Trieste, 17 novembre 2023 - "La Conferenza episcopale italiana (Cei) non ha approvato il Messale in lingua friulana, un riconoscimento atteso da molti anni, per il quale molto si sono spesi i sacerdoti di Glesie Furlane, e che l'esito della votazione della Cei di ieri rinvia ancora una volta. I vescovi italiani continuano a negare alle friulane e ai friulani il diritto naturale (che è un diritto di ogni popolo) di poter pregare nella propria lingua madre, utilizzando il friulano nella celebrazione della messa". Lo ricordano, in una nota, il capogruppo del Patto per l'autonomia-Civica F-VG, Massimo Moretuzzo, e Diego Navarria, componente del direttivo e già presidente dell'Assemblea della comunità linguistica friulana: "Esprimiamo profonda amarezza per quanto accaduto - si legge ancora nella nota - auspicando una ampia mobilitazione da parte della società friulana per denunciare la netta contrarietà a una decisione che è anche negazione di una identità culturale, quella friulana, le cui radici affondano nel Patriarcato di Aquileia".
Udine,16 luglio2021
Diritto di voto per i diciottenni anche al Senato
Attenti ai “buoni”
Un messaggio della Presidenza collegiale di Autonomie e Ambiente
La recente legge costituzionale che ha abbassato a 18 anni l’età per il voto al Senato, attesa da tempo per aumentare la partecipazione dei giovani alla vita politica democratica, era una di quelle cose da “buoni” a cui era difficile dire di no.
Eppure, in una repubblica grande e complessa come quella italiana, è necessario domandarsi se questo ritocco della Costituzione non rischi di aggiungere argomenti a favore di coloro che dicono che il Senato è un doppione della Camera, ora che hanno la stessa base elettorale. Quello che ci viene presentato come un ampliamento dei diritti democratici, potrebbe rivelarsi un ben mascherato ma non meno pericoloso disegno centralista e autoritario.
Il governo ha accentrato sempre più poteri. Sempre più spesso il Parlamento è costretto alla mera ratifica dei suoi decreti. Con la riduzione del numero dei parlamentari si è drasticamente ridotta la rappresentanza dei territori e delle diversità politiche, sociali e culturali. Gli elettori non hanno da decenni la possibilità di scegliere le persone, ma solo sigle, cartelli e “leader” soli al comando. Con la legge elettorale si vorrebbe forzare, per uno schieramento che prevalesse sugli altri, una attribuzione artificiosa dei seggi che gli assicuri una maggioranza in entrambe le camere. Questa è una deriva, nonuna manutenzione delle istituzioni.
Continuando così si arriverà presto a dire che il Senato è un doppione della Camera, quindi lo si potrebbe anche abolire. Eliminato il Senato eletto su base regionale, il passo successivo potrebbe essere la messa in discussione delle regioni e della stessa Repubblica delle Autonomie.
Incidentalmente, dopo anni di qualunquismo e di “uno vale uno”, ora ci troviamo in un tempo di rivalutazione della competenza, che però non è affatto, si badi, una fase di allargamento della partecipazione e rafforzamento della democrazia, tanto meno delle autonomie territoriali e sociali. Una opinione pubblica, impaurita e impoverita, stanca di improvvisazione e incapacità, viene spinta ad affidarsi all’ennesimo “salvatore della patria”.
Il conformismo dei media, i monopoli tecnologici e farmaceutici, la gestione centralista della crisi pandemica, la pretesa di gestione tecnocratica del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza (PNRR) devono destare preoccupazione, perché le decisioni sono prese da elite sempre più ristrette.
Restiamo vigili, perché troppi “buoni” sono subalterni all’idea che l’uomo solo al comando sia “progresso” per questa Repubblica (e magari un giorno persino per l’intera Unione Europa).
Contro la minaccia del centralismo autoritario dobbiamo continuare la nostra lotta per l’autogovernodei territori. Nell’attuale Repubblica delle Autonomie non dobbiamo solo difenderci, ma passare all’attacco, anche con il rilancio dell’ideale di un Senato delle Regioni, come ampia e potentecamera rappresentativa delle diversità territoriali di questo stato.
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(Fonte della foto: https://www.senato.it/)
Nota della presidenza di Autonomie e Ambiente
contro il presidenzialismo in ogni versione
Udine, 12 agosto 2022
1. Autonomie e Ambiente (AeA), come sorellanza di forze civiche, ambientaliste, autonomiste, decentraliste e territorialiste, pur non partecipando ancora e in quanto tale alle elezioni politiche generali, ha già ottenuto un risultato politico di grande rilievo: abbiamo contribuito a un dibattito pubblico in cui ciascuna forza politica che si candida alle elezioni del 25 settembre 2022 è costretta a essere esplicita riguardo alla deriva del presidenzialismo, una forma di governo che noi combatteremo sempre, a ogni costo e in ogni modo.
2. La nostra Costituzione e gli Statuti delle regioni contengono già in nuce le condizioni necessarie per fare dello stato italiano, qui e ora, in questa generazione, una autentica Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali, che resista nel tempo alla pericolosa deriva della verticalizzazione del potere.
3. Non occorre essere autonomisti per essere contrari al presidenzialismo, ma si eviti di rendersi ridicoli raccontando alle comunità locali e ai territori che sarebbe possibile coniugare presidenzialismo e nuove forme di autonomia locale.
4. Non vogliamo un capo eletto direttamente in una competizione che sarebbe inevitabilmente gestita da grandi concentrazioni di potere finanziario e mediatico, come già purtroppo accade in molti luoghi del mondo, pur retti da ordinamenti formalmente democratici, ma in cui la fiducia tra governanti e governati è in una crisi storica di cui non si intravede la fine.
5. Lo stato italiano è già percorso da storiche pulsioni centraliste e autoritarie: un “sindaco d’Italia” ne diventerebbe inevitabilmente l’ennesimo e pericoloso podestà.
6. Non abbiamo bisogno di un presidente eletto direttamente, né in Italia, né in Europa, semplicemente perché la nostra Repubblica e tanto più il nostro continente sono troppo diversificati e complessi per essere gestiti da un potere concentrato in poche mani.
7. Vogliamo, al contrario, ripristinare regole minime di partecipazione dal basso alla vita politica, una informazione più plurale e più critica, restituire ai cittadini il potere di scegliere i propri leader locali, vedere le assemblee elettive rafforzate a scapito dei governi.
A cura della presidenza di Autonomie e Ambiente - AeA
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Il Comitato Referendario per la Rappresentanza si organizza e si appresta a depositare in Cassazione i quesiti per abbattere il Rosatellum e frenare la deriva autoritaria, centralista, presidenzialista. Riceviamo e volentieri pubblichiamo dall'ufficio stampa del Comitato Besostri. Ricordiamo a tutti che è possibile DARE LA PROPRIA DISPONIBILITÀ al Comitato attraverso questo modulo raccolta dati.
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IL COMITATO REFERENDARIO CONTRO IL ROSATELLUM SI ORGANIZZA
Roma, 18 aprile 2024
Si è costituito il 17 aprile, presso lo Studio Notarile Fanfani-Pellegrino di Roma, il Comitato promotore del referendum per l’abrogazione parziale delle attuali leggi elettorali per la Camera e per il Senato, il cosiddetto Rosatellum.
Ne hanno dato notizia l’ex senatore Enzo Palumbo, Paolo Antonio Amadio e Sergio Bagnasco, che sono stati fra i principali promotori dell'iniziativa, in continuità con il lavoro di Carlo Felice Besostri.
Il comitato promotore ha scelto Giorgio Benvenuto come presidente d'onore (nella foto).
La presidenza e rappresentanza legale è stata affidata a Elisabetta Trenta (nella foto).
Vicepresidenti sono stati nominati Vincenzo (Enzo) Palumbo, Raffaele Bonanni, Sergio Bagnasco.
La segreteria organizzativa è stata affidata a Riccardo Mastrorillo, Luigi Spanu e Thomas Agnoli. Il tesoriere è Pietro Morace.
Tra i numerosi componenti figurano Enzo Paolini (storico collaboratore di Felice Besostri), Marco Cappato, Marco Perduca, Nella Toscano, il già citato Paolo Antonio Amadio, Nicola Bono, Erminia Mazzoni, Mario Walter Mauro, Francesco Campanella, Mauro Vaiani (vicepresidente segretario di Autonomie e Ambiente), Matteo Emanuele Maino. Molte altre persone di rilievo saranno cooptate ad horas nel comitato.
Nella mattina di martedì 23 aprile prossimo i quesiti saranno depositati in Cassazione. Alle ore 17:30, presso la sala stampa di Montecitorio, i promotori del referendum presenteranno agli organi d’informazione i quesiti referendari e la campagna per la raccolta delle 500.000 firme necessarie per abbattere il #Rosatellum, legge elettorale ingiusta e incostituzionale, contribuendo così a frenare la deriva centralista e autoritaria del c.d. "premierato" (che sarebbe l'elezione diretta di una sorta di podestà d'Italia).
Nella foto sotto: Mauro Vaiani, Sergio Bagnasco, Enzo Palumbo, Enzo Paolini, in un momento dei lavori di costituzione del Comitato Besostri.
Fonte: Ufficio Stampa del Comitato Referendario per la Rappresentanza
Per info e contatti
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E' già aperta una pagina del comitato sulle reti sociali:
https://www.facebook.com/profile.php?id=61558308164893
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Di tutto la Repubblica e l'Europa avrebbero bisogno, fuoché di rinfocolare i nazionalismi dei vecchi stati centralisti e autoritari, per esempio quello dell'Italia. Un intellettuale come Aldo Cazzullo, che era già scivolato sulla buccia di banana dell'aver spiegato male la storia dell'impero romano, di recente ha rispolverato il grande classico del nazionalismo garibaldino (che peraltro lo stesso Giuseppe Garibaldi avrebbe considerato riduttivo della sua epopea come "Eroe dei due mondi"), sollevando diverse proteste dal mondo degli intellettuali del Sud anticentralisti e anticolonialisti.
Abbiamo ricevuto dai Lupi del Sud e volentieri pubblichiamo un estratto della vibrante e appassionata protesta inviata alla rete che ha trasmesso il melodramma garibaldino di Cazzullo.
<<...durante la trasmissione andata in onda, su LA7, il 15.11.2023, condotta dal sig. Aldo Cazzullo, denominata “Una giornata particolare – Garibaldi, la spedizione dei mille”, nonché sull’articolo apparso sul giornale Corriere della Sera, del 16.11.2023, a firma del sig. Aldo Cazzullo, sono state trasferite nozioni il cui contenuto con la presente dobbiamo con decisione stigmatizzare.
Senza nulla togliere al diritto ad avere idee diverse, anche se quando sono così divergenti dalla realtà storica effettuale ed acclarata onestamente determinano un approccio comprensibilmente più complesso, non si può non stigmatizzare che davvero è incomprensibile digerire affermazioni che portano a dipingere Giuseppe Garibaldi come un “eroe romantico” venuto a liberare il Meridione di Italia dai perfidi Borbone accogliendo addirittura il “grido disperato di un popolo”.
Non ne possiamo più!! Veramente... Vi invitiamo, con la massima cortesia e lealtà, a mettervi seriamente in testa che non solo la ricostruzione storica non è questa certamente nonostante i tentavi di persone che continuano a dimenarsi, in una maniera che riteniamo piuttosto goffa, magari argomentando che quasi grazie all’ignoranza di massa, al digitale, ha vinto il mito, presunto-non esistente secondo tale ricostruzione, neoborbonico: il punto è che i fatti storici, e non certo la propaganda risorgiletame, sono inoppugnabili, piaccia o meno!!
Davvero non ci interessa se alcuni soggetti si sentano magari traumatizzati perché hanno imparato storielle inventate per legittimare la vittoria dei vincitori, nel nostro caso violenti ed usurpatori, per cui ora sono sconvolti quando il velo della verità viene tranciato di netto e senza troppi indugi!
Ci teniamo a far presente che fino a che avremo alito di vita ricorderemo a tutti la verità e cioè che il popolo MERIDIONALE, nel 1861, è stato selvaggiamente depauperato e violentato: la cosa più terribile è che in qualche maniera purtroppo continua ad esserlo!
(...) Noi MERIDIONALI siamo stufi se non si fosse capito: siamo anche stanchi di quel sottile razzismo che traspare dai racconti, fandonie portate avanti per dileggiare, come se non bastasse, persino la memoria di soldati morti per difendere la propria Patria>>
dalla lettera di protesta inviata a LA 7 da Riccardo Marangio e Stefano Bouché, a nome dei Lupi del Sud
https://www.lupidelsud.it
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.Napoli, 17 novembre 2023
La nostra parte autonomista e territorialista, civica e ambientalista, è stata capace di collaborazione e compromesso, con persone e gruppi sia di sinistra, che di centro, che di destra. E' accaduto, in alcune parti dello stato, anche con una vecchia generazione di "missini" che erano persone attaccate al loro territorio e competenti amministratori.
Questa ultima generazione di "fratelli d'Italia", invece, ci sta trasmettendo qualcosa di diverso e di negativo: un senso di arretramento, quasi psicologico e culturale prima ancora che politico.
Come se, nella loro ridotta politico-culturale, avessero coltivato una "cancel culture" di destra.
Il fascismo è l'autobiografia dello stato italiano, ma ci sono ancora - non solo a destra in verità - persone che non hanno mai veramente preso atto della rottura della Costituzione del 1948.
Anche coloro che non si ispirano, come noi, ai valori della Carta di Chivasso, devono comunque farsene una ragione: l'Italia unificata dai Savoia è finita nella tragedia e nell'infamia; è iniziato, dopo la Liberazione, il cammino verso la Repubblica delle Autonomie e la confederazione europea.
La nuova repubblica è e dovrà essere sempre di più, come vogliono la Costituzione e le leggi, plurilingue e in particolare attenta a valorizzare tutte le madrelingue, non importa quanto minoritarie.
Che da persone importanti del partito della presidente Meloni, che pure hanno voluto il ministero del "Made in Italy", arrivi una goffa proposta di legge contro i "forestierismi", con punizioni per chi non usa correttamente la lingua italiana, è quindi, oltre che ridicolo, anche un tantino preoccupante.
Dalla segreteria - 1 aprile 2023
Per approfondire:
https://www.lastampa.it/politica/2023/03/31/news/rampelli_lingua_italiana_multa-12731092/
https://www.facebook.com/AssembladaOccitanaValadas/posts/pfbid02rzKtktd4so4H5SXNAyz7g1kZjynzjV9cfGXSH1pHwTJRhg4FNoGDmTHpewXZtw3sl
https://www.facebook.com/MauroVaianiProfiloPubblico/posts/pfbid0RnYsPQPr5mHKLGrnoZ9uZQP1DQMrFta2vr88dy4wy4acLGARuYWFZYJqQrvnTDdQl
La Giornata della memoria del 27 gennaio 2023 viene ricordata dalle forze civiche, ambientaliste, autonomiste, come momento di consapevolezza che furono i grandi stati centralisti e autoritari ad organizzare persecuzioni, deportazioni e sterminio. Senza una enorme stato burocratizzato, industrializzato, militarizzato, interamente mobilitato, capace di invadere e occupare per anni l'intera Europa, non ci sarebbe stato l'abisso della "soluzione finale", non sarebbe stata possibile la Shoah. Non dobbiamo deflettere dal nostro sostegno a tutti i popoli del mondo in cammino verso la liberazione, in lotta contro.l'oppressione che è sempre possibile nei grandi stati centralisti. Vale per tutti i territori, non solo per chi resiste, si ribella e muore in Russia, Ucraina, Cina, Iran, Etiopia, Nigeria, America Latina. Vale anche per le nostre lotte decentraliste in Italia, in Europa e nei paesi dell'Occidente.
Massimo Moretuzzo, candidato civico, ambientalista, autonomista, alla presidenza della regione Friuli Venezia Giulia, ha ricordato il nostro impegno per una memoria che sia risveglio e liberazione, partecipando alla cerimonia di commemorazione per le vittime della Shoah alla Risiera di San Sabba,a Trieste.
In Toscana, gli esponenti civici, ambientalisti, autonomisti, raccogliendo un suggerimento della lista Un Cuore per Vecchiano e della rete OraToscana, celebrano la Giornata della memoria ricordando che siamo entrati nell'85° anno da quando furono firmate le infami leggi razziali del 1938, dall'infame Savoia, nella reggia di San Rossore (qui un post storico).
In Piemonte il mondo civico, ambientalista, autonomista, di difesa delle culture e delle lingue alpine, coordinato dai Liberi Elettori Piemonte, si avvia a promuovere, insieme con il Forum 2043, un anno di studi e celebrazioni dell'80° anniversario della Carta di Chivasso, che contiene parole vive, oggi più attuali che mai, contro il centralismo autoritario e per la promozione dell'autogoverno di tutti dappertutto.
Alla riflessione contro il centralismo autoritario, che fa strage di diritti e quindi di popoli, hanno contribuito i recenti incontri di Forlì del Movimento per l'Autonomia della Romagna (XXIV assemblea del 21 gennaio 2023, con la commemorazione di Stefano Servadei), e l'assemblea di Siciliani Liberi a Pergusa (22 gennaio 2023, nel settimo anniversario della loro costituzione).
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un appello - l'ultimo di una lunga serie - per la liberazione di Leonard Peltier, prigioniero politico negli Stati Uniti, di cui alcuni si interessano da anni, ma nessun media generalista, globale, europeo o italiano si occupa.seriamente. Lo facciamo perché il nostro mondo civico, ambientalista, autonomista, nel suo pluralismo e nelle sue diversità, è sicuramente unito attorno all'urgenza di porre fine alle prigionie senza possibilità di riforma, all'esilio dei dissidenti, alle persecuzioni politiche, alle campagne di denigrazione, a ogni forma di discriminazione delle minoranze e delle diversità. Nessuno meglio di noi, che abbiamo radici nelle minoranze, nelle diversità, nel bisogno di autonomia personale, sociale, territoriale, sa cosa vuol dire subire oppressione e ingiustizia dalle maggioranze, dai poteri costituiti, dagli errori giudiziari, da vergognosi sistemi carcerari, dal conformismo mediatico, dal bigottismo manipolato dai poteri forti.
Tutti coloro che sono perseguitati per la loro irriducibilità al potere dominante, possono contare su Autonomie e Ambiente e sulla nostra coalizione arcobaleno, anche quando non condividessimo tutto o qualcosa della storia e della vita degli oppressi.
Scrivono gli amici del "Centro di ricerca per la pace, i diritti umani e la difesa della biosfera" di Viterbo:
Leonard Peltier, l'illustre attivista nativo americano difensore dei diritti umani di tutti gli esseri umani e dell'intero mondo vivente, da 47 anni e' detenuto innocente in un carcere di massima sicurezza statunitense.
Condannato all'ergastolo da una giuria razzista, e' stato dimostrato che le cosiddette "testimonianze" contro di lui erano del tutto false, e che le cosiddette "prove" contro di lui erano anch'esse false.
Lo stesso pubblico ministero che sostenne l'accusa contro di lui ha successivamente riconosciuto l'errore giudiziario e chiesto la sua liberazione.
La liberazione di Leonard Peltier e' stata chiesta da innumerevoli prestigiose personalita' come Nelson Mandela e madre Teresa di Calcutta, Desmond Tutu e Shirin Ebadi, papa Francesco e il compianto presidente del Parlamento Europeo David Sassoli.
Due anni fa proprio David Sassoli fu autorevole voce di una rinnovata campagna per la liberazione di Leonard Peltier che coinvolse innumerevoli persone, associazioni ed istituzioni italiane, tra cui i sindaci di alcune delle principali citta'.
L'Onu ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier. Amnesty International ha chiesto la liberazione di Leonard Peltier.
Tutte queste voci chiedono al Presidente degli Stati Uniti d'America di concedere la grazia presidenziale che restituisca la liberta' a Leonard Peltier, un simbolo della lotta dei popoli oppressi in difesa dell'umanita' intera e dell'intero mondo vivente, un uomo generoso e coraggioso, un uomo ferocemente perseguitato, un uomo ingiustamente imprigionato da quasi mezzo secolo, un uomo innocente ormai vecchio e malato.
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Per approfondire:
https://www.whoisleonardpeltier.info/
https://it.wikipedia.org/wiki/Leonard_Peltier
https://diversotoscana.blogspot.com/2021/08/free-leonard-peltier.html
Per maggiori informazioni, si scriva al Centro di Viterbo alla mail: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.