Per un confederalismo politico civico, ecologista, territorialista
ASSEMBLEA DI RIFONDAZIONE DEI VERDI
Castrocaro Terme, 7-8-9 dicembre 1990
Mozione politica generale
Per un progetto CIVILE, FEDERALISTA, VERDE
1. Introduzione
Con punti di partenza e con percorsi diversi i Verdi hanno individuato, sin dall’inizio del confronto tra diverse esperienze, la possibilità di costruire una formazione politica articolata, pluralisticamente organizzata e federalista.
Il risultato delle elezioni amministrative e l’esito referendario (referendum su caccia e pesticidi falliti nel 1990 a causa dell’astensionismo, Ndr) non hanno alterato in alcun modo questa convinzione progettuale, ma ci hanno indicato il tramonto definitivo di una fase storica dell’ambientalismo: quella fase in cui un simbolo verde era comunque sinonimo di vasto consenso e qualsiasi iniziativa politica sui temi ambientali era destinata ad un ampio successo.
La natura delle fondamenta che poniamo alla base del nuovo soggetto, se l’intento è quello di costruire una casa comune trasparente, con grande respiro progettuale e dal forte rigore ideale e morale, deve “anticipare” quell’alternativa ecologica che vorremmo a governo e a regolazione dell’economia, della politica, dei rapporti tra i viventi.
Ridurre l’intero processo a “matrimonio d’interesse”, anteponendo al progetto verde unitario la precondizione esplicita di meccanismi di garanzia elettorale per i parlamentari uscenti e in pectore, darebbe della speranza verde un’immagine da partitino socialmente inutile, perché omologato alle consuetudini e alle forme più deprimenti del sistema partitocratico.
Sarebbe una pericolosa scorciatoia, una resa incondizionata alle lusinghe di tutti coloro che ci chiedono di assumere le vesti di “ragionevole realismo verde”, di conservare un linguaggio alternativo e, nello stesso tempo, di acquisire un costume politico pragmatico. Molti osservatori interessati ci chiedono di abbandonare quel’ “insopportabile ed inaffidabile” trasversalismo, alternativo e di movimento, punto di forza tradizionale dell’arcipelago.
Le conseguenze di questa involuzione potrebbero per noi manifestarsi in modo del tutto analogo a ciò che per i Verdi tedeschi è stata la manifesta incomprensione delle conseguenze umane e storiche più profonde del crollo del Muro di Berlino.
2. I Verdi al bivio: rifondazione della politica oltre che di se stessi
La rifondazione verde o è principalmente un contributo alla rifondazione e reinvenzione della politica, o sarà l’avvio di un’irreversibile parabola minoritaria.
La scelta federalista, che dobbiamo affermare come modello politico ed organizzativo della nostra vita interna, è modello e anticipazione del contributo che intendiamo dare alla rifondazione federalista dello stato e alla costruzione dell’Europa dei cittadini.
Ci appare decisivo che i gruppi verdi locali possano proseguire in un cammino di sviluppo originale e progressivo di proprie regole comuni, senza dover in alcun modo adeguarsi a schemi elaborati altrove.
È necessario che i gruppi locali formino liberamente coordinamenti, anche slegati dall’attuale divisione burocratica dello stato centralizzato, formando molteplici confederazioni comunali, intercomunali, di bacino ecologico e sociale, o di contesti più vasti.
È indubbio che elementi di esasperato particolarismo e di oggettiva difficoltà nella costruzione di un’inedita formazione politica federalista, hanno prodotto situazioni di crisi, ma per superare le attuali carenze di questa nostra sperimentazione politico-organizzativa, si deve proseguire nell’applicazione piena del federalismo, che è un sistema di poteri sovrani, distinti e coordinati.
3. Autonomia e alterità del nostro progetto
La nostra molteplicità organizzativa e la ricchezza delle nostre diversità alimentano la capacità di dialogo ed azione comune con ogni altra forza politica e sociale, rendendo così visibile la trasversalità dei Verdi.
Allo stesso tempo la radicalità dei valori e le istanze esigenti che il nostro federalismo raccoglie dalla società, ci impediscono di omologarci all’esistente e ci impongono la presa di distanza da riformismi di corto respiro e dalle prospettive di alternanze politiche che, cambiando i ceti politici, lasciano immutato il sistema consolidato di sfruttamento del pianeta.
L’autonomia del soggetto politico verde è il pilastro di questa continua sperimentazione ed è la progressiva costruzione di un progetto culturale e politico. Un progetto civile, federalista e verde, che sappia coniugare la centralità ambientale (non solo emergenze, ma questione epocale) con la capacità di rispondere alla crisi della democrazia. Una ricerca all’interno delle istituzioni e delle forme attuali del potere per svelare le ragioni vere della loro impotenza, dei loro segreti, della loro inarrestabile perdita di credibilità.
In un clima disgregato e particolarista, i Verdi devono essere in grado di rappresentare una contro-tendenza di aggregazione dei cittadini e di realizzazione di progetti e di cambiamenti in senso ecologico.
4. Federalismo e trasparenza per essere espressione della società civile
La pratica federalista, come insieme di strumenti inediti di partecipazione delle persone e dei gruppi alla vita politica, è severa ed esigente sul piano del rispetto delle regole comuni, della divisione rigorosa delle competenze, del rifiuto del cumulo delle cariche e di un più generale spirito di distacco, di servizio, di utilità sociale.
Pressoché l’esatto contrario della gestione politica ed organizzativa degli organismi nazionali che hanno sin qui operato e che oggi terminano la loro funzione.
Abbiamo sempre affermato la sovranità e libertà d’azione degli eletti verdi, anch’essi chiamati ad essere soggetti nel sistema federale. Essi devono rispondere del loro operato soprattutto all’opinione pubblica e non ad indeterminate oligarchie verdi, come, d’altra parte, al nostro elettorato di riferimento non può essere negata la facoltà di incidere sulla selezione dei propri candidati con l’introduzione, per esempio, del salutare sistema delle primarie in confronti locali dove è possibile il confronto diretto.
Anche sulla questione del finanziamento pubblico si gioca molto della nostra natura e della nostra capacità di essere espressione della società civile e, non da ultimo, della nostra utilità sociale. Vitale, per la sopravvivenza del sistema federale, è il decentramento automatico del finanziamento pubblico ai gruppi locali, soprattutto per strutture di servizio per tutti i cittadini. Questo a garanzia che il “prestito” forzato dei cittadini alle formazioni politiche dei Verdi, ritorni sul territorio e si trasformi in battaglie per la propria salute, tutela ambientale, emancipazione sociale.
Riteniamo fondamentale, per la nascita di un soggetto verde realmente unitario e federativo, il riconoscimento ad ogni livello, comune, provinciale, regionale, dell’esistenza di più gruppi verdi che si confederino tra di loro all’interno di un quadro di regole nazionali comuni a tutti e, finalmente, certe.
* * *
Firmatari:
VAIANI Mauro cons. comunale Prato (Toscana)
VERGA Ivan delegato Lombardia
FERRETTI Stefania delegata Toscana
ANTONIAZZI Piervito delegato Lombardia
DI ROCCO Carmela cons. comunale Padova (Veneto)
LO MELO Mimmo cons. comunale Polignano (Bari, Puglia)
BEKAR Maurizio cons. comunale Trieste (Friuli-Venezia Giulia)
CLAVARI Federico Verdi per Roma
GIARRUSSO Fernando delegato Piemonte
NERI Luciano cons. regionale Umbria
FRANCI Tommaso delegato Toscana
DI MONTE Michele delegato Puglia
RICCI Alberto delegato Lazio
MANCINI Eugenio delegato Campania
TROIANO Donato delegato Emilia-Romagna
ZURLO Francesco delegato Calabria
COBATO Sergio delegato Piemonte
VILLA Pietro delegato Umbria
BORTOLANI Pierpaola delegato Veneto
DI CINZIO Alberto delegato Toscana
PALMA Roberto delegato Piemonte
BATTISTELLI Franco delegato Umbria
BERTAZZOLI Gianluca delegato Lombardia
SENSI Guido delegato Toscana
ORTOLANI Elvira delegata Lazio
TERMININI Giuseppe delegato Lombardia
FAMIGLIETTI Antonio delegato Campania
MACALUSO Santo Athos delegato Toscana
BALDELLI Daniele delegato Umbria
CODECASA Giovanni delegato Toscana
* * *
Per seguire il Forum 2043:
- aderite al canale Telegram https://t.me/forum2043
- iscrivetevi alla lista postale di Autonomie e Ambiente
- seguite Autonomie e Ambiente sulle reti sociali
- scriveteci a
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - perché questo Forum 2043