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Autonomie e Ambiente

Piano d'azione degli autonomisti in Europa dopo l'assemblea di Naoned

Si è tenuta oggi una assemblea generale online di EFA, l'Alleanza Libera Europea, a carattere strettamente operativo.

La nostra famiglia politica europea, dopo l'assemblea di Naoned-Nantes,  ha rinnovato la sua presidenza e i suoi organi. Nella riunione di lavoro di oggi, le forze territoriali hanno potuto apprezzare l'operatività del nuovo gruppo dirigente.

Sono stati approvati gli strumenti di bilancio, seguendo gli indirizzi dei revisori dei conti (che sono indipendenti ed esterni).

Sarà attivato un gruppo d'azione per potenziare le capacità di autofinanziamento della famiglia politica europea.

Un altro, ancora più importante, gruppo di azione si dedicherà all'allargamento di EFA. Oggi sono collegate all'Alleanza Libera Europea una quarantina di regioni europee. Bisogna raggiungerne e collegarne molte altre.

Per rafforzare le capacità politiche e culturali di EFA saranno attivati gruppi di lavoro, in particolare per:

1) Digital sphere (AI, platorms, social media)
2) Regional development (CAP reform, cohesion funds)
3) Social Europe (Housing crisis)
4) Linguistic & minority rights
5) Mountainous & cross border regions (quest'ultimo gruppo sarà coordinato da Roberto Visentin, vicepresidente EFA e presidente di Autonomie e Ambiente, su indicazione del Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia)

Continuerà il lavoro dei due forum già attivi in questi ultimi anni: WOMEN'S FORUM e FORUM OF THE ISLANDS.

Si continuerà a rafforzare la collaborazione con tutte le componenti della famiglia EFA: rappresentanti nel Comitato delle Regioni, parlamentari europei, EFAy (la branca giovanile), la fondazione Coppieters.

Si investirà per aumentare la collaborazione con le organizzazioni della società civile (CSOs) e con altre formazioni politiche amiche delle autonomie.

A tutte le forze territoriali che sono parte di EFA è raccomandato di migliorare la visibilità di EFA sui propri siti web, usando il logo che è stato aggiornato secondo le decisioni dell'ultima assemblea generale di Naoned-Nantes. Il nuovo simbolo è disponibile qui.

Brussel-Bruxelles, 16 luglio 2025 

Per maggiori informazioni contattare il segretariato europeo: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. 

 

Presentazione della sorellanza Autonomie e Ambiente

(ultima modifica 23 dicembre 2024)

Autonomie e Ambiente (AeA) è una sorellanza di forze e gruppi politici territoriali, una rete di civismo, ambientalismo, storico autonomismo e moderno decentralismo.

E' stata registrata l’11 novembre 2019, dopo una lunga serie di contatti e incontri preliminari tra diverse forze italiane aderenti alla Alleanza Libera Europea, ALE (European Free Alliance, EFA) e altre forze locali attive in diversi territori dello stato italiano. La sorellanza ha tenuto la sua prima assemblea generale e si è presentata all'opinione pubblica a Udine il 21 febbraio 2020.

La rete unisce forze politiche locali e territoriali, autonomiste e civiche, ciascuna delle quali ha la propria storia di impegno per l'autogoverno e contro il centralismo: civica, localista, territorialista, autonomista, federalista, confederalista, anticolonialista, indipendentista.

Ciascuna delle forze sorelle è e resta una organizzazione autonoma, attiva secondo quanto stabilito dall'art. 49 della Costituzione. AeA associa movimenti, realtà, gruppi e singoli attivisti che ne condividono le finalità e sono gelosi della propria autonomia politica e territoriale. Autonomie e Ambiente è in rete anche con movimenti, gruppi, centri politico-culturali autonomisti che non partecipano alle elezioni nei loro territori.

AeA ha stabilito uno stretto rapporto politico con ALE-EFA, assumendo un ruolo di sostegno alle forze locali della Repubblica Italiana nel loro cammino di collaborazione e, in prospettiva, di adesione diretta alla famiglia politica europea dell'autogoverno di tutti dappertutto, del civismo, dell'ambientalismo, degli autonomismi, del confederalismo, delle aspirazioni delle comunità locali.

Le forze di AeA si sono unite nella sorellanza per condurre la Repubblica Italiana e l'Unione Europea verso un radicale decentralismo, cominciando dalla piena attuazione della Costituzione e degli Statuti regionali (speciali e ordinari) vigenti, che disegnerebbero una ideale Repubblica delle Autonomie, nel contesto di una Europa dei popoli, dei territori, delle regioni, ma che da decenni vengono costantemente disapplicati o addirittura traditi.

Le crisi del nostro tempo hanno reso drammaticamente evidente la necessità dell'autogoverno dei territori, anche a coloro che non hanno una formazione e una cultura autonomista o anticolonialista. Sta crescendo la consapevolezza globale che quanto è necessario per garantire alle generazioni future la pace e l'ambiente, la libertà e la giustizia, il cibo e l'acqua, la salute e la cultura, potrà essere realizzato solo attraverso forti, competenti e determinate autorità locali, capaci di cambiare le cose concretamente, territorio per territorio.

Per decenni e in particolare dopo la riforma costituzionale del 2001, che con tutti i suoi difetti può essere considerata comunque l'ultima riforma autonomista italiana, le promesse di decentramento e sussidiarietà sono state tradite da tutti: sinistre, destre, tecnici, politici, persino da vecchi e nuovi movimenti (il leghismo e i Cinque Stelle, fra gli altri) che pure erano cresciuti proprio proclamando di voler restituire più potere alle comunità locali e ai cittadini. Cosa è andato storto? E’ successo che tutti i partiti “nazionali”, cioè centralisti e verticisti, guidati da leader soli al comando o comunque da cerchie ristrette (non di rado avide del potere e delle ricchezze concentrate nelle istituzioni centraliste), hanno mostrato di essere carenti di competenza amministrativa e valori civici e autonomisti.

L'autonomismo vive anche di orizzontalità organizzativa. Da forze politiche organizzate in modo verticale, centralista e autoritario, non potranno mai essere realizzate riforme decentraliste, evidentemente. E' quindi missione fondamentale di Autonomie e Ambiente tenere in vita ed allargare una famiglia politica di forze politiche territoriali, che credano nelle autonomie personali, sociali, territoriali, dimostrandolo prima di tutto restando fedeli alla propria autonomia organizzativa, civica e politica. L'antico problema gandhiano della coerenza tra strumenti e fini va compreso, una volta per tutte: non accetteremo mai più "un partito" di autonomisti o con programmi autonomisti; vogliamo invece tanti partiti autonomisti, almeno uno per ciascun territorio. Se si crede davvero nella Repubblica delle Autonomie, in una nuova Europa delle regioni, dei territori e dei popoli, nel confederalismo e nel decentralismo internazionali, occorre confederalismo anche nell'organizzazione politica.

La rete confederale di Autonomie e Ambiente è e resterà governata collegialmente, con meccanismi di selezione di dirigenti competenti per l'oggi e di formazione di una nuova generazione di leader territoriali per il domani.

AeA è stata concepita attraverso un lungo dialogo preparatorio tra forze antiche e nuove, facendo tesoro delle preziose esperienze di collaborazione politica tra forze territoriali che ci sono state in passato, come le liste Federalismo, e altri sforzi congiunti portati avanti dalle forze autonomiste storiche nelle aule parlamentari e nella società.

La sorellanza si riconosce nei valori della Carta di Chivasso del 1943, che riechegga aspirazioni autonomiste ancora più risalenti: le tradizioni autonomiste e federaliste del Risorgimento (Cattaneo, Ferrari, Pisacane e tanti altri); l'anticolonialismo (in Sicilia, in Sardegna e oltre); nel neutralismo di socialisti, popolari, liberali, conservatori contrari all’ingresso del Regno d’Italia nella “Inutile Strage” 1915-1918; nella resistenza al centralismo nazionalista prima e fascista poi.

La Dichiarazione di Chivasso fu firmata il 19 dicembre 1943 a Chivasso, durante un convegno antifascista clandestino, a cui contribuirono, tra gli altri, figure come Émile Chanoux e Federico Chabod. Nella Carta di Chivasso fu sancita la rivolta contro “i venti anni di malgoverno livellatore ed accentratore sintetizzati dal motto brutale e fanfarone di «Roma Doma»”, ma più in generale contro il centralismo, il colonialismo, il militarismo, che avevano caratterizzato lo stato unitario italiano, scatenando “OPPRESSIONE POLITICA, attraverso l'opera dei suoi agenti politici ed amministrativi (militi, commissari, prefetti, federali, insegnanti), piccoli despoti incuranti ed ignoranti di ogni tradizione locale, di cui furono solerti distruttori; ROVINA ECONOMICA...; DISTRUZIONE DELLA CULTURA LOCALE...”. La Carta di Chivasso propose “un regime repubblicano democratico a base regionale e cantonale”, con un evidente riferimento alla Confederazione Svizzera, come unica garanzia contro il ritorno della dittatura, considerata come una conseguenza diretta del centralismo autoritario italiano.

Autonomisti e federalisti furono eletti nella Costituente del 1946 e furono attivi negli anni della Ricostruzione. La generazione successiva partecipò all'istituzione delle regioni a cui si giunse nel 1970. Sono stati protagonisti delle lotte antipartitocratiche, antiautoritarie, anticentraliste che sono fiorite dopo il 1989.

Il nostro decentralismo contemporaneo, quindi, ha radici profonde, ricche, diverse, territorio per territorio. Le forze sorelle di Autonomie e Ambiente sono fedeli a queste radici e guardano con fiducia al futuro, perché, come amano dire gli attivisti dell’autogoverno della Catalogna, siamo “siamo qui per cambiare secolo, non solo per cambiare stato".

La lista aggiornata delle formazioni politiche sorelle e di tutte le realtà e persone a noi associate è mantenuta sul nostro sito (voce "rete").

Autonomie e Ambiente, attraverso il Forum 2043 e altre forme di collaborazione con altre reti civiche e politiche, sta allargando il proprio raggio d'azione, in vista della partecipazione alle prossime elezioni, a ogni livello in cui le leggi elettorali impongano la presentazione di cartelli interterritoriali.

Per approfondire:

 

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Raccolta firme per Siciliani Liberi

San Lorenzo, 10 agosto 2022

Le elezioni regionali siciliane si svolgeranno lo stesso giorno delle elezioni politiche, domenica 25 settembre 2022. Autonomie e Ambiente sostiene l'importante sforzo politico, organizzativo ed elettorale della forza sorella Siciliani Liberi, che sta raccogliendo le firme per presentarsi in tutte e nove le circoscrizioni siciliane e per candidare alla presidenza della regione autonoma l'intellettuale e attivista Eliana Esposito. Rilanciamo qui alcune parole scritte dalla candidata presidente alcuni giorni fa:

Ho accettato di candidarmi alle regionali consapevole di tutte le difficoltà, consapevole degli ostacoli, delle polemiche, degli attacchi gratuiti. Ho accettato perché credo nella nostra causa e credo che l'autosufficienza alimentare, economica, energetica, monetaria e l'indipendenza politica della Sicilia siano la soluzione a tutti i nostri problemi. Ho accettato perché abbiamo un progetto così valido che può diventare un modello anche per i popoli delle altre regioni d'Italia e del mondo. Ho accettato perché deve essere il coraggio a guidarci e non la paura di non entrare all'Ars o la paura che il nostro progetto possa non essere compreso.
Del resto, chi vota per gli altri non potrebbe votare per noi. Per noi possono votare quelli che sono pronti a lasciare andare i vecchi schemi, le vecchie dinamiche, la vecchia mentalità, la vecchia politica, per noi possono votare quelli che hanno una visione nuova, quelli che non hanno nessuna intenzione di accontentarsi, quelli che non sono disposti a rinunciare a nessun articolo dello Statuto, quelli che non hanno paura di un insuccesso. Per noi possono votare i siciliani veramente liberi da ogni impegno o bisogno o attaccamento o paura. Qualunque cosa accada, il cambiamento è già in atto e noi dobbiamo avere solo il coraggio di assecondarlo.
Che i siciliani siano i pionieri di una nuova visione di umanità, che la Sicilia sia il luogo da cui questa visione parta. Che sia l'amore a fomentarci e non l'odio, che sia la saggezza ad animarci e non il tornaconto personale, che sia questa visione di bellezza il nostro motore e non le nostre egoistiche visioni, che sia il cuore ad armarci e l'anima a illuminarci. Che sia "il coraggio il nostro signore".
Stiamo con le radici ben piantate a terra ma consapevoli del fatto che solo chi ha il coraggio di sfidare l'impossibile può riuscire nell'impresa di realizzarlo. Solo i visionari possono cambiare il mondo. E se non noi, vorrà dire che stiamo lavorando per preparare la strada a quelli che verranno dopo di noi. Procediamo sicuri e fiduciosi con la Sicilia nel cuore.
Antudo

Note: L'ARS è l'Assemblea regionale siciliana, il parlamento dell'isola; ANTUDO è l'acronimo di "Animus Tuus Dominus" (il coraggio sia il tuo signore), motto storico di rivolta in Sicilia, sin dai tempi dei Vespri.

Per seguire e sostenere i Siciliani Liberi: https://www.sicilianiliberi.org/

Su Telegram seguite il canale del professore Massimo Costa, economista e intellettuale di grande rilievo, fondatore e mentore del movimento Siciliani Liberi:

https://t.me/massimo_costa

Sa die de sa Sardigna 2023

Questo 28 aprile 2023 cogliamo l'occasione per raccontare al di fuori dell'isola cosa è “Sa Die de Sa Sardigna”, il giorno della Sardegna, che sta assumendo nell'isola il valore di una festa nazionale.

Si ricorda il 28 aprile 1794, la data che è diventata per tutti “Sa Die”, ovvero il giorno in cui furono cacciati da Cagliari, la capitale del regno di Sardegna, i funzionari piemontesi della dinastia straniera dei Savoia, in seguito ad una rivolta popolare.

I Savoia si fregiavano del titolo di "re di Sardegna", ma governavano l'isola dal Piemonte e il rapporto con il loro possedimento d'oltremare stava diventando sempre più "moderno", cioè colonialista.

Ciò che accese la ribellione fu il rifiuto da parte dei Savoia di soddisfare le richieste inviate dagli "Stamenti" di Sardegna, il parlamento dell'isola. Esse vertevano sul rendere i funzionari sardi partecipi delle decisioni prese a Torino (la residenza dei Savoia) in materie economiche, amministrative, civili, militari e anche culturali.

La rivoluzione sarda ebbe da subito i connotati di una lotta antifeudale, contro lo sfruttamento, le crudeltà e la pesante tassazione operata dai colonizzatori piemontesi.

Il vento illuminista aveva soffiato forte in Europa per tutto il Settecento e aveva accentuato, nei ceti più borghesi e colti, due necessità destinate a scontrarsi: molti individui cominciarono a immaginarsi di vivere in uno stato più forte e più giusto, ma molti altri, quelli appartenenti ad antiche nazioni sottomesse, pretendevano un loro proprio stato. La contraddizione avrebbe attraversato la Francia rivoluzionaria nei suoi rapporti con la Corsica e altri suoi possedimenti, ma anche il Piemonte nei confronti della Sardegna e poi anche di Genova e di altri territori nella penisola italiana.

Francesco Ignazio Mannu, un esponente della piccola nobiltà sarda, dovette rifugiarsi in Corsica dopo avere partecipato ai moti rivoluzionari e dall’isola sorella pubblicò clandestinamente una canzone in sardo ritenuta uno dei più antichi canti popolari d’Europa: “S’innu de su patriotu sardu a sos feudatarios” (Inno del patriota sardo ai feudatari). Tale pezzo, meglio conosciuto come “Procurade ‘e moderare”, chiamato anche “la marsigliese sarda” nel 2018 è stato dichiarato dal governo regionale, inno ufficiale della Sardegna.

La figura più emblematica della rivoluzione sarda rimane comunque quella di Giovanni Maria (Giommaria) Angioy.

Era un Intellettuale e funzionario sabaudo, di formazione illuminista. Chiamato a sedare la ribellione, venne direttamente a conoscenza delle condizioni dei suoi compatrioti. Si fece interprete delle loro richieste presso il re e divenne il loro più strenuo difensore fino a meritarsi una taglia sulla testa che lo costrinse all’esilio in Francia.

La riscoperta di queste memorie e l'adozione di esse nella costruzione di una identità civile (con la festa e l'inno nazionali che si sono aggiunti alla storica bandiera dei quattro mori), sono il frutto di un paziente lavoro che viene da lontano, a cui hanno contribuito persone di ogni appartenenza politico-partitica e della più diversa cultura. Non ultimo, deve essere ricordato il contributo che è venuto dalla diaspora sarda, presente in ogni territorio italiano e in molte parti del mondo.

E' ancora tutto molto simbolico, ma è anche un segnale che il tema dell'autogoverno, per il popolo sardo che sta riducendosi e impoverendosi in questi anni di crisi e di emergenze, è sempre attuale ed è qui per restare. I pochi giovani rimasti (o per fortuna tornati) in Sardegna dovranno entrare nella lotta per l'autogoverno, oppure l'isola declinerà fino a diventare poco più che un parco turistico per pochi ricchi oligarchi del pianeta.

Fino a non molti anni fa, motore di ideali di autogoverno era stato anche l'antico Partito Sardo d'Azione (PSDAz). Ebbe origini complesse e magari anche controverse nel reducismo post-Prima guerra mondiale (l'Inutile Strage, di tantissimi giovani sudditi del Regno d'Italia, quindi anche tanti sardi, in una guerra impopolare, vergognosa, dalle conseguenze storiche disastrose). Alla fine del regime fascista, i sardisti azionisti ottennero per l'isola uno statuto di autonomia speciale. Subito dopo l'avvio della nuova Repubblica, purtroppo, s'inaridirono e dispersero lungo fratture politiche "coloniali", imposte da fuori (allineamento con la DC e l'America, oppure con il PCI, per intendersi, e ovviamente scusandosi della sommarietà). L'autonomia fu tradita e restò inattuata almeno finché non si tornò a costruirla con le giunte progressiste guidate da Mario Melis negli anni '70-'80.

Negli anni '90, con il crollo del sistema dei partiti italiani, ai quali era diventato troppo somigliante, il PSDAz è sopravvissuto a se stesso, come forza clientelare di complemento, a volte dell'uno o dell'altro polo "italiano" della c.d. Seconda repubblica (il centrosinistra o il centrodestra).

Il declino è stato lento, anche per la resistenza interna di molte persone che credevano profondamente nell'autogoverno della Sardegna. La fine, invece, è stata drammatica e ingloriosa, con la svendita del "marchio" PSDAz, antica forza politica autoctona della Sardegna, a uno dei fenomeni più ambigui, deteriori e pericolosi apparsi sulla scena politica dello stato italiano, il "leghismo" finto-federalista, neocentralista, populista.

Chi crede nell'autogoverno e nell'emancipazione civile e sociale della Sardegna non è rimasto in un angolo a lamentarsi della morte cerebrale (politicamente parlando) del PSDAz. Si è elaborato il lutto e molte più persone, di tutte le generazioni, stanno lavorando in progetti alternativi per le autonomie, l'ambiente, il lavoro, la vita delle generazioni future, anche attraverso le reti di Autonomie e Ambiente (AeA) e dell'Alleanza Libera Europea - ALE (European Free Alliance - EFA).

Cagliari - Olbia, venerdì 28 aprile 2023

a cura di Silvia Fancello (Lidia) - rappresentante ALE-EFA in Sardegna - referente Autonomie e Ambiente AeA per la Sardegna

Spunti di approfondimento:

https://www.regione.sardegna.it/messaggero/2008_marzo_13.pdf

https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2021/04/17/il-partito-sardo-dazione-100-anni-di-lotte-per-lautonomia_9b3690e3-be92-4d3c-a922-f60be23f27b5.html

https://diversotoscana.blogspot.com/2020/10/la-scelta-di-ale.html

 

 

 Flag of Sardinia bandiera Sardegna

 

Scorie nucleari, un peso millenario da suddividere

Abbiamo ricevuto dal Comitato NoNucle-NoScorie della Sardegna (COMITADU CONTRA A SA ISCORIAS NUCLEARES IN SARDIGNA) una denuncia dei gravissimi problemi posti dal riaffacciarsi del dibattito sul nucleare nella Repubblica italiana. Esprimiamo la nostra solidarietà e lo pubblichiamo integralmente qui.

Ricordiamo, inoltre, alcune considerazioni maturate a margine dei lavori della nostra II Assemblea Generale del 2021, grazie al contributo delle forze politiche sarde che sono in dialogo con Autonomie e Ambiente (AeA) e con l'Alleanza Libera Europea (ALE-EFA), la nostra famiglia politica europea.

Le nostre forze territoriali sono contrarie al deposito nazionale unico delle scorie nucleari, un'opera faraonica la cui realizzazione e gestione, nei millenni, porrebbe molti più problemi di quanti pretenda di risolverne. Nell'opinione pubblica, peraltro, dilaga lo scetticismo nei confronti della SOGIN, la società incaricata del gravissimo problema, che da decenni dilapida risorse pubbliche senza produrre soluzioni sostenibili, un fallimento epocale del centralismo.

Tanto meno Autonomie e Ambiente (AeA) accetta che le scorie siano esportate in Sardegna, una terra che si vedrebbe così trattata, per l'ennesima volta, come una colonia interna dell'Italia.

Il problema delle scorie, che sarà sulle spalle delle generazioni future per millenni, è troppo grande per essere affidato a un solo grande sito di stoccaggio. Come decentralisti e territorialisti dobbiamo proporre con competenza e coraggio l'alternativa del decentramento. Occorrono più depositi, territoriali o interterritoriali, costruiti con il consenso delle popolazioni e delle amministrazioni locali, affidati a enti pubblici. Ogni regione produce piccole quantità di scorie radioattive, per esempio quelle della diagnostica ospedaliera, e dovrebbe farsene carico. Le scorie accumulate dal dismesso nucleare italiano dovranno essere anch'esse suddivise tra diversi siti nella penisola, non certo esportate in Sardegna, dove le centrali nucleari non sono mai esistite.

Ricordiamo anche, perché la politica europea e italiana sembrano averlo dimenticato, che il nucleare è stato rifiutato dai popoli e dai territori della nostra Repubblica in ogni sede, tra l'altro con il conforto di due referendum popolari (nel 1987 e ancora nel 2011). La Sardegna ha pronunciato un solenne no al nucleare, allo stoccaggio delle scorie, persino al loro transito, nell'importante referendum consultivo del 2011.

Si è tornati a discutere di nucleare in Europa, perché qualcuno lo ritiene necessario durante la transizione ecologica, arrivando a definirlo una fonte di energia più "verde" di altre. Pur non condividendo questa posizione, possiamo ritenerla comprensibile per chi, come la Francia di Macron, ha già sostenuto immensi investimenti nel nucleare. Sarebbe incomprensibile, invece, anche economicamente, avventurarsi in direzione del nucleare ripartendo oggi, da zero, con tecnologie superate che continuerebbero a ingigantire il problema millenario della conservazione delle scorie.

Nella nostra mentalità, quando un problema è troppo grande per essere gestito unitariamente e centralmente, è necessario suddividerne il peso ed affidarsi a soluzioni locali e differenziate, sotto il ravvicinato e ferreo controllo di poteri pubblici democratici locali. Ma non è solo una nostra convinzione, bensì solo una delle necessarie declinazioni della sussidiarietà, cioè di un principio fondamentale nella Costituzione, negli Statuti, nei trattati europei.

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Seminario per la lista Patto Autonomie Ambiente

Sabato 2 marzo si terrà, a partire dalle 15.30, un seminario politico, elettorale, organizzativo, fra tutti coloro che si sono resi disponibili a presentare la lista PATTO AUTONOMIE AMBIENTE, promossa da EFA e da Autonomie e Ambiente, da presentare alle prossime elezioni europee dell' 8-9 giugno 2024. La conclusione dei lavori è prevista per le 18.30.

Qui lo spot di invito, che è stato concepito dal dj Renzo Giannini, di Prato, per Autonomie e Ambiente:

Il seminario è pubblico e tutti possono collegarsi.

Per la prenotazione degli interventi (5 minuti a testa) si scriva a Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. e si veda qui:

https://autonomieeambiente.eu/news/255-seminario-politico-elettorale-preparazione-europee-2024

I temi di posizionamento politico da approfondire sono il nostro rifiuto del "bipolarismo all'italiana", l'impegno con i comitati "Felice Besostri" contro il Rosatellum e tutte le leggi elettorali ingiuste e per una nuova stagione di partecipazione, per l'Europa dei popoli, delle regioni, dei territori, per le autonomie personali, sociali, territoriali.

Sarà data la parola ad almeno un leader o rappresentante locale per territorio.

Il collegamento è, lo ripetiamo, a disposizione di tutti:

https://zoom.us/j/94158695080?pwd=Nkgvcm54WldIRkdGZ2RnNHVCMWVBZz09

Sarà attivato intorno alle 15.15 del 2 marzo 2024.

 

Roma, 25 febbraio 2024 - A cura della segreteria interterritoriale

 

Seminario politico-elettorale sulle elezioni europee 2024

PIÙ AUTONOMIE, meno stati

PIÙ SALUTE, meno veleni

PIÙ DIVERSITÀ, meno conformismi

PIÙ POLITICA, meno armi

 Seminario politico-elettorale

PATTO AUTONOMIE AMBIENTE

in preparazione alle elezioni europee 8-9 giugno 2024

Evento online della lista promossa

da Autonomie e Ambiente e da EFA

SABATO 2 MARZO 2024 ore 15,30-18.30

 

Per informazioni e per prenotare il proprio intervento: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

Collegamento: https://zoom.us/j/94158695080?pwd=Nkgvcm54WldIRkdGZ2RnNHVCMWVBZz09

Spot:

 

Seminario sulle elezioni politiche del 25 settembre 2022


Seminario politico-elettorale di Autonomie e Ambiente
online, sabato 30 luglio 2022

Su invito della Presidenza di Autonomie e Ambiente e del gruppo di collegamento fra le forze della sorellanza si è tenuto sabato 30 luglio 2022 un seminario politico-elettorale in cui è stato possibile un confronto aperto e approfondito sulla situazione politica nella Repubblica Italiana, in vista delle elezioni politiche anticipate, che si terranno il prossimo 25 settembre 2022.

Hanno partecipato (nell’ordine in cui sono intervenuti):

  1. Roberto Visentin (che esercita la presidenza della sorellanza in rappresentanza del Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia)

  2. Silvia Lidia Fancello (attivista per l’autogoverno della Sardegna, rappresentante ALE-EFA in Sardegna)

  3. Giovanni Poggiali (presidente del Movimento per l’Autonomia della Romagna)

  4. Gino Giammarino (attivista dell’autogoverno meridionalista ed editore di QM – Questione Meridionale)

  5. Fonso Genchi (Siciliani Liberi)

  6. Alfonso Alessandro Nobile (Siciliani Liberi)

  7. Stefano Pesaresi (Movimento per l’Autonomia della Romagna)

  8. Ciro Lomonte (segretario nazionale di Siciliani Liberi)

  9. Fabrizio Barnabè (coordinatore del Movimento per l’Autonomia della Romagna)

  10. Carmen Gasparini (Patto Autonomia Veneto)

  11. Emiliano Racca (Liberi Elettori Piemonte)

  12. Albert Chatrian (consigliere regionale della Valle d’Aosta e coordinatore di Alliance Valdôtaine)

  13. Mauro Vaiani (OraToscana)

  14. Alessandro Citarella (MeriDem, Meridionalisti Democratici)

  15. Stefano Paesante (Patto Autonomia Veneto)

  16. Samuele Albonetti (Movimento per l’Autonomia della Romagna)

Non potendo essere presenti o seguire interamente il seminario, hanno inviato un saluto:

  1. Mattia Pepino (Assemblada Occitana Valadas)

  2. Ione Orsini (Un Cuore per Vecchiano – OraToscana)

  3. Cristiano Pennesi (OraToscana)

  4. Giulio Arrighini (attivista per l’autogoverno della Lombardia)

  5. Luca Azzano Cantarutti (Patto Autonomia Veneto)

  6. Federico Simeoni (Patrie Furlane)

  7. Massimo Morettuzzo (consigliere regionale del Friuli – Venezia Giulia, Patto per l’Autonomia del Friuli – Venezia Giulia)

La sorellanza Autonomie e Ambiente non parteciperà alle elezioni politiche del 25 settembre 2022, ma sarà reso pubblico un documento politico-elettorale comune, per riaffermare la continuità e la necessità del nostro progetto di collaborazione fra forze civiche, ambientaliste, autonomiste di varia ispirazione, per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, territoriali e per l’ideale di una Europa delle regioni, dei popoli e dei territori.

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Siciliani votate per Siciliani Liberi

 

 

 

The Siciliani Liberi (Free Sicilians) political movement, SL, represents a decent, ancient, profound anti-colonialism of the largest island in the Mediterranean.

SL is the voice of those who resist decades of internal colonialism, depopulation, resource extraction, a scary decline for which Italian State’s centralism is responsible.

SL is the choice of those who demand a return to the letter of the Statute, which established a full self-government status of Sicily.

SL is the political tent of those who intend to work, with competence, moderation, realism, for a local economy capable of full water, food and energy self-sufficiency, as well as for the protection of the Sicilian environment and culture for future generations.

SL is the political umbrella for all citizens who still believe in personal, social and territorial autonomies, after having rejected the excesses of authoritarian centralism and, in particular, the infamous “greenpass”
(a sinister foretaste of universal surveillance and discrimination).

Sicilians, do not let yourself be gaslighted either by long-time politicians or by void, populist, centralist slogans.

Do not waste your vote!

Now it is time to vote

 

Il movimento politico Siciliani Liberi, SL, rappresenta un dignitoso, antico, profondo anticolonialismo dell'isola più grande del Mediterraneo.

SL è la voce di chi resiste a decenni di colonialismo interno, spopolamento, estrazione di risorse, un pauroso declino di cui è responsabile il centralismo dello Stato italiano.

SL è la scelta di chi pretende un ritorno alla lettera dello Statuto, che sanciva un pieno status di autogoverno della Sicilia.

 SL è la tenda politica di chi intende operare, con competenza, moderazione, realismo, per un'economia locale capace di piena autosufficienza idrica, alimentare ed energetica, nonché per la tutela dell'ambiente e della cultura siciliana per le generazioni future.

SL è l'ombrello politico per tutti i cittadini che credono ancora nelle autonomie personali, sociali e territoriali, dopo aver rifiutato gli eccessi del centralismo autoritario e, in particolare, il famigerato “greenpass” (un sinistro assaggio di sorveglianza e discriminazione universali).


Siciliani, non fatevi abbagliare né da politici di lungo corso, né da slogan vuoti, populisti, centralisti.


Non sprecate il vostro voto!

Ora è tempo di votare

SICILIANI LIBERI

https://www.sicilianiliberi.org/
Candidata presidente: Eliana Esposito - https://twitter.com/ElianaEspositoS
Candidato vicepresidente: Massimo Costa - https://t.me/massimo_costa

Per sostenere la campagna di Siciliani Liberi per le elezioni regionali 25/09/2022
DONATE: IBAN IT19K0623004609000015386713

 

 

Tutto sui lavori della IV assemblea generale - Imola 2024

A Imola in Romagna, i giorni 6 e 7 dicembre 2024, Autonomie e Ambiente ha tenuto la propria IV assemblea generale, all'Hotel Donatello.

Qui l'agenda dei lavori.

Qui il documento politico e gli ordini del giorno finali.

Qui il comunicato stampa.

Qui l'approfondimento sul contributo dell'esperienza di sanità pubblica e prossima portataci da Ornella Mancin e Tiziana Mattiazzi, dalle comunità di Cavarzere e Cona, dove opera la cooperativa Medicina Futura.

Qui di seguito i quattro video che documentano ampiamente i lavori:

1) VENERDÌ 6 DICEMBRE 2024 - L'AUTONOMIA CURA (Autonomy cares) - sessione di ascolto di competenze ed esperienze – prima parte - h 15-17

Modera: Mauro Vaiani (v.p. segretario AeA) - Interventi:  Samuele Albonetti (RU); Giovanni Poggiali (MAR); Prof. Vittorio Daniele; Dott.ssa Ornella Mancin; Dott.ssa Tiziana Mattiazzi; Roberto Visentin (presidente AeA)

 

 

2) VENERDÌ 6 DICEMBRE 2024 - L'AUTONOMIA CURA (Autonomy cares) - sessione di ascolto di competenze ed esperienze – seconda parte - h 17.15-19.15

Modera: Mauro Vaiani (v.p. segretario AeA) - Interventi:  Dott. Sergio Bagnasco; Prof. Tiziano Bonini Baldini; Agostino D'Antonio; Joël Farcoz (Union Valdôtaine); Riccardo Galimberti (RiBella Firenze-OraToscana); Marco Mastacchi (cons. regionale civico E-R); Antonello Licheri; Fabrizio “Caveja” Barnabè (l'artista romagnolista nella foto)

 

3) SABATO 7 DICEMBRE 2024 - IL CIVISMO GENERA AUTONOMIE (Civism generates autonomies) - assemblea dei delegati - prima parte h 09-11

Purtroppo manca la registrazione dei primi minuti in cui si sono letti i saluti di Renato Soru  (Progetto Sardegna – Coalizione Sarda), Ciro Lomonte (Siciliani Liberi), Emiliano “Milian” Racca (Liberi Elettori Piemonte), Marco Cannito (Città Diversa - Livorno), Elia Mioni (Il Passo Giusto); Manuel Pirino (Generazione Italie);  Ettore Beggiato (autonomista veneto)

L’assemblea ha anche ricordato con un momento di raccoglimento gli ostaggi, i prigionieri politici, i feriti e i caduti di tutte le violenze politiche, di tutti i conflitti, su ogni fronte

Modera: Mauro Vaiani (v.p. segretario AeA) - Interventi: Roberto Visentin (presidente AeA); Samuele Albonetti (presidente Rumâgna Unida); Joël Farcoz (président de l'Union Valdôtaine); Michele Zuddas (promotore "Pratobello 2024"); Domenico Galbiati (Insieme); Paolo Guerra (AssoRaRo)

 

4) SABATO 7 DICEMBRE 2024 - IL CIVISMO GENERA AUTONOMIE (Civism generates autonomies) - assemblea dei delegati - seconda parte h 11.30-13.30

Modera: Mauro Vaiani (v.p. segretario AeA) - Interventi: Luigi Spanu (Partecipazione Attiva); Gino Giammarino in ricordo di Beppe Di Bello (Liberiamo la Basilicata); Enrico Chiapparoli (segretario Lombardia Civica); Maxhence Helfrich (segretario generale EFAy); Samuele Albonetti (Rumâgna Unida); Diego Genta (att. franco-provenziale – Lib. Elettori Piemonte); Riccardo Galimberti (RiBella Firenze – OraToscana); Gino Giammarino (Comitato Charta di Melfi); Giuseppe Olivieri (presidente Lombardia Civica); Francesca Marrazza (RiBella Firenze); Stefano Pesaresi (azdor Rumâgna Unida); Silvia “Lidia” Fancello (Comitato Sardigna Pro S’Europa); conclusioni di Lorena López de Lacalle (presidente EFA)

 

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I quattro video che documentano i lavori di Imola possono essere ascoltati tutti insieme attraverso il collegamento alla playlist creata dal canale YouTube Autonomie e Ambiente:

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L'assemblea di Imola non sarebbe stata possibile senza il supporto e la generosità della forza politica territoriale locale, Rumâgna Unida, dello storico Movimento per l'Autonomia della Romagna
e di alcuni cittadini impegnati nel civismo imolese.

Si ringrazia, per il costante supporto tecnico, organizzativo e politico Stefano Pesaresi (azdor Rumâgna Unida). Grazie al creativo e videomaker Renzo Giannini di Prato per il supporto nella pubblicazione della documentazione video.

AUTONOMIE E AMBIENTE (AeA)è orgogliosamente partner nella Repubblica Italiana di EUROPEAN FREE ALLIANCE (EFA) - https://www.e-f-a.org

Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - https://www.autonomieeambiente.eu

Imola, 23 dicembre 2024 - raccolta di documenti a cura della segreteria interterritoriale

 

 

Un 25 settembre che ha fatto chiarezza

Rilanciamo anche qui dal sito di Autonomie e Ambiente un intervento che ieri, 29 settembre 2022, ha diffuso Massimo Moretuzzo, il consigliere regionale e segretario del Patto per l'Autonomia F-VG. Se non altro, il voto del 25 settembre 2022 ha portato un elemento di chiarezza: ha vinto una forza centralista e presidenzialista. Il nostro mondo civico, ambientalista e autonomista sta da un'altra parte.

Scrive Massimo Moretuzzo: "Il risultato delle elezioni politiche del 25 settembre ha sicuramente un vantaggio: non permette interpretazioni ambigue. C’è un partito di destra, Fratelli d’Italia, nazionalista e sovranista, che ha vinto in modo inequivocabile, peraltro con percentuali in Friuli-Venezia Giulia più alte della media italiana. Poi ci sono gli altri partiti che, chi più chi meno, chi dentro una coalizione vincente chi dentro una coalizione perdente, chi in rimonta chi in discesa sui sondaggi, hanno perso. Il tutto dentro la cornice di una tornata di voto che ha visto l’ennesimo, pesantissimo, aumento dell’astensionismo e una legge elettorale pessima, per la quale al momento del deposito delle liste era già nota la composizione di gran parte del futuro parlamento. Una legge elettorale che, fra le altre cose, penalizza fortemente le formazioni politiche territoriali – motivo per cui il Patto per l’Autonomia (e nemmeno la sorellanza di Autonomie e Ambiente di cui il Patto è al momento la guida, ndr) non ha espresso delle candidature – e non riconosce in alcun modo la nostra specialità regionale, a differenza di quella di altre regioni e province autonome che anche questa volta hanno eletto dei rappresentanti di partiti locali.".

Si legga l'intero intervento sul sito del Patto per l'Autonomia Friuli-Venezia Giulia:

https://www.pattoperlautonomia.eu/tutte-le-notizie/1141-autonomia-e-partecipazione-dei-cittadini-l-unica-ricetta-efficcace-contro-il-dilagare-dei-sovranismi-in-europa

 

 

Un'alternativa per la Sardegna nel 2025

Ricostruire la genealogia dei guasti portati dal "bipolarismo" in Sardegna sarebbe lungo, doloroso e, per i lettori del nostro sito, inutile. Da Solinas a Truzzu a Todde, i nominati dal centrodestra e dal centrosinistra si sono già rivelati quello che sono: figuranti messi lì da qualcun altro, a tutela di interessi che non sono certo quelli della Sardegna. Pubblichiamo integralmente una breve nota di oggi della presidenza di Autonomie e Ambiente sulla necessità della costruzione di qualcosa di nuovo: un progetto di autogoverno per la Sardegna, adatto al XXI secolo.

𝑮𝒍𝒊 𝒂𝒕𝒕𝒊 𝒑𝒂𝒓𝒍𝒂𝒏𝒐 𝒄𝒉𝒊𝒂𝒓𝒐: 𝒍𝒂 𝒑𝒓𝒆𝒔𝒊𝒅𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑹𝒆𝒈𝒊𝒐𝒏𝒆 𝑨𝒖𝒕𝒐𝒏𝒐𝒎𝒂 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑺𝒂𝒓𝒅𝒆𝒈𝒏𝒂 𝑨𝒍𝒆𝒔𝒔𝒂𝒏𝒅𝒓𝒂 𝑻𝒐𝒅𝒅𝒆 𝒆 𝒊𝒍 𝒔𝒖𝒐 𝒄𝒐𝒎𝒊𝒕𝒂𝒕𝒐 𝒆𝒍𝒆𝒕𝒕𝒐𝒓𝒂𝒍𝒆 𝒉𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒗𝒊𝒐𝒍𝒂𝒕𝒐 𝒍𝒂 𝒍𝒆𝒈𝒈𝒆 10 dicembre 1993, n. 515 𝒊𝒏 𝒎𝒐𝒅𝒐 𝒔𝒐𝒔𝒕𝒂𝒏𝒛𝒊𝒂𝒍𝒆 𝒆 𝒏𝒐𝒏 𝒇𝒐𝒓𝒎𝒂𝒍𝒆.
𝑳𝒂 𝒑𝒐𝒕𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒄𝒆𝒓𝒕𝒂𝒎𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒕𝒊𝒓𝒂𝒓𝒆 𝒑𝒆𝒓 𝒍𝒆 𝒍𝒖𝒏𝒈𝒉𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒓𝒊𝒄𝒐𝒓𝒔𝒊 𝒆 𝒂𝒍𝒍𝒐𝒏𝒕𝒂𝒏𝒂𝒏𝒅𝒐 𝒏𝒆𝒍 𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒊𝒍 𝒑𝒓𝒐𝒄𝒆𝒅𝒊𝒎𝒆𝒏𝒕𝒐 𝒅𝒊 𝒅𝒆𝒄𝒂𝒅𝒆𝒏𝒛𝒂 𝒂 𝒍𝒐𝒓𝒐 𝒓𝒊𝒔𝒄𝒉𝒊𝒐 𝒆 𝒑𝒆𝒓𝒊𝒄𝒐𝒍𝒐.
𝑵𝒆𝒍 𝒇𝒓𝒂𝒕𝒕𝒆𝒎𝒑𝒐 𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒎𝒊𝒄𝒊 𝒆 𝒈𝒍𝒊 𝒂𝒔𝒔𝒐𝒄𝒊𝒂𝒕𝒊 𝒅𝒊 𝑨𝒖𝒕𝒐𝒏𝒐𝒎𝒊𝒆 𝒆 𝑨𝒎𝒃𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆 𝒊𝒏 𝑺𝒂𝒓𝒅𝒆𝒈𝒏𝒂 𝒊𝒏𝒕𝒆𝒏𝒔𝒊𝒇𝒊𝒄𝒉𝒆𝒓𝒂𝒏𝒏𝒐 𝒊𝒍 𝒅𝒊𝒂𝒍𝒐𝒈𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒍𝒂 𝑪𝒐𝒂𝒍𝒊𝒛𝒊𝒐𝒏𝒆 𝑺𝒂𝒓𝒅𝒂, 𝒍𝒆 𝒇𝒐𝒓𝒛𝒆 𝒄𝒊𝒗𝒊𝒄𝒉𝒆, 𝒊 𝒄𝒐𝒎𝒊𝒕𝒂𝒕𝒊 𝒍𝒐𝒄𝒂𝒍𝒊, 𝒊 𝒑𝒓𝒐𝒎𝒐𝒕𝒐𝒓𝒊 𝒅𝒆𝒍𝒍𝒂 𝑷𝒓𝒂𝒕𝒐𝒃𝒆𝒍𝒍𝒐24, 𝒑𝒆𝒓 𝒄𝒐𝒔𝒕𝒓𝒖𝒊𝒓𝒆 𝒖𝒏𝒂 𝒗𝒆𝒓𝒂 𝒂𝒍𝒕𝒆𝒓𝒏𝒂𝒕𝒊𝒗𝒂 𝒔𝒂𝒓𝒅𝒂.
𝑪𝒐𝒏 𝒊 𝒓𝒂𝒑𝒑𝒓𝒆𝒔𝒆𝒏𝒕𝒂𝒏𝒕𝒊 𝒅𝒆𝒍 𝒄𝒆𝒏𝒕𝒓𝒂𝒍𝒊𝒔𝒎𝒐 𝒓𝒐𝒎𝒂𝒏𝒐 𝒄𝒐𝒏 𝒊𝒍 𝒄𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐𝒅𝒆𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒆 𝒄𝒐𝒏 𝒊𝒍 𝒄𝒆𝒏𝒕𝒓𝒐𝒔𝒊𝒏𝒊𝒔𝒕𝒓𝒂 𝒔𝒊 è 𝒕𝒐𝒄𝒄𝒂𝒕𝒐 𝒊𝒍 𝒇𝒐𝒏𝒅𝒐.
𝑳𝒂 𝑺𝒂𝒓𝒅𝒆𝒈𝒏𝒂 𝒉𝒂 𝒃𝒊𝒔𝒐𝒈𝒏𝒐 𝒅𝒊 𝒖𝒏 𝒑𝒓𝒐𝒈𝒆𝒕𝒕𝒐 𝒑𝒐𝒔𝒊𝒕𝒊𝒗𝒐, 𝒑𝒓𝒐𝒑𝒐𝒔𝒊𝒕𝒊𝒗𝒐, 𝒄𝒐𝒎𝒑𝒆𝒕𝒆𝒏𝒕𝒆, 𝒊𝒏𝒄𝒍𝒖𝒔𝒊𝒗𝒐, 𝒅𝒊 𝒂𝒖𝒕𝒐𝒈𝒐𝒗𝒆𝒓𝒏𝒐 𝒂𝒅𝒂𝒕𝒕𝒐 𝒂𝒍 𝑿𝑿𝑰 𝒔𝒆𝒄𝒐𝒍𝒐.
 
𝑨𝒖𝒕𝒐𝒏𝒐𝒎𝒊𝒆 𝒆 𝑨𝒎𝒃𝒊𝒆𝒏𝒕𝒆
 
Olbia 7 gennaio 2025
 
Per mettersi in contatto con Autonomie e Ambiente in Sardegna si faccia riferimento a Silvia Lidia Fancello:

Una pietra sopra il ponte di Messina

 Un breve ma fulminante intervento contro il ponte sullo Stretto di Messina del professore Massimo Costa, mentore del movimento politico Siciliani Liberi, in campagna elettorale per le regionali siciliane del 25 settembre 2022, come candidato vicepresidente a fianco di Eliana Esposito, candidata presidente dei Siciliani Liberi. Parlare del ponte è il diversivo di tutti i politici che non sanno più cosa dire al popolo siciliano, un vero e proprio strumento di distrazione di massa.

Il ponte è un progetto faraonico, dai costi improponibili, contrario a ogni prospettiva di transizione ambientale. E' irrealizzabile ma se anche lo fosse sarebbe da respingere come progetto colonialista e centralista, che renderebbe la Sicilia ancora più periferica e marginale, un'area da cui continuare a estrarre risorse e da cui far emigrare manodopera per lo sviluppo delle capitali economiche italiane.
Autonomie e Ambiente diffonde questo conciso e duro intervento del professore Massimo Costa, perché il no a questa opera faraonica è un tema largamente condiviso nella nostra rete e già trattato sul nostro sito con un intervento dell'arch. Ciro Lomonte, segretario politico dei Siciliani Liberi.

Fermare la follia del ponte di Messina non è solo un dovere dei Siciliani Liberi e di Eliana Esposito, l'unica candidata presidente che si oppone (gli altri cinque - tutti subalterni al sistema politico centralista e privi di cultura dell'autogoverno - hanno già detto sì).

E' una scelta che necessariamente riguarda e coinvolge tutti i movimenti civici, ambientalisti, autonomisti, decentralisti d'Italia e d'Europa.