Documento politico della IV assemblea di Imola

IV assemblea generale di
Autonomie e Ambiente
Imola, 6-7 dicembre 2024
https://www.autonomieeambiente.eu
Documento politico finale
Il civismo genera autonomie in Europa e in Italia
Civism generates autonomies in Europe and Italy
“Non c’è ingiustizia più grande
che fare parti uguali tra diversi”
(don Lorenzo Milani)
Introduzione
I movimenti territoriali, gli autonomisti storici, le liste civiche, i gruppi ambientalisti, i liberi elettori, gli eletti indipendenti, gli attivisti delle comunità locali, riuniti a Imola nei giorni 6-7 dicembre 2024 nella IV assemblea generale di Autonomie e Ambiente (AeA), riaffermano il proprio radicamento nei valori della Carta di Chivasso del 1943 e nei principi fondamentali di autonomia che ispirano gli Statuti dei comuni, delle province autonome e delle regioni; la Costituzione italiana; la Dichiarazione universale dei diritti umani del 1948; il Consiglio d’Europa istituito dal Trattato di Londra del 1949; gli accordi di Helsinki del 1975; i trattati istitutivi di una Unione Europea fondata sulla sussidiarietà.
Insieme alla famiglia politica europea degli autonomisti e dei civici, EFA (European Free Alliance), Autonomie e Ambiente è impegnata con risolutezza per le autonomie territoriali, sociali, personali, le diversità umane e le biodiversità naturali, gli ideali di una Repubblica italiana delle autonomie e di una Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.
Sinistre, destre, tecnocrati, populisti, sovranisti hanno tutti mostrato i loro limiti negli ultimi trent’anni, in ogni campo e in particolare in materia di promozione di autonomie locali forti e competenti, mettendo addirittura in pericolo le autonomie esistenti.
La cosiddetta “autonomia differenziata” è finita in una palude, grazie a ciarlatani che non hanno né la competenza, né il coraggio di attuare processi seri di territorializzazione delle risorse, perequazione tra territori, decentramento di poteri e risorse, ma hanno portato al potere il governo più centralista della storia repubblicana.
Di fronte a questo disastro, noi rivendichiamo la nostra storia autonomista, conoscenza dei territori, sapienza legislativa, esperienza amministrativa, cultura riformista, moderazione e pragmatismo, pur nella radicalità dei nostri ideali di autogoverno.
La nostra idea di autonomia è differente, perché essa è fondata non sulla demagogia di pochi leader mediatici, ma sulla competenza, provata sul campo, di migliaia di amministratori locali.
Autonomie e Ambiente garante di autonomia per liste e reti civiche
Autonomismo e civismo hanno fondamentali tratti in comune: la volontà di impegnarsi con concretezza e audacia al servizio delle proprie comunità; la capacità di prendersi cura del bene comune come è possibile solo nella vicinanza fra governati e governanti; la fedeltà al principio di sussidiarietà, argine contro ogni centralismo e autoritarismo; il rifiuto di essere subalterni a logiche partitocratiche, ma al contrario l’ambizione di essere fieramente liberi dall’egemonia di partiti spesso ridotti a piramidi opache, rette da ristretti gruppi dirigenti autoreferenziali.
Per tutte le forze civiche e territoriali, Autonomie e Ambiente è garanzia di autonomia e agibilità democratica, grazie alla propria solida e competente tradizione di confederalismo politico.
Per la democrazia, contro vecchi e nuovi autoritarismi
I fondamentali diritti umani e la promozione di forme democratiche di autogoverno delle comunità al più basso livello possibile, sono osteggiati in tutto il mondo e i principali responsabili sono sempre gli stessi: i grandi stati che concentrano potere e risorse, riempiono le prigioni, opprimono le minoranze e trattano i propri stessi territori come colonie interne. Vecchie e nuove forme di autoritarismo, nazionalismo, centralismo avvelenano anche la società europea: le autocrazie non sono solo quelle degli altri.
In Italia l’erosione della democrazia è grave quanto quella del territorio: le voci diverse vengono cancellate dal conformismo dei media (anche dal servizio pubblico); il finanziamento pubblico della politica è regolato da norme astruse che lo lasciano in mano a pochi leader centralisti; le norme elettorali sono sempre più ingiuste (e spesso modificate con manovre opache dell’ultimo momento secondo la convenienza dei grossi partiti).
Non dimentichiamo che ad EFA ed AeA (come ad altre forze minori) è stato proditoriamente impedito di partecipare alle elezioni europee dello scorso 9 giugno 2024. Non dimentichiamo che vecchi e nuovi media hanno ignorato il referendum anti-Rosatellum, promosso dal Comitato referendario per la rappresentanza, a cui Autonomie e Ambiente ha partecipato.
Al quadro già gravemente compromesso della democrazia italiana ed europea, si vorrebbero aggiungere altre elezioni plebiscitarie di capi: dopo i “governatori”, anche il “podestà” d’Italia o il “napoleone” d’Europa. Eppure dovrebbe essere ormai evidente a tutti che i candidati a queste cariche monocratiche sono e sarebbero sempre più imposti da concentrazioni di potere finanziario e mediatico.
Per fermare questa deriva e restituire ai cittadini il diritto e il dovere di scegliersi, territorio per territorio, propri rappresentanti dotati dei poteri necessari, Autonomie e Ambiente è pronta a collaborare, politicamente ed elettoralmente, con ogni altra componente civica, sociale, politica della Repubblica.
Autonomie e Ambiente s’impegna in una lotta politica e culturale contro ogni forma di elezione plebiscitaria di capi. Mettiamo in discussione l’elezione plebiscitaria diretta dei vertici esecutivi a ogni livello, quando essa risulta essere espressione di partitocrazia e mediacrazia, quindi anche nelle regioni e nelle città più grandi, dove è impossibile la conoscenza diretta dei candidati da parte dei cittadini elettori.
Il cuore politico di ogni livello di governo deve tornare a essere l’organo collegiale. Consigli, assemblee e parlamenti, devono tornare a essere il più possibile rappresentativi del pluralismo politico e civico.
Facciamo largo a una nuova generazione di leader locali
Confermiamo il nostro impegno per fare largo a una generazione di leader locali competenti e capaci, territorio per territorio, di individuare e percorrere la strada migliore per la loro comunità, per assicurare coesione sociale, sanità pubblica di prossimità, servizi a una popolazione in cui l’età media non è mai stata così elevata; assicurare una vita quotidiana a misura di persone anziane, cioè a misura di tutti, bambini, famiglie, persone fragili e disabili; sradicare la povertà educativa e l’analfabetismo funzionale; emancipare dalla povertà; affrontare la transizione ecologica, ponendo fine al consumo di territorio, alla distruzione degli ecosistemi, all’avvelenamento di aria, acqua e cibo; fermare l’impoverimento, l’abbandono e lo spopolamento; promuovere le pari opportunità, emancipando le persone umane da ogni discriminazione di sesso, genere, identità; autogestire localmente i servizi pubblici; salvaguardare i beni comuni; mettere le persone al riparo dalla sorveglianza universale e dalla prepotenza degli oligarchi digitali; promuovere economie locali che restino aperte ma abbiano anche una misura di autosufficienza e, soprattutto, biodiversità e diversità alimentare, economica, tecnologica, finanziaria, sociale e culturale.
Europa fautrice di necessari compromessi per porre fine alle guerre
Le guerre contemporanee divorano vite umane, distruggono le possibilità di emancipazione dei popoli, spazzano via intere comunità umane, come è accaduto sotto gli occhi indifferenti del mondo nel Sahara, in Artsakh, in Tigray, in Birmania, in Sudan, nel Donbass, in Israele, in Cisgiordania, a Gaza, in Libano, nelle terre curde, in Siria.
Anche se non vengono usate armi di distruzione di massa, gli armamenti di oggi riescono comunque a distruggere il creato come mai prima. In questo momento storico così difficile, noi riaffermiamo la nostra opzione storica per la nonviolenza come strumento di lotta di liberazione, rifiutando ogni terrorismo, fanatismo, settarismo, militarismo, autoritarismo.
Esigiamo che le istituzioni politiche europee lavorino, con tutto il proprio peso politico, diplomatico ed economico nel mondo, per la fine di ogni “escalation” militare, il cessate il fuoco, il congelamento dei conflitti, la liberazione di ostaggi e prigionieri politici. Non lasciamo arrivare un altro Natale, non lasciamo iniziare un altro Giubileo romano, senza passi concreti verso tregue durature, la ricerca dei necessari compromessi, l’avvio di concreti processi di pace, con la partecipazione di tutte le autorità internazionali, continentali, statali, locali coinvolte.
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Ordini del giorno territoriali e tematici
approvati dalla IV assemblea
Solidarietà piena alle comunità locali che vogliono decidere in autonomia su nuovi impianti eolici e fotovoltaici, come la grande iniziativa “Pratobello 2024” in Sardegna e la resistenza dei comitati toscani e romagnoli contro l’irragionevole e speculativo sfregio dell’Appennino. Autonomie e Ambiente assume, come obiettivo politico-programmatico, la necessità della proprietà pubblica e locale delle infrastrutture per la produzione, la conservazione, il trasporto, il risparmio dell’energia, quale bene essenziale. La fuoriuscita dal fossile è forse la più grande rivoluzione industriale e tecnologica del nostro tempo ed essa è troppo importante per essere sottratta al controllo politico e alla sovranità democratica delle comunità locali.
Per la liberazione degli agricoltori della canapa dalla minaccia di essere spazzati via dall’autoritarismo del governo Meloni: 3.000 aziende, 30.000 posti di lavoro e una tradizione agricola millenaria messi in pericolo dal DL “Sicurezza”.
Contro il malgoverno di Salvini, che mette in pericolo con le sue ossessioni securitarie tutti i guidatori e tutti i cittadini, ma in particolare sta minacciando i lavoratori del settore NCC, agendo contro il parere sia dell’Autorità di Regolazione dei Trasporti sia dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
Sostegno, senza se e senza ma, a Radio Radicale, che è un modello esemplare di di servizio pubblico e i cui archivi sono un bene culturale di primaria importanza per le generazioni future.
Ribadiamo la nostra ferma opposizione all’assurdo progetto del Ponte di Messina.
Per l’amnistia o altri gesti di clemenza, in momentaneo ma urgente sollievo per la drammatica situazione delle carceri, per le quali proponiamo una riforma di radicale decentramento. Crediamo che sia necessario dare alle autorità locali un ruolo cruciale nella gestione degli istituti e nell’organizzazione di tutto ciò che serve a un carcere secondo Costituzione (art. 49): lavoro, cultura, salute, per la rieducazione del condannato.
Per lo studio di progetti di autofinanziamento delle economie locali con unità di scambio locali (esempio: il Sardex), in alternativa alla c.d. “austerità”.
Per una critica costruttiva alla politica monetaria dell’Eurozona, in particolare alla gestione centralistica dei tassi d’interesse e per porre fine alla insostenibile gestione privatistica dei debiti pubblici.
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