heinrich (Enrico) Pruner che fu scritto l'anno scorso dal figlio Walter Pruner, in preparazione del centenario della nascita: 24/01/1922 - 24/01/2021.  Ringraziamo Piercesare Moreni e Walter Pruner per la segnalazione.

Omaggio a Heinrich (Enrico) Pruner

La lunga marcia di avvicinamento verso l’Autonomia passa oggi attraverso il ricordo di un uomo che questa marcia iniziò, il 25 luglio 1948, con la fondazione del Partito Popolare Trentino Tirolese, e condusse fino alla sua scomparsa.

Enrico Pruner nacque a Frassilongo il 24 gennaio 1922: la comunità politica trentina, non solo quella autonomista, rimase l’8 settembre 1989 orfana di un politico che mise al centro della sua narrazione politica la persona, l’ Autonomia, l’Europa. Il suo orizzonte politico fu il benessere del singolo in un contesto di Autonomia diffusa ai territori e in un quadro di Europa dei popoli. Visione europeista ante litteram, azione politica tra la gente e per la gente, lettura di contesto e capacità di rapido cambio di passo ma non di rotta, lesse anche da sognatore l’attualità di allora in chiave di visione virtuosa di Trentino autonomista, orgoglioso e solidale.

Una eredità politica coerente ma complessa, quella lasciata dal leader mocheno, al quale una intera Comunità può guardare con gli occhi di chi l’Autonomia intese quale forma autentica e sincera di autogoverno, oltre ogni interesse di parrocchia.

La parte biografica del suo poliedrico impegno, che lo ha visto più che calcare, interpretare il proscenio della politica regionale per otto legislature, dalla 2^ alla 9^, è ampiamente nota.

Forse lo sono meno alcuni tratti di contorno che in ognuno di noi performano il nostro essere uomo e donna sociali. Non c’è persona senza una dimensione politica che non sia influenzata da quella personale. Portati di esperienze individuali sociali, culturali, familiari, fanno parte del bagaglio anche politico del singolo ad ogni livello, dal semplice elettore allo statista internazionale.

La nascita di Enrico nel cuore della Valle dei Mocheni è un dato determinante per comprenderne il carattere e la sua cultura interetnica. Alcuni semplici spunti. La povertà, la estrema arretratezza economica, l’insistenza di un dato linguistico diverso rispetto alla comunità trentina cui apparteneva, con un idioma identitario totalmente differente e che induceva nella migliore delle ipotesi la comunità altra ad un sospetto, ad una diffidenza preventiva, indussero la gens mochena a vivere, obtorto collo, da un lato il disagio di dover difendere una propria evidente peculiarità per nulla capita dalla mentalità nazionalista e post fascista del dopoguerra; dall’altra ad obbligarsi all’ adozione di adeguati contrappesi alla ricerca di un proprio riscatto sociale ed economico indurito, in questa gara della grande ricostruzione post bellica, da una indigenza e limitatezza di partenza senz’altro molto più grave che altrove.

All’interno di questo panorama il giovane Heinrich Pruner, come veniva chiamato fin da bambino, conclusi gli studi obbligatori, a soli 14 anni venne inviato al Liceo in lingua tedesca di Bolzano, con i soldi faticosamente accantonati dal papà Stephan, kromer come tantissimi capifamiglia mocheni, una sorta di venditore porta a porta che a piedi raggiungeva i masi dell’Alto Adige per vendere di ogni bene, rientrando due volte all’anno con i parchissimi guadagni ottenuti.

La bicicletta per raggiungere da Frassilongo la stazione di Pergine Valsugana, per qualche mese mimetizzata tra la vegetazione circostante, alla volta di Bolzano, il giovane quindicenne l’avrebbe poi ripresa da lì a molto tempo a Natale e Pasqua per rientrare nella sua Frassilongo solo per le pause scolastiche.

Ultimo di cinque figli, ancora adolescente rimase orfano di madre. L’unica donna di famiglia, la sorella maggiore Irma, entrò nel ruolo di madre e come accadeva normalmente in Valle, privata nella stragrande maggioranza dei casi della presenza del padre lavoratore fuori sede, ne diventò anche mater familias.

Conclusi gli studi liceali in lingua tedesca, passò a quelli universitari laureandosi a Bologna in Agraria. Convolerà a nozze il 2 maggio 1956 con Emma Pallaoro, con cui avrà quattro figli, Cristina, Sonia, Walter e Nadia.

E’ in questo connubio forte tra cultura rurale vissuta in prima persona, cultura universitaria fuori il proprio piccolo cortile di valle, e la curiosità insita nell’indole di Heinrich, che si formò l’approccio popolare alla politica. Quell’approccio che lo rese robusto e forgiato. Capace di rapportarsi empaticamente con l’ultimo dei contadini come con il primo dei funzionari. Con l’ultimo dei diseredati come con il capo di Partito. Storici i suoi comizi e le disfide con avversari sempre rispettati ma mai destinati di regalie o cortigianerie. Il cambio di passo, lo sguardo istrionico, la scelta dei tempi scenici e della metafora adatta lo hanno reso comprensibile ad ogni latitudine e longitudine sociale.

Quattro probabilmente le fasi politiche fondamentali, tra loro comunicanti, che si possono azzardare:
- Il periodo asarino formativo con la nascita del PPTT (Partito Popolare Trentino Tirolese) e la sua candidatura ed elezione a consigliere regionale nel 1952.
- Il periodo del governo regionale con l’assessorato alle Foreste e Agricoltura (1960/64) e il sanguinoso periodo delle bombe degli anni ‘60. Periodi di schedature, censure, informative e pedinamenti di cui fu vittima lo stesso Pruner.
- Gli anni ’70 e il secondo Statuto. Le grandi intuizioni della seconda metà degli anni ‘70 con le battaglie sugli espropri, la Pirubi, i terreni ex Sloi, le Asuc, la lingua tedesca nelle scuole elementari, la Samatec, le acciaierie di Borgo Valsugana, l’uranio in Val Rendena, contro il confino in domicilio coatto dei malavitosi e le manifestazioni di Sant’Orsola e Trento.
- La spaccatura del Partito dei primi anni ‘80 e la ricomposizione lenta e dolorosa con il Congresso di unificazione del gennaio 1988.

Un forte vento europeista lo sospinse agli inizi degli anni ‘80 sul fronte “estero” con accelerazioni politiche di illuminata intuizione, originalità e modernità. Oltre ai rapporti stretti con la Baviera di Strauss, quelli con Jacques Chirac in Francia, i Catalani ed i Baschi in Spagna, alimentò l’impegno per l’Europa delle Regioni e dei popoli, con lo sguardo verso la Mitteleuropa ed il Tirolo quale approdo naturale.

La rete di contatti coi partiti federalisti europei lo fecero un antesignano delle successive e postume declinazioni euroregionali. Ma è anche all’interno dei confini nazionali che coltivò ambizioni di stretta collaborazione coi partiti autonomisti dello Stivale, da quello friulano alla Unione Piemonteisa, dalla Sardegna alla Valle D’Aosta, dai movimenti siciliani a quelli veneti.

In una dimensione di grande apertura, purtroppo da pochi in quella fase storica compresa, incarnò il destino di chi guarda avanti, oltre le turbolenze del presente, per immaginare il futuro e prefigurarne orizzonti, scenari e risposte. Volando oltre i gas di scarico del compromesso elettorale al ribasso o del populistico tornaconto di maniera.

A fianco della gente, mai sopra la gente.

Buon compleanno giovane Enrico Pruner.

(lo scritto di Walter Pruner è stato reso noto attraverso le reti sociali per il 99° compleanno di Heinrich Pruner, il 24/1/2021 - AeA lo recepisce pressoché integralmente per il centenario della nascita, il 21/1/2022 - ndr)

Fonte dello scritto:

https://www.facebook.com/100005963704891/posts/1842842682591171/?d=n

 

Cessate il fuoco

La sempre più larga alleanza del nostro patto per le autonomie e per l'ambiente ha una posizione comune sulla terribile guerra russo-ucraina e più in generale sulle molte e drammatiche esplosioni di violenza che distruggono vite umane e beni comuni, mettendo in pericolo la vita sulla Terra.

E' una posizione che tiene conto del nostro pluralismo e delle nostre differenze culturali e politiche:

1. Pur con molta sofferenza, abbiamo sostenuto il governo ucraino e il dispiegamento di mezzi perché esso potesse difendersi e non essere rovesciato.

2. Non accettiamo nessun mutamento di confini o cambiamenti territoriali avvenuti con la forza (siano conquiste o riconquiste). Non accettiamo che sia pregiudicato in alcun modo il futuro dei territori contesi, il cui status definitivo dovrà essere deciso da lunghi, faticosi, pazienti processi di autodeterminazione dei popoli.

3. Noi siamo schierati con chi lavora per il cessate-il-fuoco, nell'interesse dell'umanità e del pianeta, non solo delle parti belligeranti e dei popoli coinvolti. E' urgente fermare le uccisioni e le distruzioni, pur sapendo che le trattative saranno difficili e lunghissime. Appoggiamo quindi, senza riserve, la missione che papa Francesco ha affidato al cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna.

Roma, 28 giugno 2023

Dichiarazione della presidenza collegiale

 

 

Con i contadini e con le generazioni future

Le manifestazioni dei contadini esprimono una sofferenza che deve trovare ascolto.

Non siamo meravigliati del fatto che sinistre, centri, destre, leghisti, pentastellati, tecnici, tutti malati di centralismo, in decenni di potere non siano riusciti a rendere più semplice e più sicura la vita dei contadini.

I coltivatori diretti hanno subito l'oppressione burocratica e fiscale che il centralismo non risparmia a nessuna piccola e media impresa, come hanno evidenziato con chiarezza i lavori del Comitato Charta di Melfi.

Prendiamo atto dell'assordante silenzio delle associazioni ufficiali del mondo contadino, che si sono rassegnate nel tempo a svolgere la mera funzione di assistere le imprese agricole nelle centinaia di adempimenti imposti dalle burocrazie europee, italiane, regionali. Le proteste agricole forse saranno guidate da persone inesperte, improvvisate, poco rappresentative, ma questo è inevitabile se gli "esperti", i "competenti", i "capi" del mondo rurale se ne stanno chiusi nella rigida e sterile difesa di se stessi e dell'esistente.

Nelle proteste c'è qualche strumentalizzazione anti-europeista, populista, neonazionalista? Sì, sicuramente, ma è nostro dovere ammettere che il disastro della politica agricola europea è di vecchia data, come riconoscono persone che non sono certo sospettabili di cialtronismo.

Per noi, famiglia di attivisti territoriali che si sta candidando alle elezioni europee dell'8-9 giugno 2024, è necessario prepararsi a dare una risposta diversa, per sostenere i contadini nel loro impegno a essere davvero sovrani del loro lavoro, produttori di cibo sano, primi difensori della biodiversità e delle tradizioni, nell'interesse della salute di tutti e per il bene delle generazioni future.

Prato, 28 gennaio 2024 - a cura della segreteria interterritoriale

Congresso ALE/EFA a Strasburgo

I prossimi 13 e 14 ottobre 2023 a Strasburgo si terrà il congresso del nostro partito politico europeo, l'Alleanza Libera Europea - ALE (Free European Alliance - EFA).

ALE/EFA, per la prima volta nella sua storia più che quarantennale, esprimerà una coppia di "Spitzenkandidaten", una donna e un uomo, indicati all'opinione pubblica come potenziali leader di una commissione europea profondamente diversa dall'attuale. Verrà discusso e approvato anche un manifesto di principi per le elezioni europee previste per il giugno 2024. Il nostro Patto Autonomie e Ambiente parteciperà alle elezioni europee grazie al partito europeo ALE/EFA e al partito territoriale che guida la nostra sorellanza nella Repubblica, il Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia.

Il congresso si svolgerà al palazzo IRCAD di Strasburgo. Il partito regionale dell'Alsazia, Unser Land, nostra forza sorella sarà l'ospite dell'evento.

La prima giornata, il 13 ottobre, sarà riservata ai delegati e agli invitati, provenienti da una quarantina di movimenti e gruppi presenti in 19 stati. Verranno discussi il testo del manifesto elettorale e altri temi che emergono dal lavoro dei partiti locali.

Il 14 ottobre, al mattino, ci sarà l'evento pubblico in cui si presenteranno i due "Spitzenkandidaten". Sarà affidato loro il compito di rappresentare nei dibattiti pubblici europei i temi dell'autogoverno promossi da ALE/EFA e da tutte le organizzazioni a essa collegate.

Alle scorse elezioni europee del 2019 EFA aveva un candidato di spicco, Oriol Junqueras, ma il leader repubblicano catalano al tempo era in prigione per aver promosso democraticamente l'autogoverno della Catalogna, partecipando all'organizzazione del referendum del 1 ottobre 2017, che fu represso nel sangue dalle forze dell'ordine dello stato spagnolo.

Per la stampa:: I giornalisti e gli operatori dei media interessati a seguire il congresso EFA possono registrarsi QUI. Per qualsiasi informazione si scriva a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo...

L'annuncio del congresso sul sito EFA:

https://e-f-a.org/2023/09/14/save-the-date-efa-congress/

A cura della segreteria interterritoriale - Lucca, 29 settembre 2023

 

 

Continua il rinnovamento della Alleanza Libera Europea

Alle Canarie si è chiusa l'annuale assemblea generale della Alleanza Libera Europea (ALE, forse più nota con il suo nome inglese di European Free Alliance, EFA). I delegati sono tornati nei loro territori dopo aver eletto un nuovo direttivo, il "Bureau" dell'organizzazione. E' stato eletto fra i quindici membri dell'ufficio di governo il Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia. E' stata rieletta la presidente Lorena Lopez de Lacalle, esponente politica basca. Resta ai vertici dell'alleanza anche il catalano Jordi Solé Ferrando.

La presidenza di Autonomie e Ambiente si congratula con tutti gli eletti ed esprime la propria soddisfazione perché, dopo le Canarie, continua il percorso di rinnovamento di questa piccola ma antica famiglia politica europea.

Importante, per l'azione civica, ambientalista, autonomista, decentralista nella Repubblica Italiana, è il ritorno in ALE-EFA della Union Valdôtaine (UV). L'antica forza autonomista della Valle d'Aosta era stata fra i fondatori di ALE-EFA, ma da anni se ne era ritirata.

Il coraggioso rinnovamento di ALE-EFA non è un pranzo di gala. Ha richiesto e richiederà grandi sacrifici. Ciascuna singola forza che appartiene alla famiglia politica europea dovrà dimostrare sempre di più. sul campo dell'azione politica ed elettorale, la sua capacità di rispondere alle esigenze di autogoverno e buongoverno del proprio territorio. L'ideale di una Europa delle regioni si realizza attraverso un lungo e duro lavoro, che si protrarrà per generazioni.

Per le forze di Autonomie e Ambiente, il nostro sogno di una Europa diversa passa attraverso l'impegno perché lo stato italiano diventi sempre di più una Repubblica delle autonomie personali, sociali, territoriali.

 

 

Cresce nell'esagono l'aspirazione all'autogoverno dei territori

Anche in Francia, l'esagono, lo stato modello di ogni centralismo giacobino e napoleonico, ci sono aspirazioni al decentramento, all'autonomia, al pieno autogoverno delle colonie interne e dei territori d'oltremare.

Nell'Assemblea  nazionale appena rieletta queste istanze saranno rappresentate dal gruppo "Libertés Indépendants Outre-mer et Territoires" (LIOT), composto da 16 deputati (un numero destinato a crescere).

Non meraviglia la collaborazione fra anticolonialisti e moderati esponenti del regionalismo, per chi conosce la storia e la cultura politica francese.

Nella storia del socialismo liberale e moderato francese spicca l'esperienza della « deuxième gauche » di Michel Rocard e del rapporto del 1966 "Décoloniser la province : la vie régionale en France", erede di una tradizione che qualcuno si spinge a ricollegare fino al pensiero girondino nel periodo rivoluzionario.

Fra i moderati nessuno può dimenticare che lo stesso generale Charles De Gaulle tentò la regionalizzazione della Repubblica, per liberarla dalle catene del centralismo burocratico.

Più recentemente, la rete dei decentralisti e localisti francesi, la federazione Régions et Peuples Solidaires ha saputo allargare la propria capacità di dialogo politico e collaborazione sia fra i politici locali delle province, che fra gli ecologisti, che fra i nuovi movimenti civici.

Ricordiamo anche che gli eletti del gruppo LIOT sono tutti eletti in collegi uninominali, quindi sono persone fortemente radicate nei loro territori, esperte, provate e stimate.

Qui alcuni articoli di approfondimento di questa originale e felice esperienza di collaborazione fra decentralisti di diversa origine, storia, cultura:

https://france3-regions.francetvinfo.fr/corse/assemblee-nationale-creation-du-groupe-libertes-independants-outre-mer-et-territoires-2572132.html

https://fr.wikipedia.org/wiki/Groupe_Libert%C3%A9s,_ind%C3%A9pendants,_outre-mer_et_territoires

 

 

Cristina Machet nuova presidente della UV

Cristina Machet è la nuova presidente della Union Valdôtaine (UV). E' stata eletta sabato 5 giugno 2021 dalla conferenza dei presidenti delle sezioni del Mouvement riunita a Pont-Saint-Martin insieme al Conseil fédéral. Piero Prola è il nuovo vicepresidente, Federico Perrin il tesoriere. Machet succede a David Follien, che a sua volta era reggente dall'autunno scorso, in sostituzione di Erik Lavévaz, nel frattempo diventato presidente della regione Valle D'Aosta.
La UV è una delle forze autonomiste più antiche nella Repubblica Italiana e nello spazio politico europeo, una forza popolare fedele alle sue radici democratiche e antifasciste.
Il dialogo e la collaborazione tra la Union e la nostra rete di Autonomie e Ambiente (AeA) è sempre più intenso da tempo, grazie all'interessamento e all'impegno di Erik Lavévaz,di Guido Grimode del senatore Albert Lanièce.Grimod è intervenuto alla nostra II Assemblea Generale e Lanièce è stato uno dei quattro oratori cruciali.
Le nostre più sentite congratulazioni, in attesa dei prossimi appuntamenti di lavoro politico con la forza sorella maggiore del federalismo italiano ed europeo.
 
Maggiori informazioni sulla testata storica della Union::
 
Nella foto (fonte Le Peuple Valdotain) a sinistra il presidente vicario uscente, David Follien, e a destra la neopresidente Cristina Machet.

Dai Vespri siciliani all'alba dell'autogoverno

  • Autore: A cura di Marco Lo Dico, Movimento Siciliani Liberi - 30 marzo 2023

Il 30 marzo 1282 per la Sicilia è una ricorrenza simbolica di grande significato. Quel giorno lontano i Siciliani cacciarono gli Angioini, un potere estraneo al proprio territorio, ma non sarebbe stata l'ultima rivolta. Il ricordo di quel moto di ribellione è rimasto come simbolo di una speranza di emancipazione per il popolo della Sicilia, un simbolo che ha ispirato artisti, intellettuali, filosofi e politici, ogni volta che è stato necessario lottare per la propria autodeterminazione.

Non è quindi folklore, non è solo un lontano passato, non è una rivendicazione astorica, non è una nostalgia indipendentista fatta solo di parole che non costano nulla.

Oggi, in questo XXI secolo, la Sicilia è ancora subalterna e in uno stato coloniale di dipendenza, nonostante costituzionalmente dovrebbe godere di un'Autonomia Speciale riconosciuta e non concessa, essendo precedente alla Costituzione stessa e alla nascita della stessa Repubblica Italiana cui dovrebbe essere considerata confederata.

La Sicilia, come ogni altro territorio e ogni altro popolo della Terra, oggi si trova nel mezzo di un cambiamento epocale, che riguarda l'intera umanità.

Le contrapposizioni classiche (destra/sinistra, est/ovest, cultura occidentale/cultura orientale, nord/sud) sono superate. Nella globalizzazione il potere e le ricchezze si vanno concentrando sempre più in mano a pochi e il fatto che alcuni di questi pochi si proclamino “buoni”, non li rende affatto più rassicuranti dei “cattivi”.

I poteri centralisti e autoritari, ingigantiti dal loro predominio sul mercato mondiale e rafforzati dalle loro tecnologie di sorveglianza universale, indipendentemente da quali siano le ideologie che li ispirano, sono semplicemente disumani (demoniaci, direbbe Romano Guardini).

Il senso di insicurezza e di impotenza delle persone comuni, delle famiglie, delle piccole imprese e delle comunità locali è pervasivo e paralizza ogni forma di reazione. Ed è dalla rete di relazioni e da una presa di coscienza comunitaria che si deve trovare la forza di reagire e creare il modo di ridisegnare e riprogettare il nuovo mondo non secondo un “nuovo ordine”, ma a partire dalle comunità, che sono invece antiche, ma parte viva della storia siciliana e, in definitiva, della storia di ogni popolo.

Le narcomafie, i ministeri italiani, la tecnocrazia europea, le multinazionali, le agende globali, indipendentemente dalla loro “moralità/amoralità” sono grandi macchine livellatrici, che vogliono appiattire e cancellare identità, diversità, eredità, spiritualità, in una parola: l'insopprimibile diversità, che rende umano l'uomo e provvidenziale la natura.

Il Vespro siciliano, oggi, è parte di una rivolta globale, decentralista e territorialista, perché solo con la moltiplicazione di una miriade di democrazie locali sempre più forti, competenti, sovrane, si potranno fermare le grandi macchine livellatrici, portatrici di omologazione, distruzione ambientale, disumanizzazione (o peggio, transumanizzazione).

Oggi, più di sempre, l'autogoverno del proprio territorio è l'unico modo per comunità responsabilmente coese di fare la differenza, rispetto al destino miserevole che viene riservato dalla globalizzazione a tutte le sue periferie.

In un tempo di crisi e di impoverimento, in cui i media globali ci stordiscono con il loro pensiero unico, in cui le grandi potenze ci tengono perennemente in guerra, in cui le tecnocrazie ci raccontano che stiamo passando da una emergenza all'altra (per cui c'è sempre bisogno di loro...), che un nuovo Vespro si animi, qui in Sicilia e ovunque.

    1. Contro i pregiudizi e per restituire significato alle parole

Il Forum 2043 sta mobilitando attivisti e intellettuali di una vasta area civica e ambientalista, impegnata per l’autogoverno dei propri territori, smontando le narrazioni che cercano di allontanare i cittadini dalla necessità di auto-organizzarsi politicamente, dal basso, rovesciando le piramidi di partiti e partitini centralisti, autoritari, settari.

Pur da posizioni ideali diverse, le diverse sensibilità nell’autogoverno del territorio devono contribuire all’insieme di tasselli e varietà che compongono il mosaico della storia dell’uomo e della sua “umanità”.

La narrazione sulla “mala gestio” locale, per esempio, viene alimentata dalle effettive perversioni del clientelismo. Eppure cosa è il clientelismo, se non la rinuncia programmatica e pragmatica alla responsabilità dell’autogoverno? Il clientelismo distrugge interi territori, come la nostra Sicilia, proprio quando questi territori, invece che raccogliere e gestire responsabilmente in autonomia le loro risorse, ne ricevono da altri poteri.

La globalizzazione non garantisce affatto “maggiori opportunità”, ma la certezza che per ogni vincitore ci saranno milioni di sconfitti. Il successo di ogni singolo e gigantesco attore della globalizzazione, del grande “produttore mondiale”, comporta la rovina per tutti gli altri. Il fiorire di alcune capitali economiche planetarie comporta la desertificazione di tutti gli altri territori. Una globalizzazione che spogli, però, i territori, le comunità, le persone della loro capacità di provvedere a se stesse, non potrà che trasformarsi in un regime, o essere percepita come tale.

La realtà ci sta dimostrando, attraverso gli squilibri crescenti all’interno del mercato comune europeo e del mercato globale, che non c’è economia locale e amministrazione locale dei beni comuni e di tutti i servizi pubblici, senza istituzioni di autogoverno.

Mai come oggi, quindi, le persone, territorio per territorio, devono sentire l’urgenza di assumersi la responsabilità di autogestirsi.

La Sicilia è, come è, un antico e ancora vivo paese d’Europa. Presto, anche grazie ai Siciliani, coloro che hanno immaginato di imporre un unico regime economico, fiscale, giuridico alla Baviera, al Salento, alla Sicilia stessa, saranno messi di fronte alla loro follia.

Allontanando sempre più poteri e risorse dai territori, non si crea alcuna efficienza, ma solo il moltiplicarsi di norme astratte, di imposizioni incomprensibili, di un senso di esclusione delle persone dalla responsabilità del proprio futuro.

Stiamo reagendo a questa globalizzazione (e a quella forma di globalizzazione in sedicesimo ma più intensiva che è la “europeizzazione”), attraverso la riscoperta delle diversità e delle identità.

Alcune parole, nella nostra storia e nel nostro impegno politico, sono importanti e devono essere restituite al loro significato migliore:

- anticolonialismo: la Sicilia è entrata nella modernità come una colonia interna, prima del Regno di Napoli, poi dei Savoia, poi del sistema euro-atlantico, un domani chissà; i valori e i fatti della resistenza al colonialismo interno all’Italia e poi all’Unione Europea devono essere studiati, compresi e infine trasformati in una resistenza e in una rinascita (su questo lavora da anni il prof. Massimo Costa);

- indipendentismo: una parola con una storia nobile, una speranza che, con il crollo delle menzogne e dell’oppressione fasciste, nella Sicilia fu abbracciata da un vasto movimento popolare; l’indipendentismo fu rappresentato nella Costituente della nuova Repubblica da figure come quella di Andrea Finocchiaro Aprile; l’indipendentismo, insieme e non contro i rappresentanti degli altri territori del crollato Regno sabaudo, raccogliendo le sfide poste dalla Carta di Chivasso, arrivò a stringere un patto confederale fra la nuova Repubblica Italiana e la nuova Regione Siciliana; il fatto che questo patto, e lo Statuto speciale che lo custodiva, siano stati traditi, o che nel tempo i movimenti indipendentisti siano stati ridotti a fenomeno marginale e parolaio, non ne diminuisce in alcun modo il valore sia storico che di aspirazione per le generazioni future; tutti i territori, nella globalizzazione, devono aspirare a essere sempre meno dipendenti, pur nella umana e planetaria interdipendenza;

- nazionalismo: altra parola che sappiamo essere, almeno dai tempi di Tom Nairn ma per molti aspetti sin dall’Ottocento, sempre scivolosa e ambigua; negativa quando viene sposata dai capi di uno stato grosso che distrugge i popoli che vivono al suo interno, o addirittura quelli vicini; positiva e spesso nobile, quando si lega al sentimento identitario dalle piccole nazioni e nazionalità che non vogliono essere cancellate; nelle piccole nazioni o nei territori ancora privi di una statualità o di istituzioni di autogoverno, peraltro, il nazionalismo non deve mai diventare esclusivo e divisivo, ma deve essere la storia politica di un identitarismo maturo, di un impegno contemporaneo per il decentralismo e per l’autogoverno di tutti e dappertutto, per conservare radici, interessi e valori, attaccamento alla propria terra, senza mai cedere alle lusinghe di chi ci vuole senza patria (senza “matria”), senza identità, senza legami, senza responsabilità, transumani o, in fondo, subumani, invece che umani.

 

    1. Per un processo di sempre minore dipendenza

Il Movimento Siciliani Liberi, soprattutto attraverso la formazione di una nuova generazione di giovani leader locali competenti e diligenti, si offre come luogo di ricomposizione di tante divisioni e come punto di incontro fra diversità, per attivare un processo virtuoso di sempre minore dipendenza della Sicilia.

I temi e i progetti concreti che difendiamo sulla scena dell’attualità politica siciliana e italiana sono noti e più urgenti che mai, a partire dal ritorno allo Statuto, alla sua piena attuazione, con alcuni corollari che sono la Zona Economica Speciale Integrale (compatibile anche con l’attuale rigido assetto dei Trattati europei) e il traguardo storico della territorializzazione delle imposte.

Tuttavia questo non è sufficiente.

Sappiamo di essere in una emergenza ambientale e che quasi tutto nella nostra economia dovrà tornare a essere sostenibile e compatibile con la salvaguardia del creato.

Non vogliamo che la cosiddetta “transizione” avvenga secondo canoni imposti da poteri anonimi e lontani, centralisti e autoritari, che si travestono di verde, propugnando un ambientalismo posticcio e mediaticamente spendibile. Un vero ecologismo non può costruirsi creando altra povertà, altre migrazioni, altre infelicità. Le istituzioni della Sicilia, il Parlamento della Sicilia, devono contare qualcosa, perché è in esse che le persone che vivono in Sicilia possono sentire di poter fare la differenza.

L’azione comunitaria dal basso dei cittadini siciliani, attraverso istituzioni di autogoverno in ciascuno dei nostri territori e nella nostra intera Isola, può davvero realizzare percorsi di indipendenza energetica, di autosufficienza alimentare, di conservazione dell’acqua buona come bene comune, di protezione del nostro patrimonio naturale e culturale per le generazioni future. Questo è indipendentismo, oggi, nel XXI secolo.

Sicuramente noi siamo una parte, anzi siamo una minoranza nella nostra stessa terra.

Tuttavia, in un mondo globalizzato, nell’Unione Europea, nella attuale Repubblica Italiana, le minoranze possono costruire solidarietà interterritoriali e intersezionali, per aiutarsi vicendevolmente a ridare voce e in prospettiva potere alle comunità, a tanti “noi”, non al’ “io” dei tardoliberisti. Nuovi traguardi di autogoverno, insieme, sono possibili per il bene comune con il protagonismo di molti e non di pochi, nell’interesse di tutti i viventi e delle prossime generazioni.

Crediamo nella solidarietà fra diversi, per costruire lotte di popoli, attaccati ai loro paesi, contro le élite avide e cieche della globalizzazione.

Crediamo nella sovranità come capacità di resistere insieme, governati e governanti loro prossimi, alle attuali dinamiche distruttive che dominano il mondo, con esiti genocidi (scomparsa di lingue e culture, come la nostra siciliana) ed ecocidi (lo sterminio di innumerevoli specie viventi e l’immissione su scala megaindustriale di veleni nell’ambiente).

Tutti gli esseri umani vogliono essere LIBERI, ma per essere liberi bisogna essere onesti gli uni con gli altri e leali! Capaci di vivere e autogovernarsi, INSIEME, territorio per territorio. Così si è liberi e responsabili, e solo così, andrebbe aggiunto senza sposare toni apocalittici, si resta vivi e si tramanda ciò che siamo alle generazioni future.

Sappiamo che la situazione è grave, a causa degli eccessi di centralismo autoritario, e avvertiamo un senso di emergenza, ma non da soli, in quanto Siciliani, ma insieme ai Sardi, ai Toscani, ai Friulani, a mille altre nazioni e comunità del pianeta.

Per questo siamo in Autonomie e Ambiente e lavoriamo per una nuova stagione di azione politica con EFA (la nostra famiglia politica europea: l’Alleanza Libera Europea), con cui parteciperemo alle prossime elezioni europee del 2024 e anche ad altre competizioni elettorali interterritoriali.

Con umiltà, ma con coraggio, vogliamo contribuire a un rinnovato decentralismo internazionale, contro tutti gli irredentismi, i colonialismi, gli imperialismi, per la pace.

Palermo, giovedì 30 marzo 2023

a cura di Marco Lo Dico - Movimento Siciliani Liberi

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E' tempo di associarsi

Ora è il momento opportuno per associarsi al nostro patto per le autonomie, per l'ambiente, per l'Europa, per la pace.

Persone, gruppi, circoli, liste locali ed altre realtà protagoniste di civismo, ambientalismo, territorialismo, che amano la propria terra e la politica, possono trovare nella nostra rete uno spazio in cui esprimersi, restando se stesse, nel rispetto delle diversità. Stiamo restituendo agibilità politica a una nuova generazione di leader locali della Repubblica delle Autonomie e dell'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.

Insieme, guidati dal Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia e con il supporto dell'Alleanza Libera Europea (ALE-EFA) possiamo partecipare alle elezioni europee del 2024 e tener desta la speranza di restituire autonomie personali, sociali, territoriali alle comunità.

Perché associarsi?

  1. Perché le nostre locali, originali, innovative iniziative di civismo, ambientalismo, territorialismo, mantenendo intatta la propria autonomia e la propria diversità, attraverso il dialogo e la collaborazione politica interterritoriale, possono crescere e incidere sul futuro dell'Italia e dell'Europa.
  2. Perché siamo una parte, magari piccola, nella Repubblica delle Autonomie e nel confederalismo europeo, ma ne siamo parte costituente, dai tempi della Carta di Chivasso del 1943, ed è nostro dovere tramandare alle generazioni future i valori cristiani, socialisti, libertari, democratici, che si sono espressi al meglio nelle esperienze autonomiste.
  3. Perché siamo insofferenti nei confronti di ogni concentrazione di potere e di ricchezze, di ogni centralismo, e solo insieme possiamo avere la forza sufficiente per combattere le attuali centrali di potere finanziario e digitale.
  4. Perché dobbiamo fermare gli imbroglioni dell'antipolitica, i ciarlatani del falso autonomismo, gli aspiranti "sindaci" d'Italia, "presidenti" d'Europa, insieme ai loro generali e luogotenenti.
  5. Perché la vita e la dignità della persona umana finirebbero distrutte in un mondo senza autonomie personali, sociali, territoriali.
  6. Perché dobbiamo restituire dignità, agibilità politica, strumenti e poteri ai leader locali e alle forze territoriali, perché possano cambiare concretamente le cose nella loro comunità.
  7. Perché vogliamo leggi elettorali più giuste, il ritorno del pluralismo culturale e politico, la ricostruzione della libertà di informazione.
  8. Perché siamo stanchi di leader mediatici soli al comando di partiti che sono ridotti a opachi comitati elettorali, verticisti e autoritari.
  9. Perché vogliamo fermare, in Italia e in Europa, la deriva presidenzialista e porre fine a tutte le altre elezioni "dirette", che sono in realtà mere competizioni mediatiche fra candidati scelti dai poteri forti.
  10. Perché insieme possiamo riformare le agende globali, europee, italiane, che devono riaffermare principi e non imporre, dall'alto e da altrove, "ricette" semplicistiche, astratte, centraliste e in definitiva autoritarie.
  11. Perché non esistono soluzioni uguali ai problemi diversi di ciascun territorio.
  12. Perché vogliamo abbracciare e realizzare in modo originale e autonomo, territorio per territorio, la transizione verso una società liberata dal fossile e dal fissile.
  13. Perché intendiamo riprenderci, territorio per territorio, il controllo della sanità pubblica, dei beni comuni, dell'assistenza agli anziani, dell'emancipazione degli umilit, di tutti i servizi essenziali.
  14. Perché il mondo non sia più una discarica per plastiche e altre produzioni di massa di rifiuti non biodegradabili e non riciclabili, per salvare la Terra, ciascuno deve cominciare dalla propria terra.
  15. Perché abbiamo bisogno di un movimento europeo e internazionale di contadini custodi della buona terra e produttori di buon cibo, che può essere promosso solo a partire da ogni territorio.
  16. Perché nell'autonomia fioriscono la fiducia e il rispetto per tutte le persone, le famiglie, le piccole imprese.
  17. Perché dobbiamo fermare la metastasi normativa e il moltiplicarsi paralizzante delle burocrazie.
  18. Perché dobbiamo rompere il conformismo dei media e il bigottismo del pensiero unico.
  19. Perché in tutto il mondo, in tutti gli stati, c'è bisogno di decentralismo.
  20. Perché la democrazia può esistere solo nell'autogoverno di comunità locali circoscritte e coese.
  21. Perché vogliamo la liberazione di tutti i prigionieri politici, il ritorno degli esiliati, la fine di ogni forma di oppressione e discriminazione delle diversità e delle minoranze.
  22. Perché la nuova frontiera della solidarietà internazionale e della pace è nell'alleanza fra movimenti popolari territoriali per l'autogoverno di tutti dappertutto.

Leggete la mozione politica finale della III assemblea generale di Autonomie e Ambiente per la libertas europea

Visitate la pagina degli associati ad Autonomie e ambiente e scoprite come fare per unirvi al nostro patto

 Roma, 29 giugno 2023, San Pietro e Paolo

Franco Manes: freniamo sul cibo sintetico

Franco Manes, deputato eletto della Valle d'Aosta (lista VALLÉE D'AOSTE - AUTONOMIE PROGRÈS FÉDÉRALISME) è intervenuto oggi alla Camera in favore di una frenata in materia di cibi sintetici (fra i quali la carne coltivata). Della nostra cultura delle autonomie personali, sociali, territoriali, non fanno parte inutili proibizionismi, ma quello della produzione industriale di cibo sintetico è un terreno minato, su cui deve prevalere il principio di precauzione. Manes ha ricordato oggi alla Camera quanto sia delicato e prezioso il rapporto fra l'essere umano, le tradizioni agricole e di produzione animale, il territorio. Al di là dei limiti evidenti del disegno di legge presentato dal ministro Lollobrigida, oggi all'esame dell'aula, non si può e non si deve dare per scontata l'accettazione della "libera circolazione" di cibo sintetico, magari con denominazioni ambigue e fuorvianti, nel mercato comune continentale. Il tema dovrà essere attentamente sorvegliato in sede europea e anche in molte sedi internazionali, in difesa della produzione locale e tradizionale e dell'integrità delle nostre economie locali, che vogliamo conservare vive per il bene delle generazioni future.

A cura della segreteria interterritoriale - Roma, 16 novembre 2023

 

 

 

I lavori del Forum 2043

Sono partiti i lavori del Forum 2043, l'iniziativa politico-culturale che Autonomie e Ambiente ha deciso di ospitare sul proprio sito, in una sezione apposita. Il progetto si propone di consegnare alle prossime generazioni i valori di una Repubblica delle Autonomie e di una Europa delle regioni, dei popoli e dei territori. Si vorrebbe arrivare a celebrare il centenario della Carta di Chivasso, il 19 dicembre 2043, avendo contribuito a costruire un moderno decentralismo, capace di mobilitare non solo gli storici autonomismi, ma una più vasta rete di movimenti civici, ambientalisti, localisti, impegnati per il buongoverno e l'autogoverno dei propri territori.

Sono già stati pubblicati contributi di intellettuali e attivisti come Gino Giammarino, Piercesare Moreni, Claudia Zuncheddu. Il coordinamento del Forum 2043 è affidato a Mauro Vaiani. Sono attesi contributi, prevalentemente dall'esterno della rete di Autonomie e Ambiente.

L'indice degli approfondimenti è disponibile a questo link: https://www.autonomieeambiente.eu/forum-2043 .

Per seguire il Forum 2043 e per contribuire ai suoi lavori, ci si iscriva al canale Telegram https://t.me/forum2043 .

Il diritto e il dovere di proteggere la propria isola

Da tempo è iniziato il lavoro del "forum isole" di ALE-EFA, per l'autogoverno e il buongoverno delle isole d'Europa e del Mediterraneo.

L'anno scorso, l'11-12 novembre 2022, il forum si era riunito a Palma de Mallorca (Maiorca) e nell'occasione era stato diffuso un importante studio sulle isole europee del prof. Joan David Janer Torrens. A Maiorca erano presenti Silvia Lidia Fancello (rappresentante EFA in Sardegna e associata AeA) ed Emilia Maggio (Siciliani Liberi) - insieme nella foto qui sotto. Grazie al loro lavoro, possiamo mettere a disposizione lo studio in lingua italiana media e in una elegante veste grafica, nella sezione documenti di questo sito.

2023 11 Fancello Maggio a Mallorca

Per approfondire su quell'incontro dell'anno scorso:

https://e-f-a.org/2022/11/14/islands-join-together-to-develop-a-common-strategy-for-european-islands/

Il forum si è nuovamente riunito il 29-30 settembre 2023 a Minorca, presente fra gli altri l'arch. Ciro Lomonte (segretario dei Siciliani Liberi), nella foto a sinistra insieme ad altri dirigenti, studiosi, attivisti di ALE-EFA.

In questa ultima occasione è stata firmata la "Menorca Declaration" sul diritto-dovere all'autogoverno e al buongoverno delle isole europee.

Per aggiornamenti su questo importante passo avanti, si seguano le reti sociali di ALE-EFA:

https://x.com/EFAparty/status/1708174090647789734

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Prato, 1 ottobre 2023 - a cura della segreteria interterritoriale

 

 

 

 

Insieme all'Union Valdôtaine

Lo storico impegno della Union Valdôtaine per la Repubblica delle Autonomie e per l'Europa delle regioni, dei territori, dei popoli,  si è concretizzato con il ritorno dell'antica forza autonomista nella famiglia politica dell'Alleanza Libera Europea (Alliance Libre Européenne - ALE / European Free Alliance - EFA). Una delegazione della Union ha partecipato il 13-14 maggio 2022 all'assemblea generale ALE-EFA convocata alle Canarie. La Union Valdôtaine era stata una delle forze fondatrici dell'organizzazione ALE-EFA, nel 1981. E' un felice ritorno all'interno della comunità di movimenti territoriali impegnati per l'autogoverno di tutti i territori d'Europa e del mondo. Per questa "reunion" ha lavorato Autonomie e Ambiente, sin dai suoi inizi, nel 2019. Questo ritorno al lavoro politico interterritoriale insieme con i più autorevoli e credibili gruppi politici d'Italia e d'Europa, è stato il modo migliore per onorare il 78° anniversario della morte di Emile Chanoux.

Per approfondire, qui il comunicato stampa integrale della Union:

https://www.unionvaldotaine.org/nouvelles.asp?id=1396&cat=4&l=1&n=3456

Per sostenere il lavoro politico della Union, si può devolvere alla storica forza autonomista il due per mille (2 x 1000) nella dichiarazione dei redditi, utilizzando il codice Y27.

2xmille UV Y27 2021

 

 

Invito a Melfi - 27 ottobre 2023

Amministratori, attivisti, studiosi e cittadini appassionati di autonomie personali, sociali, territoriali, si incontrano a Melfi per un incontro pubblico, voluto da alcuni degli autori della Charta di Melfi, dal Patto Autonomie e Ambiente, con la partecipazione dell'Alleanza Libera Europea-European Free Alliance (ALE-EFA). L'appuntamento per i partecipanti è presso l'albergo HOSTEL IL TETTO, piazza IV novembre a Melfi, nel cuore della Lucania, per venerdì 27 ottobre 2023 alle ore 9.30. La stampa è invitata alle 11.30 per documentare la conclusione dei lavori.

Il tema dei lavori sarà:

Una nuova economia virale
per i territori del Sud e dell’Europa,
per tutti, non per pochi

Interventi introduttivi di:

  • GINO GIAMMARINO, editore, attivista, referente del Patto Autonomie e Ambiente nel Sud
  • CANIO TRIONE, economista, attivista, autore del libro  “L’economia Virale” (pubblicato dalla Giammarino editore nel 2021)

Coordina: MAURO VAIANI, studioso e attivista, vicepresidente del Patto Autonomie e Ambiente

Conclude: LORENA LOPEZ DE LACALLE, presidente del partito politico europeo Alleanza Libera Europea - Free European Alliance

Saranno presenti dirigenti e rappresentanti di altre formazioni politiche territoriali impegnate, associate, associande, in dialogo con il Patto Autonomie e Ambiente, in vista delle elezioni europee 2024.

Importanti spunti per la discussione sono stati già diffusi, grazie a un lavoro coordinato da Gino Giammarino, dall'economista Canio Trione e da Mauro Vaiani (in coordinamento con gli studiosi che partecipano al Forum 2043, "think tank" civico, ambientalista e territorialista promosso dal Patto Autonomie e Ambiente).

Riassumiamo qui alcune delle tesi che saranno discusse:

Contro il gigantismo - A seguito della globalizzazione, l’economia è fagocitata da grandi conglomerati finanziari e da gigantesche multinazionali, incompatibili con la vitalità dell’economia locale, il bene comune, la democrazia.

Piuttosto che rovine, riforme - I giganti possono crollare sotto il peso delle loro disarmonie interne, certo, oppure per l’insostenibilità dell’economia globale distruttiva, ecocida e genocida, ma lascerebbero il mondo in rovina. Contro il conformismo dominante, contro il pensiero unico che in nome del “mercato” assiste impotente, vogliamo far parte di un movimento politico europeo che ponga una questione drammatica e urgente: i giganti sono troppo grandi per esistere, non troppo grandi per fallire.

Beni comuni, servizi pubblici e monopoli naturali - Nel campo dei beni comuni e dei servizi pubblici, a partire dall’acqua pubblica, siamo per il maggior decentramento possibile delle competenze e per lo spezzettamento dei gestori.

Banche al servizio non al potere - La parabola storica del risiko bancario è giunta, nella Repubblica italiana e nell’Unione Europea, alle estreme conseguenze, producendo posizioni dominanti incontrollabili, elite chiuse in bolle di lusso e di potere, non più in alcun modo al servizio delle persone, delle imprese, delle comunità: un fallimento epocale a cui dobbiamo porre urgentemente rimedio.

Pluralismo nel credito - Non ci interessa l’assistenzialismo, ma vogliamo un pluralismo creditizio ancora oggi sconosciuto: i mutui si allungano, certo, ma le banche pretendono di continuare a usare i soliti vecchi strumenti, mentre la società chiede forme radicalmente nuove di accesso al credito.

Attenuare i difetti dell’Eurozona - Non ci sottraiamo al grande e difficile processo di critica e correzione dei difetti intrinseci e strutturali di un’area valutaria forte ma non ottimale come l’Eurozona, ma vogliamo e dobbiamo cominciare a introdurre dei sollievi concreti. Si devono approntare, territorio per territorio, esperimenti di circolazione di credito locale agevolato con il fine di rendere possibile la partecipazione di tutti al mondo del lavoro e al consumo di beni locali. Si deve pensare, da subito, a rendere possibile che in regioni diverse non ci siano le stesse regole finanziarie e non vigano gli stessi tassi d’interesse: l’economia di una regione più povera non può sopportare lo stesso tasso di una regione ricca. Si veda in particolare la petizione Trione: Petition No 0941/2018 by Canio Trione - On reforming economic and monetary policy – https://www.europarl.europa.eu/petitions/en/petition/content/0941%252F2018/html/Petition-No-0941%252F2018-by-Canio-Trione-%2528Italian%2529-on-reforming-economic-and-monetary-policy.

Contro il nuovo vicereame ZES - Spesso, quando le autorità del centralismo italiano ed europeo parlano di “Sud” come di una realtà unitaria, il Meridione può tranquillamente aspettarsi altre ingiustizie. Analizziamo criticamente i limiti intrinseci la Zona Economica Speciale (ZES) unificata, che dovrebbe imporre le sue formule uniche a tutti i nostri territori (e anche alle isole di Sicilia e Sardegna).

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La Charta di Melfi è un documento giovane, pubblicato nel 2019, elaborato da attivisti per l'emancipazione dei territori del Sud dalla rassegnazione, dalla subalternità, dalla tristezza. Echeggia la Carta di Algeri del 1976, documento anticolonialista e internazionalista. Abbraccia i valori della Carta di Chivasso del 1943, il documento confederalista scritto ancora durante il tempo cupo dell'occupazione nazifascista dagli attivisti per l'autogoverno delle valli alpine, con parole di speranza per tutti i territori, prezioso testo di cui quest'anno celebriamo l'ottantesimo anniversario e che continua a ispirare un moderno territorialismo per il XXI secolo. 

Melfi abbraccia Chivasso e Algeri
e da Melfi si riparte per una Europa diversa
per tutti i popoli, per tutti i territori,
per la pace, per le generazioni future

Per informazioni e per preannunciare la propria partecipazione ai lavori:

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Contatto di Gino Giammarino, referente del Patto Autonomie e Ambiente nel Sud:

Luigi Giammarino (Gino) <Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

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L'8 marzo più lungo

L'8 marzo 2021 sarà uno dei più lunghi e complicati della nostra vita. Non solo per le ingiustizie dell'attuale crisi sanitaria, economica e sociale, che colpisce le donne più che tutti, ma anche perché domani sarà un giorno che segnerà la storia europea. Il Parlamento europeo voterà in serata sull'immunità di Clara Ponsati, Toni Comin, Charles Puigdemont.

Auguri di cuore a tutte le donne.

Auguri di cuore a Clara Ponsati.

Auguri al Parlamento europeo, che riesca a salvaguardare l'onore e l'integrità dell'Europa, mantenendo l'immunità dei tre eurodeputati catalani minacciati da una proposta ostile originata da ambienti reazionari e sostanzialmente neofranchisti.

Seguite il dibattito su Twitter e sugli altri social:

https://twitter.com/rete_aea/status/1368209682020642819

Il messaggio (diffuso anche in francese e in inglese) del presidente della regione Valle d'Aosta, Erik Lavevaz (della Union Valdôtaine):

https://twitter.com/ErikLavevaz/status/1368615765419716614

 

 

 

L'opaca e triste decisione del Parlamento europeo

E' stata resa nota stamane, 9 marzo 2021, la decisione del Parlamento europeo sulla revoca dell'immunità ai tre europarlamentari catalani Carles Puigdemont, Toni Comin, Clara Ponsatì. I tre esuli erano stati trionfalmente eletti nel 2019, alle ultime elezioni europee.

Qui la presa di posizione dell'Alleanza Libera Europea (EFA):

https://www.e-f-a.org/2021/03/09/efa-statement-on-the-lifting-of-immunity-from-catalan-meps/

Qui il dispaccio ANSA con i dettagli sulle votazioni:

https://www.ansa.it/sito/notizie/politica/2021/03/09/il-parlamento-europeo-revoca-limmunita-a-puigdemont_db59d1de-2b30-4471-888b-859521aa088a.html

La presidenza collegiale di Autonomie e Ambiente conferma il proprio supporto e la propria solidarietà ai tre europarlamentari catalani.

Si sono opposti a viso aperto solo gli eurodeputati di EFA, dei Verdi, delle Sinistre, alcuni conservatori decentralisti come gli eurodeputati fiamminghi. Altri, non pochi ma purtroppo non sufficienti a salvare l'onore del Parlamento, si sono ribellati nel segreto dell'urna.

Assordante il silenzio dei partiti centralisti italiani (cioè tutti). Per questo acquista ancora più valore la voce solitaria, moderata ma ferma di Albert Lanièce, senatore della Valle d'Aosta, sempre al fianco delle #autonomie e di tutti i processi di #autogoverno:

https://twitter.com/albertlaniece/status/1369330852698685442

Per le forze che fanno riferimento ad Autonomie e Ambiente o che sono in dialogo con noi, questa ingiustizia deve essere uno sprone a portare avanti la costruzione del nostro progetto politico. Serve ancora di più anche in Italia una alleanza anti-centralista, anti-autoritaria, per il dialogo e per l'amnistia.

Non è un giorno triste per la Catalogna, ma per l'Europa.

 

Lettura pubblica integrale delle PAROLE VIVE della Carta di Chivasso - Seminario online

  • Autore: Gruppo di studio interterritoriale Forum 2043 - 11 marzo 2023
Ciò che i rappresentanti di queste valli hanno affermato,
vale per tutte le regioni italiane,
per i piccoli popoli che formano quel tutto
che è il popolo italiano
(Émile Chanoux, Federalismo e autonomie,
in P. MOMIGLIANO LEVI (a cura di), Écrits, Institut Historique de la Résistance en Vallée d'Aoste,
Aosta, 1994, p. 399, p. 422)

I contenuti del nostro seminario online dedicato alle parole vive della Carta di Chivasso, tenutosi ieri sabato 11 marzo 2023, sono pubblici e disponibili attraverso il prezioso archivio politico di Radio Radicale:

https://www.radioradicale.it/scheda/693128/parole-vive-per-le-autonomie-e-lambiente

Per un approfondimento delle conclusioni politico-culturali e una sinossi completa degli interventi:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/117-parole-vive-per-le-autonomie-e-l-ambiente

Attraverso il nostro canale YouTube diffondiamo l'estratto della lettura pubblica integrale della Carta di Chivasso:

https://www.youtube.com/watch?v=wSLSjx0PJ0c

 

La Carta di Chivasso, dopo ottant'anni dal 19 dicembre 1943, ci definisce, ci unisce, ci aiuta a tramandare i nostri valori, ci sostiene nel nostro impegno per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, ambientali.

Aiutateci a diffonderla e a farla conoscere, attraverso le reti sociali:

https://twitter.com/rete_aea/status/1634869894306058240?s=20

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