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No all'impraticabile autonomia differenziata, ma dopo?


Gino Giammarino, il rappresentante AeA per Napoli e per tutta la circoscrizione Sud ha avuto più di una occasione per partecipare a incontri pubblici di critica all'autonomia differenziata, così come proposta attualmente dal ministro leghista Calderoli. Una di queste occasioni è stata l'incontro al Gambrinus di Napoli dell'11 luglio scorso, promosso dal deputato rossoverde Francesco Emilio Borrelli (nella foto Gino Giammarino in quella occasione).

Giammarino ha ribadito con chiarezza la posizione maturata all'interno della sorellanza e del nuovo allargato patto promosso da Autonomie e Ambiente, insieme a EFA, per le prossime elezioni europee del 2024. Una posizione articolata ma chiara, che può essere riassunta in questi punti: 1) l'autonomia differenziata proposta dal leghismo di Salvini e Calderoli è impraticabile; è solo uno specchietto per le allodole che verrà fatto luccicare ancora per un po', per tenere tranquilli i non pochi amministratori locali autonomisti che sono ancora prigionieri dell'imbroglio politico del centralista e presidenzialista Salvini; 2) come hanno denunciato importanti costituzionalisti (Cassese, Olivetti, Palermo), la sua attuazione, nei termini proposti da Calderoli, potrebbe avere risvolti neocentralisti; 3) come denunciato da molti territorialisti, l'impostazione leghista lascia intatti, anzi rischia di cristallizzare, i guasti del colonialismo interno e le attuali disparità economiche e sociali.

Ciò detto, con Gino Giammarino e con tutta la nostra rete per le autonomie e per l'ambiente, dobbiamo esporci nel delineare un'alternativa autonomista, mentre nelle sinistre, nel centro, nelle destre dominano prospettive pericolose di ricentralizzazione, centralismo e presidenzialismo.

La nostra proposta positiva, per lo sviluppo di tutte le autonomie personali, sociali e territoriali, per la piena attuazione della Repubblica delle Autonomie, si fonda su pilastri ben più solidi:

1) La territorializzazione delle imposte, che è già prevista in Costituzione e negli Statuti speciali, ma che è stata osteggiata in ogni modo, sia a livello del centralismo italiano, che nel mercato comune europeo, che nella globalizzazione; facciamo un esempio, semplice e forse triviale: se si chi compra un televisore in Aspromonte, almeno l'IVA di quell'acquisto deve restare in Aspromonte e, ovunque l'azienda produttrice di quel televisore abbia sede legale e fiscale (Milano, Lussemburgo, o anche le Cayman), essa deve pagare una tassa sul suo profitto e una parte di quel contributo deve restare in Aspromonte.

2) La piena attuazione della solidarietà interterritoriale, prevista dalla Costituzione (terzo comma dell'art. 119: La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante).

3) La separazione dei poteri e l'attribuzione di precise responsabilità, in attuazione del principio di sussidiarietà, come sancito nell'art. 5 del Trattato sull’Unione Europea e dall'art. 118 della Costituzione: si deve sempre partire dall'attribuire funzioni amministrative ai comuni, l'istituzione più vicina al cittadino, salvo che, per assicurarne l'esercizio, sulla base di principi di sussidiarietà, non sia opportuno che esse vengano svolte da associazioni intercomunali o da autorità ancora più ampie.

Siamo ad una svolta storica, in Italia e in Europa: ancoriamoci alla Carta di Chivasso e riattiviamo processi di autogoverno e buongoverno dal basso, oppure continueremo a declinare, a impoverirci, a emigrare, a subire ingiustizie, sotto i commissari, le agenzie, le burocrazie sempre più alte e lontane, i leader mediatici, gli aspiranti duci di sempre nuove forme di centralismo autoritario.

Napoli, 22 luglio 2023 - a cura della segreteria interterritoriale