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Cessate il fuoco

Cessate il fuoco

La sempre più larga alleanza del nostro patto per le autonomie e per l'ambiente ha una posizione comune sulla terribile guerra russo-ucraina e più in generale sulle molte e drammatiche esplosioni di violenza che distruggono vite umane e beni comuni, mettendo in pericolo la vita sulla Terra.

E' una posizione che tiene conto del nostro pluralismo e delle nostre differenze culturali e politiche:

1. Pur con molta sofferenza, abbiamo sostenuto il governo ucraino e il dispiegamento di mezzi perché esso potesse difendersi e non essere rovesciato.

2. Non accettiamo nessun mutamento di confini o cambiamenti territoriali avvenuti con la forza (siano conquiste o riconquiste). Non accettiamo che sia pregiudicato in alcun modo il futuro dei territori contesi, il cui status definitivo dovrà essere deciso da lunghi, faticosi, pazienti processi di autodeterminazione dei popoli.

3. Noi siamo schierati con chi lavora per il cessate-il-fuoco, nell'interesse dell'umanità e del pianeta, non solo delle parti belligeranti e dei popoli coinvolti. E' urgente fermare le uccisioni e le distruzioni, pur sapendo che le trattative saranno difficili e lunghissime. Appoggiamo quindi, senza riserve, la missione che papa Francesco ha affidato al cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna.

Roma, 28 giugno 2023

Dichiarazione della presidenza collegiale

 

 

Nonviolenza unica via

L'annuale giornata dedicata a Martin Luther King dagli Stati Uniti d'America ci offre l'occasione per ricordare la centralità della nonviolenza nella società globalizzata contemporanea.

Tutti gli stati centralisti e autoritari - non solo le grandi potenze - se ingaggiati con metodi violenti, possono infliggere distruzioni tali da aver ragione di ogni resistenza e mettere in pericolo lo stesso creato. In più, con l'aiuto delle odierne tecnologie, possono semplicemente cancellare dai media, dalle reti sociali, dalle cronache e dalla storia, anche le più sacrosante ragioni degli oppressi.

Le comunità locali, che resistono in difesa della propria diversità culturale e della biodiversità naturale, lo sanno bene e devono trarne le necessarie conseguenze, perché sono le prime a essere spazzate via dalla violenza.

Lo ricordiamo ai giovani che cedono alle sirene del settarismo e dell'estremismo; agli individui che sono suggestionati dalla visibilità mediatica dell'autodistruzione degli Schreckens Männer; ai movimenti che non hanno ancora abbandonato, in pieno XXI secolo, il terrorismo e la resistenza armata; alle elite al potere che alimentano ancora guerre senza un fine e quindi senza fine, perché non possono essere vinte, né perse.

La nonviolenza è l'unica veraforza politica che può portarci a ottenere risultati contro le autocrazie, contro gli aspiranti autocrati, contro vecchi e nuovi colonialismi e autoritarismi; contro tutte le forme di centralismo autoritario.

Firenze, 20 gennaio 2025, San Sebastiano - A cura della segreteria interterritoriale

 

Per una politica fondata sulla nonviolenza

La giornata internazionale della #nonviolenza del 2 ottobre, la festa diSan Francesco d'Assisi del 4 ottobre, la prossima memoria del terribile pogrom del7 ottobre 2023 in Israele, ci interrogano.

Per persone come noi, radicate nella storia delle lotte per l'autogoverno di tutti dappertutto, è un dovere ricordare che i primi e peggiori oppressori delle comunità umane di oggi sono i loro stessi capi politici, che investono in#terrore e#guerra per restare al potere, come ha scritto Mauro Vaiani. Essi possono e anzi devono essere combattuti e scalzati con l'impressionante risorsa della veraforza (satyagraha) e con una resistenza nonviolenta.

La storia ci spinge verso la nonviolenza, indipendentemente da quelle che sono le nostre diversità e i nostri valori.

Al contrario, decidere di usare la violenza, in questo mondo inquinato, tecnologico, globalizzato, non porta altro che rovina, prima di tutto per gli oppressi, oltre che per gli umili e le persone comuni di ogni parte in conflitto.

Non c'è infatti concentrazione di potere e ricchezze di questo mondo, non importa quanto essa appaia isolata e indebolita, che non possa scatenare distruzioni e morte a livelli industriali.

Ciascuna rifletta, guardando alle tante parti in conflitto oggi in Ucraina, in Medio Oriente, in Sudan, in Birmania.

Non siamo più negli anni '70, quando alcune lotte di liberazione armate dimostrarono di essere il minore dei mali.

Non siamo più nemmeno all'inizio del XXI secolo, quando si è tentato di abbattere regimi che il mondo intero riteneva "canaglia".

Non siamo più all'inizio degli anni '10, quando abbiamo aiutato i Curdi a resistere a mano armata all'ISIS e ad altri oppressori.

Il mondo è sempre più fragile. Le capacità distruttive di chi ha potere geopolitico - anche poco - sono sempre più grandi.

Non c'è alternativa all'avvento di una politica di nonviolenza attiva.

In ogni territorio, in ogni angolo del mondo, ci impegniamo per isolare gli aspiranti tiranni e per farli cadere senza combatterli sul loro terreno - la violenza, in cui loro sono e saranno sempre superiori a noi  - ma sul nostro, quello dei cessate-il-fuoco, dei compromessi, dei processi di liberazione ed emancipazione lenti, dal basso, delle persone e con le persone.

 

Roma - Gerusalemme, domenica 6 ottobre 2024 - a cura della segreteria di Autonomie e Ambiente

Lo spunto per l'immagine di questo post è stato preso da https://www.istockphoto.com/