Il metodo "Uniti per Olbia"
Olbia, 1 ottobre 2022
Abbiamo atteso fin troppo ad accogliere l’invito del Forum 2043 a parlare dell’esperienza politica ed elettorale di “Uniti per Olbia”, come stimolo a riflettere più in generale dello stato attuale del mondo politico identitario in Sardegna.
Abbiamo tardato perché siamo rimasti esclusi dal consiglio comunale e quindi delusi, nonostante il grande impegno profuso.
Ricordiamo che Olbia, la nostra “Terranoa”, è una città importante nella geopolitica della Sardegna. Con i suoi 60.000 abitanti nel Nordest dell’isola, è uno dei centri più vitali, oltre che il naturale capoluogo di servizi intercomunali per il territorio circostante, nella speranza che la Regione Sardegna si decida finalmente a realizzare il necessario decentramento delle obsolete province prefettizie dello stato centralista.
Alle elezioni comunali del 10 ottobre 2021, su 50.000 aventi diritto, hanno votato circa 30.000 cittadini.
Il voto è stato drammaticamente polarizzato.
A contrastare la rielezione del discusso e contestato sindaco Settimo Nizzi (Forza Italia), tutto il resto della città si è schierato con il candidato civico di centrosinistra Augusto Navone.
All’inizio del 2021, noi, un gruppo di amici provenienti da formazioni identitarie, tutti orfani di un sardismo oramai cariato e di facciata, decidemmo di aderire al progetto politico di alternativa denominato “Grande Coalizione Civica”.
Quest’ultima era talmente larga ed eterogenea da essere subito ribattezzata dagli avversari “un’accozzaglia”. Forse non a torto, se si tiene conto che persino una parte consistente e rappresentativa della destra “italiana” si schierò con Navone (addirittura con il beneplacito della loro leader romana, Giorgia Meloni, ben informata a quanto pare del malgoverno del centrodestra di Nizzi).
Per noi identitari formare la lista “Uniti per Olbia” e partecipare a questo scontro a due fra Nizzi e Navone è stato certamente rischioso, ma ci sono dei momenti eccezionali nella vita della propria comunità che vanno vissuti per quello che sono.
Peraltro Augusto Navone, direttore dell’Area Marina Protetta di Tavolara, persona rispettata e stimata, ha guidato con saggezza la Grande Coalizione Civica ed è riuscito con grande intelligenza a raccogliere gli stimoli provenienti proprio dalla nostra area di persone votate all’autogoverno della Sardegna.
Stimoli che richiamavano a un recupero e a una valorizzazione dell’identità di una città per sua natura accogliente e multietnica, che ospita consistenti comunità provenienti praticamente da tutti i territori della Sardegna, un potenziale crogiuolo di una cittadinanza sarda del XXI secolo, ma di questo poco consapevole e sempre a rischio di dimenticare le proprie radici.
Navone ha perso contro Nizzi, nonostante l’impegno profuso dalle persone candidate, gli incontri nei quartieri dimenticati, un programma realistico e bene argomentato, che rispondeva alle esigenze di una città che ancora, sia pure disordinatamente, cresce mentre il resto della Sardegna si spopola ed è in declino.
È stata dura accettarlo, ma Nizzi non è il primo né sarà l’ultimo candidato, privo di programma, di visione e capacità di ascolto, a vincere questo tipo di scontri diretti.
Le regole al momento sono queste.
Ma di una cosa abbiamo certezza: per quanto amareggiati ci si possa sentire, per quanti errori possiamo aver fatto, ci sentiremmo senz’altro peggio se non avessimo partecipato.
Ci sia consentito di porre una domanda retorica: a chi e a che cosa serve credere nel pieno autogoverno della nostra nazione sarda, se non si è in grado di vivere fino in fondo (stando in prima fila) l’attimo politico che viene vissuto dalla tua comunità primaria, ovvero il tuo comune?
Per uscire dal sottosviluppo politico, dal frazionismo, dall’estremismo, dall’insignificanza elettorale, noi abbiamo rischiato e tentato un metodo: unirci in una lista civica e civile, identitaria e animata dall’ideale dell’autogoverno, ma che si è proposta ed esposta candidandosi ad amministrare l’anagrafe, gli asili nido, l’acqua, i giardini, i mercati, la cultura e i servizi sociali.
Non ci rivolgiamo ai settari che pullulano nel mondo politico identitario, bensì a quei movimenti politici sardi che si battono per l’autodeterminazione della Sardegna, attrezzati di costruzioni ideologiche sofisticate, guidati da leader colti e appassionati e sempre in prima fila nelle battaglie sociali, chiedendo loro con umiltà, di mettersi alla prova con questo che chiamiamo il metodo “Uniti per Olbia”, con coraggio e lasciandosi alle spalle una lunga e dolorosa storia di scissioni.
Non abbiamo avuto un grande risultato, sia chiaro.
Tuttavia, il nostro 2,91% (affiancato, se ci è concesso, al 4,39% della nostra lista sorella ma anche concorrente “Insieme per Olbia”), non sfigura se messo a confronto con il 3,94% del Partito Sardo d’Azione (PSd’Az), ormai ridotto ad appendice del centrodestra.
Ci siamo stati e vorremmo ancora esserci, vigili e operosi in una città che ha bisogno di una svolta civica e ambientalista e quindi, conseguentemente, di autogoverno.
Non si può inoltre tacere un altro dato rilevante in questa esperienza, ovvero l’assenza di quelle forze, nostre sorelle nel credere nell’autogoverno della Sardegna e che come noi vorrebbero partecipare a una battaglia ben più ampia contro il centralismo italiano ed europeo, oltre che contro i lati oscuri della globalizzazione, le quali, invece di solidarizzare ed aiutarci, si sono tenute a distanza dalla nostra esperienza.
A torto o a ragione non ci è stato perdonato, crediamo, di non avere corso da soli, esprimendo una nostra persona candidata sindaco. Non saremmo stati, quindi riconoscibili e riconducibili al “nostro” progetto politico, ovvero l’autodeterminazione della nostra nazione sarda.
Hanno avuto ragione?
Potevamo essere più coraggiosi e presentarci da soli?
È possibile, anche se scriverlo o pensarlo da fuori Olbia è forse troppo facile.
Crediamo anche noi che sarebbe giusto correre in posizione autonoma dagli schieramenti italiani, in vista delle regionali, delle elezioni in tanti altri comuni, delle prossime battaglie da condurre nel contesto italiano ed europeo.
Per arrivarci, però, può darsi che il nostro metodo, il metodo di essere “Uniti” misurandosi con problemi reali di buongoverno nel qui e ora (e non solo di autogoverno nel futuro) possa essere utile.
In ultima analisi, crediamo che sia valsa la pena di vivere l’esperienza di “Uniti per Olbia”.
La offriamo al mondo identitario sardo, come spunto di riflessione, per prepararsi a tempi molto duri.
Siamo una colonia interna, in Italia, ma sembra che si sia perso il senso e la gravità di questa condizione.
Siamo un territorio marginale e sottopopolato e quindi subalterno alle scelte dei faraoni del centralismo, dal finto “green”, al nucleare, all’estrazione turistica, allo smantellamento della sanità e della scuola.
Dopo lo sciagurato taglio del numero dei parlamentari, la nostra isola ha perso rappresentatività, sia essa di destra, centro o sinistra, e questo si rivelerà davvero deleterio.
Il richiamo che si è propagandato nella nostra area, di passare all’astensionismo, per “protesta” contro le leggi elettorali ingiuste (sia quella regionale, che quella parlamentare italiana) riteniamo non sia di alcun aiuto, se non altro perché è un comportamento che va a diluirsi nel bacino ben più grande della disaffezione generale alla politica e per ciò praticamente impossibile da individuare e quantificare numericamente.
Dopo il PSd’Az, oramai arenato in un sardismo di facciata che sopravvive come appendice dell’agenda politica di un partito populista e reazionario come la Lega Salvini, abbiamo bisogno di tentare strade completamente nuove.
Offriamo, sperando che emerga una nuova generazione di leader politici sardi, il nostro piccolo contributo, per un lavoro di costruzione di organizzazioni politiche ampie, popolari, inclusive.
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Per conoscere meglio Silvia Lidia Fancello: https://www.autonomieeambiente.eu/news/23-silvia-lidia-fancello-rappresentante-ale-efa-in-sardegna
Per studiare i temi programmatici della Grande Coalizione Civica e approfondire il contributo di "Uniti per Olbia": https://www.autonomieeambiente.eu/files/9/Documentazione/11/2022-10-01-Programma-Rev-15-11-05lista-uniti-per-olbia-per-la-GCC.pdf
Per la cartina delle "bioregioni", i territori della Sardegna, fra cui la Gallura di cui Olbia è uno dei centri più importanti, siamo debitori a: Di Mackey - Opera propria, Pubblico dominio, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=1524409
La foto del gruppo di candidati di Uniti per Olbia alle elezioni comunali del 2021, di corredo a questo post, ci è stata trasmessa da Silvia Lidia Fancello