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Fare - Per fermare il declino, una meteora liberale ma anche federalista

Gruppo di studio interterritoriale Forum 2043 - Imola, 22 novembre 2024

Sono ormai dieci anni che è stata spazzata via dalla politica italiana, nel 2014, la meteora di “Fare - per Fermare il Declino” (Fare-FID), l’iniziativa politica che era partita due anni prima e che aveva trovato un entusiasmante portavoce nel giornalista economico Oscar Giannino, grande fustigatore del conformismo centralista, burocratico, antisociale e antiliberale.

A noi del Forum 2043 Fare-FID sembra aver avuto un nocciolo duro liberale, federalista, riformista, ma con il tentativo di dare anche delle risposte a problemi sociali che ormai toccavano, già allora, porzioni crescenti della popolazione. Non la vediamo assolutamente confondibile con mille altre iniziative della diaspora liberale, liberal-democratica, liberal-riformatrice, liberal-liberista (qualche volta anche libertaria, ma non sempre).

In quell’area si fonda almeno un nuovo partito al mese, si tengono in vita decine di club e associazioni culturali, si finanziano think-tank, ci si iscrive a canali YouTube promossi da giovani brillanti guru, il cui punto di riferimento sono le capitali dove vivono i vincenti della globalizzazione e dell’omologazione.

Migliaia di persone di grande valore, professori che insegnano in America, professionisti capaci, imprenditori di successo, inseguono la mitologica “rivoluzione liberale”, spesso da molto prima che Berlusconi se ne appropriasse, riducendola peraltro a uno slogan vuoto.

Fare-FID si distinse da questi fuochi fatui, incarnando autentiche aspirazioni liberali ma coniugandole con la necessità di rispondere a urgenti necessità sociali, in anni in cui era già successo di tutto, in termini di concentrazione autoritaria di poteri finanziari, economici, geopolitici e politici, su scala globale, ma anche a livello europeo e italiano. Questo la rese popolare e quindi pericolosa per lo status quo e per le elite centraliste al potere.

L’appello di Fare-FID fu lanciato il 28 luglio 2012, con le firme di Oscar Giannino, Michele Boldrin, Sandro Brusco, Alessandro De Nicola, Andrea Moro, Carlo Stagnaro, Santo Versace, Luigi Zingales, oltre a quelle di centinaia di accademici, manager, professionisti, imprenditori, esponenti della società civile e di associazioni culturali ed economiche. Lo pubblicarono a pagamento su ben sei quotidiani: il Fatto Quotidiano, il Foglio, il Sole 24 Ore, il Messaggero, il Mattino ed il Gazzettino. Si trattò di un manifesto programmatico liberale e federalista fortemente critico nei confronti dell'intera classe politica.

L'8 dicembre 2012 i promotori decisero di fondare il partito Fare-FID. Alla guida fu posto Oscar Giannino. Sulla scia del successo popolare che Oscar Giannino stava riscuotendo come oratore nelle assemblee che si tenevano in tutta la Repubblica, il partito cominciò a organizzarsi per presentarsi alle elezioni.

I sondaggi ipotizzarono per Fare-FID un successo elettorale fra artigiani e lavoratori autonomi, piccoli e medi imprenditori, pensionati relativamente benestanti ma preoccupati per la fuga all’estero dei loro figli e nipoti. Si ventilò la possibilità che la nuova lista potesse superare il muro del 5%.

Perché Oscar Giannino riuscì a parlare a così tanta gente, in molti territori italiani?

Secondo noi, molti cittadini, che lo avevano seguito alla radio o incontrato in tanti affollati incontri pubblici, avevano sentito la sua sincerità e la sua serietà. Scrisse un post di Diverso Toscana: “Svizzera, Svezia, sono i suoi modelli di federalismo, welfare e competitività. Parla di numeri e di obiettivi concreti, una mosca bianca in un mondo di chiacchieroni a vanvera. Rischia personalmente, in un mondo di potenti e privilegiati che cascano sempre in piedi. E' l'unico maverick veramente minaccioso per la dittatura dello status quo. In cima al suo programma ci sono i giovani, le donne, le piccole imprese, le famiglie che pagano il mutuo della prima casa, gli innovatori, i creativi.”.

Dopo la grave crisi economica del 2008, a cui era seguito il terrificante fallimento politico e morale del Popolo della libertà (PDL) di Berlusconi, si era all’inizio di una grande ondata antipolitica. I delusi potevano ancora credere in Oscar Giannino, nonostante non insultasse e non sparasse fanfaronate, come poi avrebbero fatto i populisti anti-liberali e anti-democratici. Parlava con semplicità e con concretezza di cosa era possibile fare a breve. Non si lanciava mai nel prefigurare cosa si sarebbe potuto fare nel lungo termine, riforme che si sarebbero potute affrontare solo nei parlamenti successivi, magari eletti con leggi elettorali più democratiche.

Purtroppo attorno a Oscar Giannino e a Fare-FID il clima ben presto peggiorò. Scrisse il blog “Cazza la randa” nel novembre del 2012: “Giannino ha dovuto fare i conti con l’indisponibilità della propria base di venire a patti con chiunque sia legato alla attuale fase politica (email che sembrano redatte da Grillo spiegano che chi ha fatto già politica può solo mettersi a disposizione, ma è incandidabile) o intenda perseguire disegni politici giudicati troppo poco identitari e di rottura. (…) Della serie: gli altri hanno la peste e noi dobbiamo rimanere a distanza di sicurezza. Quella distanza di sicurezza che però rischia di mettere Fare nell’angolino” di un certo settarismo, come aveva ben compreso lo stesso Giannino.

Eppure c’erano ancora milioni di persone impoverite, disgustate, arrabbiate, ma non disperate. Persone che avevano sopportato le scelte di austerità del governo Monti (2011-2013); che non andavano in piazza ad applaudire Grillo o Renzi; che erano ancora interessate a operazioni politico-culturali come Italia Futura, oltre che a esperimenti di civismo, riformismo, autonomismo.

Fare-FID avrebbe potuto raggiungerle? Non lo sapremo mai, perché scoppiò una tempesta mediatica che la annientò.

A metà febbraio 2023, dall’interno del movimento, attraverso vari utili “puri che epurano”, partì una macchina del fango contro Oscar Giannino, che fu accusato di aver millantato, in alcuni momenti della sua lunga e faticosa gavetta come giornalista economico, titoli accademici che in realtà non possedeva.

Le elezioni politiche erano imminenti, previste per i giorni 24-25 febbraio 2013.

Le liste di Fare, già deboli come tutte quelle nate in fretta e furia sull’onda dell’entusiasmo, si fermarono a poco meno di 400.000 voti (380.756 voti, 1,12% alla Camera; 278.396 voti, 0,90% dei voti al Senato, insufficienti per superare le soglie di sbarramento previste dalla legge elettorale).

In un sistema politico già allora centralizzato e verticalizzato, con i media concentrati su pochi “capi politici”, mostrificando Oscar Giannino, fu fermata sul nascere anche l’esperienza politica che aveva così coraggiosamente guidato.

Tuttavia Fare-FID lasciò comunque un contributo alla causa federalista, promuovendo riflessioni, progetti, dibattiti pubblici con i migliori esperti di allora.

Comunicò ai cittadini la speranza che con una seria riforma federale tutti i territori avrebbero fatto dei passi avanti, uscendo dalle solite stantie contrapposizioni "Nord vs Sud". Fu lungimirante nel criticare la riforma del Titolo V, che aveva promesso la devoluzione di un enorme numero di materie, ma già s’incagliava su problemi di attuazione che le elite centraliste non volevano affrontare e quelle “leghiste” non riuscivano neanche a capire.

I 10 punti, in particolare il punto 10

Rileggiamo i famosi 10 punti programmatici per la crescita, attorno ai quali era nata Fare-FID, che abbiamo ritrovato in rete:

  • 1. Ridurre l'ammontare del debito pubblico
  • 2. Ridurre la spesa pubblica di almeno 6 punti percentuali del PIL nell'arco di 5 anni
  • 3. Ridurre la pressione fiscale complessiva di almeno 5 punti in 5 anni
  • 4. Liberalizzare rapidamente i settori ancora non pienamente concorrenziali
  • 5. Sostenere i livelli di reddito di chi momentaneamente perde il lavoro anziché tutelare il posto di lavoro esistente o le imprese inefficienti
  • 6. Adottare immediatamente una legislazione organica sui conflitti d'interesse
  • 7. Far funzionare la giustizia
  • 8. Liberare le potenzialità di crescita, lavoro e creatività dei giovani e delle donne
  • 9. Ridare alla scuola e all'università il ruolo, perso da tempo, di volani dell'emancipazione socio-economica delle nuove generazioni
  • 10. Introdurre il vero federalismo con l'attribuzione di ruoli chiari e coerenti ai diversi livelli di governo

Rileggiamo in particolare come era articolato il punto 10, che era decisivo per il raggiungimento di tutti gli altri obiettivi:

  • Un federalismo che assicuri ampia autonomia sia di spesa che di entrata agli enti locali rilevanti ma che, al tempo stesso, punisca in modo severo gli amministratori di quegli enti che non mantengono il pareggio di bilancio rendendoli responsabili, di fronte ai propri elettori, delle scelte compiute.
  • Totale trasparenza dei bilanci delle pubbliche amministrazioni e delle società partecipate da enti pubblici con l'obbligo della loro pubblicazione sui rispettivi siti Internet.
  • La stessa "questione meridionale" va affrontata in questo contesto, abbandonando la dannosa e fallimentare politica di sussidi seguita nell'ultimo mezzo secolo.

Serviva (servirebbe ancora) un civismo riformista, repubblicano, europeista, non un altro partito centralista

La rilettura di articoli e riflessioni dei due entusiasmanti anni di Fare-FID ha confermato ai nostri occhi l’attualità di una cruda constatazione: la Repubblica Italiana e l’intera Unione Europea avrebbero bisogno di essere più spesso scosse da candidature civiche provenienti dal basso, dai territori, dalla società civile, mentre proprio non si sente il bisogno della fondazione di nuovi partiti, tanto meno di nuovi partiti centralisti.

Oscar Giannino e molti di Fare-FID, ma anche esponenti delle articolazioni territoriali di Italia Futura, di Zero+ (Zero Positivo), Civicum, Costituente liberale, Fondazione Oltremare, Indipendenti per Monti, lo avevano in parte intuito.

Sul finire del 2012 queste realtà andarono molto vicine alla formazione di una lista civica per l’intera repubblica, su basi di confederalismo politico e ospitale per gli ideali federalisti, con pratiche democratiche di selezione dal basso dei candidati e dei leader. Giannino l’avrebbe forse chiamato “fronte per la crescita”, visto che i temi economici e sociali erano in cima alla sua agenda.

Mancò il tempo, mancarono i finanziamenti, mancò l’adesione di molti territori che avrebbero dovuto esprimere i propri leader locali, capaci di esporsi in una lotta davvero impari, in uno stato come il nostro in cui i media non assicurano mai “par condicio” e in cui le leggi elettorali sono congegnate per escludere candidati civici, locali, indipendenti.

Prima di venire linciato per non essere un “laureato”, Oscar Giannino aveva espresso con chiarezza il suo rifiuto dell’idea che partiti, movimenti e gruppi politici debbano avere una linea definita su ogni voce dell’enciclopedia dei problemi delle comunità e del mondo. Si devono piuttosto fare avanti gruppi di persone, organizzate democraticamente territorio per territorio, che si uniscano in vista degli appuntamenti elettorali per lanciare una proposta politica e programmatica.

Mentre la prospettiva di una rete di civismo liberale, federalista, riformista, che si faccia “lista civica” per l’intera Repubblica è più attuale che mai, non servivano allora, non servono oggi, non serviranno in futuro altri partiti o partitini centralizzati e centralisti. Su questo dovrebbero riflettere tanti reduci dell'ex Terzo Polo, i "Drin Drin", i gruppi liberaldemocratici che si stanno raccogliendo attorno a Luigi Marattin. Se i liberali riformisti e federalisti, dopo tanti anni, non sono riusciti a fare un "partito", mentre qualche volta sono riusciti a fare una "lista" utile a portare nelle istituzioni personalità competenti e indipendenti, un motivo ci sarà.

 

2013 01 29 bruno bozzetto x fermare il declino estratto

(Bruno Bozzetto per Oscar Giannino, 2013)

 

FARE PER FERMARE IL DECLINO: UNA METEORA LIBERALE MA ANCHE FEDERALISTA

Imola, 22 novembre 2024, Santa Cecilia

a cura del Gruppo di studio interterritoriale del Forum 2043

 

Fonti:

https://it.wikipedia.org/wiki/Fare_per_Fermare_il_Declino

https://it.wikipedia.org/wiki/Italia_Futura

https://www.bollettinoadapt.it/old/files/document/20387FareFermareDecli.pdf

http://diversotoscana.blogspot.com/2012/09/manca-il-territorio.html

http://diversotoscana.blogspot.com/2012/10/giannino-per-le-primarie-e-luninominale.html

http://diversotoscana.blogspot.com/2013/01/giannino-unchained.html

https://www.linkiesta.it/blog/2012/11/il-declino-di-fermare-il-declino/

 

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