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Il centralismo paralizza, soffoca e infine uccide

Una pagina memorabile di Alexis de Tocqueville - Brandizzo, Caivano e Chivasso, 1 settembre 2023

Mentre la Repubblica delle Autonomie è in lutto per gli operai ferroviari di Brandizzo, che non esitiamo a chiamare vittime del centralismo, e osserviamo con tristezza che per "bonificare" una borgata distrutta dal centralismo, Caivano, si è invocata la passerella dei vertici del governo centrale e centralista, abbiamo voluto questo piccolo ma emblematico testo sul Forum 2043, che è come un interludio. Se arrivati fin qui abbiamo cominciato a capire, come lo capì Tocqueville all'alba della modernità industriale, che la vita umana, per restare tale, deve continuare a essere fondata sulla responsabilità dell'autogoverno al più basso livello possibile, allora vale la pena andare avanti, per salvare la nostra dignità umana, non solo la vita materiale e l'integrità del creato. Altrimenti, immaginatevi la peggior distopia e, siatene certi, ve la daranno. O territorialismo, o barbarie.

 

"Cosa mi importa, dopotutto, che vi sia un'autorità sempre pronta, che veglia a che i miei piaceri siano tranquilli, che vola davanti a me per allontanare i pericoli dal mio cammino, senza che io abbia bisogno di pensare a tutto questo; se questa autorità, nel tempo stesso che allontana le più piccole spine sul mio passaggio, è padrona assoluta della mia libertà e della mia vita; se monopolizza il movimento e l'esistenza al punto che quando essa languisce, languisce tutto intorno a lei, che tutto dorme, quando essa dorme, che tutto perisce quando essa muore? Vi sono in Europa certe nazioni in cui l'abitante si considera come una specie di colono indifferente al destino del luogo in cui abita. I più grandi cambiamenti sopravvengono nel suo paese senza il suo concorso; egli non sa precisamente quel che è successo e ne dubita, poiché ha inteso parlare dell'avvenimento per caso. Non solo, ma il patrimonio del suo villaggio, la pulizia della sua strada, la sorte della sua chiesa e della sua parrocchia, non lo toccano affatto; egli pensa che tutte queste cose non lo riguardano in alcun modo, perché appartengono ad un estraneo potente, che si chiama il governo. Quanto a lui, non è che l'usufruttuario di questi beni, senza spirito di proprietà e senza idee di miglioramento. Questo disinteresse di se stesso si spinge tanto in là che se la sua sicurezza o quella dei suoi figli è compromessa, invece di cercare di allontanare il pericolo, egli incrocia le braccia per attendere che l'intera nazione venga in suo aiuto. Quest'uomo, del resto, benché abbia sacrificato completamente il suo libero arbitrio, non ama l'obbedienza più degli altri; si sottomette, è vero, al beneplacito di un impiegato, ma si compiace di sfidare la legge, come un nemico vinto, quando la forza si ritira. Così oscilla senza tregua fra la servitù e la licenza."

(fonte: Alexis de Toqueville, De la Démocratie en Amérique, Parigi, 1835-40. Edizione italiana: La democrazia in America, Rizzoli, Brescia,
1995, pp.96-97)

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A cura del gruppo di studio che coordina il Forum 2043 - Brandizzo, Caivano e Chivasso, 1 settembre 2043

L'immagine del "centralismo burocratico" di corredo a questa pagina è tratta da https://jovencuba.com/