La prima campagna contro i nominati: ombre e luci
Il Comitato Referendario per la Rappresentanza, alla chiusura di questa prima campagna contro i nominati, le liste bloccate, la legge elettorale detta Rosatellum, comunica che, malgrado l'impegno profuso, purtroppo non si sono raccolte le 500.000 firme necessarie per inviare i quesiti referendari proposti al vaglio della Corte Costituzionale.
Le firme raccolte, tuttavia, sono state consegnate alla Corte di Cassazione e questo per diversi motivi.
Il primo è che il Comitato, ispirato alle idee e alle lotte di Felice Besostri, è fiero di aver sollevato il tema della rappresentanza parlamentare nel dibattito politico nazionale. Un tema la cui importanza è direttamente proporzionale alla testardaggine che quasi tutti i partiti hanno messo nell'ignorare l'iniziativa. Hanno evitato non diciamo di criticarla, ma persino di citarla, sistematicamente, in modo che i media non fossero minimamente tentati dall’idea di offrire spazio alla comunicazione delle finalità referendarie.
Scrive il Comitato, nel suo comunicato stampa finale, diffuso a Roma il 30 settembre 2024, dopo la consegna delle firme in Cassazione, che la congiura del silenzio, che ci si aspettava dall'inizio ma non a questo livello, e l'occasionale "sbandierare" l’esigenza di intervenire sulla legge elettorale per reinserire le preferenze, senza però fare mai riferimento alla raccolta firme in corso, è la prova di quanto i partiti abbiano “temuto” l’iniziativa del Comitato Referendario per la Rappresentanza.
Il secondo motivo è il rispetto dei numeri, dietro ai quali ci sono cittadini attivi e generosi:
- 54.389 firme per il primo quesito contro l'odioso voto congiunto
- 24.126 per il secondo (abolizione delle soglie elettorali farlocche, che fanno passare partitini con lo "zero virgola" e lasciano fuori liste che hanno ottenuto quorum utili nei loro territori
- 27.366 per il terzo, contro le modalità assurde di presentazione delle candidature (facili per i potenti, impervie per gli outsider)
- 36.140 per il quarto, contro l'abuso delle pluricandidature
Sono poche, certo, a confronto delle firme raccolte da altri quesiti, ma in effetti la campagna è stata fatta con scarse risorse finanziare (letteralmente poche migliaia di Euro); poche centinaia i volontari che si sono attivati in piena estate; l'oscuramento mediatico è stato tombale. Tuttavia, scrive il Comitato, ci sono 50.000 cittadini che hanno dato un importante messaggio politico.
Si ringraziano le adesioni arrivate al Comitato da alcune piccole organizzazioni politiche (dal mondo socialista a Possibile, da Insieme a diversi esponenti del mondo cristiano-sociale). Si ringraziano le reti che hanno promosso il Comitato, in particolare EUMANS, Partecipazione Attiva, Autonomie e Ambiente, per citarne solo alcune.
Stride invece l'ipocrisia di quelle organizzazioni più grandi (PD e CGIL, per esempio), i cui leader solo per “immagine” hanno dichiarato di voler eliminare il Rosatellum e rendere ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti in Parlamento, ma hanno fatto di tutto perché questa campagna del Comitato Besostri fosse silenziata.
Nel Comitato tutti sapevamo che sarebbe stato difficile e che sarebbe stata necessaria una preparazione maggiore, ma far partire questa prima campagna era urgente. Si doveva tentare questa "profilassi" democratica contro l'avvelenamento in corso. La democrazia in Italia viene erosa dalla pericolosa presunzione che ogni carica esecutiva debba avere, attraverso "marchingegni elettorali", come li ha definiti il presidente Mattarella, una maggioranza assicurata nella propria assemblea.
Era necessario seminare almeno qualche dubbio contro questa follia, anche per prepararci a resistere contro l'elezione diretta del premier e contro la pretesa che il nuovo podestà d'Italia debba poter contare su un Parlamento di nominati da lui o lei.
La vigente legge per le elezioni parlamentari, scrive ancora il Comitato, è incompatibile con i principi della democrazia rappresentativa e dell'antifascismo, quello vero e vissuto, non quello recitato e ostentato.
Il Comitato conclude facendo una osservazione acuta: nella primavera del 2025, quando qualche referendum più "famoso" e più "gradito" ai media e ai salotti buoni della sinistra, probabilmente, avrà problemi a raggiungere il quorum, si sentirà la mancanza di uno o due quesiti che sono vitali per arginare la crisi di una Repubblica in cui nessuno vuole più votare, perché non crede più che il suo voto conti qualcosa.
“Ringraziamo comunque tutti coloro che pur essendo elettori e sostenitori di quei partiti che non hanno aderito, si sono impegnati nella campagna.” dichiara Elisabetta Trenta, Presidente del Comitato promotore del Referendum per la Rappresentanza (Co.Re.Ra) “Allo stesso modo, ringraziamo chi ha avuto il "coraggio" di occuparsi della nostra iniziativa, informando i lettori. Quindi, La7, Il Fatto Quotidiano, Avvenire, Fan Page, La Gazzetta del Mezzogiorno, La Sicilia, Il Tirreno, MicroMega, Nuovo Giornale Nazionale, Paese Italia Press, Radio Radicale, Radio Cusano, Radio Capri, Radio Centro Musica, Radio Santo Stefano, Ottolina TV, Irpinia TV, Tele Mia, Lazio TV ed altri, soprattutto impegnati nell'informazione locale e territoriale. Ringraziamo infine chi ha dato il proprio supporto professionale gratuitamente, credendo in questa iniziativa, buttando il cuore oltre l’ostacolo insieme a noi.”
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Roma, 3 ottobre 2024 - Redazionale a cura della segreteria territoriale di Autonomie e Ambiente
Per informazioni e contatti con il Comitato: Andrea Lamberti Zanardi –
Sito: https://www.iovoglioscegliere.it