
Omaggio ad Aldo Capitini
“Sono nato a Perugia il 23 dicembre 1899, in una casa nell’interno povera.
ma in una posizione stupenda, perché sotto la torre campanaria del palazzo comunale,
con la vista, sopra i tetti, della campagna e dell’orizzonte umbro,
specialmente del monte di Assisi, di una bellezza ineffabile”
(Aldo Capitini, 1899-1968)
Aldo Capitini è stato un gigante, una figura talmente grande che le sue intuizioni, le sue critiche. le sue proposte costruttive, sono state in gran parte rimosse subito nel dopoguerra. Troppo scomodo per le sinistre, per il mondo cattolico, per le destre. Per certi aspetti, scomodo persino per il mondo laico-socialista, pur essendo quest'ultimo il più aperto e più amico delle autonomie personali, sociali, territoriali.
Capitini merita di essere ricordato insieme ad altri pionieri, profeti, protagonisti di resistenza nonviolenta, come Lev Tolstoj, Henry David Thoreau, Mohandas Gandhi, Bacha Khan, Andrej Sacharov, Martin Luther King, Václav Havel, Nelson Mandela, Gene Sharp, Lech Wałęsa, fra gli altri.
Il Forum 2043 invita a incontrare questo maestro della nonviolenza, segnalando alcuni spunti e suggerendo approfondimenti, in questi giorni in cui le persone, le famiglie, le piccole imprese, le piccole comunità, sono assetate di speranza. Speranza che si può alimentare solo attraverso lo studio, la diligenza, l'umiltà di un lungo lavoro politico, culturale, sociale, che attraversi le generazioni, in vista del centesimo anniversario della Carta di Chivasso.
Aldo Capitini merita di essere ricordato come
Fu uno dei pochi che si ribellò al fascismo, pagando personalmente con la perdita immediata del suo posto di lavoro, ma già annunciando che il suo antifascismo sarebbe stato prima di tutto un radicale rifiuto della violenza politica. In una lettera ai familiari scritta il 2 gennaio 1933 scrisse alla madre: “Faccio quello che è giusto e non temo nulla”. Nella lettera di dimissioni dal suo impiego presso la Scuola Normale di Pisa, il 4 gennaio 1933, scrisse: “Ho preso in esame per molto tempo dal punto di vista religioso il problema della violenza e l’insegnamento ad aver fiducia in essa, e mi è sembrato che quell’insegnamento sia un errore e riveli mancanza di profonda fede nello spirito”.
Per cominciare a comprendere la radicale novità del suo pensiero, si può forse partire dai suoi famosi "12 NO", che delineano una posizione di antifascismo nonviolento, motore di un satyagraha contro li meccanismi strutturali della disumanizzazione, della distruzione, dell'ecocidio e dei genocidi, che sono il lato sinistro della nostra modernità:
- NO al nazionalismo;
- NO all’imperialismo;
- NO al centralismo burocratico e autoritario;
- NO al totalitarismo;
- NO al prepotere poliziesco, alla sorveglianza universale, all'imposizione - apparentemente legalitaria - di conformismo politico;
- NO all’esaltazione della violenza;
- NO al finto rivoluzionarismo attivista;
- NO all’alleanza con il conservatorismo della chiesa e al clericofascismo;
- NO al corporativismo;
- NO a monopoli nella cultura e nell'educazione;
- NO all’ostentazione di poche cose - decise dall'alto, costose se non faraoniche - spacciandole per promozione del Mezzogiorno e delle altre aree depresse;
- NO all’onnipotenza di un uomo solo al comando.
La non-collaborazione con i mali del fascismo doveva diventare un programma di cambiamento personale e politico, nel qui e ora, già sotto il regime: “Perciò il fascismo, nel problema dell’Italia di educarsi a popolo onesto, libero, competente, corretto, collaborante, mi parve un potenziamento del peggio e del fondo della nostra storia infelice, una malattia latente nell’organismo e venuta fuori, l’ostacolo che doveva, per il bene comune, essere rimosso, non in un modo semplicemente materiale, ma prendendo precisa e attiva coscienza delle ragioni per cui era sbagliato, e trasformando in questo lavoro sé e persuadendo gli altri italiani”.
Nel dopoguerra non si trova un partito per Capitini e così lui, che era stato fra i primi a rifiutarsi di collaborare con il regime, fu lasciato fuori dalla Costituente. Praticamente in solitudine comincia a lavorare per l'affermazione del metodo della nonviolenza; per il rinnovamento del Cristianesimo; per la riforma della scuola pubblica e la promozione di arti e mestieri per l'emancipazione dei giovani; per l'avvio di una riflessione sul vegetarianesimo come rinuncia alla violenza sugli animali e sull'ambiente; per la comprensione della "compresenza" fra le generazioni dei morti, dei viventi, dei non ancora viventi; per un cambiamento politico che restituisca potere e autonomie a tutti dappertutto, lanciando la sfida della "omnicrazia", per una società in cui siano possibili la massima libertà e la massima socialità; oltre che il suo costante e forse più noto impegno, quello per il disarmo e la pace.
Domenica 24 settembre 1961 Capitini promuove la prima Marcia per la Pace e la fratellanza dei popoli, il pellegrinaggio nonviolento da Perugia ad Assisi, che tuttora viene svolto ogni due o tre anni. In questa occasione viene portata, forse per la prima volta in Italia in un corteo pubblico, una bandiera della pace, simbolo di opposizione nonviolenta a tutte le guerre.
A cura del Gruppo di studio interterritoriale Forum 2043
Omaggio ad Aldo CapitiniPerugia-Assisi, domenica 12 ottobre 2025, giorno dell'annuale marcia per la paceFonti e approfondimenti
https://www.obiezionedicoscienza.org/canti/canzone-della-marcia-della-pace/ (la prima marcia della pace Perugia-Assisi, 24 settembre 1961)
https://it.wikipedia.org/wiki/Aldo_Capitini
https://serenoregis.org/2013/04/22/introduzione-a-aldo-capitini-giuliano-pontara/ (da qui la foto di corredo al post)
https://mondodomani.org/dialegesthai/articoli/alessandro-ialenti-07#l-omnicrazia-e-il-superamento-della-democrazia-parlamentare (introduzione alla omnicrazia, l'autogoverno di tutti)
https://www.istituto-formazione-politica.eu/aldo-capitini-e-lamore-politico/ (la nonviolenza è un'alta forma di amore politico)
https://www.benecomune.net/rivista/numeri/fascismo-antifascismo/lantifascismo-nonviolento-di-aldo-capitini/ (l'antifascismo o è nonviolento, o è solo un'altra forma di fascismo - i famosi "dodici no" di Aldo Capitini)
https://ilponterivista.com/negozio/libri/classici/attraverso-due-terzi-di-secolo-omnicrazia-il-potere-di-tutti/ (per un invito a ulteriori approfondimenti sul pensiero di Aldo Captini: diverso, radicale, critico di ogni astrattezza e delle semplificazioni, programmaticamente teso a destrutturare ogni concentrazione di potere spirituale, culturale, ideologico, politico, economico)
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