Skip to main content

L'autonomia finisce nella differenziata


Firenze - venerdì 19 gennaio 2024 - Dopo vent'anni di ipocrisia e di impotenza da parte di centrodestra e centrosinistra, ormai si è fatta chiarezza: le "ulteriori autonomie", ipotizzate dalla riforma del Titolo V del 2001, sono state ribattezzate dal leghismo "autonomia differenziata" perché il loro destino era quello di finire nel cestino dei rifiuti.

La legge-quadro Calderoli-Meloni crea un percorso a ostacoli che consentirà all'attuale maggioranza di non attuare alcuna reale autonomia in questa legislatura. Nella prossima, poi, si vedrà: se la destra riesce a imporre l'elezione diretta del "podestà" d'Italia, di autonomie non si parlerà più. Non in questa generazione, almeno.

Oltre al danno storico per tutti gli autonomismi, ovviamente la beffa: le norme prevedono che se anche una regione ottenesse l'autonomia su qualche materia, essa potrà essere sempre revocata dal governo centrale e in ogni caso, la concessione non potrà durare più di 10 anni. L'azzeccagarbugli in capo del leghismo, il senatore Calderoli, ha confermato la sua fama di autore di porcate.

L'autonomia differenziata, insomma, come vi avevamo informato per tempo attraverso il Forum 2043, è un gigantesco specchietto per le allodole, una clamorosa "false flag".

Durante il dibattito in Senato, a parte pochissime eccezioni, fra cui quella del senatore Luigi Spagnolli (gruppo Autonomie), abbiamo sentito un greve e conformista coro di centralisti, di sinistra, centro e destra.

Il "bipolarismo" all'italiana si conferma una competizione a chi è più ignorante, ipocrita e spesso opportunista. Vengono ignorati i problemi di attuazione delle autonomie, che sono ovviamente enormi in uno stato centralista come quello italiano. Vengono calpestate le richieste di autogoverno, che pure sono state confortate dal massiccio voto popolare del 2017 in Veneto e Lombardia, e che sono presenti in tutti i territori.

Per reagire a questo degrado, intensifichiamo il nostro impegno per dare agli elettori, alle prossime elezioni europee, una scelta in più: la possibilità di un voto per la Repubblica delle autonomie personali, sociali, territoriali; per l'Europa dei popoli, delle regioni e dei territori; per la sussidiarietà e per la solidarietà interterritoriale; per la giustizia e la pace nella vita internazionale.

Questa scelta in più è il nostro Patto Autonomie Ambiente, espressione italiana della famiglia politica europea European Free Alliance - EFA (che raccoglie istanze di autonomia e di autogoverno di popoli, regioni, territori oppressi dal centralismo autoritario degli stati, degli aspiranti napoleoni d'Europa, dei tiranni della globalizzazione).

Questa ampia sorellanza di forze storiche dell'autonomismo, nuove realtà civiche e territorialiste, gruppi ambientalisti localisti, partecipa alle elezioni europee del prossimo giugno 2024 con un programma di radicale decentralismo da portare avanti in Europa e in Italia, ispirati dai valori della Carta di Chivasso, in autonomia dagli attuali schieramenti di centrosinistra e centrodestra, entrambi malati di centralismo.

Nota per la stampa a cura della segreteria interterritoriale

https://www.autonomieeambiente.eu

Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

* * *