Autonomie e Ambiente chiede che regioni e territori possano ripartire in autonomia
Udine, 20 aprile 2020
Ovunque si siano consolidate e diffuse buone pratiche di cura domiciliare del coronavirus (evitando quindi che i contagiati si aggravino irreparabilmente e finiscano ad affollare gli ospedali) e dove si è ragionevolmente certi che la circolazione del virus sia rallentata, è arrivato il tempo di far ripartire la vita quotidiana.
Chiediamo che ogni regione, ogni territorio, ogni comunità, ogni impresa, ogni scuola, che siano riuscite a organizzarsi con pratiche di distanziamento e con dispositivi di protezione individuale, possano riaprire con i tempi e le modalità che ritengono più opportune, secondo protocolli pubblici, largamente condivisi e continuamente correggibili e perfettibili sulla base della vigilanza quotidiana delle diverse situazioni. Senza fare polemiche su come si è risposto a una situazione che ha colto tutti impreparati, è arrivato il momento di restituire alle regioni, alle comunità, alle famiglie, alle imprese, le proprie responsabilità. Si è francamente esagerato con proibizioni generalizzate (come quelle contro le passeggiate solitarie). La difesa delle libertà individuali, in questa nuova fase, deve tornare ad essere al centro della preoccupazione di tutti. Da questo punto di vista, siamo molto preoccupati dall’enfasi che si dà a strumenti di controllo centralizzati, come la “app unica nazionale”. Si deve anche porre fine all’interventismo prefettizio e le autorità locali, che rappresentano direttamente le loro popolazioni, devono vedersi restituita la giusta autonomia d’azione.
Per maggiori informazioni si contatti la Presidenza di Autonomie e Ambiente (
Membri di Autonomie e Ambiente che sottoscrivono questa presa di posizione:
Patto per l’Autonomia – Friuli V.G. -
Patrie Furlane -
Patto per l’Autonomia – Veneto -
Pro Lombardia Indipendenza -
Comitato Libertà Toscana -
Alpe -
Siciliani Liberi -
Aderisce al comunicato anche il gruppo osservatore: Comitato Autonomia Piemont -