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Civismo

Les autonomies sont une source inépuisable...

Les autonomies sont une source inépuisable... Le autonomie personali, sociali, territoriali sono una fonte inesauribile di buon senso, senso civico, libertà, responsabilità, capacità d'includere, valorizzazione di diversità e biodiversità, comprensione che il proprio buon vivere dipende dal benessere dei nostri vicini e della nostra comunità, riforme nella Repubblica delle Autonomie, cooperazione nell'Europa delle regioni, solidarietà internazionale e pace nel mondo.

Le autonomie si conservano e si valorizzano a partire dalla vita materiale, dalle esigenze più semplici e più quotidiane, in un groviglio inestricabile di diritti inalienabili e di doveri imprescindibili.

Autonoma deve essere la missione dell'agricoltore. Deve poter vivere anche la più piccola impresa agricola, anche quella meno "produttiva" ma che comunque genera custodia delle tradizioni e dell'ambiente.

Autonome devono essere l'impresa artigiana, i laboratori, i negozi di prossimità, i locali, i circoli, gli studi e ogni tipo di botteghe, perché queste realtà sono la spina dorsale di una convivenza a misura di persona umana.

Autonomo deve essere il medico di famiglia, a cui deve essere restituita la libertà scientifica e organizzativa necessaria per potersi occupare, in scienza e coscienza, di una popolazione con un'età media alta come mai prima nella storia.

Autonomi devono essere i servizi pubblici e sociali presenti in ciascun quartiere, rione, frazione, paesino. Nessuno meglio di chi vive il territorio sa come affrontare i problemi che riguardano la propria vita quotidiana e quella dei suoi vicini.

Autonomi devono essere i comuni. I piccoli municipi, in particolare, devono avere poteri e risorse sufficienti. Non possono essere travolti dalla metastasi normativa di origine regionale, statale, unionale. Si deve accettare una seria discussione su come le attività pubbliche possano e forse debbano finanziarsi senza contrarre debiti sul "mercato".

Autonome devono essere le persone cittadine, quando esercitano il loro diritto-dovere di eleggere i rappresentanti del loro collegio o di votare su referendum locali. La Svizzera è vicina, è il cuore pulsante della democrazia europea, dovrebbe essere una fonte d'ispirazione. Eppure la nostra Repubblica e l'Unione Europea si ostinano a impantanarsi nel centralismo autoritario, nella tecnocrazia, nella sorveglianza universale.

Autonomi, prima di tutto dai pregiudizi e dal conformismo, oltre che dalle piramidi politiche del nostro tempo, devono essere i nostri storici movimenti autonomisti e territorialisti e i nuovi civismi, se vogliamo che essi possano liberare le energie e le competenze di una nuova generazione di leader locali, interterritoriali, europei.  

Prato di Sant'Orso, Valle d'Aosta, 22 giugno 2025, Corpus Domini

A cura della segreteria interterritoriale di Autonomie e Ambiente

 

Lettura pubblica integrale delle PAROLE VIVE della Carta di Chivasso

  • Autore: Gruppo di studio interterritoriale Forum 2043 - 11 marzo 2023
Ciò che i rappresentanti di queste valli hanno affermato,
vale per tutte le regioni italiane,
per i piccoli popoli che formano quel tutto
che è il popolo italiano
(Émile Chanoux, Federalismo e autonomie,
in P. MOMIGLIANO LEVI (a cura di), Écrits, Institut Historique de la Résistance en Vallée d'Aoste,
Aosta, 1994, p. 399, p. 422)

I contenuti del nostro seminario online dedicato alle parole vive della Carta di Chivasso, tenutosi ieri sabato 11 marzo 2023, sono pubblici e disponibili attraverso il prezioso archivio politico di Radio Radicale:

https://www.radioradicale.it/scheda/693128/parole-vive-per-le-autonomie-e-lambiente

Per un approfondimento delle conclusioni politico-culturali e una sinossi completa degli interventi:

https://www.autonomieeambiente.eu/news/117-parole-vive-per-le-autonomie-e-l-ambiente

Attraverso il nostro canale YouTube diffondiamo l'estratto della lettura pubblica integrale della Carta di Chivasso, pochi minuti ma di grandissimo valore:

https://www.youtube.com/watch?v=wSLSjx0PJ0c

 

La Carta di Chivasso, dopo ottant'anni dal 19 dicembre 1943, ci definisce, ci unisce, ci aiuta a tramandare i nostri valori, ci sostiene nel nostro impegno per la Repubblica delle Autonomie personali, sociali, ambientali.

Aiutateci a diffonderla e a farla conoscere, attraverso le reti sociali:

https://twitter.com/rete_aea/status/1634869894306058240?s=20

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Nuova Costituente in difesa dei territori

E' in corso a Milano il congresso di Nuova Costituente, una realtà politico-culturale in cui si sono raccolti intellettuali e attivisti, prevalentemente di matrice liberale classica ma non solo, che negli anni sono sempre stati apertamente autonomisti o comunque vicini agli autonomisti e ai movimenti territoriali decentralisti.

Ricorderete l'intervento di Carlo Lottieri, uno dei promotori, alla nostra II Assemblea generale di Autonomie e Ambiente, nel marzo del 2021.

Siamo sempre stati fianco a fianco nella dedizione alla causa dell'autogoverno della Catalogna.

Hanno affrontato, studiato e maturato una critica al globalismo, con le sue insopportabili concentrazioni di ricchezza e di potere, che tolgono ogni significato alle autonomie personali, sociali e territoriali. Del liberalismo dei mercati locali aperti e competitivi, che lascia spazio agli attori più creativi ma anche più responsabili nei confronti dei loro territori e delle generazioni future, resta ben poco nella società globalizzata del XXI secolo. E' difficile continuare a credere nel "liberalismo" globalizzato, dopo aver assistito alla gestione della pandemia come una emergenza da affrontare con metodi centralisti e autoritari, alla fine "risolta" attraverso l'imposizione di pochi prodotti farmaceutici, comprati da pochi grandi monopolisti globali (le cosiddette "big pharma"), imposti ope legis a miliardi di esseri umani.

Al congresso di Nuova Costituente, non avendo potuto partecipare, per una serie di impegni pregressi nei diversi territori, nessun rappresentante della presidenza di Autonomie e Ambiente, Roberto Visentin ha mandato un messaggio scritto che riportiamo di seguito integralmente:

 

Al Primo Congresso di Nuova Costituente
Milano, 18 Giugno 2022

Cari amici di Nuova Costituente, riuniti nel vostro primo congresso, vi salutiamo e vi auguriamo buon lavoro. Siete una delle poche realtà politico-culturali veramente decentraliste. Siete schierati nitidamente dalla parte dell’autogoverno libero e responsabile di ciascun territorio. Anche fosse solo per questo, fra di noi devono moltiplicarsi le occasioni di incontro e di collaborazione.

Avremmo voluto restituirvi la visita che ci avete fatto alla nostra II Assemblea generale dello scorso marzo 2021, con l’intervento di Carlo Lottieri. Una serie di impegni presi precedentemente al vostro invito ha ridotto le nostre disponibilità, impegni a cui si sono aggiunti alcuni importanti ballottaggi in cui siamo impegnati in diverse città.

Senza nascondere ma anzi valorizzando le nostre diversità, siamo sicuri che lavoreremo insieme sui problemi di questo secolo: la deriva centralista e autoritaria dello stato italiano e degli altri; la degenerazione tecnocratica delle istituzioni dell’Unione Europea; gli abusi delle concentrazioni di potere finanziario globale. E dobbiamo trovare il modo di farlo senza farci etichettare dai media come forze estreme, come antieuropeisti, come sovranisti che vogliono “ancora più Italia”. Proprio noi, che sin dall’inizio della storia di questa Repubblica siamo i propugnatori dei principi confederalisti della Carta di Chivasso!

Fra i temi su cui potremmo lavorare insieme, ne segnaliamo con candore uno che a noi pare estremamente concreto: cerchiamo alleati in tutta la Repubblica per opporci al presidenzialismo, in ogni forma e declinazione. Di più, vorremmo lavorare a ogni livello per diminuire i già troppo ampi poteri degli esecutivi, rafforzando gli organi collegiali, le assemblee rappresentative, la democrazia locale, la partecipazione dei cittadini al più basso livello possibile. Fateci sapere, attraverso i vostri documenti congressuali, cosa ne pensate!

A presto, quindi, e ancora buon lavoro.

Firenze - Udine, 16 aprile 2022

Roberto Visentin

(presidenza di Autonomie e ambiente)

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Nuovi leader "glocal" in cui la Toscana può credere

Riceviamo e volentieri pubblichiamo, pressoché integralmente, una nota dalla rete civica "L'Altra Toscana", a cui partecipano OraToscana e i gruppi civici amici di Autonomie e Ambiente e di EFA. La pubblicazione di una ricerca demoscopica (nella foto sotto una delle schede diffuse) ha fatto molto rumore in Toscana. Ne è emerso che fra i Toscani c'è molta disponibilità verso nuovi leader civici indipendenti dai due poli, quelli che dominano (ed erodono) la democrazia nella Repubblica italiana. Fra di essi spicca Giorgio Del Ghingaro (foto a sinistra), operoso e stimato sindaco di Viareggio (e prima ancora di Capannori), che è il garante dell'aggregazione di realtà civiche "L'Altra Toscana".

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Toscana 2025: i cittadini chiedono una terza via che parte dal basso. Appuntamento a Giugno per la presentazione del Manifesto programmatico de L'altra Toscana.

Nel cuore della Toscana, a pochi mesi dalle elezioni regionali del 2025, un recente sondaggio realizzato da Winpoll racconta con chiarezza un cambiamento profondo in atto nel tessuto politico regionale: i cittadini toscani mostrano una crescente insofferenza verso i due blocchi tradizionali, centrodestra e centrosinistra, e manifestano una domanda forte e diffusa di una terza via. Una via che parta dal basso, che sia autonoma, libera, concreta.

Il dato più significativo è che il 55% degli intervistati si dice pronto a votare un candidato civico, indipendente dalle alleanze partitiche. Questo consenso è trasversale a generazioni, aree geografiche e sensibilità politiche: tra gli under 30 raggiunge il 58%, supera il 60% tra gli elettori di Lega, 5 Stelle e Forza Italia, e arriva a picchi come il 66% a Livorno e il 63% a Lucca. È la fotografia nitida di un popolo che chiede rappresentanza fuori dagli schemi e lontana dalle vecchie logiche di apparato.

A rispondere a questa richiesta crescente è in corso un importante coordinamento regionale di realtà civiche toscane, che, pur nella loro autonomia locale, stanno costruendo una rete capace di affrontare le sfide regionali con uno sguardo nuovo, pragmatico e condiviso. Questo coordinamento mira a portare in Regione una visione civica autentica, fondata sulla partecipazione dei cittadini, la competenza amministrativa e la concretezza delle proposte.

A guidare questa prospettiva di rinnovamento è Giorgio Del Ghingaro, sindaco civico di lungo corso, esperto, competente e dalla forte personalità, che ha fatto del civismo un sistema di governo libero, trasversale e profondamente radicato nei territori, ottenendo risultati eccellenti nella gestione della cosa pubblica. La sua figura rappresenta oggi un punto di riferimento per chi crede che sia possibile amministrare con serietà, visione e autonomia dai partiti.

Il sondaggio mostra inoltre una crescente personalizzazione del voto: il 64% degli elettori afferma che sceglierà in base sia al candidato che alla lista, mentre quasi un elettore su cinque (19%) afferma che voterà esclusivamente per la persona, a conferma di quanto sia centrale oggi il tema della leadership credibile e riconoscibile.

In un quadro in cui i cittadini indicano come priorità assolute sanità (62%), sicurezza (31%), lavoro (24%) e costo della vita (19%), emerge chiaramente il desiderio di una politica vicina, concreta, non ideologica. Ed è proprio qui che si colloca la proposta civica: una terza via che parte dal basso, costruita sui territori, e guidata da chi ha già dimostrato di saper fare buona amministrazione.

Un cambiamento arriva, questa volta, dal basso, dalla società civile, da una nuova generazione di leader - locali, ma "glocal" -  ancorati a una visione lungimirante, per il bene delle generazioni future.

. . . . .

A cura della segreteria interterritoriale
Firenze - Lucca - Livorno, 15 maggio 2025 (Festa della Madonna di Montenero, patrona della Toscana)
 

Oltre il 7% in Friuli-Venezia Giulia

Quella di Massimo Moretuzzo, del Patto per l'Autonomia, con il sostegno di gran parte del centrosinistra, era una proposta di nuovo governo autonomista. I cittadini del Friuli-Venezia Giulia che sono andati a votare, purtroppo sempre meno, hanno preferito confermare l'uscente Massimiliano Fedriga e la sua lista di indipendenti, sostenuta dal centrodestra. I risultati sono questi e vanno accettati, oltre che approfonditi e meditati. Come sempre, gli attivisti, i candidati, i capi della campagna troveranno di che rammaricarsi e migliorarsi.

Massimo Moretuzzo, insieme ad altri quattro consiglieri nuovi eletti del Patto per l'Autonomia più, salvo sorprese nei riconteggi ufficiali, il consigliere della forza sorella Slovenska Skupnost, si preparano quindi a rappresentare una opposizione autonomista, civica, ambientalista, riformista e democratica nel prossimo quinquennio.

Il nostro mondo autonomista e territorialista è sempre molto aperto al dialogo e alla collaborazione politica con tutti, quando ci sono, come oggi, emergenze sociali e ambientali drammatiche. Erano anni che non stabilivamo una collaborazione con forze di centrosinistra, ma si era creata una opportunità, attraverso il sostegno spontaneo alla candidatura di Massimo Moretuzzo, da parte delle opposizioni della passata legislatura nella regione autonoma.

Per il Patto per l'Autonomia, per la forza sorella Slovenska Skupnost, ottenuto il supporto civico e ambientalista di Adesso Trieste e di altre figure indipendenti dai diversi territori, è stata una sfida difficilissima, ma infine vinta.

Non siamo capipopolo, non siamo populisti, non siamo giustizialisti, non abbiamo né soldi né potere. Non ci aspettiamo ondate di voti di protesta come quelle che hanno raggiunto i vari aspiranti "sindaci d'Italia" e "capi politici" nell'ultimo decennio.

Siamo una parte, piccola forse, ma essenziale nella storia e soprattutto per il futuro della Repubblica delle Autonomie e di una nuova confederazione europea. Stiamo raccogliendo forze sufficienti, nei territori dello stato italiano, perché la Repubblica e l'Unione Europea non sbandino verso forme di centralismo autoritario (non accetteremo mai, in nessuna forma, il presidenzialismo italiano o europeo, ricordiamolo).

Moderati nei toni, riformisti per cultura, audaci negli obiettivi sociali, daremo fino in fondo il nostro contributo per fermare l'impoverimento delle persone e delle comunità, per la salute, per i beni comuni, per una transizione ambientale fatta democraticamente e inclusivamente dal basso, per frenare le storture della globalizzazione, per la pace, per tutte le autonomie personali, sociali, territoriali nel mondo.

Nelle elezioni regionali del Friuli-Venezia Giulia abbiamo raccolto più consenso e più seggi di cinque anni fa, superando il 7% e sfiorando i 30.000 voti (sommando i risultati delle nostre due forze sorelle: il Patto per l'Autonomia e la Slovenska Skupnost).

Nelle elezioni comunali di Udine, il prof. Alberto Felice De Toni, candidato civico indipendente con l'appoggio del Patto per l'Autonomia, va al ballottaggio e la sua lista civica De Toni Sindaco supera il 12%.

Grazie a coloro che si sono impegnati, perché un risultato c'è e da questa piccola luce che si è accesa a Nordest possiamo proseguire per obiettivi ancora più ambiziosi.

--- dalla segreteria di Autonomie e Ambiente - Udine - Firenze - Palermo - 4 aprile 2023

Segnaliamo a chi può approfondire i cinguettii di Twitter con cui Autonomie e Ambiente ha seguito lo scrutinio:

https://twitter.com/rete_aea/status/1641708940923641856?s=20

https://twitter.com/rete_aea/status/1642896112137773062?s=20

https://twitter.com/rete_aea/status/1642898144877850626?s=20

https://twitter.com/rete_aea/status/1642919533244555264?s=20

https://twitter.com/rete_aea/status/1643217211518066689?s=20

 

Parole nuove da L'Altra Toscana

A Firenze, sabato mattina 28 giugno 2025, si sono riuniti ottanta amministratori locali e attivisti de "L'Altra Toscana", per la presentazione del proprio manifesto politico-culturale. Due pagine scritte con parole semplici e nuove, che potete leggere integralmente qui o qui.

Da persone nuove, non solo giovani ma anche con una mentalità diversa da coloro che sono in "carriera" nelle piramidi della politica toscana e italiana, non potevano che uscire parole nuove. La Toscana del 2025 ne ha un urgente bisogno: "chiede un linguaggio politico nuovo. I modelli del passato, basati su appartenenze rigide e su un potere distante dai territori, hanno esaurito la loro spinta propulsiva. In questo vuoto si afferma una nuova pratica: il civismo. Un civismo autentico, radicato, autonomo. Non un’ideologia, ma un metodo. Non una bandiera, ma un progetto collettivo. Una politica che nasce dal basso, dalla concretezza delle esperienze locali, e che torna ai cittadini con risultati visibili e verificabili.". Questo è l'incipit del manifesto.

Meno di un anno fa, a Scandicci, alcuni giovani leader locali di questo nuovo civismo autonomo e libero avevano iniziato questo percorso fra cittadini toscani di diverse esperienze, generazioni, territori. Fra di loro le persone attiviste e amiche di OraToscana. Subito è iniziato un dialogo fecondo con molte altre realtà, comunali e intercomunali, fino alla decisione di costituire insieme la rete "L'Altra Toscana".

Il coordinamento, che ormai conta aderenti da tutte le province toscane e da una cinquantina di comuni, è affidata al coordinamento di Giorgio Del Ghingaro (nella foto), l'operoso, stimato, indipendente e "scomodo" sindaco di Viareggio.

Hanno presentato il manifesto: Giovanni Bellosi (Scandicci Civica), Claudio Lucii (Vivi Poggibonsi), Mauro Vaiani (Ora Toscana - Civici di Prato per le autonomie), Renzo Luchi (Cittadini per Fiesole), Francesco Carbini (Liste Civiche Sangiovannesi).

A inizio lavori hanno portato un saluto Serena Bavuso, assessora a Lamporecchio (che ha sostituito la sindaca civica Anna Trassi, all'ultimo momento impossibilitata); David Saisi (sindaco civico di Gallicano), Alessandro Polcri (sindaco civico di Anghiari e presidente della provincia di Arezzo).

Il dibattito è stato coordinato da Anna Ravoni (già sindaca di Fiesole) e Federico D'Anniballe (Cambiamo Ponsacco).

Ha concluso i lavori Giorgio Del Ghingaro, con un intervento di grande respiro sulla necessità di una nuova stagione di buongoverno della Toscana. Siamo in attesa di rendere disponibile integralmente il suo discorso, insieme ad altri materiali e documenti dell'incontro.

Prato, 30 giugno 2025 - A cura dei moderatori di OraToscana

Approfondimenti:

 

Parole vive per le autonomie e l'ambiente - Tutti gli interventi e le conclusioni politiche

Sabato 11 marzo 2023 si è tenuto il seminario online organizzato dal Forum 2043, in collaborazione con Autonomie e Ambiente, sul tema "Parole vive per le autonomie e l'ambiente - Rilettura integrale della Carta di Chivasso". Siamo già entrati nell'ottantesimo anno da quando la Carta fu scritta, nel 1943, eppure le parole di Chivasso sono vive, giovani, profumano di primavera per la democrazia, le autonomie, l'ambiente, la pace,  la libertà. Sono ancora essenziali per coloro che credono nella Repubblica delle Autonomie, nell'Europa dei popoli, in un mondo liberato da autoritarismi, colonialismi e militarismi.

Com'era nelle intenzioni degli organizzatori, il seminario ha rafforzato tutti i movimenti civici, ambientalisti, storicamente autonomisti, modernamente decentralisti, che hanno partecipato. Essi hanno il compito di portare avanti la visione del partigiano e martire Émile Chanoux e promuovere gli ideali di autogoverno dei territori, sussidiarietà verticale e orizzontale, autonomie personali, sociali e territoriali, che sono incisi nella Costituzione italiana, grazie all’impegno di padri costituenti come Giulio Bordon, Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Andrea Finocchiaro Aprile, Emilio Lussu, Aldo Spallicci, Tiziano Tessitori.

Le due sessioni, di un'ora ciascuna circa, sono state registrate e sono disponibili attraverso l'archivio politico multimediale di Radio Radicale:

https://www.radioradicale.it/scheda/693128/parole-vive-per-le-autonomie-e-lambiente

Sul canale YouTube di Autonomie e Ambiente è stata pubblicata, in estratto, la lettura pubblica integrale della Carta di Chivasso.

Come ha sintetizzato Roberto Visentin (presidenza Autonomie e Ambiente, AeA) nelle sue conclusioni, la Carta di Chivasso è ciò che ci unisce e ci definisce. I suoi valori ci sostengono e ci consentono di essere come acqua nel deserto della politica di questa incompiuta "Repubblica delle Autonomie". Le nostre sconfitte sono lezioni. Le nostre differenze sono attrezzi per affrontare e realizzare davvero, territorio per territorio, il grande cambiamento ambientale che ci aspetta.

Hanno partecipato, fra gli altri, Massimo Moretuzzo (nella foto), candidato alla presidenza del Friuli - Venezia Giulia alle elezioni dei prossimi 2-3 aprile 2023, esponente autonomista, civico, ambientalista del Patto per l'Autonomia, sostenuto da gran parte del centrosinistra. E' intervenuto anche Erik Lavevaz, già presidente della Valle d'Aosta, ed esponente dell'Union Valdôtaine, fortemente impegnato nel profondo rinnovamento in corso all'interno dello storico Mouvement e per la ricomposizione delle posizioni autonomiste, che devono riunirsi contro l'eterno ritorno del centralismo.

La rete di Autonomie e Ambiente (AeA) è una larga e inclusiva sorellanza di forze e gruppi politici territoriali attivi nelle varie regioni e province autonome della Repubblica Italiana. Con la collaborazione della famiglia politica europea degli autonomisti, l'Alleanza Libera Europea (ALE - European Free Alliance, EFA), si sta organizzando per la partecipazione alle elezioni europee del 2024.

Di seguito la sinossi completa dell'evento:

2022 07 06 repubblica delle autonomie ancora diversificata FORUM 2043 piccola

Sabato 11 marzo 2023 ore 16-18

Seminario pubblico

PAROLE VIVE

PER LE AUTONOMIE
E L'AMBIENTE

Evento organizzato dal Forum 2043
in collaborazione con Autonomie e Ambiente

Interventi

Parte prima ore 16-17

Mauro Vaiani (OraToscana – segreteria di Autonomie e Ambiente – coordinamento Forum 2043) - Apertura lavori

Eliana Esposito (Siciliani Liberi) – Canto dell’autogoverno

Mauro Vaiani – Introduzione

Sara Borchi e Stefano Fiaschi – Lettura integrale della Carta di Chivasso

Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia Friuli-Venezia Giulia)

Erik Lavevaz (Union Valdôtaine – già presidente della Valle d’Aosta)

Silvia Fancello "Lidia" (rappresentante EFA-ALE e referente AeA in Sardegna)

Alfonso Nobile, "Alessandro" (Siciliani Liberi)

Andrea Acquarone (autonomista ligure e animatore di "Che l'inse!")

Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera, attivista per l'autogoverno e per la salute in Sardegna)

Parte seconda ore 17-18.00

Samuele Albonetti (Rumâgna Unida, già coordinatore del Movimento per l’Autonomia della Romagna)

Maria Luisa Stroppiana (Assemblada Occitana - Valadas)

Gino Giammarino (editore e attivista per l'autogoverno di Napoli e del Sud, Forum 2043)

Walter Pruner (autonomista trentino)

Silvia Fancello "Lidia" (rappresentante EFA-ALE e referente AeA in Sardegna)

Giovanna Casagrande (Sardegna Possibile)

Alfonso Nobile, "Alessandro" (Siciliani Liberi)

Milian Racca (Liberi Elettori Piemonte)

Roberto Visentin (vicepresidente europeo EFA-ALE, presidente AeA) – Conclusioni politiche

Mauro Vaiani – Saluti finali

A conclusione dell'evento si è lanciato un appello per le donne, la vita, la libertà di tutti, e per la pace, dappertutto, con l’ascolto della canzone Baraye di Shervin Hajipour nella versione remix di DJ Siavash (fonti: https://youtu.be/I0bEMX6Avp0 - https://djsia.com/)

Hanno mandato un messaggio perché non sono potute intervenire le persone amiche:

Alfredo Gatta (Pro Lombardia, vicepresidente di AeA)

Lucia Chessa (RossoMori - Sardegna)

Luana Farina Martinelli (Caminera Noa)

* * *

Per seguire gli sviluppi dell'evento è indispensabile iscriversi al canale Telegram del Forum 2043: https://t.me/Forum2043

Si ringrazia per la collaborazione tecnica e creativa: Renzo Giannini - Il Lampone - https://www.youtube.com/lorenxman

Informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

 

Parte la Rete Civica Solidale

A Roma, presso la Camera dei Deputati, lunedì 30 giugno 22025, è stata presentata l'iniziativa politica Rete Civica Solidale. Alla conferenza stampa sono intervenuti i sette promotori: Angelo Chiorazzo - vice Presidente Consiglio regionale della Basilicata - Basilicata Casa Comune; Paolo Ciani - Deputato e Segretario Democrazia Solidale – Demos; Giuseppe Irace - Segretario di PER - Persone e Comunità; Alberto Felice De Toni, sindaco civico di Udine, e Stefania Proietti, presidente civica della Regione Umbria (questi ultimi due sono intervenuti con un collegamento a distanza).

Persone, movimenti civici territoriali e il partito Demos, si sono messi in gioco insieme, per creare uno spazio politico nuovo di partecipazione dal basso, in vista delle elezioni politiche che si terranno entro il 2027. I promotori sono tutti, in grado e modalità diverse, legati al centrosinistra, in particolare alla tradizione cristiano-sociale. Qui si può leggere integralmente il documento dei promotori.

Il presidente di Autonomie e Ambiente (AeA), Roberto Visentin, e il vicepresidente segretario, Mauro Vaiani, invitati dai promotori, hanno partecipato a questo evento, insieme a diversi amministratori locali ed alcuni esponenti della cultura, dell'impegno civile, della politica.

La segreteria interterritoriale di AeA ha apprezzato i valori espressi nel documento base: restituire concreta priorità alla costruzione della pace e della solidarietà internazionale, con uno sforzo comune di tutti gli Europei; la chiara coscienza che è in atto una drammatica erosione della democrazia (anche per le leggi elettorali ingiuste che sono in vigore); l'urgenza di custodire la "casa comune", gli ecosistemi locali e l'intero pianeta, da una economia distruttiva; la restituzione di libertà e responsabilità alle persone che si impegnano in politica nei loro territori.

Ancora più apprezzata da AeA è stata la scelta di una modalità confederale, aperta, inclusiva, dal basso. Ciò che per gli ambienti autonomisti è scontato, è praticamente sconosciuto nella politica italiana. Tutti i principali partiti sono piramidi - spesso cristallizzate e inaccessibili a persone nuove, specie giovani, donne, indipendenti.

L'avvio della Rete Civica Solidale è parso tanto più opportuno perché si è distinto, nei contenuti e ancor più nel metodo, da altre iniziative di questo momento politico, in cui c'è una domanda enorme di novità (nuove idee, ma anche nuove persone, perché quelle attualmente al potere lo sono ormai da trent'anni). Novità che non si può riversare negli otri vecchi...

E' noto che esponenti di diversi partiti si rapportano molto goffamente con il civismo, con le storiche autonomie, con i nuovi movimenti territoriali, pensando di poterli guidare, più che collegare (ricordiamo due casi eclatanti: De Pascale in Emilia e in Romagna; l'assessore Onorato a Roma).

Altri autocandidati "federatori" sembrano volersi calare dall'alto su ciò che vorrebbero unire, rischiando di riprodurre dinamiche leaderistiche troppo verticali per poter veramente accogliere e raccogliere comunità e gruppi di cittadini autonomi e liberi (che sono in fuga dalle urne, perché già abbondamente delusi in passato dalle sirene di altri leader, sia populisti che tecnocrati).

Alla nuova Rete Civica Solidale non solo gli auguri, ma la disponibilità al dialogo su come valorizzare, insieme, le diversità e le autonomie nella nostra Repubblica.

 

Firenze, 1 luglio 2026 - A cura della segreteria interterritoriale

 

Per la dignità del consigliere comunale

  • Autore: A cura di OraToscana - lunedì dell'Angelo, 10 aprile 2023

Un appello da OraToscana nel Forum 2043 per tutti i consiglieri comunali della Repubblica

Prato – Santa Luce – San Vincenzo – Siena – Vecchiano, lunedì dell’Angelo, 10 aprile 2023

Introduzione

Alle persone che vengono elette nei consigli di ogni comune vorremmo che fossero restituiti dignità e poteri, necessari non a loro ma alle comunità locali, nell’interesse di molti oggi e delle generazioni future, per migliorare concretamente le cose.

Chi conosce la storia delle gloriose istituzioni comunali, sa bene che nulla garantisce nel tempo una saggia amministrazione quanto la conoscenza reciproca, l’intimità vorremmo dire, la condivisione dello stesso destino fra governanti e governati, esattamente quella che è possibile, appunto, in un comune.

Coloro che possono ascoltare questo appello, discuterlo, migliorarlo, farlo proprio, diventarne attivisti e promotori, militanti solidali fra di loro fino al punto da trasformarsi in un movimento interterritoriale capace d’imporre le riforme necessarie, sono primariamente coloro che consiglieri comunali lo sono, lo sono stati, abbiano tentato di diventarlo, o almeno siano stati vicini a una persona investita di questo gravoso e, oggi, ingrato incarico.

logo Autonomie e Ambiente AeA OraToscana

Proposte

  1. Il consigliere comunale deve godere di permessi dal lavoro durante il suo mandato (e di un sostegno al suo reinserimento lavorativo al termine dello stesso); di un compenso adeguato all’entità del suo impegno; di una tutela previdenziale e assicurativa; di un ufficio da cui condurre la sua attività istituzionale, oltre che portare avanti le proprie convinzioni e battaglie politiche.
  2. Ogni consiglio comunale è in grado di decidere da sé, considerando le risorse e le dimensioni del suo territorio, di quanti consiglieri debba essere composto.
  3. Solo il consigliere comunale eletto deve essere impiegato a tempo pieno nell’amministrazione (come assessore o in altri incarichi).
  4. Ogni consiglio comunale è in grado di decidere in autonomia quanti dei suoi membri debbano essere amministratori a tempo pieno e garantire loro un compenso adeguato.
  5. Ferma restando la centralità ordinamentale della figura del primo cittadino, ai consigli comunali deve essere consentito adottare una forma di governo direttoriale (collegiale, quindi con consigli che siano anche giunte), specie nelle comunità più piccole.
  6. Come raccomanda da ottant’anni la Carta di Chivasso, si dovrebbe essere elettori o eleggibili solo dopo un certo periodo che si è residenti e contribuenti del proprio comune, lasciando allo statuto comunale di determinare la lunghezza di tale periodo.
  7. Premesso che l’unico modo per imparare davvero a fare il consigliere comunale è quello di farlo, chi si candida al consiglio comunale dovrebbe aver dimostrato conoscenza delle lingue locali, parlate e scritte, ed avere - almeno - la formazione e la buona condotta richieste al giudice popolare.
  8. Per quanto le persone siano (giustamente) diffidenti nel dare il potere a chi non ha un mestiere o una istruzione, si deve prendere atto che nella vita politica sono indispensabili esperienza, competenza e anzianità: per qualcuno la politica può diventare una professione, non solo una vocazione, e di questo ogni comunità dovrebbe tenere conto nel decidere i pur necessari limiti ai mandati (consecutivi o non consecutivi).
  9. La carica di consigliere comunale dovrebbe essere incompatibile con ogni altra e sarebbe opportuno che nessuno potesse essere eletto o nominato in istituzioni superiori senza prima essere stato eletto consigliere comunale.
  10. L’espressione di candidature al consiglio comunale dovrebbe essere resa possibile a tutti coloro che ne abbiano i requisiti, con il minimo di formalità, eventualmente stabilendo un numero minimo di concittadini che la supportino.
  11. La campagna elettorale comunale dovrebbe essere organizzata e pagata dall’amministrazione, assicurando a tutti le stesse opportunità e gli stessi spazi, imponendo divieti, o almeno limiti e controlli rigorosi, alla spesa privata o di parte.
  12. La scelta dei consiglieri comunali deve essere fino in fondo nelle mani dei cittadini, quindi ogni elettore dovrebbe, obbligatoriamente, votare non più solo un simbolo o uno schieramento, ma prima di tutto una persona (massimo due, di genere diverso), fra i candidati della sua circoscrizione, trovandone i nomi già sulla scheda.
  13. I comuni devono potersi aggregare in libere associazioni intercomunali, in modo tale da garantire l’esercizio di funzioni associate, secondo principi di sussidiarietà; è opportuno che gli organi di tali associazioni di comuni siano eletti dai consiglieri comunali stessi.
  14. In tutti i casi in cui il comune, per dimensione demografica o per estensione geografica, sia composto di più comunità distinte (municipi, quartieri, frazioni, altro), si lasci alle popolazioni locali la possibilità di trasformarlo in una unione di comunità.
  15. Si deve riprendere, con ritrovato entusiasmo per l’autogoverno comunale e territoriale, l’abolizione delle prefetture e di ogni altra istituzione intermedia fra le regioni (o le province autonome) e le libere associazioni o unioni di comuni.
  16. Al comune, singolarmente o in associazione con altri del territorio, deve tornare il potere di cambiare concretamente le cose, secondo Costituzione, ponendo fine alla paralisi provocata dalla metastasi normativa regionale, statale, europea.

Note

A coloro che si preoccupano delle risorse, ricordiamo che siamo impegnati per la territorializzazione delle imposte, perché esse restino sui territori e perché ci siano fondi di perequazione. I comuni, peraltro, non devono vivere di soli Euro: possono e quindi dovrebbero essere create monete locali complementari, per creare uno scambio di beni e servizi all’interno della comunità o dei territori: l’autonomia energetica con fondi rinnovabili; la produzione sostenibile di cibo lobale; asili e scuole a cui i bambini possano andare a piedi; ambulatori medici di vicinato; riuso del patrimonio abitativo esistente e affitti equi; servizi pubblici locali, fondati sul lavoro cooperativo locale, staccati dal mercato dove tutto si misura in Euro.

Guardiamo con ammirazione a tante iniziative che puntano a restituire risorse alle nostre democrazie locali, come, in ultimo, la campagna "Riprendiamoci il Comune", ma a tanti amministratori, consiglieri, attivisti, gruppi, comitati, noi chiediamo di fare, insieme, qualcosa di molto più radicale: una lunga marcia per decentrare il potere, distribuire le risorse oggi centralizzate, delegificare, restituire dignità e poteri a ciascun comune e ai territori.

Le autorità comunitarie europee e lo stato (e, di riflesso, le regioni e le province autonome) devono finirla di alimentare la metastasi legislativa, che sta paralizzando senza assicurare protezione. Devono, per essere ancora più nitidi, smettere di legiferare sovrapponendosi sulle stesse materie, in plateale disprezzo al principio della sussidiarietà. Devono trattenersi dall’emanare “grida” per tutti i comuni, imponendo le stesse regole a municipi come Santa Luce, San Vincenzo, Vecchiano, Siena, Livorno, Prato, Firenze, come se fossero uguali.

Nel nostro mondo civico, ambientalista, autonomista, confederalista, siamo ostili ai leaderismi, ai presidenzialismi (anche quelli dei presidenti-governatori regionali e dei sindaci-podestà), alle tifoserie mediatiche, all’antipolitica, al populismo, al giustizialismo, all’antistatalismo tardoliberista, a irragionevoli proibizionismi, che riempiono il dibattito pubblico riducendolo a un fatuo chiacchiericcio mediatico, conducendo la Repubblica delle Autonomie alla rovina.

A noi pare evidente che i consiglieri comunali eletti devono urgentemente riprendersi dignità e poteri, perché essi possano davvero fare la differenza, essendo vicini alle persone, alle comunità, al territorio. Poteri e ovviamente doveri, perché eleggendo consiglieri comunali come accade ora, persone senza radici, senza cultura, senza consenso, senza responsabilità, stiamo sprofondando nella palude del ciarlatanismo politico.

Ai comuni è stato imposto, dal 1992 a oggi, di abbandonare beni comuni, di chiudere servizi pubblici universali, di rinunciare a svolgere funzioni economiche, sociali, ambientali, di lasciare potere a opache tecnocrazie (pubbliche ma sempre più spesso private). Ai politici dei comuni è stato imposto di lasciare potere a “tecnici”, che sono diventati un opaco mandarinato, a cui nessuno può chiedere mai di rendere conto. Questo svuotamento dei comuni e questa cancellazione della politica, però, tanto più moltiplica aziende esternalizzate, enti funzionali, agenzie, commissariati, sovrintendenze, autorità, garanti, agende, progetti, conferenze, piani, pubblicazioni, raccomandazioni, circolari, tanto meno protegge concretamente le persone, le comunità, i territori.

Qualcuno ricorderà il 1981 non solo per una sciagurata scelta di privatizzazione dei debiti pubblici, ma anche per un importante documento dei vescovi cattolici italiani sulle prospettive del paese. Da allora, dobbiamo ammetterlo con franchezza, ogni tentativo di fermare il declino agendo sul potere centrale italiano (o europeo) è sostanzialmente fallito. La Repubblica, schiacciata da troppe leggi ma senza più legge, sta letteralmente sprecando la vita di decine di migliaia di funzionari pubblici, spesso qualificati lavoratori del diritto e della conoscenza, ma ormai persone perse, che ricevono stipendi, magari importanti, ma il cui lavoro nelle burocrazie del centralismo è totalmente inutile se non controproducente per le comunità e per i territori.

Siamo debitori, per questo appello, ai costituenti che hanno voluto sancire i principi di “sussidiarietà, differenziazione ed adeguatezza” (art. 118 della Costituzione); a coloro che ispirarono, scrissero, attuarono la rivoluzionaria, per i tempi, legge 142 del 1990 (onoriamo il ricordo di persone come Fiorenzo Narducci e Alfredo Gracili); ai fondatori delle liste verdi storiche (in particolare l’avventuara umana, politica e amministrativa di Giannozzo Pucci); alle tradizioni politiche della Firenze che è stata la città di Giorgio La Pira e dalla sua “giunta parallela”, composta da Mario Fabiani, Tristano Codignola, Romano Bilenchi; ai pionieri della rivoluzione paesana e rionale; alle tante realtà civiche che sono riuscite a vincere la guida del proprio comune, con le proprie forze, senza l’aiuto di alcun partito o di alcun potentato (o che ci stanno provando, come il Polo Civico di FabioPacciani nella Siena di questa primavera 2023); a coloro che, come i socialisti di Vecchiano, custodiscono le migliori tradizioni della politica dei partiti popolari della Repubblica delle Autonomie; a coloro che contribuiscono al Forum 2043 e che si stanno impegnando per costruire un grande movimento interterritoriale per le autonomie e l’ambiente.

Un caveat conclusivo

Siamo in una situazione grave: stiamo invecchiando, impoverendoci, spopolandoci nei nostri territori periferici rispetto alla globalizzazione; siamo minacciati dalla nostra stessa civiltà industriale che distrugge l’ambiente e disumanizza la vita; in poche mani sono concentrati strumenti di digitalizzazione e virtualizzazione talmente potenti da cancellare la stessa realtà, sostituendola con un sinistro conformismo planetario, un orwelliano appiattimento culturale e spirituale; le elite della finanza globale concentrano ricchezze immense e praticano un capitalismo predittivo che ci telecomanda nei nostri consumi e, in una prospettiva paurosa, nei nostri stessi pensieri e desideri; pochi poteri politici praticano la sorveglianza universale, con una pervasività mai vista prima nella storia; i loro apparati militari-industriali ci ordinano di amare gli oppressori e odiare gli oppressi, rendendo accettabili ai nostri occhi le loro guerre infinite. Non c’è più tempo da perdere: è il momento di una riscossa popolare.

Non possono farla gli ultimi, i troppo anziani, i malati, gli oppressi, i rifugiati, gli sradicati, i diseredati della Terra. Nemmeno la faranno coloro che sono integrati nella mentalità dominante, né, d’altra parte, coloro che sono stati abbagliati da prospettive settarie, cospirazioniste, apocalittiche. Come scrive Mauro Vaiani nel suo Cosmonauta Francesco, la rivoluzione la devono fare i penultimi: le persone che ancora hanno una cultura, una memoria, un’identità, un lavoro, una loro proprietà o un’attività economica privata, una capacità di comprendere in modo critico la parola scritta, una minima connessione alle reti sociali globali contemporanee, una capacità “donmilianiana” di avanzare i propri dubbi con parole chiare e appropriate, una spiritualità se non una fede. Persone che sanno distinguere se una cosa funziona meglio in Svizzera piuttosto che in Cina o negli Stati Uniti, a San Marino piuttosto che a Bruxelles, con un’anima libertaria e una cultura riformista, ma ancorate a una etica della responsabilità, piuttosto che della fanatica convinzione.

Sorgano quindi cavalieri di civismo, ambientalismo, autonomismo del XXI secolo, in difesa dei molti, contro i pochi, perché la vita resti umana e il pianeta abitabile: una nuova generazione di leader locali, a chilometro zero, capaci di generosità e sacrificio, disposti a concorrere alle loro elezioni locali e determinati a vincere.

* * *

Per aderire a questo appello e trasformarlo insieme in azione politica, elettorale, legislativa:

Se - e solo se - siete in grado di impegnarvi con una lista civica nel vostro comune in Toscana e volete essere parte della rete di OraToscana:

Per partecipare, con Autonomie e Ambiente, alla costruzione del movimento per l’autogoverno dei territori del XXI secolo:

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Per la pace si riparta dal cessate il fuoco

Nella nostra rete di forze territoriali abbiamo avuto e abbiamo ancora posizioni articolate su come arrivarci, ma non ci sono dubbi su dove dobbiamo andare: l'Europa deve gettare il proprio peso politico ed economico nell'arrivare al più presto a un cessate il fuoco in questa terribile guerra tra la Federazione Russa e l'Ucraina. Questo conflitto ormai decennale (che dalla prima mattinata del 24 febbraio 2022 è diventato una operazione militare su larga scala, ma che risale almeno al 2014), deve essere fermato.

Tutto è possibile, dopo il cessate il fuoco: salvaguardare la sovranità e la natura democratica della repubblica di Ucraina; restituire ai cittadini dei territori contesi una speranza e una voce sul loro futuro; frenare la deriva militarista e nazionalista nella Federazione Russa, i cui popoli non sono nemici dell'Europa e nemmeno nemici del popolo ucraino; riaprire il dialogo a tutto campo, in tutto il mondo, con tutte le potenze, sul disarmo e contro la proliferazione nucleare.

Per questo molti nostri attivisti dell'Italia centrale partecipano alla marcia della pace Perugia-Assisi di oggi domenica 21 maggio 2023.

Per questo la nostra forza sorella Siciliani Liberi ha aderito all'iniziativa dei referendum contro la guerra e per la sanità pubblica. Per un approfondimento su questa iniziativa popolare, consigliamo l'ascolto di questa "tribuna" con il prof. Ugo Mattei, ospitata da Radio Radicale: https://www.radioradicale.it/scheda/698585/dibattito-sui-tre-referendum-sanita-e-guerra

A cura della segreteria interterritoriale

Firenze, 21 maggio 2023

 

 

Per un maturo e capillare civismo al servizio dei territori

Udine-Firenze-Napoli, 16 maggio 2023

Nota per la stampa

Un maturo civismo ambientalista e territorialista
cresce in ogni regione della Repubblica

Autonomie e Ambiente, rete italiana di forze politiche territoriali guidata dal Patto per l’Autonomia del Friuli-Venezia Giulia, si congratula con le moltissime forze civiche, attente ai problemi ambientali e sociali, che stanno crescendo in tutti i territori della Repubblica, dal Salento al Bellunese, dalla Toscana al Molise.

Si moltiplicano casi di movimenti civici locali di qualità, oltre che di successo, sia quando competono da soli, sia quando si alleano con i rappresentanti locali dei partiti. Praticamente in tutti i ballottaggi, le persone e le liste indipendenti dalle piramidi politiche romane o milanesi, saranno decisive.

I cittadini hanno storie e valori di sinistra, centro o destra, ma non esistono soluzioni di “centrosinistra” o “centrodestra” valide per tutti i territori e per tutte le emergenze di questo inizio secolo. La polarizzazione, così come semplificata sui media, è solo propaganda d’ignoranza e cristallizzazione di pregiudizi.

Sempre più cittadini trovano semplicemente inaccettabile la concentrazione di potere nelle mani di pochi capi di partiti e partitini “nazionali” e non vogliono più votare candidati paracadutati dall’alto e da altrove, o scegliere tra figure e slogan trasmessi dalle televisioni nazionali. E’ un importante risveglio, che potrebbe anche porre rimedio al crollo della partecipazione al voto.

Questo è anche, a nostro parere, un segnale importante in vista della resistenza che in tutti i territori si sta alzando contro le proposte di elezione diretta – quindi mediatica - di un capo per l’intera repubblica (presidente, premier, sindaco o podestà d’Italia che sia). La Repubblica delle autonomie personali, sociali, territoriali, intende resistere alla deriva centralista e autoritaria.

Per sostenere questa primavera di senso civico, ambientalismo, autonomia politica, Autonomie e Ambiente promuove un serio e inclusivo confederalismo dal basso, radicato nella storia della Repubblica delle Autonomie voluta dai padri costituenti (e che san ben distinguere le persone e le esperienze serie dai ciarlatani e dai riciclati).

Da subito promuoveremo alcune riforme delle leggi elettorali per i comuni della Repubblica, che vadano incontro a questa crescente esigenza di serietà, autonomia, responsabilità (come quelle raccolte nella recente riflessione di OraToscana sul nostro Forum 2043, realtà di studio e ricerca politica per le autonomie).

In particolare appoggeremo norme che impediscano liste civetta formate all’ultimo momento da candidati non residenti (il cui unico interesse è piantare bandierine di partito). Per i piccoli comuni promuoveremo la possibilità di sperimentare forme di governo più snelle e più collegiali. Solleciteremo anche una riflessione critica sulla figura del sindaco, che concentra nelle proprie mani un potere eccessivo.

Autonomie e Ambiente è e sarà sempre di più un patto interterritoriale di civismoe ambientalismo, oltre che di autonomismo, impegnato per una democrazia, locale ed europea, più robusta e più rispettosa delle diversità e delle biodiversità.

Dalla Presidenza di Autonomie e Ambiente

Per contatti e approfondimenti:

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Pisa, l'aeroporto che la Toscana ha già

OraToscana, la rete di civismo, ambientalismo, autonomismo, che fa parte della nostra sorellanza Autonomie e Ambiente, ha diffuso una nota sul futuro prossimo degli aeroporti toscani.

La rilanciamo perché alcune delle considerazioni di OraToscana sono valide per tutti i territori. Confermano il nostro comune impegno, come sorellanza di territorialisti, contro le grandi opere inutili, per la salvaguardia dei beni comuni, perché si accetti serenamente, con moderazione, pragmatismo ed equità, la sfida della fuoriuscita dal fossile e dal fissile.

Scrive OraToscana che non possiamo conoscere, oggi, come la transizione ecologia investirà il trasporto aereo: nuovi aeromezzi più piccoli (più lenti ma anche più silenziosi, magari), nuovi biocarburanti, introduzione di soluzioni elettriche o a idrogeno? Non lo sappiamo ma certamente nulla sarà più come prima.

Nel frattempo la Toscana ha un bene comune prezioso: l'aeroporto intercontinentale "Galileo Galilei" di Pisa, capace di funzionare tutto l'anno grazie alla mitezza del tempo, con diverse rotte di avvicinamento dal mare che ne riducono l'impatto per gli abitanti delle vicinanze, circondato da ampi spazi verdi. Pisa ha anche un altro incredibile valore aggiunto: è interamente circondata da un anello ferroviario, che con investimenti contenuti lo renderebbe raggiungibile da ogni parte della Toscana in modo sostenibile.

Spiace, quindi, prendere atto che da decenni va avanti una incomprensibile "novella dello stento" sulla costruzione di un nuovo aeroporto a Peretola, alle porte di Firenze. Come si vede dall'immagine (risalente al 2019) pubblicata a corredo di questo intervento, il "master plan" della nuova pista comporterebbe un investimento enorme e stravolgerebbe la vita della grande piana di Firenze-Prato-Pistoia, la quale è già, peraltro, la più cementificata e inquinata della Toscana. Già oggi la vita di almeno 800.000 residenti della Piana toscana è difficile, insieme con quella di altre centinaia di migliaia di Toscani che vi si recano ogni giorno per lavoro. Se venissero aperti i cantieri di questa opera faraonica, si rovinerebbe definitivamente l'abitabilità di questo territorio per generazioni.

Insistere per un nuovo aeroporto a Firenze è assurdo. Assorbirebbe enormi risorse pubbliche. Comporterebbe il declino di Pisa e l'abbondono di altri piccoli aeroporti che pure in Toscana sono utili, per raggiungere, con un traffico di servizio e non solo turistico, territori come l'Elba.

Gli attuali amministratori della Toscana, come il presidente Eugenio Giani e il sindaco metropolitano di Firenze, Dario Nardella, ma anche esponenti importanti ai vertici della politica italiana, come Matteo Renzi e Matteo Salvini, che continuano a propagandare l'idea di un nuovo aeroporto a Firenze, stanno dimostrando grande limitatezza di vedute.

Il "campanilismo", a ben guardare, non c'entra nulla. Nessun fiorentino, a proprie spese, si avventurerebbe nell'apertura di un cantiere così disastroso. E' solo un centralismo prepotente, ignorante e conformista (e in definitiva autoritario), che può concentrare e sperperare, a spese delle generazioni future, risorse per costruire opere faraoniche inutili, come abbiamo già scritto rispetto a cose ancora più disastrose come il famigerato ponte di Messina

L'intervento rilancia anche, integralmente, il testo di una mozione della lista civica, ambientalista, autonomista "Un Cuore per Vecchiano", presentata dal consigliere comunale dott. Vincenzo Carnì, per ribadire la storica centralità dell'aeroporto intercontinentale di Pisa per la Toscana.

Per approfondire: https://diversotoscana.blogspot.com/2023/02/pisa-e-lunico-aeroporto-strategico.html

 

 

Presentazione della sorellanza Autonomie e Ambiente

(ultima modifica 23 dicembre 2024)

Autonomie e Ambiente (AeA) è una sorellanza di forze e gruppi politici territoriali, una rete di civismo, ambientalismo, storico autonomismo e moderno decentralismo.

E' stata registrata l’11 novembre 2019, dopo una lunga serie di contatti e incontri preliminari tra diverse forze italiane aderenti alla Alleanza Libera Europea, ALE (European Free Alliance, EFA) e altre forze locali attive in diversi territori dello stato italiano. La sorellanza ha tenuto la sua prima assemblea generale e si è presentata all'opinione pubblica a Udine il 21 febbraio 2020.

La rete unisce forze politiche locali e territoriali, autonomiste e civiche, ciascuna delle quali ha la propria storia di impegno per l'autogoverno e contro il centralismo: civica, localista, territorialista, autonomista, federalista, confederalista, anticolonialista, indipendentista.

Ciascuna delle forze sorelle è e resta una organizzazione autonoma, attiva secondo quanto stabilito dall'art. 49 della Costituzione. AeA associa movimenti, realtà, gruppi e singoli attivisti che ne condividono le finalità e sono gelosi della propria autonomia politica e territoriale. Autonomie e Ambiente è in rete anche con movimenti, gruppi, centri politico-culturali autonomisti che non partecipano alle elezioni nei loro territori.

AeA ha stabilito uno stretto rapporto politico con ALE-EFA, assumendo un ruolo di sostegno alle forze locali della Repubblica Italiana nel loro cammino di collaborazione e, in prospettiva, di adesione diretta alla famiglia politica europea dell'autogoverno di tutti dappertutto, del civismo, dell'ambientalismo, degli autonomismi, del confederalismo, delle aspirazioni delle comunità locali.

Le forze di AeA si sono unite nella sorellanza per condurre la Repubblica Italiana e l'Unione Europea verso un radicale decentralismo, cominciando dalla piena attuazione della Costituzione e degli Statuti regionali (speciali e ordinari) vigenti, che disegnerebbero una ideale Repubblica delle Autonomie, nel contesto di una Europa dei popoli, dei territori, delle regioni, ma che da decenni vengono costantemente disapplicati o addirittura traditi.

Le crisi del nostro tempo hanno reso drammaticamente evidente la necessità dell'autogoverno dei territori, anche a coloro che non hanno una formazione e una cultura autonomista o anticolonialista. Sta crescendo la consapevolezza globale che quanto è necessario per garantire alle generazioni future la pace e l'ambiente, la libertà e la giustizia, il cibo e l'acqua, la salute e la cultura, potrà essere realizzato solo attraverso forti, competenti e determinate autorità locali, capaci di cambiare le cose concretamente, territorio per territorio.

Per decenni e in particolare dopo la riforma costituzionale del 2001, che con tutti i suoi difetti può essere considerata comunque l'ultima riforma autonomista italiana, le promesse di decentramento e sussidiarietà sono state tradite da tutti: sinistre, destre, tecnici, politici, persino da vecchi e nuovi movimenti (il leghismo e i Cinque Stelle, fra gli altri) che pure erano cresciuti proprio proclamando di voler restituire più potere alle comunità locali e ai cittadini. Cosa è andato storto? E’ successo che tutti i partiti “nazionali”, cioè centralisti e verticisti, guidati da leader soli al comando o comunque da cerchie ristrette (non di rado avide del potere e delle ricchezze concentrate nelle istituzioni centraliste), hanno mostrato di essere carenti di competenza amministrativa e valori civici e autonomisti.

L'autonomismo vive anche di orizzontalità organizzativa. Da forze politiche organizzate in modo verticale, centralista e autoritario, non potranno mai essere realizzate riforme decentraliste, evidentemente. E' quindi missione fondamentale di Autonomie e Ambiente tenere in vita ed allargare una famiglia politica di forze politiche territoriali, che credano nelle autonomie personali, sociali, territoriali, dimostrandolo prima di tutto restando fedeli alla propria autonomia organizzativa, civica e politica. L'antico problema gandhiano della coerenza tra strumenti e fini va compreso, una volta per tutte: non accetteremo mai più "un partito" di autonomisti o con programmi autonomisti; vogliamo invece tanti partiti autonomisti, almeno uno per ciascun territorio. Se si crede davvero nella Repubblica delle Autonomie, in una nuova Europa delle regioni, dei territori e dei popoli, nel confederalismo e nel decentralismo internazionali, occorre confederalismo anche nell'organizzazione politica.

La rete confederale di Autonomie e Ambiente è e resterà governata collegialmente, con meccanismi di selezione di dirigenti competenti per l'oggi e di formazione di una nuova generazione di leader territoriali per il domani.

AeA è stata concepita attraverso un lungo dialogo preparatorio tra forze antiche e nuove, facendo tesoro delle preziose esperienze di collaborazione politica tra forze territoriali che ci sono state in passato, come le liste Federalismo, e altri sforzi congiunti portati avanti dalle forze autonomiste storiche nelle aule parlamentari e nella società.

La sorellanza si riconosce nei valori della Carta di Chivasso del 1943, che riechegga aspirazioni autonomiste ancora più risalenti: le tradizioni autonomiste e federaliste del Risorgimento (Cattaneo, Ferrari, Pisacane e tanti altri); l'anticolonialismo (in Sicilia, in Sardegna e oltre); nel neutralismo di socialisti, popolari, liberali, conservatori contrari all’ingresso del Regno d’Italia nella “Inutile Strage” 1915-1918; nella resistenza al centralismo nazionalista prima e fascista poi.

La Dichiarazione di Chivasso fu firmata il 19 dicembre 1943 a Chivasso, durante un convegno antifascista clandestino, a cui contribuirono, tra gli altri, figure come Émile Chanoux e Federico Chabod. Nella Carta di Chivasso fu sancita la rivolta contro “i venti anni di malgoverno livellatore ed accentratore sintetizzati dal motto brutale e fanfarone di «Roma Doma»”, ma più in generale contro il centralismo, il colonialismo, il militarismo, che avevano caratterizzato lo stato unitario italiano, scatenando “OPPRESSIONE POLITICA, attraverso l'opera dei suoi agenti politici ed amministrativi (militi, commissari, prefetti, federali, insegnanti), piccoli despoti incuranti ed ignoranti di ogni tradizione locale, di cui furono solerti distruttori; ROVINA ECONOMICA...; DISTRUZIONE DELLA CULTURA LOCALE...”. La Carta di Chivasso propose “un regime repubblicano democratico a base regionale e cantonale”, con un evidente riferimento alla Confederazione Svizzera, come unica garanzia contro il ritorno della dittatura, considerata come una conseguenza diretta del centralismo autoritario italiano.

Autonomisti e federalisti furono eletti nella Costituente del 1946 e furono attivi negli anni della Ricostruzione. La generazione successiva partecipò all'istituzione delle regioni a cui si giunse nel 1970. Sono stati protagonisti delle lotte antipartitocratiche, antiautoritarie, anticentraliste che sono fiorite dopo il 1989.

Il nostro decentralismo contemporaneo, quindi, ha radici profonde, ricche, diverse, territorio per territorio. Le forze sorelle di Autonomie e Ambiente sono fedeli a queste radici e guardano con fiducia al futuro, perché, come amano dire gli attivisti dell’autogoverno della Catalogna, siamo “siamo qui per cambiare secolo, non solo per cambiare stato".

La lista aggiornata delle formazioni politiche sorelle e di tutte le realtà e persone a noi associate è mantenuta sul nostro sito (voce "rete").

Autonomie e Ambiente, attraverso il Forum 2043 e altre forme di collaborazione con altre reti civiche e politiche, sta allargando il proprio raggio d'azione, in vista della partecipazione alle prossime elezioni, a ogni livello in cui le leggi elettorali impongano la presentazione di cartelli interterritoriali.

Per approfondire:

 

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Qualcosa di nuovo, di concreto, dal basso: l'Altra Toscana

Grazie all'incontro fra diverse reti, gruppi e liste civiche attive in Toscana, fra le quali la nostra realtà sorella OraToscana, si è costituito nella regione il coordinamento civico "L'Altra Toscana".

Dopo mesi di preparazione, il coordinamento si è presentato pubblicamente a Firenze sabato 5 aprile 2025. Referente, portavoce e garante dell'iniziativa è stato nominato il sindaco civico di Viareggio Giorgio Del Ghingaro, uno degli amministratori più dinamici, competenti, autonomi della Toscana. Un cammino è iniziato e dobbiamo augurarci che arrivi lontano.

Questa iniziativa civica dal basso, avviata con uno stile confederale, è un segno di speranza, anche in vista delle regionali che si terranno nel periodo 2025-2026.

E' un esempio che ci auguriamo trovi imitatori in ogni territorio, per combattere le piramidi della politica centralista, le loro leggi elettorali ingiuste, la loro ossessione per la spartizione dei posti fra i loro fedelissimi, la loro incapacità di selezionare competenze e promuovere innovazione e riforme, l'erosione continua della democrazia.

Particolarmente significativa è stata, nella giornata toscana, la meditazione del prof. Stefano Rolando sulle città, i territori, le regioni come cellule vive e pulsanti dell'Europa, e come argine al ritorno dei nazionalismi.

Un approfondimento su questa importante iniziativa toscana può essere letto qui:

https://diversotoscana.blogspot.com/2025/04/laltra-toscana-ce.html

Prato, 6 aprile 2025 - A cura della segreteria interterritoriale

 

Ringraziamento a Il Nuovo Trentino

Come ha scritto Walter Pruner, nei suoi dieci mesi di presenza nelle edicole, "Il Nuovo Trentino", liberamente e con coraggio guidato in questi mesi dall’ ottimo Paolo Mantovan, ha arricchito il quadro della comunicazione locale e territoriale, fuori da logiche compromissorie e di subalternità ai poteri forti.

Il quotidiano nato lo scorso ottobre dalle ceneri de “Il Trentino” (che era stato chiuso nel gennaio 2021) uscirà per l'ultima volta nelle edicole il prossimo 13 agosto 2023. L'editore SIE ha annunciato che i giornalisti saranno ricollocati all'interno del sito web, che continuerà le pubblicazioni e anzi sarà potenziato. Ce lo auguriamo di tutto cuore, perché anche in rete c'è assoluto bisogno di testate d'informazione locale e territoriale di qualità.

Dal nostro patto per le autonomie, l'ambiente, l'Europa, la pace, esprimiamo sincera solidarietà e l'augurio che questa voce amica delle autonomie personali, sociali, territoriali non si spenga.

Siamo grati a "Il Nuovo Trentino" per aver ospitato i nostri principali leader e attivisti, anticipando e lanciando a un pubblico molto più vasto alcuni degli interventi che hanno poi arricchito il nostro Forum 2043.

Auguriamo al direttore Mantovan, ai giornalisti, a tutti i lavoratori e collaboratori, ogni bene per il proseguo.

(a cura della segreteria interterritoriale - 6 agosto 2023)

Qui una selezione degli autori e degli scritti che abbiamo avuto l'onore di condividere con "Il Nuovo Trentino":

Autonomisti in rinnovamento, unico argine al centralismo

Erik Lavévaz, Union Valdôtaine (già presidente della Valle d'Aosta) - Aosta-Trento, 12 aprile 2023

Imparare a essere autocritici dal Friuli al Trentino e oltre

Roberto Visentin, presidente di Autonomie e Ambiente - Udine-Trento, Pasqua, 9 aprile 2023

Per autonomie che facciano crescere altre autonomie

Geremia Gios, autonomista trentino - 13 marzo 2023

Dibattito sulle autonomie ospitato da Il Nuovo Trentino

Mauro Vaiani, Claudia Zuncheddu, Ciro Lomonte, Roberto Visentin - 28 febbraio / 3 marzo 2023

La più forte Autonomia potrebbe anche autodistruggersi?

Walter Pruner, autonomista trentino - Trentino, 29 novembre 2022

 

 

 

 

Seminario sulle parole vive di Chivasso

Seminario online

PAROLE VIVE PER LE AUTONOMIE E L'AMBIENTE

Sabato 11 marzo 2023, ore 16
(conclusione lavori prevista per le ore 18 circa)

Promosso dal Forum 2043
in collaborazione con la presidenza di Autonomie e Ambiente (AeA)

Piattaforma: https://zoom.us/j/97267541503?pwd=KytzRmNzcngzeDIxUnpVNW1mdnE5Zz09

Presentazione

Crediamo in una primavera politica animata da valori civici, ambientalisti, autonomisti. Al deserto di idee e progetti, alle regole elettorali antidemocratiche, alla mancanza di dibattito civile su una stampa libera e pluralista, reagiamo rivendicando il nostro posto e assumendoci le nostre responsabilità in Italia e in Europa. I nostri movimenti, gruppi, intellettuali, attivisti territoriali sono ancorati ai principi della Carta di Chivasso del 1943, di cui quest'anno celebreremo l'ottantesimo anniversario.

Le parole di Chivasso sono vive, qui e ora, per noi che crediamo nella Repubblica delle Autonomie, nell'Europa dei popoli, in un mondo liberato da autoritarismi, colonialismi e militarismi.

Il nostro compito è portare avanti la visione del partigiano e martire Émile Chanoux e promuovere gli ideali di autogoverno dei territori, sussidiarietà verticale e orizzontale, autonomie personali, sociali e territoriali, che sono incisi nella Costituzione italiana, grazie all’impegno di padri costituenti come Giulio Bordon, Piero Calamandrei, Tristano Codignola, Andrea Finocchiaro Aprile, Emilio Lussu, Aldo Spallicci, Tiziano Tessitori.

Ciò che la nostra storia di lotte per l'autogoverno ci tramanda è essenziale per chi vuole difendere l’acqua, la terra, la salute, le autonomie, le nostre comunità ed economie locali, i doveri dei contemporanei e i diritti delle generazioni future.

I nostri pensieri devono essere lucidi, le nostre azioni risolute, oggi più di sempre, contro i cialtroneschi avventurieri di un falso autonomismo "differenziato" che in realtà tradiscono da venticinque anni le autonomie esistenti e vogliono condurci verso il disastro del presidenzialismo, come se l'Italia non fosse già uno stato sufficientemente centralista e autoritario, dove chi è temporaneamente al potere crede ancora, ottant'anni dopo, in "Roma doma".

Programma

  • Lettura pubblica della Carta di Chivasso (le voci sono di Sara Borchi e Stefano Fiaschi)
  • Massimo Moretuzzo (Patto per l'Autonomia Friuli - Venezia Giulia)
  • Mauro Vaiani (OraToscana, segreteria di AeA, coordinamento del Forum 2043)
  • Silvia Fancello, "Lidia" (rappresentante EFA-ALE e referente AeA in Sardegna)
  • Alfonso Nobile, "Alessandro" (Siciliani Liberi, vicepresidente di AeA)
  • Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera, attivista per l'autogoverno e per la salute in Sardegna, Forum 2043)
  • Andrea Acquarone (autonomista ligure e animatore di "Che l'inse!")
  • Samuele Albonetti (Rumâgna Unida, già coordinatore del MAR)
  • Gino Giammarino (editore e attivista per l'autogoverno a Napoli e nel Sud, Forum 2043)
  • Alfredo Gatta (Pro Lombardia, vicepresidente di AeA)
  • Maria Luisa Stroppiana (Assemblada Occitana - Valadas)
  • Milian Racca (Liberi Elettori Piemonte)
  • Walter Pruner (autonomista trentino)
  • Erik Lavevaz (Union Valdôtaine)
  • Roberto Visentin (Patto per l'Autonomia Friuli - Venezia Giulia, vicepresidente EFA-ALE, presidente AeA)

 

Per accedere all'evento è indispensabile iscriversi al canale Telegram del Forum 2043: https://t.me/Forum2043

Collaborazione tecnica: Renzo Giannini - Il Lampone - https://www.youtube.com/lorenxman

 Collegamento sulla rete sociale:

https://www.facebook.com/events/502898198487883/

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Senza paura verso nuove autonomie

“Chi ha paura delle autonomie? Oltre il dibattito sull’autonomia differenziata” è il titolo dell’incontro promosso dal Gruppo Consiliare del Patto per l’Autonomia-Civica F-VG, che si è tenuto mercoledì 5 luglio 2023, nella Sala Pasolini della sede della Regione Friuli-Venezia Giulia a Udine.
L'incontro è stato introdotto e moderato da Elia Mioni del Patto per l’Autonomia.
E' intervenuto Marco Boato, già parlamentare e componente della Commissione Affari costituzionali per diverse legislature, che ha fatto un significativo riassunto della storia di decenni di fallimento delle riforme costituzionali, ammonendo che uno dei motivi di questo fallimento è lo scontro, ancora irrisolto in questa Repubblica, fra centralisti e coloro che ispirano a forme più avanzate di autonomie personali, sociali, territoriali.
Da remoto è intervenuto Danilo Lampis, portavoce di “Sardegna chiama Sardegna” (una iniziativa civica, ambientalista, per nuove forme di autogoverno, recentemente promossa da una rete di giovani dell'isola). Lampis ha ribadito che gli attuali progetti di autonomia differenziata sono, oltre che impraticabili, tesi a cristallizzare rapporti di dipendenza e le disparità derivanti da una lunga storia di colonialismo interno. Ha tuttavia invitato a un rilancio, in Italia e in Europa, un contrattacco di coloro che aspirano ad autogovernarsi, nella solidarietà fra territori, contro i riflessi centralisti e autoritari.
E' intervenuta Elena Ostanel, consigliera regionale del Veneto con la lista “Il Veneto che Vogliamo”, che ha espresso le preoccupazioni del mondo civico per il centralismo non solo statale, ma anche regionale.
Infine, Massimo Moretuzzo, capogruppo del Patto per l’Autonomia-Civica F-VG nel consiglio regionale di Trieste, ha invitato ad accettare le sfide dell'autonomia, un'autonomia diffusa e capillare, che riguardi tutte le comunità. Una autonomia che può consentire a tutti e ovunque di sperimentare e realizzare soluzioni più avanzate di quelle che ci stanno riservando al momento i centri del potere statale ed europeo.
L'autonomia differenziata di Calderoli e della Lega, essendo un imbroglio politico ed essendo minata da pesanti contraddizioni interne, fallirà. E' tempo che civismo, ambientalismo, autonomismo, movimenti per l'autodeterminazione, si preparino, dialogando e collaborando, a un rilancio, innovativo e coraggioso, per una cultura e buone pratiche di autogoverno, di respiro europeo.

Siamo persone d'altri tempi, quelli futuri

Un approfondimento sui lavori del 16 maggio 2024, giovedì scorso, a Milano, presso Slow Mill (quartiere Isola), nell'incontro promosso da EUROPEAN FREE ALLIANCE (EFA) e AUTONOMIE E AMBIENTE (AeA) - a cura dell'ufficio stampa (Alberto Mazzotti)

A Milano ci siamo ritrovati per una lunga giornata di lavoro, dimostrando ancora una volta che siamo persone d'altri tempi, quelli futuri. Siamo andati ben oltre l'agenda di protesta democratica e civile, contro tutte le leggi elettorali ingiuste e in difesa delle autonomie locali di fronte al governo italiano più centralista della storia, che era pianificata.

Il viticoltore ravennate Giovanni Poggiali, da sempre sostenitore dell’autonomia romagnola e candidato nelle liste di Azione-Siamo Europei alle prossime elezioni europee, è stato presentato ufficialmente nel nostro evento internazionale del 16 maggio scorso. Giovanni Poggiali è il principale punto di riferimento per l’impegno EFA e AeA per la democrazia, la sussidiarietà, il federalismo in Italia e in Europa.

L’incontro si è aperto, come sempre accade nella rete Autonomie e Ambiente, con l'appello alla liberazione di tutti coloro che soffrono: gli ostaggi, i civili straziati dalla forza degli eserciti moderni, di tutti i prigionieri politici.

Ha avuto come principali protagonisti la presidente di EFA, la basca Lorena Lopez, e la giovanissima leader europea Maylis Rossberg, della minoranza danese nel nord della Germania. Accanto a loro, il vicepresidente e segretario di Autonomia e Ambiente, Mauro Vaiani, e i membri di movimenti autonomisti di varie regioni d’Italia, dalla Lombardia alla Sardegna, dal Friuli al Veneto, dalla Romagna alla Toscana.

Mauro Vaiani ha introdotto l’incontro con una denuncia politica. “La rete autonomista europea EFA, con il proprio braccio italiano Autonomie e Ambiente, stava lavorando da un anno per partecipare alle Elezioni Europee con una proposta che sarebbe stata largamente inclusiva e rappresentativa di tutte le componenti più progressiste, liberali, popolari del territorialismo del XXI secolo. Ma la legge 38 del 25 marzo 2024 ha escluso dalle elezioni, a meno di due mesi dalla presentazione, una mezza dozzina di famiglie politiche europee più piccole, fra cui la nostra”.

L’incontro di Milano ha confermato però che Autonomie e Ambiente ha reagito con la veraforza di un sorriso a questa ingiustizia, mettendo in campo tante azioni positive e costruttive.

 1989 smiling boy ragazzo che sorride

Prima di tutto, AeA parteciperà comunque con un proprio rappresentante alle imminenti elezioni europee: il viticoltore romagnolo Giovanni Poggiali, un autonomista di prestigio italiano e internazionale, è candidato nella circoscrizione Nord-Est all’interno della lista “Azione-Siamo Europei”.

Inoltre, Autonomie e Ambiente ha promosso e sostiene centinaia di liste civiche e autonomiste presentatesi alle elezioni comunali in tutta Italia. Ne hanno parlato Riccardo Galimberti di RiBella Firenze, e soprattutto, come movimento ospite, Giuseppe Olivieri ed Enrico Chiapparoli di Lombardia Civica.

Infine, la rete autonomista ha aderito al Comitato Referendario per la Rappresentanza che, ispirandosi alle lotte dell'avvocato Carlo Felice Besostri per i diritti elettorali dei cittadini, propone l'abrogazione delle parti più deteriori del  Rosatellum.

“EFA è una delle dieci famiglie politiche europee riconosciute dall’Unione, l’unica che rappresenti davvero le autonomie regionali. Associa 40 partiti in 20 stati diversi.” – ha spiegato la presidente Lorena Lopez, che assieme alla giovane spitzenkandidatin Maylis Rossberg sta girando l’Europa in queste settimane, incontrando le reti autonomiste in varie regioni, dalla Tracia alla Macedonia, dalla Carinzia alla Catalogna, dall’Alsazia alla Corsica.

“Anche se una sinistra decisione della attuale maggioranza parlamentare italiana ha impedito a EFA di presentare una propria lista in Italia, siamo onorati di poter vedere comunque rappresentata la nostra rete grazie alla candidatura di Giovanni Poggiali. Noi continueremo a batterci per vari obiettivi che sono vitali per un futuro democratico europeo: il riconoscimento delle diversità territoriali e regionali all’interno degli stati membri e un processo decisionale che sia fondato su autentica sussidiarietà.” ha continuato Lorena Lopez.

Maylis Rossberg, la "spitzenkandidatin" di EFA per la prossima presidenza europea, ha spiegato: “La nostra è una candidatura simbolica, visti i rapporti di forza, ma incarna le minoranze, i territori, gli interessi delle comunità locali, a partire dalle più piccole e marginali. Stiamo ricevendo un seguito sempre maggiore in tutta Europa.”.

“Sono orgoglioso di rappresentare, unico in Italia, la rete di Autonomia e Ambiente alle elezioni europee.” – ha detto Giovanni Poggiali - “Essere riusciti a far partecipare le autonomie in una coalizione riformista seria e plurale come quella di Azione-Siamo Europei è già una vittoria per tutti noi. Credo fermamente che serva un’Unione Europea più forte e unita, ma basata sempre più sulle diversità dei singoli territori. L’esempio del vino – il mondo che conosco da sempre – va proprio in questa direzione: si diventa più forti quanto più si è in grado di evidenziare le singole specificità di ogni territorio”.

Mauro Vaiani ha sottolineato: "E' convinzione delle nostre reti di storico autonomismo e moderno territorialismo, impegnate per le autonomie personali, sociali, che l'Europa sia incompatibile con le concentrazioni di potere. Con questi 27 stati che esercitano insieme un centralismo europeo, senza rinunciare al proprio centralismo statale, non andiamo da nessuna parte. La nostra Europa sarà una confederazione di 270 popoli, territori, regioni. Questa sarà l'unica Europa possibile.".

La responsabile EFA-AeA in Sardegna, Silvia Lidia Fancello, ha portato a Milano un circostanziato e drammatico appello del mondo politico autonomista e identitario sardo contro il centralismo autoritario che vuole svendere la Sardegna alla speculazione dell’eolico facendone la “dinamo” d’Italia.

Thomas Agnoli, giovane attivista veneto, uno dei segretari del Comitato Referendario per la Rappresentanza, ha spiegato la natura dei quesiti con cui un ampio schieramento trasversale di attivisti per la democrazia si propone di abbattere il Rosatellum, una delle leggi elettorali più ingiuste di sempre (che non per nulla verrà esaminata anche dalla CEDU, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, a seguito del ricorso presentato dallo storico attivista radicale Mario Staderini).

Sono stati presenti ai lavori di Milano esponenti di movimenti e reti di attivismo amiche delle autonomie, fra cui DEMOS, con lo storico ambientalista Piervito Antoniazzi; hanno inviato un messaggio di saluto Adalberto Notarpietro e Mattia Molteni di INSIEME.

Marco Cappato e Francesco Vecchi del movimento paneuropeo per la partecipazione dei cittadini, EUMANS, sono venuti ad incontrare i leader europei e italiani delle autonomie e a porre delle basi di collaborazione per iniziative comuni, dal referendum contro il Rosatellum in Italia, a nuove iniziative civiche dal basso in Europa.

Sul sito e nelle reti sociali di Autonomie e Ambiente sono disponibili ulteriori approfondimenti, materiali video e foto.

Nella foto in alto, da sinistra a destra:

Thomas Agnoli (Comitato Referendario per la Rappresentanza)

Mauro Vaiani (toscano, vicepresidente segretario Autonomie e Ambiente)

Silvia Lidia Fancello (rappresentante EFA-AeA Sardegna)

Lorena López de Lacalle (basca, presidente di EFA)

Maylis Roßberg (danese-tedesca, Spitzenkandidatin EFA)

Enrico Chiapparoli (Lombardia Civica)

Riccardo Galimberti (RiBella Firenze - civismo toscano)

Giovanni Poggiali (fondatore di Romagna Unita, autonomista candidato nel Nordest per la lista "Azione-Siamo Europei")

Giuseppe Olivieri (Lombardia Civica, civismo milanese)

* * *

Ufficio stampa: Alberto Mazzotti, 338 8556129  - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.

da Milano, sabato 18 maggio 2024, vigilia di Pentecoste

 

Solidarietà a Monza e alla Brianza

Esprimiamo solidarietà al territorio di Monza e Brianza, che è stato colpito da un maltempo eccezionale. Ormai anche nella zona temperata in cui sono posti i territori della penisola italiana si assiste al moltiplicarsi di eventi estremi. Non è solo l'aumento delle temperature medie che preoccupa, aumento a cui secondo gran parte della comunità scientifica contribuisce l'enorme inquinamento prodotto dagli esseri umani. Preoccupa ancora di più che nell'atmosfera si accumuli un'energia capace di scatenare eventi a cui, alle nostre latitudini, non siamo preparati.

Monza e la Brianza hanno conosciuto, fra molti altri danni, lo sterminio di alberi adulti, spesso anche sani. La caduta degli alberi nei parchi pubblici e nei giardini privati è emblematica della necessità di cambiare, al più presto, il nostro atteggiamento nei confronti dei nostri territori. Nella storia non siamo mai stati così tanti, non abbiamo mai cementificato così tanto. Senza gli alberi, città e paesi, zone industriali e commerciali, diventano invivibili. Senza il verde, la vita è insopportabile, soprattutto per gli anziani, che sono ormai la maggioranza della nostra popolazione, oltre che per i bambini, per tutte le persone più fragili, per gli animali domestici.

Deve cambiare profondamente l'amministrazione del territorio, paese per paese, comune per comune, sia nelle zone urbane che nelle zone ancora rurali. Segnaliamo, fra le tante, la riflessione di un agronomo che ha lavorato per il verde a Monza, intervistato il 27 luglio 2023 da Il Cittadino di Monza e Brianza, Ambrogio Cantù, che propone spunti interessanti e, soprattutto, lancia un allarme sulla mancanza di custodi competenti del verde pubblico e privato, che invece dovrebbero essere presenti in tutte le comunità e territori.

La foto del post è tratta da un video del "Contadino Nick", un coraggioso e brillante giovane di Desio, agricoltore per passione, che purtroppo ha sofferto anche nel suo campo la caduta di alberi che erano forti e sani.

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A cura della segreteria interterritoriale di Autonomie e Ambiente - Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - Desio, 28 luglio 2023

 

Tutto sui lavori della IV assemblea generale - Imola 2024

A Imola in Romagna, i giorni 6 e 7 dicembre 2024, Autonomie e Ambiente ha tenuto la propria IV assemblea generale, all'Hotel Donatello.

Qui l'agenda dei lavori.

Qui il documento politico e gli ordini del giorno finali.

Qui il comunicato stampa.

Qui l'approfondimento sul contributo dell'esperienza di sanità pubblica e prossima portataci da Ornella Mancin e Tiziana Mattiazzi, dalle comunità di Cavarzere e Cona, dove opera la cooperativa Medicina Futura.

Qui di seguito i quattro video che documentano ampiamente i lavori:

1) VENERDÌ 6 DICEMBRE 2024 - L'AUTONOMIA CURA (Autonomy cares) - sessione di ascolto di competenze ed esperienze – prima parte - h 15-17

Modera: Mauro Vaiani (v.p. segretario AeA) - Interventi:  Samuele Albonetti (RU); Giovanni Poggiali (MAR); Prof. Vittorio Daniele; Dott.ssa Ornella Mancin; Dott.ssa Tiziana Mattiazzi; Roberto Visentin (presidente AeA)

 

 

2) VENERDÌ 6 DICEMBRE 2024 - L'AUTONOMIA CURA (Autonomy cares) - sessione di ascolto di competenze ed esperienze – seconda parte - h 17.15-19.15

Modera: Mauro Vaiani (v.p. segretario AeA) - Interventi:  Dott. Sergio Bagnasco; Prof. Tiziano Bonini Baldini; Agostino D'Antonio; Joël Farcoz (Union Valdôtaine); Riccardo Galimberti (RiBella Firenze-OraToscana); Marco Mastacchi (cons. regionale civico E-R); Antonello Licheri; Fabrizio “Caveja” Barnabè (l'artista romagnolista nella foto)

 

3) SABATO 7 DICEMBRE 2024 - IL CIVISMO GENERA AUTONOMIE (Civism generates autonomies) - assemblea dei delegati - prima parte h 09-11

Purtroppo manca la registrazione dei primi minuti in cui si sono letti i saluti di Renato Soru  (Progetto Sardegna – Coalizione Sarda), Ciro Lomonte (Siciliani Liberi), Emiliano “Milian” Racca (Liberi Elettori Piemonte), Marco Cannito (Città Diversa - Livorno), Elia Mioni (Il Passo Giusto); Manuel Pirino (Generazione Italie);  Ettore Beggiato (autonomista veneto)

L’assemblea ha anche ricordato con un momento di raccoglimento gli ostaggi, i prigionieri politici, i feriti e i caduti di tutte le violenze politiche, di tutti i conflitti, su ogni fronte

Modera: Mauro Vaiani (v.p. segretario AeA) - Interventi: Roberto Visentin (presidente AeA); Samuele Albonetti (presidente Rumâgna Unida); Joël Farcoz (président de l'Union Valdôtaine); Michele Zuddas (promotore "Pratobello 2024"); Domenico Galbiati (Insieme); Paolo Guerra (AssoRaRo)

 

4) SABATO 7 DICEMBRE 2024 - IL CIVISMO GENERA AUTONOMIE (Civism generates autonomies) - assemblea dei delegati - seconda parte h 11.30-13.30

Modera: Mauro Vaiani (v.p. segretario AeA) - Interventi: Luigi Spanu (Partecipazione Attiva); Gino Giammarino in ricordo di Beppe Di Bello (Liberiamo la Basilicata); Enrico Chiapparoli (segretario Lombardia Civica); Maxhence Helfrich (segretario generale EFAy); Samuele Albonetti (Rumâgna Unida); Diego Genta (att. franco-provenziale – Lib. Elettori Piemonte); Riccardo Galimberti (RiBella Firenze – OraToscana); Gino Giammarino (Comitato Charta di Melfi); Giuseppe Olivieri (presidente Lombardia Civica); Francesca Marrazza (RiBella Firenze); Stefano Pesaresi (azdor Rumâgna Unida); Silvia “Lidia” Fancello (Comitato Sardigna Pro S’Europa); conclusioni di Lorena López de Lacalle (presidente EFA)

 

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I quattro video che documentano i lavori di Imola possono essere ascoltati tutti insieme attraverso il collegamento alla playlist creata dal canale YouTube Autonomie e Ambiente:

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L'assemblea di Imola non sarebbe stata possibile senza il supporto e la generosità della forza politica territoriale locale, Rumâgna Unida, dello storico Movimento per l'Autonomia della Romagna
e di alcuni cittadini impegnati nel civismo imolese.

Si ringrazia, per il costante supporto tecnico, organizzativo e politico Stefano Pesaresi (azdor Rumâgna Unida). Grazie al creativo e videomaker Renzo Giannini di Prato per il supporto nella pubblicazione della documentazione video.

AUTONOMIE E AMBIENTE (AeA)è orgogliosamente partner nella Repubblica Italiana di EUROPEAN FREE ALLIANCE (EFA) - https://www.e-f-a.org

Per maggiori informazioni: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo. - https://www.autonomieeambiente.eu

Imola, 23 dicembre 2024 - raccolta di documenti a cura della segreteria interterritoriale