Presentazione della sorellanza Autonomie e Ambiente

(ultima modifica 23 dicembre 2024)
Autonomie e Ambiente (AeA) è una sorellanza di forze e gruppi politici territoriali, una rete di civismo, ambientalismo, storico autonomismo e moderno decentralismo.
E' stata registrata l’11 novembre 2019, dopo una lunga serie di contatti e incontri preliminari tra diverse forze italiane aderenti alla Alleanza Libera Europea, ALE (European Free Alliance, EFA) e altre forze locali attive in diversi territori dello stato italiano. La sorellanza ha tenuto la sua prima assemblea generale e si è presentata all'opinione pubblica a Udine il 21 febbraio 2020.
La rete unisce forze politiche locali e territoriali, autonomiste e civiche, ciascuna delle quali ha la propria storia di impegno per l'autogoverno e contro il centralismo: civica, localista, territorialista, autonomista, federalista, confederalista, anticolonialista, indipendentista.
Ciascuna delle forze sorelle è e resta una organizzazione autonoma, attiva secondo quanto stabilito dall'art. 49 della Costituzione. AeA associa movimenti, realtà, gruppi e singoli attivisti che ne condividono le finalità e sono gelosi della propria autonomia politica e territoriale. Autonomie e Ambiente è in rete anche con movimenti, gruppi, centri politico-culturali autonomisti che non partecipano alle elezioni nei loro territori.
AeA ha stabilito uno stretto rapporto politico con ALE-EFA, assumendo un ruolo di sostegno alle forze locali della Repubblica Italiana nel loro cammino di collaborazione e, in prospettiva, di adesione diretta alla famiglia politica europea dell'autogoverno di tutti dappertutto, del civismo, dell'ambientalismo, degli autonomismi, del confederalismo, delle aspirazioni delle comunità locali.
Le forze di AeA si sono unite nella sorellanza per condurre la Repubblica Italiana e l'Unione Europea verso un radicale decentralismo, cominciando dalla piena attuazione della Costituzione e degli Statuti regionali (speciali e ordinari) vigenti, che disegnerebbero una ideale Repubblica delle Autonomie, nel contesto di una Europa dei popoli, dei territori, delle regioni, ma che da decenni vengono costantemente disapplicati o addirittura traditi.
Le crisi del nostro tempo hanno reso drammaticamente evidente la necessità dell'autogoverno dei territori, anche a coloro che non hanno una formazione e una cultura autonomista o anticolonialista. Sta crescendo la consapevolezza globale che quanto è necessario per garantire alle generazioni future la pace e l'ambiente, la libertà e la giustizia, il cibo e l'acqua, la salute e la cultura, potrà essere realizzato solo attraverso forti, competenti e determinate autorità locali, capaci di cambiare le cose concretamente, territorio per territorio.
Per decenni e in particolare dopo la riforma costituzionale del 2001, che con tutti i suoi difetti può essere considerata comunque l'ultima riforma autonomista italiana, le promesse di decentramento e sussidiarietà sono state tradite da tutti: sinistre, destre, tecnici, politici, persino da vecchi e nuovi movimenti (il leghismo e i Cinque Stelle, fra gli altri) che pure erano cresciuti proprio proclamando di voler restituire più potere alle comunità locali e ai cittadini. Cosa è andato storto? E’ successo che tutti i partiti “nazionali”, cioè centralisti e verticisti, guidati da leader soli al comando o comunque da cerchie ristrette (non di rado avide del potere e delle ricchezze concentrate nelle istituzioni centraliste), hanno mostrato di essere carenti di competenza amministrativa e valori civici e autonomisti.
L'autonomismo vive anche di orizzontalità organizzativa. Da forze politiche organizzate in modo verticale, centralista e autoritario, non potranno mai essere realizzate riforme decentraliste, evidentemente. E' quindi missione fondamentale di Autonomie e Ambiente tenere in vita ed allargare una famiglia politica di forze politiche territoriali, che credano nelle autonomie personali, sociali, territoriali, dimostrandolo prima di tutto restando fedeli alla propria autonomia organizzativa, civica e politica. L'antico problema gandhiano della coerenza tra strumenti e fini va compreso, una volta per tutte: non accetteremo mai più "un partito" di autonomisti o con programmi autonomisti; vogliamo invece tanti partiti autonomisti, almeno uno per ciascun territorio. Se si crede davvero nella Repubblica delle Autonomie, in una nuova Europa delle regioni, dei territori e dei popoli, nel confederalismo e nel decentralismo internazionali, occorre confederalismo anche nell'organizzazione politica.
La rete confederale di Autonomie e Ambiente è e resterà governata collegialmente, con meccanismi di selezione di dirigenti competenti per l'oggi e di formazione di una nuova generazione di leader territoriali per il domani.
AeA è stata concepita attraverso un lungo dialogo preparatorio tra forze antiche e nuove, facendo tesoro delle preziose esperienze di collaborazione politica tra forze territoriali che ci sono state in passato, come le liste Federalismo, e altri sforzi congiunti portati avanti dalle forze autonomiste storiche nelle aule parlamentari e nella società.
La sorellanza si riconosce nei valori della Carta di Chivasso del 1943, che riechegga aspirazioni autonomiste ancora più risalenti: le tradizioni autonomiste e federaliste del Risorgimento (Cattaneo, Ferrari, Pisacane e tanti altri); l'anticolonialismo (in Sicilia, in Sardegna e oltre); nel neutralismo di socialisti, popolari, liberali, conservatori contrari all’ingresso del Regno d’Italia nella “Inutile Strage” 1915-1918; nella resistenza al centralismo nazionalista prima e fascista poi.
La Dichiarazione di Chivasso fu firmata il 19 dicembre 1943 a Chivasso, durante un convegno antifascista clandestino, a cui contribuirono, tra gli altri, figure come Émile Chanoux e Federico Chabod. Nella Carta di Chivasso fu sancita la rivolta contro “i venti anni di malgoverno livellatore ed accentratore sintetizzati dal motto brutale e fanfarone di «Roma Doma»”, ma più in generale contro il centralismo, il colonialismo, il militarismo, che avevano caratterizzato lo stato unitario italiano, scatenando “OPPRESSIONE POLITICA, attraverso l'opera dei suoi agenti politici ed amministrativi (militi, commissari, prefetti, federali, insegnanti), piccoli despoti incuranti ed ignoranti di ogni tradizione locale, di cui furono solerti distruttori; ROVINA ECONOMICA...; DISTRUZIONE DELLA CULTURA LOCALE...”. La Carta di Chivasso propose “un regime repubblicano democratico a base regionale e cantonale”, con un evidente riferimento alla Confederazione Svizzera, come unica garanzia contro il ritorno della dittatura, considerata come una conseguenza diretta del centralismo autoritario italiano.
Autonomisti e federalisti furono eletti nella Costituente del 1946 e furono attivi negli anni della Ricostruzione. La generazione successiva partecipò all'istituzione delle regioni a cui si giunse nel 1970. Sono stati protagonisti delle lotte antipartitocratiche, antiautoritarie, anticentraliste che sono fiorite dopo il 1989.
Il nostro decentralismo contemporaneo, quindi, ha radici profonde, ricche, diverse, territorio per territorio. Le forze sorelle di Autonomie e Ambiente sono fedeli a queste radici e guardano con fiducia al futuro, perché, come amano dire gli attivisti dell’autogoverno della Catalogna, siamo “siamo qui per cambiare secolo, non solo per cambiare stato".
La lista aggiornata delle formazioni politiche sorelle e di tutte le realtà e persone a noi associate è mantenuta sul nostro sito (voce "rete").
Autonomie e Ambiente, attraverso il Forum 2043 e altre forme di collaborazione con altre reti civiche e politiche, sta allargando il proprio raggio d'azione, in vista della partecipazione alle prossime elezioni, a ogni livello in cui le leggi elettorali impongano la presentazione di cartelli interterritoriali.
Per approfondire:
- il testo integrale della Carta di Chivasso
- la nostra Carta dei Valori al momento della fondazione, 11 novembre 2019, festa di San Martino
- lo statuto e le regole di funzionamento della sorellanza
- i lavori della I assemblea di Udine, 21 febbraio 2020 (giornata internazionale delle lingue madri)
- i lavori della II assemblea generale (online), 20-21 marzo 2021
- i lavori del Forum 2043 (aperti simbolicamente il 21 marzo 2022)
- la III assemblea generale di Udine, 10 giugno 2023
- la IV assemblea generale di Imola, 6-7 dicembre 2024
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