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Movimento Autonomia Romagna

Giovanni Poggiali annuncia al MAR la propria disponibilità per le Europee

Riceviamo e pubblichiamo la lettera con cui il presidente Giovanni Poggiali ha annunciato al Movimento per l'Autonomia della Romagna la propria disponibilità a candidarsi per le Europee nelle liste di Azione

Romagna, 10 aprile 2024

Cari amici,

come vi avevo anticipato durante il nostro ultimo comitato regionale del 23 marzo scorso e nelle successive riflessioni, si è concretizzata la possibilità di rappresentare la nostra istanza di autonomia della Romagna direttamente in una competizione elettorale. Si tratta delle prossime elezioni europee.

Come sapete la rete a cui siamo legati, Autonomie e Ambiente, rappresenta in Italia un vasto e variegato arcipelago di forze autonomiste di tutta la penisola ed è il braccio italiano della famiglia politica europea European Free Alliance (EFA), presieduta dalla nostra amica Lorena Lopez de Lacalle.

Una ingiusta legge votata nel nostro Parlamento italiano a poche settimane dalle consultazioni dei primi di giugno ha vanificato la possibilità per Autonomie e Ambiente ed EFA di presentare proprie liste nelle cinque circoscrizioni, liste in cui anche la Romagna avrebbe potuto avere degna rappresentanza. Davanti a un sopruso attuato con tempi che dimostrano un profondo disprezzo per ogni buona forma democratica non ci si poteva arrendere e stare a guardare dopo anni di lavoro.

Sono state sondate altre liste che potevano aprirsi a candidati autonomisti. L’accordo è stato trovato con il partito Azione, che ha peraltro aperto anche ad altre realtà riformiste e repubblicane, oltre che agli autonomisti. C’è quindi la possibilità di una candidatura autonomista distinta e indipendente nella circoscrizione Nord Est. E’ stato proposto a noi di rappresentare tutte le istanze di autonomia e in primis la nostra. Ho ritenuto, consapevole dei rischi e delle opportunità, di accettare io, personalmente, questa candidatura.

E’ il momento di far sapere anche in Europa che c’è una sua antica regione che chiede di avere voce. E’ un messaggio di identità, di valori, di speranza, che dobbiamo soprattutto alle giovani generazioni.

Pertanto, considerando anche le decisioni prese nel nostro ultimo comitato e la fiducia con la quale mi avete incoraggiato a proseguire sulla strada che avevamo già deciso di intraprendere insieme, anche riguardo alle proposte di revisione dello statuto del Movimento, comunico di sospendermi momentaneamente dalla carica di Presidente per meglio affrontare le poche settimane che ci separano dal voto europeo.

La gestione quotidiana del MAR resterà nelle mani del coordinatore e del direttivo, che cureranno anche l’organizzazione della prossima assemblea, già ipotizzata per la seconda metà di giugno.

Con affetto e nella speranza di aver interpretato un sentimento davvero diffuso fra di noi, vi saluto caldamente.

Giovanni Poggiali

 

Giovanni Poggiali per il Forum 2043

Per la Festa della Repubblica, Giovanni Poggiali ha scritto un contributo per il nostro Forum 2043. Cosa significa la Romagna per l'Italia e per l'Europa? L'autonomismo romagnolo può migliorare la vita delle generazioni future, non solo in Romagna. Leggete e approfondite sul Forum 2043:

https://autonomieeambiente.eu/forum-2043/318-romagna-italia-europa

Ravenna, 2 giugno 2024, Festa della Repubblica - a cura della segreteria interterritoriale e del coordinamento Forum 2043

 

 

Romagna, Italia, Europa

  • Autore: Giovanni Poggiali - Ravenna, 2 giugno 2024, Festa della Repubblica

La festa della Repubblica è per noi una felice occasione per ribadire il nostro impegno per le autonomie personali, sociali, territoriali. Nulla di meglio che una aspirazione concreta di autogoverno, moderno, responsabile, competente, solidaristico, come quello della Romagna in Italia e in Europa, rappresenta compiutamente il nostro impegno. Per questo ospitiamo l’intervento di Giovanni Poggiali, viticoltore ravegnano e romagnolo, candidato autonomista indipendente nella lista di Azione – Siamo Europei dell’Italia nordorientale alle ormai imminenti elezioni europee dei giorni 8-9 giugno 2024.

 

Nei giorni scorsi, passando per il Polesine per rendere omaggio al grande socialista riformista autonomista Giacomo Matteotti, ho ripensato a mio nonno Giordano Mazzavillani che, insieme ad amici come Benigno Zaccagnini, andò con le sue marionette e la sua poesia in quella terra sorella, a portare un po’ di solidarietà e di allegria alle vittime delle alluvioni.

Romagna non è solo una parola antica, una storia di 1500 anni, non è solo una cultura e una identità, che sono più forti e più vive che mai (come avviene peraltro, grazie al cielo, per moltissime “periferie” del mondo globalizzato): Romagna è emanciparsi dalla miseria e rialzarsi dalle disgrazie, insieme, attraverso una solidarietà che unisce dall’Appennino all’Adriatico e che ci unisce a tutti gli altri territori, a partire da quelli prossimi.

Romagna è lavorare duro ma sempre con il sorriso sulle labbra, cantando “Romagna Mia” (l’inno di Secondo Casadei che quest’anno compie 70 anni e che ormai è conosciuto in tutto il mondo).

Romagna è inclusione e protezione per chi ci viene a vivere e a lavorare, oltre che capacità di accogliere quelle che sono state e sono ancora oggi le grandi ondate del turismo di massa, senza perdere identità, originalità, qualità, cortesia, generosità.

Nella mia famiglia confluiscono grandi tradizioni repubblicane, socialiste e anarchiche della Romagna, in tutte le loro varianti, tutte incredibilmente capaci di coesione nel comune amore per la nostra terra e la nostra libertà.

Mio nonno Giordano Mazzavillani - dentista, poeta in lingua romagnola, sportivo e burattinaio – era di famiglia repubblicana e laica, ma aveva scoperto Cristo durante la malaria che lo aveva colpito durante una delle guerre d’Africa, dove serviva come medico militare.

Grazie a lui e ai suoi amici abbiamo potuto vedere da vicino l’operosità dei cattolici democratici impegnati in politica. Fu grazie a figure come Benigno Zaccagnini e Luciano Cavacoli (storico presidente della Camera di commercio di Ravenna dal 1951 al 1974) che fu favorito lo sviluppo della moderna Ravenna e del suo porto, in cui mio nonno Domenico Poggiali diventò, grazie ad alcune geniali intuizioni, il primo terminalista privato italiano.

Mio nonno Domenico, precisiamolo, era un monarchico liberale – una mosca bianca in Romagna – ma rispettoso e rispettato da tutti, amici, colleghi, concorrenti, concittadini. Non per nulla il suo punto di riferimento era Luigi Einaudi, il monarchico diventato presidente della Repubblica, liberale amico delle autonomie (autore di un pamphlet troppo spesso dimenticato: Via il Prefetto (Gazzetta ticinese, 17 luglio 1944).

La mia famiglia ha avuto anche la fortuna di vedere la zia Maria Cristina unirsi in matrimonio con il maestro Riccardo Muti. Così anche la grande musica colta e universale è entrata nella nostra casa, insieme alla poesia e alla politica. Tutto in modo leggero, sempre con umiltà e allegria, con cui sempre amano presentarsi le virtù e le competenze più profonde.

La Romagna, quando fu annessa al Regno unitario e centralista dei Savoia, essendo stata terreno fertile per il pensiero dei “perdenti”, pur essendo stata terra di sinceri sostenitori dell’unità italiana, fu politicamente emarginata.

A distanza di oltre un secolo e mezzo, alla luce dei disastri compiuti dal nostro e dagli altri “grandi stati”, siamo finalmente consapevoli che proprio a quei perdenti e quindi anche a noi Romagnoli si riferisce la Carta di Chivasso, quando evoca le migliori tradizioni del Risorgimento, quelle dei federalisti Carlo Cattaneo, Giuseppe Ferrari, Carlo Pisacane, oltre che del romagnolo Aurelio Saffi (ispirato da Giuseppe Mazzini ma anche da Antonio Rosmini).

Reagire all’emarginazione politica del nostro territorio in Italia e in Europa, ha richiesto un lungo cammino, tutt’altro che terminato!

Fra i pionieri dobbiamo ricordare il popolare Giovanni Braschi (1891-1959), fondatore della “Rivista agricola romagnola”. Portò avanti la richiesta di una regione per la Romagna, facendola votare da alcuni comuni addirittura durante il Ventennio. Naturalmente il regime fascista (che pure non mancò di strumentalizzare le identità locali riducendole a “folklore”), non si lasciò distogliere dal suo progetto di rendere sempre più autoritario e infine totalitario il centralismo che era già insito nello stato sabaudo.

Per inciso, le origini romagnole di Benito Mussolini e di molti altri gerarchi fascisti della prima ora, che lo avevano seguito nel suo culto del potere, della violenza e infine della guerra, contribuirono all’emarginazione della Romagna anche nella nuova Repubblica.

Dopo la catastrofe della Seconda guerra mondiale, l’occupazione nazifascista, giunta finalmente la Liberazione, la Costituente eletta nel 1946 si accinse a disegnare una moderna Repubblica delle Autonomie, formata da regioni.

Nella Costituente si fece portavoce della regione Romagna il repubblicano Aldo Spallicci (1886-1973), non per nulla ricordato come il “Babbo della Romagna”.

Spallicci era assolutamente convinto della necessità delle autonomie amministrative. «Siamo tutti italiani e la Repubblica è una ed indivisibile. La storia, la cultura, la stessa geografia ci ha, però, fatti diversi. È una opportunità da mettere a profitto nell'interesse generale del Paese responsabilizzando, nell'esercizio autogestionario, le varie popolazioni» disse alla Costituente, opponendosi alla prosecuzione di quello stato accentrato, napoleonico e infine autoritario che era stato voluto dai Savoia.

La Costituente, purtroppo, bocciò la proposta di istituire regioni più piccole e più omogenee, come sarebbero state la Romagna, ma anche il Salento e altre, magari avviando nel contempo l’eliminazione – secondo un’antica aspirazione autonomista trasversale a diverse famiglie politiche – le province e le prefetture d’impronta centralista napoleonica.

Nel 1970 partono finalmente le regioni ordinarie, fra cui l’ Emilia-Romagna. Non passano molti anni e in molti territori si comprende che alcuni di questi nuovi enti sono troppo grandi e, a loro volta, attori di un improprio centralismo regionale.

Un socialista romagnolo, Stefano Servadei (1923 – 2016), intuisce che dopo il crollo del muro di Berlino e nel momento in cui le grandi piramidi politiche della partitocrazia italiana entrano in crisi, è possibile riprendere il tema della regione Romagna.

Nel 1990 fonda il Movimento per l'Autonomia della Romagna (MAR). A lui e agli altri fondatori si unisce presto il democratico-cristiano Lorenzo Cappelli (1922 – 2015). Oltre che di promuovere l’identità, la cultura e la storia della Romagna, il proposito del MAR è arrivare, alla fine di un ampio e partecipato dibattito pubblico, a sottoporre la proposta dell’istituzione di una nuova regione Romagna ai cittadini, attraverso il referendum previsto dall'art. 132 della Costituzione.

Ho incontrato il socialista e romagnolista Servadei solo una decina d’anni dopo. Sono stato ispirato dalla sua cultura e dal suo impegno, che mi hanno permesso di scoprire le migliori tradizioni socialiste della Romagna. La presenza dell’espressione “l’etica del galantuomo romagnolo”, voluta fortemente dal fondatore, nello statuto del MAR, dice praticamente tutto e permette di comprendere bene ciò che unisce il socialista Servadei, il repubblicano Spallicci, il popolarismo di Braschi, Zaccagnini e Cappelli: l’amore condiviso, inclusivo, unificante per la propria gente, la propria terra, la libertà, la dignità, la responsabilità, le autonomie di tutti, dappertutto.

L’identità romagnola, come dicevo, è forte. Mi sono quindi impegnato con gioia e con energia perché essa potesse trovare delle forme moderne in cui esprimersi, con concretezza, superando le ingiuste e anguste divisioni delle attuali – ma assolutamente obsolete - province (e l’inevitabile, magari talvolta anche inconsapevole), centralismo con cui Bologna (la Dotta, la Grassa, la Rossa) amministra l’intera composita regione Emilia-Romagna.

Mi sono adoperato perché nascesse Confindustria Romagna, come esponente di una famiglia industriale. Come appassionato di sport - in particolare del rugby - ho sostenuto l’associazionismo sportivo romagnolo. Come viticoltore, avendo contribuito in prima persona nella mia azienda toscana al successo del vino di qualità, sto contribuendo alla riscoperta delle DOC della Romagna.

Non bastano, tuttavia, le iniziative economiche, sociali, culturali, in cui tante persone della Romagna si sono impegnate.

Non bastano la dignità, la generosità, il coraggio con cui i Romagnoli hanno affrontato le crisi degli ultimi anni e infine le terribili alluvioni del 2023.

Da trent’anni la politica italiana è paralizzata da uno sterile bipolarismo, inutilmente estremista e divisivo a parole, quanto incapace e impotente man mano che sinistre e destre si sono alternate al potere.

Abbiamo bisogno di riforme e, poiché non esistono soluzioni centraliste buone per tutti i territori, la prima riforma di cui abbiamo bisogno è la ricostruzione di autonomie locali moderne, forti, competenti (e profondamente democratiche, espressione di un ricostruito rapporto fra elettori ed eletti).

Esemplare, in negativo, della crisi politica e amministrativa della nostra Repubblica, è stata, secondo me e molti Romagnoli e romagnolisti, l’incredibile vicenda di Montecopiolo e Sassofeltrio. I due comuni, pur avendo votato in modo “bulgaro” per tornare in seno alla Romagna nel 2007, hanno dovuto attendere un quindicennio per vedere la loro volontà riconosciuta dalle piramidi politiche italiane. Forse, se non fosse intervenuta una attiva solidarietà interterritoriale da altri appassionati di autonomia da tutte le regioni d’Italia e d’Europa, quella loro legittima e costituzionale aspirazione sarebbe rimasta inascoltata persino più a lungo.

Perché dobbiamo lasciar passare i decenni, intere generazioni, per mettere mano a forme di autogoverno più avanzate, più al passo con quelle di paesi che pure ci sono vicini e ci ispirano, come la Svizzera?

Ecco perché l’impegno culturale dello storico Movimento per l’Autonomia della Romagna è stato così importante e deve continuare.

Ecco che comprendete perché abbiamo formato un partito territoriale per la Romagna, Romagna Unita (Rumâgna Unida), per l’unità e il benessere della nostra terra, per tutti i suoi circondari (Cesena, Faenza, Forlì, Lugo, Imola, Ravenna, Rimini,il Montefeltro) e tutte le sue comunità minori, fino all’ultima e più remota frazione a rischio di declino e spopolamento (come tante altre, lungo tutta la dorsale degli Appennini, a causa dell’arrogante incompetenza degli aspiranti “podestà d’Italia”).

Le nostre idee per un migliore e più moderno autogoverno della Romagna implicano maggiore e non certo minore solidarietà con i territori vicini (a partire da Bologna, Ferrara, Parma, Piacenza), con il resto d’Italia e con l’Europa. Sappiamo di stare remando controcorrente, dopo vent’anni che la scena politica è dominata dai ciarlatani dell’autonomia “differenziata”, ma siamo romagnoli, cioè serenamente determinati e testardamente sorridenti di fronte alle difficoltà.

Le migliori forze storicamente autonomiste e modernamente territorialiste d’Europa, raccolte nella European Free Alliance, avrebbero voluto partecipare alle elezioni europee dei prossimi giorni 8-9 giugno 2024 in una forma più visibile, attraverso la nostra rete italiana Autonomie e Ambiente, promotrice di un cartello elettorale “Patto Autonomie Ambiente”. Sinistre manovre dei centralisti, che hanno modificato leggi elettorali già ingiuste a poche settimane dalle elezioni, ce lo hanno impedito.

Era rimasto però aperto un canale di dialogo e collaborazione con Azione, che stava già per suo conto allargando le proprie liste per le Europee ad altre realtà riformiste, popolari, liberali, indipendenti. Romagna Unita ha deciso di accettare la sfida di una candidatura autonomista indipendente e chi scrive si è messo a disposizione. Gli azionisti e gli autonomisti di oggi si sono quindi alleati come già lo furono nel gruppo parlamentare delle Autonomie alla Costituente.

Mi sono ritrovato come unico candidato autonomista (nella sola circoscrizione del Nordest), nell’unica lista di una certa consistenza che stia nitidamente resistendo ai prepotenti (impotenti) del bipolarismo, agli aspiranti podestà d’Italia (e napoleoni d’Europa).

Non pretendo certo, con la mia candidatura indipendente, di rappresentare tutte le diversità e le culture presenti nella famiglia di Autonomie e Ambiente e di EFA, ma spero che comunque essa sia ritenuta utile per la Romagna, per l’Italia, per l’Europa delle regioni, dei territori, dei popoli.

I bipolaristi stanno già propinandoci le ennesime semplificazioni: più Italia vs più Europa; federazione degli stati (uniti?) d’Europa oppure confederazione degli stati (meno uniti?) d’Europa. Le loro “alternative” sono apparenti, fuorvianti e in definitiva slogan vuoti e falsi.

Non vogliamo e non ci lasceremo costringere a scegliere fra centralismo europeo e centralismo italiano. Pretendiamo invece ciò che è sancito dai Trattati europei e dalla Costituzione: la piena attuazione dei principi di sussidiarietà e autogoverno, al più basso livello possibile, secondo la volontà delle comunità locali.

Non ci sarà alcuna federazione o confederazione se gli stati restano quelli che sono oggi. Nessuno può pensare di governare un intero continente ricco di diversità come il nostro unendo solo i 27 attuali governi. Ci sono (almeno!) 270 regioni, territori e popoli che devono essere rispettati e avere una voce, uno dei quali è la Romagna.

La voce dei territori e delle regioni sembrerà forse fioca, oggi, in questo mondo messo in pericolo dai grandi stati, dalle grandi potenze, dai grandi apparati militari-industriali. Ragione di più per non tacere e non restarsene in disparte ad aspettare che altri, in alto o altrove, decidano per noi!

Romagna, Italia, Europa

di Giovanni Poggiali*

* Viticoltore, presidente dello storico Movimento per l’Autonomia della Romagna (autosospesosi per la campagna elettorale), uno dei fondatori del partito territoriale Romagna Unita (Rumâgna Unida), importante esponente della rete Autonomie e Ambiente (collegata con European Free Alliance, EFA)

Ravenna, 2 giugno 2024, Festa della Repubblica

 

Per conoscere meglio Giovanni Poggiali e per approfondire:

https://europee.giovannipoggiali.it/

https://rumagnaunida.eu/politica/

 

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Siamo persone d'altri tempi, quelli futuri

Un approfondimento sui lavori del 16 maggio 2024, giovedì scorso, a Milano, presso Slow Mill (quartiere Isola), nell'incontro promosso da EUROPEAN FREE ALLIANCE (EFA) e AUTONOMIE E AMBIENTE (AeA) - a cura dell'ufficio stampa (Alberto Mazzotti)

A Milano ci siamo ritrovati per una lunga giornata di lavoro, dimostrando ancora una volta che siamo persone d'altri tempi, quelli futuri. Siamo andati ben oltre l'agenda di protesta democratica e civile, contro tutte le leggi elettorali ingiuste e in difesa delle autonomie locali di fronte al governo italiano più centralista della storia, che era pianificata.

Il viticoltore ravennate Giovanni Poggiali, da sempre sostenitore dell’autonomia romagnola e candidato nelle liste di Azione-Siamo Europei alle prossime elezioni europee, è stato presentato ufficialmente nel nostro evento internazionale del 16 maggio scorso. Giovanni Poggiali è il principale punto di riferimento per l’impegno EFA e AeA per la democrazia, la sussidiarietà, il federalismo in Italia e in Europa.

L’incontro si è aperto, come sempre accade nella rete Autonomie e Ambiente, con l'appello alla liberazione di tutti coloro che soffrono: gli ostaggi, i civili straziati dalla forza degli eserciti moderni, di tutti i prigionieri politici.

Ha avuto come principali protagonisti la presidente di EFA, la basca Lorena Lopez, e la giovanissima leader europea Maylis Rossberg, della minoranza danese nel nord della Germania. Accanto a loro, il vicepresidente e segretario di Autonomia e Ambiente, Mauro Vaiani, e i membri di movimenti autonomisti di varie regioni d’Italia, dalla Lombardia alla Sardegna, dal Friuli al Veneto, dalla Romagna alla Toscana.

Mauro Vaiani ha introdotto l’incontro con una denuncia politica. “La rete autonomista europea EFA, con il proprio braccio italiano Autonomie e Ambiente, stava lavorando da un anno per partecipare alle Elezioni Europee con una proposta che sarebbe stata largamente inclusiva e rappresentativa di tutte le componenti più progressiste, liberali, popolari del territorialismo del XXI secolo. Ma la legge 38 del 25 marzo 2024 ha escluso dalle elezioni, a meno di due mesi dalla presentazione, una mezza dozzina di famiglie politiche europee più piccole, fra cui la nostra”.

L’incontro di Milano ha confermato però che Autonomie e Ambiente ha reagito con la veraforza di un sorriso a questa ingiustizia, mettendo in campo tante azioni positive e costruttive.

 1989 smiling boy ragazzo che sorride

Prima di tutto, AeA parteciperà comunque con un proprio rappresentante alle imminenti elezioni europee: il viticoltore romagnolo Giovanni Poggiali, un autonomista di prestigio italiano e internazionale, è candidato nella circoscrizione Nord-Est all’interno della lista “Azione-Siamo Europei”.

Inoltre, Autonomie e Ambiente ha promosso e sostiene centinaia di liste civiche e autonomiste presentatesi alle elezioni comunali in tutta Italia. Ne hanno parlato Riccardo Galimberti di RiBella Firenze, e soprattutto, come movimento ospite, Giuseppe Olivieri ed Enrico Chiapparoli di Lombardia Civica.

Infine, la rete autonomista ha aderito al Comitato Referendario per la Rappresentanza che, ispirandosi alle lotte dell'avvocato Carlo Felice Besostri per i diritti elettorali dei cittadini, propone l'abrogazione delle parti più deteriori del  Rosatellum.

“EFA è una delle dieci famiglie politiche europee riconosciute dall’Unione, l’unica che rappresenti davvero le autonomie regionali. Associa 40 partiti in 20 stati diversi.” – ha spiegato la presidente Lorena Lopez, che assieme alla giovane spitzenkandidatin Maylis Rossberg sta girando l’Europa in queste settimane, incontrando le reti autonomiste in varie regioni, dalla Tracia alla Macedonia, dalla Carinzia alla Catalogna, dall’Alsazia alla Corsica.

“Anche se una sinistra decisione della attuale maggioranza parlamentare italiana ha impedito a EFA di presentare una propria lista in Italia, siamo onorati di poter vedere comunque rappresentata la nostra rete grazie alla candidatura di Giovanni Poggiali. Noi continueremo a batterci per vari obiettivi che sono vitali per un futuro democratico europeo: il riconoscimento delle diversità territoriali e regionali all’interno degli stati membri e un processo decisionale che sia fondato su autentica sussidiarietà.” ha continuato Lorena Lopez.

Maylis Rossberg, la "spitzenkandidatin" di EFA per la prossima presidenza europea, ha spiegato: “La nostra è una candidatura simbolica, visti i rapporti di forza, ma incarna le minoranze, i territori, gli interessi delle comunità locali, a partire dalle più piccole e marginali. Stiamo ricevendo un seguito sempre maggiore in tutta Europa.”.

“Sono orgoglioso di rappresentare, unico in Italia, la rete di Autonomia e Ambiente alle elezioni europee.” – ha detto Giovanni Poggiali - “Essere riusciti a far partecipare le autonomie in una coalizione riformista seria e plurale come quella di Azione-Siamo Europei è già una vittoria per tutti noi. Credo fermamente che serva un’Unione Europea più forte e unita, ma basata sempre più sulle diversità dei singoli territori. L’esempio del vino – il mondo che conosco da sempre – va proprio in questa direzione: si diventa più forti quanto più si è in grado di evidenziare le singole specificità di ogni territorio”.

Mauro Vaiani ha sottolineato: "E' convinzione delle nostre reti di storico autonomismo e moderno territorialismo, impegnate per le autonomie personali, sociali, che l'Europa sia incompatibile con le concentrazioni di potere. Con questi 27 stati che esercitano insieme un centralismo europeo, senza rinunciare al proprio centralismo statale, non andiamo da nessuna parte. La nostra Europa sarà una confederazione di 270 popoli, territori, regioni. Questa sarà l'unica Europa possibile.".

La responsabile EFA-AeA in Sardegna, Silvia Lidia Fancello, ha portato a Milano un circostanziato e drammatico appello del mondo politico autonomista e identitario sardo contro il centralismo autoritario che vuole svendere la Sardegna alla speculazione dell’eolico facendone la “dinamo” d’Italia.

Thomas Agnoli, giovane attivista veneto, uno dei segretari del Comitato Referendario per la Rappresentanza, ha spiegato la natura dei quesiti con cui un ampio schieramento trasversale di attivisti per la democrazia si propone di abbattere il Rosatellum, una delle leggi elettorali più ingiuste di sempre (che non per nulla verrà esaminata anche dalla CEDU, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a seguito del ricorso presentato dallo storico attivista radicale Mario Staderini).

Sono stati presenti ai lavori di Milano esponenti di movimenti e reti di attivismo amiche delle autonomie, fra cui DEMOS, con lo storico ambientalista Piervito Antoniazzi; hanno inviato un messaggio di saluto Adalberto Notarpietro e Mattia Molteni di INSIEME.

Marco Cappato e Francesco Vecchi del movimento paneuropeo per la partecipazione dei cittadini, EUMANS, sono venuti ad incontrare i leader europei e italiani delle autonomie e a porre delle basi di collaborazione per iniziative comuni, dal referendum contro il Rosatellum in Italia, a nuove iniziative civiche dal basso in Europa.

Sul sito e nelle reti sociali di Autonomie e Ambiente sono disponibili ulteriori approfondimenti, materiali video e foto.

Nella foto in alto, da sinistra a destra:

Thomas Agnoli (Comitato Referendario per la Rappresentanza)

Mauro Vaiani (toscano, vicepresidente segretario Autonomie e Ambiente)

Silvia Lidia Fancello (rappresentante EFA-AeA Sardegna)

Lorena López de Lacalle (basca, presidente di EFA)

Maylis Roßberg (danese-tedesca, Spitzenkandidatin EFA)

Enrico Chiapparoli (Lombardia Civica)

Riccardo Galimberti (RiBella Firenze - civismo toscano)

Giovanni Poggiali (fondatore di Romagna Unita, autonomista candidato nel Nordest per la lista "Azione-Siamo Europei")

Giuseppe Olivieri (Lombardia Civica, civismo milanese)

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Ufficio stampa: Alberto Mazzotti, 338 8556129  - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

da Milano, sabato 18 maggio 2024, vigilia di Pentecoste

 

Una notizia importante da Rumâgna Unida sulle Europee

Riceviamo e volentieri pubblichiamo daRumâgna Unida

Comunicato sull’apertura di Azione
al mondo delle autonomie

Al mondo delle autonomie è stata preclusa la partecipazione diretta alle elezioni europee, con un sinistro emendamento in extremis della legge elettorale, voluto dal centrodestra (ma nel silenzio assordante di gran parte delle élites politiche e dell’informazione).

Si è però sviluppato un dialogo con il movimento AZIONE, che ha allargato le sue liste ad alleati politici e ad esponenti della società civile, che condividono una speranza di rinnovamento politico e istituzionale della Repubblica e dell’Europa. Insieme, AZIONE ed esponenti delle autonomie, abbiamo riaffermato:

- il rifiuto del “bipolarismo all’italiana”, che vediamo come una competizione a chi è più ignorante e strumentale, che alimenta l’erosione della democrazia con estremismi e settarismi, soffoca il pluralismo politico, impedisce lo sviluppo di politiche riformiste a lungo termine;

- la necessità di porre un argine, nel dibattito politico italiano, alla prospettiva dell’elezione diretta del “podestà d’Italia”, che risulterebbe fatalmente una competizione mediatica, alimentata da concentrazioni di potere e di denaro, con il rischio di un ulteriore allontanamento dei cittadini e delle loro formazioni sociali e politiche locali dalla vita politica ed elettorale.

AZIONE ci ha dimostrato di essere una lista aperta e amica delle autonomie personali, sociali, economiche e territoriali, oltre che impegnata per una Europa rispettosa di tutte le sue regioni.

Per questo annunciamo la disponibilità alla candidatura come indipendente nella lista di AZIONE, nella circoscrizione Nordest, di un autonomista e territorialista di prestigio nazionale ed europeo, oltreché esponente da sempre impegnato per un moderno buongoverno e autogoverno della sua terra di Romagna: Giovanni Poggiali, viticoltore, presidente dello storico MAR (Movimento per l’Autonomia della Romagna), fra i promotori della nostra giovane formazione politica territoriale, Rumâgna Unida.

La disponibilità alla candidatura di Giovanni Poggiali è un gesto generoso e coraggioso. Rende visibili le nostre aspirazioni: una regione Romagna, una moderna Repubblica delle Autonomie, una Europa delle Regioni fondata sulla sussidiarietà, una politica meno cinica e più seria, per il bene delle generazioni future.

Ci siamo ispirati ai nostri costituenti, madri e padri sia di azionismo che di autonomismo, come Piero Calamandrei, Maria De Unterrichter Jervolino, Emilio Lussu, Aldo Spallicci. Mai come oggi c’è urgente bisogno di testimoniare la forza e l’attualità dei nostri valori.

Romagna, 8 aprile 2024

Samuele Albonetti (presidente Rumâgna Unida – vicepresidente Autonomie e Ambiente)

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Nella foto a sinistra in alto: Giovanni Poggiali, leader autonomista della Romagna, al centro; Marco Lombardo, segretario Azione Emilia-Romagna, a sinistra; Carlo Calenda, leader di Azione, a destra (foto propria, Roma, 3 aprile 2024)