Dall'autonomista trentino Piercesare Moreni, uno dei promotori del nostro Forum 2043, una riflessione estiva che però ci ricorda che siamo immersi in un lungo inverno politico. Un'alba vista dagli altopiani cimbri, ai confini fra Trentino e Veneto, può ispirare la nostra resistenza.
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La Spettabile Reggenza dei Sette Comuni è nota sin dal 1259, inizialmente come Lega delle Sette Terre Sorelle. E' stata una nazione autonoma, fondata da immigrati giunti nel Medioevo, provenienti da territori che oggi corrispondono all'incirca all'odierna Baviera, allora poverissimi e minacciati da frequenti carestie. Gli immigrati popolarono sette comunità di quello che oggi è noto come Altopiano di Asiago, in cui si conservò, con il nome di "cimbro", la loro parlata germanica. I sette comuni sono Asiago (in cimbro Slege), Lusiana (Lusaan), Enego (Genebe), Roana (Robaan), Rotzo (Rotz), Gallio (Gèl), Foza (Vüsche).
La popolazione è stata per secoli unita e contraddistinta dalla propria lingua cimbra.
All'inizio del 1300 i Sette Comuni si federarono, dotandosi di quattordici reggenti (due per paese) mentre le decisioni di maggiore importanza venivano deliberate dalle riunioni dei capifamiglia. La Reggenza aveva proprie sedi diplomatiche a Venezia, Verona, Padova ed addirittura Vienna.
All'inizio del 1400 la federazione trovò un accordo con la Serenissima: i Sette Comuni si impegnarono a difendere i confini ed in cambio la Repubblica Veneziana accettò di rispettarne gli antichi statuti, usi e costumi. Questo accordo, rinvigorito da vicende belliche nelle quali gli altopianesi seppero distinguersi per coraggio e combattività, durò fino al 1807, quando i francesi distrussero cinque secoli di autogoverno della Repubblica di Venezia e dei territori ad essa collegati.
«Nel territorio dei Sette Comuni non esistono castelli di nobili, non esistono ville di Signori, né cattedrali di vescovi, per il semplice fatto che la terra è del popolo e i suoi frutti sono di tutti come ad uso antico», ha scritto Mario Rigoni Stern.
Il centralismo dello stato italiano sabaudo, la tragedia della Prima guerra mondiale e ancora di più il fascismo, hanno sostanzialmente estinto l'uso del cimbro nei Sette Comuni. Il cimbro è sopravvissuto oggi nella sola Luserna, una piccola comunità che era rimasta oltre il confine, nel Trentino limitrofo.
Al netto del piacere di raccontare questa bella storia e, speriamo, nel Vostro di leggerla, la stessa ci ha dato spunto per una considerazione: è possibile che una popolazione in soli duecento anni abbia smarrito identità linguistica, culturale e di costumi? Sì, è possibile che una storia di così radicato autogoverno sia andata persa nell'oblio nel volgere di poche generazioni.
E a noi, autonomisti della Repubblica Italiana e dell'Unione Europea, di ogni e da ogni regione provenienti, questa vicenda deve essere da monito a non dare per scontato il sistema autonomistico, per i pochi che già ne godono e per i molti che lo anelano: l'autonomia è fragile.
Tutti noi dobbiamo impegnarci a ricordare, sempre, come le nostre origini, il nostro passato, la storia delle diverse gentes sono il vero patrimonio, la vera ragione per proiettare i nostri sogni, i nostri progetti e le nostre aspirazioni nel futuro.
Non è nostalgia del "bel tempo che fu": è consapevolezza di ciò che siamo stati e di ciò che vorremmo essere. Quanto al presente, inutile fingere, è triste.
È triste a livello nazionale con un governo sempre più autoritario, sempre più centralista.
È triste a livello locale, dove anche in territori di grande tradizione autonomistica, si seguono sempre più frequentemente le mode "nazionali", con elezioni che vedono l'affermarsi dei partiti più antiautonomisti della storia politica italiana.
È triste a livello internazionale, con guerre e conflitti trattati e risolti (?) con logiche da film "Western", con un linguaggio e con atteggiamenti da guappo contro guappo. Dove i leader sono sempre più esempio di un sincretismo politico, ai nostri occhi incomprensibile. Incomprensibile come possano essere votati, perché le ragioni di lor signori ci sono ben chiare. E si affaccia, ormai prossima, una tecnodestra che professa il dominio della tecnologia sulla politica.
Rifugiarsi in una ur-autonomia non ci salverà, ma forse lo stare con le persone, sforzarci nel nostro quotidiano di introdurre elementi di discussione, di dubbio rispetto al conformismo devastante, aprirci al confronto evitando chiusure a riccio, essere accoglienti senza deflettere dai nostri principi democratici, forse ci consentirà di non sparire come la Spettabile Reggenza dei Sette Comuni.
Piercesare Moreni
I sette comuni cimbri e una riflessione su come sia facile perdere la propria autonomia
Lusaan/Lusiana , giovedì 3 luglio 2025, San Tommaso apostolo
Approfondimenti
https://www.istitutocimbro.it/
https://it.wikipedia.org/wiki/Altopiano_dei_Sette_Comuni
https://it.wikipedia.org/wiki/Federazione_dei_Sette_Comuni
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