Una voce nella Repubblica contro la povertà del lavoro
Stiamo riorganizzando il nostro mondo civico, ambientalista, territorialista, delle autonomie, perché vogliamo avere una voce pacata e moderata in questa Repubblica, che abbiamo contribuito a fondare e a ispirare con i valori della Carta di Chivasso. Una voce che conti anche nella lotta al lavoro povero.
Gli attivisti delle autonomie personali, sociali, territoriali si candidano a porre fine a molti problemi sociali, perché siamo persone di buongoverno, di autogoverno, di resistenza alle storture della globalizzazione. Siamo amministratori fisicamente vicini alla nostra gente, al mondo del lavoro, ai nostri territori. Non viviamo nelle bolle di Bruxelles, Roma, Milano, ma nella bellezza e nella fatica quotidiana delle nostre economie locali.
Nella giungla normativa europea e italiana, ci sono già molte norme inattuate (sui minimi contributivi, sui contratti di riferimento, sull'equità delle pensioni, sul godimento effettivo di ferie e permessi, sui diritti dei lavoratori dipendenti, cooperatori e autonomi).
Aggiungere per legge anche un salario minimo orario di circa 9 o 10 Euro lordi, senza uno studio approfondito, senza prudenza, senza un enorme lavoro amministrativo e attuativo, senza studiare i contratti in vigore, senza tener conto delle diversità territoriali, finirebbe per essere un'altra grida manzoniana del solito centralismo - tecnocratico o populista che sia.
Eppure qualcosa bisogna fare, perché non meno di 700.000 i lavoratori sono privi di un serio contratto collettivo di riferimento, secondo alcune stime che si basano su dati INPS.
Qualcosa, ancora più urgentemente, bisogna fare per aumentare tutti gli stipendi e salari, a partire da quelli del lavoro manuale, che deve tornare ad essere onorato, rispettato, fatto in condizioni di sicurezza. I redditi da lavoro sono falcidiati dall'inflazione. Povertà e insicurezza dilagano, soprattutto per la guerra che il centralismo combatte, più o meno coscientemente, contro le piccole imprese e le autonomie locali.
In attesa che l'attuale governo e le attuali opposizioni escano dalle dichiarazioni di principio e si mettano al lavoro, noi facciamo nostre alcune considerazioni che sono circolate soprattutto nel mondo dei sindacati più vicini ai territori e agli umili:
- si devono bandire gli appalti al ribasso, perché quegli appalti e i relativi subappalti vengono vinti da aziende che sfruttano i lavoratori più poveri che restano poveri pur lavorando;
- le amministrazioni locali - i comuni e le regioni - devono porre fine alle finte esternalizzazioni; chi ha orecchi per intendere, intenda;
- il legislatore deve porre mano alle regole della rappresentanza - settoriale, territoriale, aziendale - per restituire voce e dignità a tutti i lavoratori e a tutti i sindacati in cui essi liberamente si associano.
A cura della segreteria interterritoriale - Lucca, S.Lorenzo, 10 agosto 2023
La foto del post è tratta dal sito http://www.savt.org