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Nonviolenza

No, non dimenticheremo

Viviamo il Giorno della memoria 2025 con una particolare intensità. Ottanta anni fa, il 27 gennaio 1945, i soldati sovietici dell'Armata Rossa varcarono l'ingresso del campo di sterminio di Auschwitz, liberando i superstiti e portando alla luce gli orrori del genocidio nazista. Nel corso dell'anno ricorderemo anche l'80° anniversario della fine della Seconda guerra mondiale e, in Italia, dellaLiberazione.

No, non dimenticheremo, perché noi promotori di autonomie personali, sociali, territoriali, araldi della Carta di Chivasso, siamo consapevoli che si tratta di vita o di morte. Gli stati centralisti e autoritari vanno battuti con la veraforza della nonviolenza, in quanto responsabili di grandi macelli. Hanno spazzato via intere comunità e dispongono tuttora di armamenti sufficienti a distruggere decine di volte la vita umana su tutta la Terra. Devono essere smontati, tutti, per il bene di tutti e nell'interesse delle generazioni future.

Come ha detto la senatrice Liliana Segre, abbiamo un compito: superare le difficoltà, mettendo una gamba davanti all'altra, andando avanti, per non morire.

Approfondimento:

https://www.rainews.it/video/2025/01/liliana-segre-superare-le-difficolta-con-una-gamba-davanti-allaltra-per-non-morire--esce-il-docufilm-2bccffa4-5ccb-4b7c-8881-e9ca1a7a3034.html

Sant'Anna di Stazzema, 26 gennaio 2025, vigilia della Giornata della memoria 2025 - A cura della segreteria interterritoriale di Autonomie e Ambiente

 

Nonviolenza unica via

L'annuale giornata dedicata a Martin Luther King dagli Stati Uniti d'America ci offre l'occasione per ricordare la centralità della nonviolenza nella società globalizzata contemporanea.

Tutti gli stati centralisti e autoritari - non solo le grandi potenze - se ingaggiati con metodi violenti, possono infliggere distruzioni tali da aver ragione di ogni resistenza e mettere in pericolo lo stesso creato. In più, con l'aiuto delle odierne tecnologie, possono semplicemente cancellare dai media, dalle reti sociali, dalle cronache e dalla storia, anche le più sacrosante ragioni degli oppressi.

Le comunità locali, che resistono in difesa della propria diversità culturale e della biodiversità naturale, lo sanno bene e devono trarne le necessarie conseguenze, perché sono le prime a essere spazzate via dalla violenza.

Lo ricordiamo ai giovani che cedono alle sirene del settarismo e dell'estremismo; agli individui che sono suggestionati dalla visibilità mediatica dell'autodistruzione degli Schreckens Männer; ai movimenti che non hanno ancora abbandonato, in pieno XXI secolo, il terrorismo e la resistenza armata; alle elite al potere che alimentano ancora guerre senza un fine e quindi senza fine, perché non possono essere vinte, né perse.

La nonviolenza è l'unica veraforza politica che può portarci a ottenere risultati contro le autocrazie, contro gli aspiranti autocrati, contro vecchi e nuovi colonialismi e autoritarismi; contro tutte le forme di centralismo autoritario.

Firenze, 20 gennaio 2025, San Sebastiano - A cura della segreteria interterritoriale

 

Per una politica fondata sulla nonviolenza

La giornata internazionale della #nonviolenza del 2 ottobre 2024, la festa diSan Francesco d'Assisi del 4 ottobre, la prossima memoria del terribile pogrom voluto da Hamas il7 ottobre 2023 in Israele, ci interrogano.

Per persone come noi, radicate nella storia delle lotte per l'autogoverno di tutti dappertutto, è un dovere ricordare che i primi e peggiori oppressori delle comunità umane di oggi sono i loro stessi capi politici, che investono in#terrore e#guerra per restare al potere, come ha scritto Mauro Vaiani. Essi possono e anzi devono essere combattuti e scalzati con l'impressionante risorsa della veraforza (satyagraha) e con una resistenza nonviolenta.

La storia ci spinge verso la nonviolenza, indipendentemente da quelle che sono le nostre diversità e i nostri valori.

Al contrario, decidere di usare la violenza, in questo mondo inquinato, tecnologico, globalizzato, non porta altro che rovina, prima di tutto per gli oppressi, oltre che per gli umili e le persone comuni di ogni parte in conflitto.

Non c'è infatti concentrazione di potere e ricchezze di questo mondo, non importa quanto essa appaia isolata e indebolita, che non possa scatenare distruzioni e morte a livelli industriali.

Ciascuna rifletta, guardando alle tante parti in conflitto oggi in Ucraina, in Medio Oriente, in Sudan, in Birmania.

Non siamo più negli anni '70, quando alcune lotte di liberazione armate dimostrarono di essere il minore dei mali.

Non siamo più nemmeno all'inizio del XXI secolo, quando si è tentato di abbattere regimi che una parte del mondo riteneva "canaglia".

Non siamo più all'inizio degli anni '10, quando abbiamo aiutato i Curdi a resistere a mano armata all'ISIS e ad altri oppressori.

Il mondo è sempre più fragile. Le capacità distruttive di chi ha potere geopolitico - anche poco - sono sempre più grandi.

Non c'è alternativa all'avvento di una politica di nonviolenza attiva.

In ogni territorio, in ogni angolo del mondo, ci impegniamo per isolare gli aspiranti tiranni e per farli cadere senza combatterli sul loro terreno - la violenza, in cui loro sono e saranno sempre superiori a noi  - ma sul nostro, quello dei cessate-il-fuoco, dei compromessi, dei processi di liberazione ed emancipazione lenti, dal basso, delle persone e con le persone.

Roma - Gerusalemme, domenica 6 ottobre 2024 - a cura della segreteria di Autonomie e Ambiente

Lo spunto per l'immagine di questo post è stato preso da https://www.istockphoto.com/