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Puglia

Autonomie per tutti non per pochi

  • Autore: Canio Trione - Bari, 24 agosto 2023

Riflessionidi Canio Trione,riprese dalsuo volume “L’economia virale” (Napoli, 2021, Giammarino Editore) edai suoibrillantiinterventi su https://bariseranews.it/,adattate al contesto del Forum 2043.Non èineluttabile chel’avanzamento tecnologico e finanziario debba ridurre e non espandere le autonomie personali, sociali, territoriali, afferma convintamente Canio Trione, con la forza della sua preparazione economica e la passione con cuipromuove il bene delle persone,la prosperità delle piccole imprese, l’azionecivico-politicalocale, competente e responsabile, per il bene delle generazioni future.

Dopo che la Repubblica Italiana è entrata in un’area valutaria grande ma anche disfunzionale come l’Eurozona, i territori, le piccole imprese, le famiglie e le persone soffrono. E’ una ripetizione in grande scala di quanto accadde ai territori del Sud che furono unificati nello stato dei Savoia. Ai problemi dell’unificazione del mercato europeo si aggiungono le storture della globalizzazione, in cui i capitali sono liberi di muoversi ma restano accumulati in depositi virtuali che, per quanto le elite che li controllano conducano una vita lussuosa oltre l’immaginabile, non potranno mai essere spesi, né investiti.

Senza entrare in tecnicalità, ci sono stime che ci raccontano un mondo in cui la ricchezza reale prodotta sarebbe ormai di 100 trilioni (convertiti tutti in dollari) l’anno (il PIL globale), mentre altri 400 trilioni esisterebbero come ricchezze virtuali (la ricchezza finanziaria globale), a cui però nessuno può ragionevolmente accedere in questa situazione politica internazionale.

La nostra risposta a questo stato abnorme delle cose non può essere la nostalgia o il mugugno, ma la comprensione di ciò che è insostenibile e può essere ragionevolmente corretto perché le persone comuni possano vivere.

Le tecnostrutture del capitalismo internazionale possono persino predire e indurre consumi, con le tecnologie esistenti, ma esse incarnano un nuovo autoritarismo economico-sociale-finanziario.

Nell’impegno delle forze civiche, ambientaliste, territorialiste che si stanno raccogliendo nel Patto Autonomie e Ambiente e che s’incontrano nel Forum 2043 per portare avanti i valori umanistici della Carta di Chivasso, c’è evidentemente grande attenzione per il tema delle autonomie come fatto istituzionale. Concentrarsi sugli aspetti istituzionali è certamente la via maestra che si è sempre seguita, ma il mondo è cambiato molto e in peggio.

Oggi le istituzioni – globali, europee, dello stato repubblicano italiano - sono totalmente corrotte nel senso proprio del termine. In esse si mediano gli interessi e si soddisfano i desideri dei più forti. Con il controllo dei dati e dei media, nessuna di esse ha più alcun bisogno di rispondere ai cittadini, come dovrebbe essere secondo la minima educazione civica in cui siamo cresciuti e secondo la Costituzione vigente (tanto riverita quanto tradita).

Costruire o ricostruire una democrazia come governo del popolo attraverso i suoi rappresentanti, è aspirazione che non può essere abbandonata, ma non basta più. Ammesso e non concesso che sia mai stato sufficiente.

Quindi chi si impegna per le autonomie, se vuole proporsi come modello di governo del futuro, deve acquisire -anche se non condividere- questa drammatica realtà e impegnarsi a superarla. Sicuramente servono governi locali più forti degli attuali, ma essi, nello stato attuale delle cose, sarebbero comunque, una alla volta, preda facile degli interessi delle elite globali.

Il contenuto insopprimibile dell’azione politica futura deve continuare a essere la difesa delle identità, delle diversità, della bellezza, dell’umanità delle specificità locali. Queste azioni politiche però devono incontrarsi e unirsi nel comune interesse a contrastare fermissimamente la omologazione, l'appiattimento, la uniformizzazione.

Dobbiamo insieme resistere a forze omologanti potentissime come quelle che abbiamo visto plasticamente in azione durante la pandemia Covid-19, quando pochissimi grandi monopoli farmaceutici hanno ordinato alle organizzazioni internazionali, alla Commissione europea, ai governi nazionali, di somministrarci i loro farmaci indistintamente e e obbligatoriamente, come se gli esseri umani fossero polli in batteria.

Questa capacità livellatrice è di gran lunga più profonda e pervadente del comunismo reale o di altre esperienze totalitarie della modernità, perché essa non si afferma con la violenza, ma con il controllo delle menti e dei cuori.

Attraverso le narrazioni diffuse globalmente dalle grandi concentrazioni mediatiche, il controllo e la sorveglianza universale resi possibili dalle nuove tecnologie, l’efficacia della repressione ottenuta attraverso il controllo di banche dati globali (che possono letteralmente farci “scadere”, come se gli esseri umani fossero una “password”), le concentrazioni di potere della modernità, i centralisti, ci trasformano in tutti in numeri. La pressione del conformismo, su scala globale, ci priva di identità e pensiero.

Non si accontentano dell’ubbidienza. Vogliono che la pensiamo come loro e che ci adeguiamo (compliance!) prima ancora che essi abbiano trasformato i loro progetti in ordini.

Ovviamente nell’umanità globalizzata possono diffondersi viralmente anche idee di resistenza, non solo di obbedienza, quindi la situazione è seria, ma forse non totalmente compromessa.

Su questo punto possiamo essere d’aiuto, unendo forze territoriali, sociali, culturali, per incidere sulla vita, a partire dalle persone più umili, dalle periferie della globalizzazione.

Dobbiamo dircelo chiaramente: abbiamo poco tempo. Non ci è concesso di tergiversare.

Siamo dentro una deriva rapidissima.

Sul piano monetario, va avanti la concentrazione del potere bancario (poche stanze dei bottoni possono chiudere i conti di ogni potenziale dissidente).

Sul piano economico, si continua a favorire i potentati privati transnazionali.

Sul piano culturale e mediatico, le nostre menti sono invase da ciò che viene prodotto e distribuito da pochissime centrali produttive globali.

Non c’è tempo per immaginare chissà quali organizzazioni o istituzioni nuove, dobbiamo da subito influenzare la politica per salvare la sanità fisica e mentale della persona umana e delle comunità locali in cui essa vive e lavora, nella loro preziosa specificità, dal cibo al divertimento, dal vestito alle cure, dal parlare quotidiano fino alla libertà di culto.

Tutto ciò è possibile, purché ci uniamo in percorsi concreti di difesa delle autonomie, da condividere tra di noi, senza indugi.

Dobbiamo contrastare la pandemia della cultura dell’emergenza, rifiutandoci di avallare l’accavallarsi di risposte emergenziali. Dobbiamo riportare tutte le attuali istituzioni a una normalità in cui si sia in grado di gestire anche le sfide più difficili, senza ulteriori concentrazioni di ricchezze e di potere.

Dobbiamo ripristinare una sfera incomprimibile di libertà d’azione per l’individuo, perché egli sia in grado, dal basso e dal piccolo, di reagire prontamente e autonomamente ai cambiamenti.

Dobbiamo restituire credito e agibilità alle piccole e medie imprese locali e ai loro primi clienti, che sono poi i loro concittadini. Perché esse tornino a fiorire devono essere liberate di tutti gli oneri impropri che sono stati imposti (magari giustamente) alle imprese più grandi.

L’economia deve essere liberata dalle catene della finanza. La tecnologia deve alleggerire la vita della persona e non renderla schiava. Le istituzioni devono tornare al servizio della persona.

Questo è il nostro cantiere, al lavoro.

- Autonomia per tutti, non per pochi -di Canio Trione -Bari, 24 agosto 2023

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Foto di Canio Trione tratta da:

https://www.scriptamoment.it/2020/04/27/intervista-a-canio-trione-economista-leconomia-che-verra/

 

VI Congresso MeriDem (Meridionalisti Democratici)

 

Udine, 23 novembre 2021

Cari amici Meridionalisti Democratici,

avremmo partecipato molto volentieri al vostro VI Congresso, che si riunisce ad Aversa il 28 novembre 2021. Ci è impossibile per impegni precedentemente presi, ma non potevamo rinunciare a trasmettervi i migliori auguri di buon lavoro.

Il vostro impegno e il dialogo che avete instaurato con la rete Autonomie e Ambiente sono preziosi. Insieme possiamo migliorare la capacità di collaborazione tra le formazioni politiche sinceramente convinte della necessità di lottare per l’autogoverno dei territori e di combattere il centralismo italiano, che subdolamente, ma oggi sempre più dichiaratamente, in ultimo con il prolungamento dello stato di emergenza, tenta di eliminare le nostre residue autonomie.

Oltre che contro il centralismo, dobbiamo impegnarci insieme contro i falsi difensori dei diritti territoriali, che costantemente tentano di boicottare l’autogoverno dei territori. Imprenditori della divisione (Nord vs Sud, o viceversa), si presentano come avvocati dei territori e poi inevitabilmente finiscono per fondare nuovi partiti centralisti, o per allearsi con essi. Le loro azioni, e ancor più i loro risultati, rendono ormai evidente la loro malafede.

La rete Autonomie e Ambiente è un coordinamento fra le diversità. Non c’è in noi alcuna volontà di semplificare le diversità territoriali. Anzi, al contrario, vogliamo fare rete con decine di realtà civiche, ambientaliste, localiste.

Il migliore augurio che vi possiamo fare è quello di riuscire crescere, non solo come movimento, ma anche movimento capace di allearsi con altri attorno al minimo comun denominatore di progetti politico-istituzionali percorribili e raggiungibili, nel rispetto delle diversità regionali e infraregionali.

Fra i nostri aderenti, per prossimità geografica, si unisce in modo particolare a questo saluto la forza sorella del Movimento Siciliani Liberi. Ci preme tuttavia farvi sentire la vicinanza di tutte le forze di Autonomie e Ambiente o in dialogo, come voi, con la nostra rete.

A presto!

Roberto Visentin

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