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Centenario di Pruner


Omaggio a Heinrich (Enrico) Pruner, nel centernario della nascita

Ripubblichiamo qui, pressoché integralmente, un omaggio a Heinrich (Enrico) Pruner che fu scritto l'anno scorso dal figlio Walter Pruner, in preparazione del centenario della nascita: 24/01/1922 - 24/01/2021.  Ringraziamo Piercesare Moreni e Walter Pruner per la segnalazione.

Omaggio a Heinrich (Enrico) Pruner

La lunga marcia di avvicinamento verso l’Autonomia passa oggi attraverso il ricordo di un uomo che questa marcia iniziò, il 25 luglio 1948, con la fondazione del Partito Popolare Trentino Tirolese, e condusse fino alla sua scomparsa.

Enrico Pruner nacque a Frassilongo il 24 gennaio 1922: la comunità politica trentina, non solo quella autonomista, rimase l’8 settembre 1989 orfana di un politico che mise al centro della sua narrazione politica la persona, l’ Autonomia, l’Europa. Il suo orizzonte politico fu il benessere del singolo in un contesto di Autonomia diffusa ai territori e in un quadro di Europa dei popoli. Visione europeista ante litteram, azione politica tra la gente e per la gente, lettura di contesto e capacità di rapido cambio di passo ma non di rotta, lesse anche da sognatore l’attualità di allora in chiave di visione virtuosa di Trentino autonomista, orgoglioso e solidale.

Una eredità politica coerente ma complessa, quella lasciata dal leader mocheno, al quale una intera Comunità può guardare con gli occhi di chi l’Autonomia intese quale forma autentica e sincera di autogoverno, oltre ogni interesse di parrocchia.

La parte biografica del suo poliedrico impegno, che lo ha visto più che calcare, interpretare il proscenio della politica regionale per otto legislature, dalla 2^ alla 9^, è ampiamente nota.

Forse lo sono meno alcuni tratti di contorno che in ognuno di noi performano il nostro essere uomo e donna sociali. Non c’è persona senza una dimensione politica che non sia influenzata da quella personale. Portati di esperienze individuali sociali, culturali, familiari, fanno parte del bagaglio anche politico del singolo ad ogni livello, dal semplice elettore allo statista internazionale.

La nascita di Enrico nel cuore della Valle dei Mocheni è un dato determinante per comprenderne il carattere e la sua cultura interetnica. Alcuni semplici spunti. La povertà, la estrema arretratezza economica, l’insistenza di un dato linguistico diverso rispetto alla comunità trentina cui apparteneva, con un idioma identitario totalmente differente e che induceva nella migliore delle ipotesi la comunità altra ad un sospetto, ad una diffidenza preventiva, indussero la gens mochena a vivere, obtorto collo, da un lato il disagio di dover difendere una propria evidente peculiarità per nulla capita dalla mentalità nazionalista e post fascista del dopoguerra; dall’altra ad obbligarsi all’ adozione di adeguati contrappesi alla ricerca di un proprio riscatto sociale ed economico indurito, in questa gara della grande ricostruzione post bellica, da una indigenza e limitatezza di partenza senz’altro molto più grave che altrove.

All’interno di questo panorama il giovane Heinrich Pruner, come veniva chiamato fin da bambino, conclusi gli studi obbligatori, a soli 14 anni venne inviato al Liceo in lingua tedesca di Bolzano, con i soldi faticosamente accantonati dal papà Stephan, kromer come tantissimi capifamiglia mocheni, una sorta di venditore porta a porta che a piedi raggiungeva i masi dell’Alto Adige per vendere di ogni bene, rientrando due volte all’anno con i parchissimi guadagni ottenuti.

La bicicletta per raggiungere da Frassilongo la stazione di Pergine Valsugana, per qualche mese mimetizzata tra la vegetazione circostante, alla volta di Bolzano, il giovane quindicenne l’avrebbe poi ripresa da lì a molto tempo a Natale e Pasqua per rientrare nella sua Frassilongo solo per le pause scolastiche.

Ultimo di cinque figli, ancora adolescente rimase orfano di madre. L’unica donna di famiglia, la sorella maggiore Irma, entrò nel ruolo di madre e come accadeva normalmente in Valle, privata nella stragrande maggioranza dei casi della presenza del padre lavoratore fuori sede, ne diventò anche mater familias.

Conclusi gli studi liceali in lingua tedesca, passò a quelli universitari laureandosi a Bologna in Agraria. Convolerà a nozze il 2 maggio 1956 con Emma Pallaoro, con cui avrà quattro figli, Cristina, Sonia, Walter e Nadia.

E’ in questo connubio forte tra cultura rurale vissuta in prima persona, cultura universitaria fuori il proprio piccolo cortile di valle, e la curiosità insita nell’indole di Heinrich, che si formò l’approccio popolare alla politica. Quell’approccio che lo rese robusto e forgiato. Capace di rapportarsi empaticamente con l’ultimo dei contadini come con il primo dei funzionari. Con l’ultimo dei diseredati come con il capo di Partito. Storici i suoi comizi e le disfide con avversari sempre rispettati ma mai destinati di regalie o cortigianerie. Il cambio di passo, lo sguardo istrionico, la scelta dei tempi scenici e della metafora adatta lo hanno reso comprensibile ad ogni latitudine e longitudine sociale.

Quattro probabilmente le fasi politiche fondamentali, tra loro comunicanti, che si possono azzardare:
- Il periodo asarino formativo con la nascita del PPTT (Partito Popolare Trentino Tirolese) e la sua candidatura ed elezione a consigliere regionale nel 1952.
- Il periodo del governo regionale con l’assessorato alle Foreste e Agricoltura (1960/64) e il sanguinoso periodo delle bombe degli anni ‘60. Periodi di schedature, censure, informative e pedinamenti di cui fu vittima lo stesso Pruner.
- Gli anni ’70 e il secondo Statuto. Le grandi intuizioni della seconda metà degli anni ‘70 con le battaglie sugli espropri, la Pirubi, i terreni ex Sloi, le Asuc, la lingua tedesca nelle scuole elementari, la Samatec, le acciaierie di Borgo Valsugana, l’uranio in Val Rendena, contro il confino in domicilio coatto dei malavitosi e le manifestazioni di Sant’Orsola e Trento.
- La spaccatura del Partito dei primi anni ‘80 e la ricomposizione lenta e dolorosa con il Congresso di unificazione del gennaio 1988.

Un forte vento europeista lo sospinse agli inizi degli anni ‘80 sul fronte “estero” con accelerazioni politiche di illuminata intuizione, originalità e modernità. Oltre ai rapporti stretti con la Baviera di Strauss, quelli con Jacques Chirac in Francia, i Catalani ed i Baschi in Spagna, alimentò l’impegno per l’Europa delle Regioni e dei popoli, con lo sguardo verso la Mitteleuropa ed il Tirolo quale approdo naturale.

La rete di contatti coi partiti federalisti europei lo fecero un antesignano delle successive e postume declinazioni euroregionali. Ma è anche all’interno dei confini nazionali che coltivò ambizioni di stretta collaborazione coi partiti autonomisti dello Stivale, da quello friulano alla Unione Piemonteisa, dalla Sardegna alla Valle D’Aosta, dai movimenti siciliani a quelli veneti.

In una dimensione di grande apertura, purtroppo da pochi in quella fase storica compresa, incarnò il destino di chi guarda avanti, oltre le turbolenze del presente, per immaginare il futuro e prefigurarne orizzonti, scenari e risposte. Volando oltre i gas di scarico del compromesso elettorale al ribasso o del populistico tornaconto di maniera.

A fianco della gente, mai sopra la gente.

Buon compleanno giovane Enrico Pruner.

(lo scritto di Walter Pruner è stato reso noto attraverso le reti sociali per il 99° compleanno di Heinrich Pruner, il 24/1/2021 - AeA lo recepisce pressoché integralmente per il centenario della nascita, il 21/1/2022 - ndr)

Fonte dello scritto:

https://www.facebook.com/100005963704891/posts/1842842682591171/?d=n